Sangue e silenzio sono due suoni distinti, due parole che parlano linguaggi diversi. Messe insieme formano un’unica sinfonia che richiama un’unica voce, quella di Dio Amore e invita a partecipare con la nostra adesione ed offerta. Il Sangue che fluisce dalla croce è un suono, un fenomeno che si fa voce: canta l’amore e lo dichiara come unica possibilità di vita. “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Il Sangue è il distillato dell’amore: è fuoco di desiderio, la voce della misericordia, la verità sempre accesa, la linfa della vita, la schiettezza della libertà del cuore che ama.
Il silenzio dell’amore
C’è nel Sangue l’eloquenza dell’amore che commuove e il silenzio di un Dio che si dona senza parole, ma con i gesti concreti di martirio. Nel Sangue c’è la forza dell’Amato che non si ritira di fronte alla prova, e c’è il silenzio di chi riceve la sua energia e attonito stupisce per l’abbondante effusione d’amore. In quel fluire rubinante di vita non ci sono parole che accompagnano il suo scorrere fino a terra, c’è invece un silenzio profondo che avvolge la croce e il Calvario. È il silenzio della misericordia divina che ancora oggi invita a sostare ai piedi del Crocifisso e a consegnare, muti e accorti, la nostra esistenza a quel rinnovamento che solo l’amore sa operare. Guardare il Sangue e udire il sottile mormorio del suo scorrere giù fino a terra, fa vibrare il cuore di energia d’amore e accelera i suoi battiti fino al pianto di gioia. E proprio nel silenzio è possibile conoscere l’amore del Signore, avvicinarsi alla santa croce ricoperta di sangue di vita, e piangere fino ad unire le proprie lacrime a quel flusso di pace rubiconda. Non servono le parole a chi ormai sa sostare a lungo in quel fiume di misericordia; non occorre gridare neppure aiuto se sappiamo accogliere in silenzio la sconcertante libertà divina che rigenera donandosi e morendo in silenzio su una croce. Nelle nostre relazioni umane l’amore, per dirsi, alterna parola e silenzio, senza distinguersi ma confondendosi in ogni occasione. Là dove risuona la parola “ti amo”, si accresce il bisogno di silenzio; e là dove il silenzio si fa più fine, la parola diviene più delicata e carica di mistero. Dio dice il suo amore col silenzio e con la parola, senza mai opporre l’uno all’altra: in Lui parola e silenzio si identificano.
La vitalità del Sangue
Ama il silenzio chi sa adorare il fluire del Sangue di Cristo. Non usa parole chi si immerge in questa sorgente così eloquentemente silenziosa. Ode il gorgoglio sottile dello scorrere del Sangue, chi sa appoggiare l’orecchio del cuore alla terra forata dalla speranza di quel Sangue divino. Adora in silenzio chi ha sperimentato la forza redentrice della misericordia che si dona e tace. Non formula preghiere chi conosce tutta la preziosità e l’efficacia di quel Sangue, ma apre la sua mente e il suo cuore, per lasciare che sia il Crocifisso glorioso a dissetare la sua ansia di salvezza. Quel Sangue di misericordia entra ancora, silenzioso, nelle crepe della nostra storia e nel buio dei dolorosi eventi del mondo; si mescola nelle lacrime brucianti di donne e uomini piegati dal peso dei silenzi che urlano minaccia e odio. Quel Sangue è carico di energia di pace e nel suo silenzio è conduttore di forza sanante di vita futura. Queste mie piccole riflessioni ci invitano alla contemplazione amorosa della forza sanante del Sangue di Cristo. Noi tutti, nella preghiera adorante e silenziosa, possiamo immergerci in questa Sorgente di Vita, senza smettere di ascoltare il grido di uomini e donne piegati dal peso dell’odio e dei silenzi che urlano minaccia in tutto il mondo. Perché il Sangue di Cristo è certezza di vita futura per tutti.
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