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PROSTRATEVI AL SIGNORE, IN SACRI ORNAMENTI….

di Dom Seraphinus

La nuova liturgia ha preteso di saltare due millenni di storia cristiana, con l’illusione di ricollegarsi ad un mitico inizio del cristianesimo, per questo si sono messi a cambiare la messa,hanno detto, i signori della riforma post-conciliare, che occorreva semplificare, per far emergere la nobile essenzialità del rito cattolico.
E’ vero che c’è il detto: “Piace ciò che piace!”.

Tuttavia, è anche vero che questa massima, vale in riferimento a scelte personali, a decisioni che io prendo in rapporto a qualcosa che deve coinvolgere la mia sfera personale e che addirittura posso ulteriormente adattare ai miei gusti ed esigenze.

Questo discorso però, non può valere in rapporto ai riti liturgici, perché questi non si possono e non si devono adattare ai propri gusti.

Quando in passato, un rito liturgico, veniva pensato e codificato, penso che si tenesse conto di tanti aspetti che il rito appunto tocca!

Anzitutto la verità di ciò che deve rappresentare e concretizzare e poi anche quella bellezza che può attirare ed elevare lo spirito di chi vi partecipa con fede o che semplicemente vi assiste, con la possibilità di fare un passo ulteriore in avanti, se il rito appunto lo può elevare.

Se questo avveniva in passato, con le scelte che facevano coloro che erano preposti a pensare e realizzare tali dimensioni della vita della Chiesa, lo stesso dovrebbe avvenire anche al presente, con quell’ermeneutica della continuità che non fa altro se non sottolineare un cammino di fede che non si interrompe mai e che continua ad offrire al credente gli stessi presupposti di verità e bellezza che elevano lo spirito, attraverso la bellezza che attira gli occhi e gli altri sensi.

Se noi prendiamo in mano la SacrosanctumConcilium, sfido chiunque a dire che è stata fedelmente applicata dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II.


Siamo capaci di leggere la traduzione in italiano di questa Costituzione?

Qual’era il pensiero dei Padri conciliari?

Quello di portare la liturgia della Chiesa ai livelli che vediamo oggi?

La liturgia della Chiesa, prende “in mano” le cose sante che riceve dal cielo e le offre ai figli di Dio, con tutto il rispetto, la venerazione e la fede possibili!

Il desiderio dei Padri conciliari era sì, quello di avvicinare maggiormente il popolo santo di Dio ai misteri che si celebrano, ma non certo nelle forme e modalità che vediamo oggi, a partire da chi sta più in alto.

Come può un sacro ministro dell’altare, sia Papa, Vescovo, Sacerdote o diacono, non ragionare in questi termini e cioè che quando celebro all’altare, devo cercare di scomparire con la mia identità per far apparire il pastore bello delle pecore, cioè Cristo?

E’ una vergona pensare che tutto ciò che è bello, molto bello o addirittura bellissimo, a partire dalle sacre suppellettili, fino ad arrivare ai paramenti, è un qualcosa che disturba, è uno spreco, è segno di vanità!

Smettiamola con questi discorsi di stare lontani dalla vanità, perché non esiste la vanità nelle celebrazioni liturgiche e chi è chiamato a dare l’esempio, non può permettersi di dire che certe cose non servono o apparire in modo tale da creare disgusto in chi guarda!

I Paramenti più belli, che servono appunto per nascondere la mia povera fragilità umana e far apparire la straordinaria bellezza della gloria e della presenza di Dio, li indosso in un contesto di liturgia sacra, non quando vado per strada o sono impegnato con le mie cose personali.

E’ imbarazzante sentire dire da chi ha udito con le proprie orecchie; “ Questi paramenti sono troppo belli per me!”.

Allora vuol dire che non abbiamo capito niente!

Niente di ciò che indossi nella liturgia o anche nella vita privata per presentarti con la tua identità di Papa, Cardinale, Vescovo o Sacerdote è per farti bello; tutto serve per onorare Dio e dare dignità al rito e alla tua persona, sapendo ciò che sei e rappresenti.

E’ disgustoso vedere come si presentano tali ministri; a volte si ha proprio la sensazione che lo facciano solo per irrigidire la sensibilità delle persone.

Questa non è umiltà, ma vera vanagloria!

L’umiltà consiste nell’adeguarsi a quello che ti viene ricordato di fare, secondo delle regole e consuetudini che si sono confermate nel tempo e che i tuoi predecessori hanno fatto proprie con vero spirito di umiltà, sapendo che in questo modo avrebbero fatto il bene del popolo di Dio oltre che garantire il vero onore a Dio!

Sarà bello vedere quello che purtroppo ci siamo abituati a vedere e che non avevamo mai visto, perché tutti erano consapevoli dell’alto ruolo che avevano e che erano chiamati ad onorare con la loro persona!

Camici che mostrano i pantaloni, paramenti pacchiani e fermiamoci qui!

Riti inventati, come l’incensazione degli ordinandi e continua tensione che si respira a fior di pelle da parte di chi è chiamato a dirigere le celebrazioni, perché consapevole che potrebbe essere redarguito pesantemente in diretta, se solo viene fatta una strofa di canto in più!

Ma dove siamo arrivati?

Che solennità è rimasta nelle nostre celebrazioni?

Non una parola cantata, tutto piatto e ultimamente, in modo arbitrario, un cambiamento radicale in quelle poche celebrazioni papali che ancora ti davano il senso della cattolicità, usando quella lingua che non privilegiava nessuno, il latino, che tutti ormai conoscono perché hanno la traduzione accanto.

E dopo si vuole dire che si sta applicando la SacrosanctumConcilium?

No, la si sta volutamente ignorando e declassando e soprattutto si stanno ignorando tutti i pronunciamenti fatti fino “all’altro ieri” da chi di dovere.

E pensare che sarebbe bastata un po’ più di umiltà per rendere sereni gli animi, per far capire che non si vuole rovesciare tutto e che nella chiesa non c’è un prima e un dopo, ma una continuità!

Nessuno dica che questi sono pensieri che guardano solo all’apparenza, all’esteriorità e che sono criteri riempiti di vanità!

Chi ha avuto il coraggio di pronunciarsi in un certo modo, facendo credere che tale richiesta venisse dalla maggior parte di coloro ai quali si è ora dato un potere di decisione e questo non era vero, si vedrà smentito da chi o prima o dopo prenderà in mano questa povera barca malconcia e certamente, guidato dallo Spirito Santo, rimetterà equilibrio.

Un’ultima cosa vorrei dire a quei Cardinali e Vescovi, Monsignori e cerimonieri che fino a qualche anno fa avevano dimostrato di aver capito i concetti sopra espressi e si muovevano in una certa direzione che dava una bella immagine e testimonianza.

Cambiato il direttore d’orchestra, subito si sono ritirati e sono diventati “poveri”!

Ipocrisia al massimo livello!

Se non eravate d’accordo, dovevate dirlo o fare un passo indietro, così non sareste diventati complici dell’andazzo odierno!

Pietà di noi, Signore!

Contro di te, abbiamo peccato.

Mostraci, Signore, la tua misericordia!

E donaci la tua salvezza.

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