Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 10 agosto 2023

La Fede la speranza, la carità sono tesori eterni, non vengono mai meno



Carissimi amici,

Oggi 10 agosto la Santa Chiesa fa memoria di San Lorenzo che è stato uno dei sette diaconi di Roma, dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257. Nell'atto di fede che ognuno di noi ha imparato a recitare da bambino dice:Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distinte, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,

il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede.(Voglio sottolineare darà a ciascuno il premio o la pena eterna).L’Atto di fede è una preghiera cristiana che viene recitata per valorizzare e rafforzare il sentimento di fede.
L’Atto di Fede rappresenta l’atto cosciente e consapevole che ogni cristiano compie nel momento in cui decide di credere ad un fatto indimostrabile; San Lorenzo versò il suo sangue per quest'atto di Fede in Dio. La tradizione dice anche in maniera più precisa che a Lorenzo fu promessa salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa entro tre giorni. Il 10 agosto, quindi, Lorenzo si presentò alla testa di un corteo di suoi assistiti dicendo:
«Ecco questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono».

Quanti oggi come Lorenzo sono disposti a testimoniare Gesù come unico Signore e Salvatore?
Quanti sono disposti a testimoniarlo fino all'effusione del sangue? Quanti sono disposti a perdere ogni cosa, per dare testimonianza al mondo che Gesù Cristo è l'unico Signore e che al di fuori di Lui non vi è nessuna salvezza?

Carissimi, il veleno per il corpo entra dalla bocca; quello per il cuore entra dall'orecchio e la lingua che lo propina è assassina. Gesù, che conosce i pensieri, ha detto che la bocca parla dell'abbondanza del cuore. Se il pensiero non  ce lo mettiamo noi, sta pur certa che ce lo mette il diavolo e anche molto!  È il suo segreto: servirsi di cattive parole per colpire i cuori.
Tra le meditazioni più celebri degli "Esercizi spirituali" di Sant'Ignazio vi è quella detta dei "Due stendardi", che richiama l’uomo al necessario combattimento spirituale e alla scelta tra lo stendardo di Cristo, «sommo capitano e Signore Nostro», e quello di Lucifero, «mortale nemico della natura umana».Chi mi ama, mi «segua», e s'incamminò verso il Calvario, ma dopo tre giorni entrò nella gloria della Risurrezione. È il primo stendardo-vessillo: su di esso è raffigurata la CROCE GLORIOSA del suo capitano.
Chi lo segue, non camminerà nell'ombra di morte ma anch'egli brillerà un giorno della Sua luce.
Com'è la vita del seguace di Gesù? Come quella del maestro modello: tutta la sua vita fu croce e martirio, cioè testimonianza della Verità liberatoria ch'Egli era venuto a portare nel mondo.
Pochi all'inizio lo seguirono, perché le previsioni sembravano troppo impegnative. Con l'andar dei secoli i suoi seguaci sono diventati milioni.
C'è stato chi s'è fatto suo pedissequo, mettendo i passi sulle orme da Lui lasciate e cioè imitandolo al cento per cento, altri correndogli dietro, zoppicando, cadendo ogni tanto sotto il peso della croce che portava insieme con Lui, altri ancora anelando di raggiungerlo quanto prima possibile per godere con Lui il mantenimento della promessa: «Nel regno dei cieli siederete a mensa con me, anzi io stesso vi servirò!».

Il secondo vessillo, portato dal capitano Lucifero, sventola superbo e menzognero invitando tutti a seguirlo nel sentiero che si snoda apparentemente tra ROSE E FIORI.
I suoi «schiavi» andranno incontro a delusioni, se… non faranno in tempo a «cambiare padrone»!
La convenienza d'una scelta oculata e prudente, e quindi anche previdente delle conseguenze future, s'impone a tutti. Arrivati al «bivio tra Virtù e Piacere» , non è possibile rimanere estranei e indifferenti, perché chi non decide… ha già scelto male!

Ma oggi, dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo? Se tante conferenze episcopali e con i silenzi del papa stesso, che dovrebbe custodire gelosamente il deposito fidei, si diffondono errori dottrinali o eresie in spirito di dialogo con il mondo, omettendo la verità rivelata per fare spazio al vessillo portato dal capitano Lucifero, che sventola superbo e menzognero.Carissimi amici, questo è il tempo della misericordia è della conversione,la parola misericordia deriva da due parole latine, miserere, che significa avere pietà, e cor/cordis, che significa cuore. In pratica è un sentimento che ci fa provare compassione quando qualcuno è infelice o si trova nel bisogno. Nel libro dell’Esodo leggiamo: «Il Signore, tuo Dio, è un Dio misericordioso, non ti abbandonerà», e ancora: «Il Signore, Dio, misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di misericordia e fedeltà». Nel Vangelo è riportata questa frase di Gesù: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». «Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia», dice l’apostolo Paolo. Non a caso usa «sovrabbondare» per sottolineare che la misericordia di Dio è infinitamente più grande della misura che servirebbe per perdonare la colpa. San Tommaso d’Aquino dice che noi non sappiamo coniugare misericordia o giustizia e che solo Dio vive un perfetto equilibrio dove giustizia e misericordia si completano piuttosto che intralciarsi a vicenda. L’essenza di Dio è l’amore. «Dio è amore» «L’amore non è uno tra i tanti attributi di Dio. Tutti gli attributi di Dio sono attributi dell’amore». Ciò significa che la potenza di Dio è un attributo del suo amore. L’onniscienza di Dio è un attributo del suo amore. E, infine, la giustizia di Dio è una qualità del suo amore (cosa che ha ben intuito santa Teresina di Lisieux). Se Dio obbligasse chi lo rifiuta a sceglierlo e a stare con lui, violerebbe la libertà della persona e annienterebbe la sua vita. Un grande filosofo, Solov’ëv, osservava che il bene imposto è un male assoluto. Gesù, parlando del giudizio, dice: «E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie» (Giovanni 3,19).Questo versetto viene poco dopo una grande dichiarazione d’intenti di Dio: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (3,16).Dio si dona fino alla fine. È l’uomo che si chiude alla salvezza. Dio non si dona ai «meritevoli» , ma a tutti quelli che accolgono il suo dono.

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