In Tua Justitia Libera me Domine

Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

martedì 15 ottobre 2024

Bergoglio e Tucho sognano un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica.



A.diJ.

Carissimi amici e lettori,

il documento Traditionis custodes cancella il lavoro di Benedetto XVI , stabilendo dei limiti e ostacoli arbitrari a ciò che era stato stabilito precedentemente da papa Ratzinger e nel rispetto della libertà dei sacerdoti e dei fedeli. Questo documento segna un «deplorevole passo indietro». Inoltre non è fiducioso (anzi non lo è per niente) che tutti i vescovi possano garantire una generosa autorizzazione dell'uso dei libri liturgici in vigore nel 1962, poiché molti vescovi non sono «Traditionis custodes, ma traditionis ignari (ignoranti della Tradizione), obliviosi (dimentichi della Tradizione), o peggio traditionis evertores (demolitori della Tradizione)». Alla pari di chi li ha eletti.
Oggi si parla tanto di chiesa sinodale dove tutti cani e porci, possono dire la propria opinione , ma se l’interessato o che sia vescovo o religioso è per qualche ragione risulta antipatico al Monarca, o non sembra essere della sua linea, la mannaia cade come il lampo. Una nuova concezione di Chiesa sta emergendo attraverso diverse dichiarazioni ufficiali riguardanti il percorso sinodale. Questo processo sinodale assomiglia più a un esperimento sociologico e ha poco a che fare con il fatto che lo Spirito Santo si faccia sentire attraverso tutto ciò. Questa potrebbe quasi essere chiamato blasfemia. Sta diventando sempre più chiaro che il processo sinodale sarà usato per cambiare una serie di posizioni dottrinali della Chiesa, con lo Spirito Santo gettato nella mischia nel ruolo di sostenitore dei cambiamenti, quando in realtà lo Spirito Santo ha sempre ispirato il contrario nel corso dei secoli. Il cardinale Fernández, l’autore della Fiducia supplicans, evidentemente ci considera tutti stupidi. Insiste che “benedire le coppie gay non significa giustificarle”. Insiste che la benedizione non sarà “liturgica o ritualizzata”e non implicherà la loro giustificazione. Ma Dio si compiace di ciò che benedice! E nei casi che stiamo considerando viene benedetta una coppia gay.Si chiede a Dio di compiacersi di qualcosa di contrario alla sua volontà!I cattolici omosessuali devono considerare la loro condizione come una croce e sono chiamati a praticare la castità e ad avvalersi della preghiera e della grazia sacramentale per avvicinarsi gradualmente alla perfezione cristiana. Ma ora frequenti approcci ufficiali sembrano trascurare questo insegnamento, ovviamente autorevole.La sinodalità abusa, come detto, della parola magica inclusione. C’è qualcosa di ossessivo nel ricorso ad essa; non è solo una questione di parole, è uno scopo che viene dichiarato in molti interventi.L’aggettivo sinodale “è diventato uno slogan con cui si sta architettando una rivoluzione per cambiare radicalmente la morale e il deposito fidei della Chiesa secondo un’ideologia contemporanea che nega molto di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.Non si tratta di una questione puramente teorica, perché questa ideologia è già stata messa in pratica da alcuni anni nella Chiesa in Germania e del nord europa, diffondendo errori, confusione, divisione – anzi, scisma – con grande danno per molte anime. Con il Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo dentro le mura Vaticane, non fa altro che confermare i nostri timori, che “stanno sognando un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica. Vogliono abusare di questo processo per cambiare la Chiesa cattolica, ma non solo in un’altra direzione, bensì verso la sua distruzione”.

lunedì 14 ottobre 2024

Katéchon di Martino Mora




Carissimi amici e lettori,
il carissimo amico , il professore Martino Mora offre alla vostra attenzione questa riflessione . A 
voi tutti buona lettura!

La Meloni che stringe accordi ambigui col superfondo finanziario Black Rock del signor Larry Fink, è in fondo la stessa storia di Draghi il gran banchiere, impostoci con un golpe da Goldman Sachs per farne gli interessi (e sierarci tutti).

Oppure sul versante politico, sono la stessa storia il sostegno ostinato a Zelensky e ora l’accondiscendenza cieca verso i crimini efferati di Netanyauh.
Chi ha i soldi ormai comanda il mondo. E i soldi li hanno loro. Proprio loro.
Ma non è sempre stato così. Un tempo chi comandava aveva spesso anche i soldi, ma come conseguenza. Imperatori, Papi e signori non comandavano perché ricchi, ma semmai erano ricchi, e non certo agli attuali livelli, perché comandavano avendo l'Auctoritas.
La lotta del soggettivismo rivoluzionario moderno contro tutte le forme di Auctoritas, e l’ascesa plurisecolare dei valori materiali contro i principi spirituali (fino al più volgare materialismo pratico odierno) hanno consegnato di fatto il mondo occidentale ormai indifeso nelle mani del vitello d’oro capitalista. E del suo immenso potere.
Per questo comandano loro. I plutocrati. I lupi che gestiscono i "mercati finanziari”.
Essi sostengono tutte le follie anticristiane e antiumane, dal gender all’immigrazionismo senza limiti, dal dirittismo suicida e abortista all’intolleranza sempre più aperta verso ogni forma di pensiero alternativo.
Non vogliono più saperne di limiti morali né frontiere statuali, né di identità collettive, né di etnie, né di razze, né di culture radicate. Nemmeno dei due sessi (ora “generi fluidi). Per loro va bene che si consideri femmina anche chi non ha la vagina, e definiscono transessuale anche un bambino di cinque anni.
La sinistra liberal, woke, lavora sempre per loro, è il loro braccio politico e la loro massima portavoce; ma in fondo anche la destra liberale, finto-sovranista, non scherza affatto. E' un'alternanza per imbecilli.
Loro, i padroni del denaro, vogliono un unico mondo senza più limiti, differenze, religioni, culture e identità, una piatta e liscia superficie marittima dove la tecnica e il capitale siano l’unica legge, perché regni quell’a-nomia (assenza di vera legge) che ricorda tanto La Bestia apocalittica.
L’american-sionismo, comunemente definito “Occidente”, è la negazione di tutta la nostra storia e tutta la nostra cultura, che è ellenica e cristiana. Di tutta la nostra Tradizione.
E’ l’Oro contro lo Spirito, é il Mare informe e smisurato contro la Terra, è la Zivilisation contro la Kultur, è il nichilismo contro tutto ciò che ha reale valore; è l’odio protervo di ciò che è basso e laido contro tutto ciò che è alto e nobile.
Loro la chiamano “società aperta”, la più chiusa e ostile della storia alla Trascendenza, cioè a ciò che ha vero valore.
La stessa Chiesa cattolica, dal Concilio in poi, si è di fatto sottomessa, servendolo, a questo potere. E continuerà a servirlo finché Dio lo permetterà.
Occorre sperare geopoliticamente, per ora, in tutto ciò che é freno, che eserciti cioè un minimo di forza katechontica contro l'american-sionismo: la Russia, il mondo sciita, i dittatori laici del mondo islamico, il Venezuela di Maduro, persino la Cina, che è sì prigione a cielo aperto, ma che è almeno esente dalla folle mentalità messianica american-sionista che vuole sottomettere il mondo intero al suo mostruoso nichilismo.

domenica 13 ottobre 2024

Testamento spirituale di Sammy Basso

Carissimi amici e lettori,
Davanti ad ogni morte, specialmente poi se avvenuta come quella di Sammy Basso, l'atteggiamento più vero è il silenzio. Il silenzio che parla attraverso le lacrime. Un silenzio che parla, ma nello stesso tempo un silenzio carico di parole da ascoltare.Sono le parole della fede, le parole di un Dio che, contro l'apparenza di questo momento, vuole farci vivere in pienezza.Eccola la parola di fede: è Lui il nostro futuro. Si è davvero forti nella fede quando con tutte le nostre forze possibili accettiamo Dio nella nostra vita e nella nostra morte. Un Dio che ci ha donato la vita alla nostra nascita e non ce la toglie per l'eternità.Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo.Ecco la lettera che Sammy Basso scritta il 22 settembre 2017 prima di consegnarla ai suoi genitori in una busta chiusa. Letta 11 ottobre, giorno del suo funerale, durante l’omelia.



La Repubblica, 11-10-24


Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
[...]


Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!


In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.


Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.


Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.


Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.


Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.


È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!


Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.


E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.


L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.


Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.


Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.


Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.


Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.


Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.


Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….


Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,


Vi voglio bene.


Sammy






sabato 12 ottobre 2024

L'attivista pro-life subisce orribili maltrattamenti dopo che Biden/Harris l'hanno messa in prigione per aver protestato contro l'aborto


L'attivista pro-life Heather Idoni

L'attivista pro-life Heather Idoni , è stata incarcerata dal Dipartimento di Giustizia sotto l'amministrazione (del cattolico solo di facciata) Biden per aver tentato di salvare un feto in una clinica per l'aborto tardivo a Washington DC, continua a subire gravi maltrattamenti da parte degli U.S. Marshals.

Idoni e suo marito, entrambi molto impegnati nell'impegno pro-life, hanno cinque figli biologici e hanno adottato 10 ragazzi dall'Ucraina.

Heather è dietro le sbarre dall'agosto 2023 ed è stata condannata e sentenziata in due processi, uno a Washington, DC e un altro a Nashville, Tennessee, con l'accusa di aver violato il FACE Act pro-aborto e di "cospirazione contro i diritti". (Assassinare dei bambini non sono diritti è strage carissimi )Il Dipartimento di Giustizia e l'FBI sono stati pesantemente coinvolti in entrambi i processi, che hanno preso di mira pacifici pro-life per aver difeso i nascituri. Idoni deve affrontare ulteriori accuse in un terzo processo a Detroit, Michigan, per le stesse accuse.

Calvin Zastrow, collega attivista pro-life e coimputato nel caso di Nashville, ha informato CatholicVote che, a causa dei vari processi a cui è stata sottoposta, Idoni viene spesso trasferita tra le prigioni federali. Per ben tre volte, durante il trasporto, lo US Marshal responsabile di Idoni le ha stretto la catena attorno alla vita così forte che le è stato difficile respirare.

L'ultima volta che è successo, il maresciallo ha effettivamente emesso una minaccia di morte, avvertendo che se Idoni si fosse lamentato, l'ufficiale avrebbe stretto la catena il più possibile la volta successiva, secondo Zastrow. CatholicVote ha informato il Congresso dei maltrattamenti e della minaccia di morte, e il deputato Chris Smith, co-presidente della Tom Lantos Human Rights Commission e co-presidente del Pro-life Caucus per la Camera, è intervenuto direttamente con gli US Marshals. "Il deputato Smith ha assistito la signora Idoni, e altri sostenitori pro-life che sono stati trattati ingiustamente, con vari problemi negli ultimi mesi", ha detto a CatholicVote Michael Finan, portavoce di Smith.
Idoni è diabetica e ha avuto un ictus la scorsa primavera, solo pochi mesi dopo essere stata tenuta in isolamento con le luci della sua cella tenute accese ininterrottamente per 22 giorni. Il trattamento è qualificato secondo gli standard ONU nelle Nelson Mandela Rules come isolamento prolungato e tortura .

Mentre era detenuta in una prigione federale a Washington, DC, a Idoni sono stati negati alcuni dei suoi farmaci per il diabete e farmaci essenziali per il cuore prescritti dal suo medico dopo l'ictus di marzo, fino a quando il Congresso non è intervenuto direttamente nella questione. All'epoca, in seguito a una telefonata durante la quale Idoni ha iniziato ad avere palpitazioni cardiache, questo giornalista ha contattato la polizia di DC, che ha trasportato Idoni in un invio di emergenza in un ospedale per il monitoraggio. L'incidente ha portato alla corretta somministrazione dei suoi farmaci in seguito.

Mentre è attualmente in attesa del processo a Detroit, Idoni è stata nuovamente messa in isolamento, trattenuta nella sua cella per 23 ore al giorno, secondo Zastrow. Il Congresso è a conoscenza dei maltrattamenti subiti mentre era dietro le sbarre e sta lavorando con gli US Marshals per porre rimedio alla situazione.

Come ha riportato CatholicVote , la scorsa settimana il deputato Chip Roy ha invitato i colleghi del Congresso ad abrogare il FACE Act , che il presidente democratico pro-aborto Bill Clinton ha firmato nel 1994 su richiesta dei lobbisti dell'aborto dopo che le strutture della Planned Parenthood hanno iniziato a chiudere in tutto il paese a causa delle proteste pacifiche dell'Operation Rescue. Come ha osservato Roy, il FACE Act è diventato "uno degli strumenti preferiti dell'amministrazione Biden-Harris per attaccare il movimento pro-life".

"L'amministrazione l'ha usata in modo sproporzionato in casi di americani pacifici e quotidiani che protestavano contro l'aborto, mentre in gran parte chiudeva un occhio su centinaia di attacchi violenti e registrati a centri di risorse per la gravidanza e chiese sulla scia della sentenza trapelata Dobbs contro Jackson Women's Health Organization", ha detto Roy.

Roy ha spiegato che il suo ufficio è stato in grado di confermare che "a maggio 2024, il Dipartimento di Giustizia Biden-Harris aveva accusato 24 casi FACE Act contro 55 imputati". Due dei casi sono stati presentati per conto di centri di risorse per la gravidanza.

"Ciò significa che quasi il 92% di tutti i casi del FACE Act Biden-Harris sono stati intentati contro dimostranti pro-life, nonostante oltre 285 chiese e 94 centri di risorse per la gravidanza e gruppi pro-life siano stati attaccati e vandalizzati da maggio 2022", ha denunciato Roy.

Il Dipartimento di Giustizia di Biden ha unito le accuse di violazione del FACE con l'accusa di "cospirazione contro i diritti" per minacciare gli attivisti pro-life con 11 anni di prigione. L'ex presidente Donald Trump ha condannato l'armamento delle agenzie federali contro gli americani pro-life, chiedendo il rilascio dei pro-life che il Dipartimento di Giustizia di Biden ha gettato dietro le sbarre.


fonte LifeNews
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venerdì 11 ottobre 2024

11 ottobre“Divina maternità di Maria”

Icona della SS. Theotokos,
come si evince dal nomen sacrum
ΜΡ ΘΥ, stante per Μήτηρ Θεοῦ,
ossia "la Madre di Dio".


Carissimi amici e lettori,

nel rito romano  la festa della“divina maternità di Maria”; si celebra l'11 ottobre. L'origine della data, di per sé apparentemente strana in quanto lontana dal Natale, ha motivazioni storiche: l’11 ottobre 431, durante il Concilio di Efeso, venne definita la verità di fede della “divina maternità di Maria”; così nel 1931, ricorrendo il XV Centenario del Concilio, papa Pio XI ne istituì la festa liturgica, quindici secoli esatti dopo la chiusura del Concilio di Efeso, terzo dei Concilii Ecumenici. La dichiarazione della verità di fede che stabilisce Maria come Madre di Dio, afferma la duplice natura umana e divina di Cristo, di conseguenza sancisce anche che Maria è Madre di Cristo e quindi di Dio.
A.diJ.

Grazie al minuzioso lavoro fatto dal circolo veneziano di studi liturgici orientali e occidentali, torniamo indietro e vediamo come tutto avvenne: 
il Concilio di Efeso e la Divina Maternità di Maria

Il Concilio d'Efeso fu convocato per il 7 giugno 431 dall'Imperatore Teodosio II, con l'accordo di Papa Celestino I, su richiesta del Patriarca di Alessandria S. Cirillo, il quale aveva avuto molto a che scontrarsi con le tesi eretiche propugnate da Nestorio. Infatti, nel pieno dei dibattiti cristologici sulle due nature di Nostro Signore, si trovò ad avere particolare successo la tesi del nestorianesimo, la quale, pur sostenendo la coesistenza di due nature in Gesù Cristo, a differenza dunque del monofisismo, negava l'unione ipostatica tra di esse, ritenendole completamente separate: l'uomo-Cristo era solo Θεόφορος, portatore di Dio, perché portava in sé l'essenza del Λόγος divino, non condividendosi però con lui totalmente. La più grande conseguenza di questa tesi era avvertibile in campo mariologico, e dunque anche nel culto mariano: essendo la natura umana di Cristo disgiunta da quella divina, solo la prima era stata generata dalla Vergine Maria, la quale era dunque Χριστοτόκος, genitrice di Cristo, e nulla più. L'eresia nestoriana rischiava tuttavia di catalizzare gran parte del mondo cristiano, dopo che, nel 428, l'eresiarca era stato nominato Patriarca di Costantinopoli, e ciò spinse il campione d'ortodossia S. Cirillo a perorare la causa del Concilio anzi all'Imperatore.
Ciò che permise la risoluzione in tempi rapidi del Concilio di Efeso fu un imprevisto, che fece ritardare diversi dei partecipanti: gli stessi legati del Papa di Roma arrivarono dopo la data prevista, e il Patriarca Cirillo fremeva per l'apertura delle sessioni. Il concilio fu definitivamente aperto il 21 giugno, due settimane esatte dopo, quando a mancare ormai erano solo Giovanni Antiocheno e gli altri vescovi siriani, ossia la quasi totalità dei nestoriani che avevano diritto a prender parte al Concilio. Vista la situazione favorevole, S. Cirillo, in qualità di presidente, decise di aprire le sessioni. La prima si tenne il giorno successivo: il Patriarca Alessandrino e il Papa Romano presentarono una loro professione di fede, e chiesero ai Padri di confrontarla con quella nestoriana: essi conclusero che la prima era decisamente più aderente al Credo niceno rispetto alla seconda, che fu rigettata. Nei giorni immediatamente successivi, i Padri accolsero come verità di fede la tesi sostenuta da S. Cirillo in una sua lettera privata a Nestorio, nella quale per la prima volta compariva il termine di Θεοτόκος, genitrice di Dio, dacché la Beata Vergine aveva partorito "Dio come uomo". Successivamente, 197 Padri firmarono il decreto di condanna delle tesi di Nestorio come gravemente eretiche.
Il 26 giugno, quando giunsero Nestorio e Giovanni, trovarono la situazione precipitata, e si affrettarono dunque a convocare un conciliabolo che condannasse come eretici Cirillo e Memnone di Efeso, suo grande sostenitore. Le tensioni tra i nestoriani e i cattolici, che si ripercuotevano non solo nella conduzione di due sinodi separati (intanto, il 31 luglio anche le ultime due dichiarazioni di fede erano state firmate dai Padri Efesini), ma anche sulla popolazione locale, pure essa divisa tra ortodossi ed eretici, andarono avanti senza eventi sostanzialmente determinanti, sinché l'11 ottobre l'Imperatore Teodosio stesso sancì la fine dei lavori del Concilio, venendo conseguentemente approvati e pubblicati gli otto canoni e i dodici anatematismi elaborati durante i cinque mesi di lavoro.

Dopo il Concilio di Efeso, il nestorianesimo fu proclamato fuorilegge da Teodosio II all'interno dell'Impero: gli eretici fuggirono in maggior parte nel vicino Impero Sasanide, dove fu ufficialmente adottato il culto nestoriano (sinodo di Seleucia, 486), che perdurò nei secoli, conoscendo una massiccia evangelizzazione sino alla Cina, e sopravvisse anche all'ondate islamiche, resistendo tuttora in alcune Chiese Orientali, come quella Caldea, separate, indipendenti ed eterodosse, ancorché una parte di esse nel XV secolo ammendò i propri errori e si riconciliò alla Chiesa Cattolica.

Il titolo di Θεοτόκος è probabilmente uno dei più cari alla spiritualità bizantina e orientale, essendo quello con cui più spesso è invocata la Beata Vergine; non bisogna tuttavia dimenticare che nella preghiera mariana occidentale per eccellenza, l'Ave Maria, si contiene comunque l'equivalente espressione Mater Dei. La festa della Divina Maternità, che come accennavamo all'inizio si celebra l'11 ottobre nel Rito Romano, è festeggiata anche dalle altre Chiese Orientali e Occidentali, ancorché in date diverse: nel rito bizantino e in quello ambrosiano, exempli gratia, si celebra attorno al Natale di Nostro Signore, subito dopo nell'uso greco e subito prima in quello milanese.

ATTI DEL SACROSANTO CONCILIO DI EFESO (excerpta)


Sentenza di condanna di Nestorio:


Il santo sinodo disse: oltre al resto, poiché l'illustrissimo Nestorio non ha voluto né ascoltare il nostro invito né accogliere i santissimi e piissimi vescovi da noi mandati abbiamo dovuto necessariamente procedere all'esame delle sue empie espressioni. Avendo costatato dall'esame delle sue lettere, dagli scritti che sono stati letti, dalle sue recenti affermazioni fatte in questa metropoli e confermate da testimoni, che egli pensa e predica empiamente, spinti dai canoni dalla lettera del nostro santissimo padre e collega nel ministero Celestino, vescovo della chiesa di Roma, siamo dovuti giungere, spesso con le lacrime agli occhi, a questa dolorosa condanna contro di lui. Gesù Cristo stesso, nostro signore, da lui bestemmiato ha definito per bocca di questo santissimo concilio che lo stesso Nestorio è escluso dalla dignità vescovile e da qualsiasi collegio sacerdotale.


6 Canoni:


I. Scomunica per apostasia ai metropoliti che parteggiano per le tesi del pelagiano Celestio
II. Scomunica per apostasia ai vescovi che ritrattassero la condanna sottoscritta a Nestorio
III. Svincolamento dei chierici ortodossi dall'obbedienza ai vescovi nestoriani
IV. Deposizione e scomunica per apostasia dei chierici nestoriani
V. Conferma della deposizione per i chierici deposti dai vescovi ortodossi e reintegrati da Nestorio
VI. Scomunica per chiunque disattendesse a quanto stabilito dal Santo Concilio Efesino


2 Dichiarazioni conclusive:


I. Conferma della fede stabilita dal Concilio Niceno e anatema su chiunque si allontani da essa, con condanna della setta dei Messaliani.
II. Conferma dei diritti delle suddivisioni ecclesiastiche (Patriarcati e Provincie).


12 Anatematismi:


I. Se qualcuno non confessa che l'Emmanuele è Dio nel vero senso della parola, e che perciò la santa Vergine è madre di Dio perché ha generato secondo la carne, il Verbo fatto carne, sia anatema.
II. Se qualcuno non confessa che il Verbo del Padre assunto in unità di sostanza l'umana carne, che egli è un solo Cristo con la propria carne, cioè lo stesso che è Dio e uomo insieme, sia anatema.
III. Se qualcuno divide nell'unico Cristo, dopo l'unione le due sostanze congiungendole con un semplice rapporto di dignità, cioè d'autorità, o di potenza, e non, piuttosto con un'unione naturale, sia anatema.
IV. Se qualcuno attribuisce a due persone o a due sostanze le espressioni dei Vangeli e degli scritti degli apostoli, o dette dai santi sul Cristo, o da lui di se stesso, ed alcune le attribuisce a lui come uomo, considerato distinto dal Verbo di Dio, altre, invece, come convenienti a Dio, al solo Verbo di Dio Padre, sia anatema.
V. Se qualcuno osa dire che il Cristo è un uomo portatore di Dio, e non piuttosto Dio secondo verità, come Figlio unico per natura, inquantoché il verbo si fece carne e partecipò a nostra somiglianza della carne e del sangue, sia anatema.
VI. Se qualcuno dirà che il Verbo, nato da Dio Padre è Dio e Signore del Cristo, e non confessa, piuttosto, che esso è Dio e uomo insieme, inquantoché il Verbo si è fatto carne (43) secondo le Scritture, sia anatema.
VII. Se qualcuno afferma che Gesù, come uomo, è stato mosso nel Suo agire dal Verbo di Dio, e che gli è stata attribuita la dignità di unigenito, come ad uno diverso da lui, sia anatema.
VIII. Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto dev'essere con-adorato col Verbo di Dio, con-glorificato e con-chiamato Dio come si fa di uno con un altro (infatti la particella con che accompagna sempre queste espressioni, fa pensare ciò), e non onora, piuttosto, con un'unica adorazione l'Emmanuele, e non gli attribuisce una unica lode, in quanto il Verbo si è fatto carne, sia anatema.
IX. Se qualcuno dice che l'unico Signore Gesù Cristo è stato glorificato dallo Spirito, nel senso che egli si sarebbe servito della sua potenza come di una forza estranea, e che avrebbe ricevuto da lui di potere agire contro gli spiriti immondi, e di potere compiere le sue divine meraviglie in mezzo agli uomini, sia anatema.
X. La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione, e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre. Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi noin conobbe peccato), sia anatema.
XI. Se qualcuno non confessa che la carne del Signore è vivificante e (che essa è la carne) propria dello stesso Verbo del Padre, (e sostiene, invece, che sia) di un altro, diverso da lui, e unito a lui solo per la sua dignità; o anche di uno che abbia ricevuto solo la divina abitazione; se, dunque, non confessa che sia vivificante, come abbiamo detto inquantoché divenne propria del Verbo, che può vivificare ogni cosa, sia anatema.
XII. Se qualcuno non confessa che il Verbo di Dio ha sofferto nella carne, è stato crocifisso nella carne, ha assaporato la morte nella carne, ed è divenuto il primogenito dei morti (47), inquantoché, essendo Dio, è vita e dà la vita, sia anatema.

giovedì 10 ottobre 2024

Francesco ha distrutto l’unità dei fedeli con il Papa.

di padre Joachim Heimerl von Heimthal (Arcidiocesi di Vienna) 

Si è cattolici quando si è in unità con il Papa. Questo è sempre stato evidente e, come per tutto ciò che è evidente, doveva arrivare un momento in cui l’evidente diventava improvvisamente discutibile. Siamo onesti: l’unità della Chiesa con il Papa è ormai solo un desiderio o un ideale storico. In realtà, però, questa unità non esiste da decenni, o almeno non completamente. I progressisti non sono mai stati in piena unità con il Papa. Questo non è stato diverso sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di quanto non lo sia oggi sotto Francesco. Ma siamo onesti: anche i cattolici conservatori hanno preso le distanze da Francesco, e non da quando egli li ha regolarmente etichettati come “indietristi”. Questo fa di Francesco un Papa con cui nessuno è in (piena) unità, a parte i suoi favoriti e seguaci. L’unica cosa grottesca è che sia i cattolici progressisti che quelli conservatori invocano l’unità con Francesco per rimanere “cattolici”. È chiaro a tutti che questa “unità” in realtà non è altro che uno scheletro anemico. Inoltre, lo stesso Francesco si distingue per posizioni tutt’altro che cattoliche. Nella storia della Chiesa, questa non è solo una novità, ma una catastrofe, e qui almeno è il punto in cui il cosmo cattolico si rovescia. Dopo tutto, il Papa non è fine a se stesso e l’unità con lui non è un feticcio cattolico. Il suo ufficio serve unicamente a unire la Chiesa a Cristo, ed è solo per questo motivo che l’unità con il Papa è importante. Da quando c’è Francesco, però, questa unità non è più possibile, perché lui stesso non è più in (piena) unità con Cristo. Sappiamo tutti che è così, anche se quasi nessuno lo dice. Forse è qualcosa di simile "all'omertà” in cattolico; "l'omertà”, come sappiamo, è la “legge del silenzio” che nessuno nella mafia infrange. Ma se dovessimo tacere qui, “le pietre griderebbero” (Lc 19,40): Cristo non ha benedetto le relazioni adulterine, né quelle omosessuali! Francesco, invece, ha autorizzato tutto questo in modo eretico e blasfemo. Inoltre, continua a negare l’unica salvezza dell’umanità attraverso Gesù Cristo e sostiene che tutte le religioni dovrebbero portare a Dio. In base a ciò, Cristo sarebbe solo un’opzione tra le tante, anche se Egli stesso afferma il contrario: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Se dipendesse da Francesco, potremmo essere tutti musulmani o indù invece che cristiani; il sacrificio di Cristo sarebbe stato superfluo e i martiri avrebbero versato il loro sangue invano. Se il Papa è il garante dell’unità della Chiesa con Cristo, allora Francesco si è messo completamente fuori gioco dopo tutto questo. Se sia ancora Papa o possa rimanere Papa in queste circostanze dovrebbe essere deciso da altri, ma questi si stanno comodamente ritirando dietro la legge dell’omertà. In ogni caso, Francesco ha raccolto intorno a sé solo vassalli fedeli; quando fa le nomine, considera coerentemente solo coloro che hanno attirato l’attenzione per le loro posizioni eretiche. Anche questo elemento parla un linguaggio chiaro e porta una testimonianza schiacciante nei confronti del papa: Francesco sta corrodendo la Chiesa dall’interno e la sta trasformando nel suo personale sistema di clientele. Come cattolici comuni, non possiamo fare nulla per cambiare questa situazione, ma dobbiamo porci una domanda cruciale: cosa significa tutto questo per la nostra unità con Cristo e con la Chiesa, e soprattutto con l’attuale Papa? Una cosa è chiara: se adottassimo le discutibili opinioni di questo Papa, peccheremmo contro Cristo e la Chiesa, e – Francesco o non Francesco – non dobbiamo farlo in nessun caso. Ovunque Francesco vada contro Cristo, non dobbiamo quindi seguirlo, e per favore: non dobbiamo farlo! Anche questo lo sanno tutti, ma nessuno lo dice,(eccetto qualcuno) ed ecco di nuovo la legge dell’omertà. Ma per favore non fraintendetemi: non direi mai che Francesco è "l'anti-Cristo” (come alcuni sostengono), ma è certamente un “anti-Cristo” nella misura in cui a volte insegna il contrario di Cristo. Non c’è dubbio che Francesco abbia profondamente diviso la Chiesa e inferto il colpo più grave al papato. Pertanto, è giunto il momento di infrangere la legge dell’omertà “cattolica”, per Cristo, per la Chiesa e per il (prossimo) Papa.
(fonte Stilum Curiae)
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