Omelia dai Trattati di sant'Agostino sul vangelo di Giovanni.
In Jo tr. XLIII, 15-18. PL 35, 1711-1712. 1713.
Cristo Signore chiamò suo Padre colui che i giudei chiamavano loro Dio, però senza conoscerlo; se l'avessero conosciuto avrebbero accolto suo Figlio. Io invece lo conosco, dice il Signore. Ad essi che giudicavano secondo la carne, l'affermazione poté sembrare presuntuosa.
Guardate però che cosa segue: E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore. Non deve succedere che, per evitare la taccia di presuntuosi, si abbandoni la verità.
Ma lo conosco e osservo la sua parola. In quanto Figlio, egli proferiva la parola del Padre: ed egli stesso era il Verbo del Padre che parlava agli uomini.
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò. Magnifica testimonianza resa ad Abramo dal discendente di Abramo, dal Creatore di Abramo. Abramo esultò - egli dice - nella speranza di vedere il mio giorno. Non ebbe timore, ma esultò. Era in lui la carità che caccia via la paura. Non dice che esultò perché lo vide; ma che esultò nella speranza di vederlo. Credendo in lui, esultò nella speranza, in attesa di poterlo vedere con la mente.
Lo vide. Cosa poteva o cosa doveva dire di più il Signore Gesù? Lo vide e se ne rallegrò. Chi potrà esprimere questo gaudio, fratelli miei? Se tanto gioirono coloro ai quali il Signore aprì gli occhi del corpo, quale fu il gaudio di chi poté vedere con gli occhi del cuore, la luce ineffabile, il Verbo che permane? Egli è lo splendore che rifulge nelle anime dei fedeli, la sapienza indefettibile, colui che come Dio dimora presso il Padre e che, senza abbandonare il seno del Padre, sarebbe venuto un giorno nella carne. Tutto questo vide Abramo.
L'espressione il mio giorno può riferirsi al giorno temporale del Signore in cui egli sarebbe venuto nella carne; oppure al giorno del Signore che non ha aurora e non conosce tramonto. Ma io sono certo che il padre Abramo conosceva l'uno e l'altro giorno. E come lo provo? Dobbiamo accontentarci della testimonianza di nostro Signore Gesù Cristo. Credo sia molto difficile, se non impossibile, precisare in che senso Abramo esultò nella speranza di vedere il giorno di Cristo e in che senso lo vide. Ammettiamo pure l'ipotesi che non si riesca a trovare un passo dove risulti chiaro, dovremo concludere che la Verità ha mentito? Noi crediamo alla Verità e non dubitiamo minimamente dei meriti di Abramo.
Adirati i Giudei risposero: Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo? Allora Gesù dichiara solennemente: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse Io Sono. Pesa le parole e intendi il mistero. Prima che Abramo fosse: fosse si riferisce alla creatura umana: Sono si riferisce all'essenza divina. Fosse, perché Abramo era una creatura. Non disse il Signore: Prima che Abramo esistesse, io ero; ma disse: Prima che Abramo fosse - e non poté esser fatto se non per mezzo di me - Io Sono.
Gesù non disse: Prima che Abramo fosse fatto, io sono stato creato. In principio, infatti, Dio creò il cielo e la terra. E in principio era il Verbo. Quindi, prima che Abramo fosse, Io Sono. Riconoscete il Creatore, non confondetelo con la creatura. Colui che parlava era discendente di Abramo; ma perché potesse chiamare Abramo all'esistenza, doveva esistere prima di lui.
Crebbe il loro furore come se apertamente il Signore avesse insultato Abramo. L'affermazione di Cristo Signore per cui si dichiarava prima di Abramo per loro suonò come bestemmia. Perciò raccolgono sassi per tirarglieli. Tanta durezza a che cosa poteva ricorrere se non ai sassi, ad essi somiglianti?
Ma Gesù reagì come uomo, secondo la sua forma di servo, secondo la sua umiltà, come chi avrebbe dovuto patire, morire e redimerci con il suo sangue; non come colui che è, ossia non come Verbo che era in principio e Verbo presso Dio.
Quando quelli presero i sassi per scagliarglieli contro, che meraviglia se la terra immediatamente si fosse aperta per inghiottirli, sicché invece dei sassi, avessero trovato l'inferno? Ciò non sarebbe costato molto a Dio, ma era sua intenzione manifestare piuttosto la pazienza che la potenza.
Gesù dunque si nascose per non essere lapidato.
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