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Meditazione sui dolori di Maria Santissima "La sepoltura di Gesù"

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La sepoltura di Gesù.

Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, come ebbero tutto preparato per un'onorifica imbalsamazione, sindone, bende, panni lini, aromi secondo il costume dei Giudei, con delicata riverente devozione tolgono dal grembo di Maria la benedetta Salma di Gesù, la involtano con la sindone ed i panni lini fra una profusa copia di aromi, la fasciano con bende, ed improvvisata una barella, la sollevano e devotamente la portano poco più in là dal luogo della crocifissione, dentro l'orto appartenente a Giuseppe, ove era un sepolcro di recente scavato nella viva roccia. Se l'era fatto scavare per sé il nobile Decurione, e lui ancora superstite, non ci era stato seppellito alcuno. Il generoso discepolo cedé volentieri al Maestro quel suo sepolcro, tanto più che per l'imminente Sabato, non c'era tempo di trasportarlo più lontano. Ivi giunti, gli uomini soli entrarono, adagiarono la Salma divina nel loculo centrale, la coprirono con altri panni lini; ma chi poteva impedire alla devota amorosa curiosità delle Marie Galilea, di osservare coi propri occhi, dove, e come fosse stato curato il seppellimento del venerato e compianto Maestro? Nessuno pensò ad impedirlo, e sembra che quelle fervorose discepole non rimanessero contente di quanto si era fatto. Maggior copia di profumi si richiedeva a loro parere per conservarlo! 


Ma nessuno contese all'Addolorata Madre l'entrata nella grotta, né la licenza di coprire ella stessa con le sue mani il volto di Gesù, dopo impressovi con amore e dolore gli ultimi baci. Sembrava non potersi staccare di là, ma il tempo stringeva, e fu necessario che tutti uscissero, perchè i servi di Giuseppe già facevano scorrere la grossa pietra che doveva chiudere l'entrata al sepolcro. 

Nel patetico racconto dei funerali del morto Gesù, dobbiamo ammirare la franca ed attiva devozione di Giuseppe e Nicodemo; l'indomito amore delle pie donne, che avevano seguito Gesù dalla Galilea, ed invece d'una lieta Pasqua si dovevano occupare di un mortorio. Ma c'è da notare che la face della vera fede non era più accesa che nell'anima di Maria Vergine. Ella soltanto comprendeva il mistero di quel seppellimento della Salma dell'Uomo-Dio, ella sola non vacillava punto nella speranza della prossima Resurrezione. 

Ma dunque Maria non era la madre orbata dell'unico figlio! Non era la Desolata senza conforto umano! Non era la madre che ha visto morire di morte violenta con una straziante agonia il giovane figlio; non è la madre che l'ha dovuto lasciare freddo cadavere in una tomba! Sì Maria è tutto questo, ed ha sofferto e soffre nel momento della sepoltura quanto mai donna o madre soffrì in simili congiunture. La fede, la speranza e la carità stessa non diminuiscono il dolore umano, ma lo sublimano; rendendolo arcanamente più vivo ma più divinamente meritorio. 

Considera pertanto Maria desolata che si ferma a baciare la fredda pietra del sepolcro già messa a posto; e studiati di esplorare gli interni suoi sentimenti. Anche lei è morta misticamente, anche la sua vita soprannaturale è sepolta con Cristo in Dio; soffre l'amarezza ineffabile del grande sacrificio che ha dovuto fare, e che tanto le costa; soffre per vivo desiderio che gli uomini corrano a seppellirsi insieme con Cristo; dopo essere morti totalmente al peccato: così possano risorgere insieme con Cristo alla nuova vita di grazia. 

Oh quanto conforto posso io recare alla desolata Maria, se mi risolvo una buona volta ad uccidere in me il corpo del peccato, ed a seppellirmi con Gesù per risorgere con lui ad una vita santa e perfetta! 

Sì, Vergine santissima, Madre mia tenerissima, voglio darvi questa consolazione; e vi prego a soccorrermi col vostro patrocinio affinché morto al peccato viva io sempre alla grazia di Dio.a fede, disprezzando tutto ciò che è transitorio, stimando ed apprezzando solo quel che è eterno: questo è il mistico seppellimento con Gesù.

ESEMPIO. S. Paolo della Croce l'ultimo Venerdì Santo della sua vita, quello del 1775, giaceva infermo di malattia e di vecchiaia nella sua povera cella presso ai SS. Giovanni e Paolo in Roma. Nell'ora della refezione il fratello infermiere gli recò il meschino pasto che poteva prendere, ed il Santo si accingeva ad ubbidire, quando improvvisamente scoppia in un pianto dirotto, esclamando tra i singhiozzi. Mangiare oggi, in questo gran giorno!... Pensare alla Vergine santissima, che dopo assistito ai funerali del Figlio morto, desolata e piangente se ne torna a casa, senza nessuno che la conforti!.. Ah povera Madre! Povera Madre! Quanta compassione mi fa! 

E sì dicendo piangeva, piangeva, che era uno strazio a vederlo; né poté per quella mattina pigliare alcun ristoro. Ecco quanto i Santi erano immedesimati con Maria desolata. 


PREGHIERA. O amorosissimo Redentore Gesù, che per amor nostro voleste morire ed essere seppellito, per portare sopra di voi innocente la pena dovuta a noi, figli della colpa del primo padre, e liberarci così dal pungiglione della morte, e dalla schiavitù del demonio: noi vi ringraziamo di tanto amore, e baciamo devotamente in in spirito il vostro sepolcro. 

Vorremmo avere gli stessi sentimenti di Maria vostra Madre, ma oh quanto siamo lontani dalla fede, speranza e carità di lei! Ah, per sua intercessione, concedeteci, o benigno Signore, che sepolti una volta con voi pel Battesimo nella morte, non abbandoniamo mai la nuova vita alla quale per vostra virtù siamo risorti. Così sia. 

OSSEQUIO. Rinnovate con fervore le promesse fatte a Dio nel santo Battesimo, che fu la sepoltura del vostro uomo vecchio, e la nascita dell'uomo nuovo creato secondo Dio.

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