Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

domenica 22 luglio 2018

Maria Maddalena LA DISCEPOLA CHE RIMASE FEDELE A GESÙ FINO ALL'ULTIMO




Maria Maddalena fu fra coloro che maggiormente amarono Cristo, dimostrandolo. Quando giunse il tempo del Calvario, era insieme a Maria Santissima e a san Giovanni, sotto la Croce (Gv. 19,25). Non fuggì per paura come fecero i discepoli, non lo rinnegò per paura come fece il primo Papa, ma rimase presente ogni ora, dal momento della sua conversione, fino al Santo Sepolcro. Per il Messale romano, nel giorno dedicato a Maria Maddalena, il 22 lgulio, è stata scelta una lettura del Cantico dei Cantici: «Mi alzerò e perlustrerò la città, i vicoli, le piazze, ricercherò colui che amo con tutta l’anima. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi incontrarono i vigili di ronda in città: “Avete visto colui che amo con tutta l’anima?”» (Ct. 3,2), un amore perseverante che il Signore premiò, rendendola degna di essere «apostola degli apostoli»: fu la prima ad annunciare la sua resurrezione.

sabato 21 luglio 2018

Il card. Ottaviani e mons. Lefebvre…



(di Mauro Faverzani) Nel contesto della Giornata di Studi, promossa da Fondazione Lepanto, mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha inviato un proprio messaggio, molto importante per aver riportato, tra l’altro, un interessante e pressoché sconosciuto scambio epistolare, avvenuto nel 1966 tra il card. Alfredo Ottaviani e mons. Marcel Lefebvre, all’epoca Superiore Generale dei Padri dello Spirito Santo. Si tratta di una corrispondenza predittiva del clima ecclesiale, sociale e culturale instauratosi a seguito del Concilio Vaticano II.

Il card. Ottaviani, all’epoca Pro-Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, indirizzò il 24 luglio di quell’anno una lettera ai Vescovi, in cui si elencavano dieci errori, manifestatisi durante il Vaticano II: «Alcuni quasi non riconoscono una verità oggettiva assoluta, stabile ed immutabile; e tutto sottopongono ad un certo relativismo, col pretesto che ogni verità segue necessariamente il ritmo evolutivo della coscienza e della storia. Né minori sono gli errori che si vanno propagando nel campo della teologia morale. Non pochi, infatti, osano rigettare il criterio oggettivo di moralità; altri non ammettono la legge naturale, affermando invece la legittimità della cosiddetta etica della situazione. Opinioni deleterie vanno propagandandosi circa la moralità e la responsabilità in materia sessuale e matrimoniale».

Il 20 dicembre di quello stesso anno, mons. Lefebvre rispose al card. Ottaviani con una lista di dubbi, conseguenti al Concilio, evidenziandone le conseguenze: «I dubbi sulla necessità della Chiesa e dei Sacramenti – precisa mons. Fellay – hanno portato alla scomparsa delle vocazioni sacerdotali; i dubbi sulla necessità e la natura della “conversione” delle anime hanno portato alla scomparsa delle vocazioni religiose, alla distruzione della spiritualità tradizionale nei noviziati e all’inutilità delle missioni; i dubbi sulla legittimità dell’autorità e sulla necessità dell’obbedienza hanno causato l’esaltazione della dignità umana, l’autonomia della coscienza e della libertà, che stanno sconvolgendo tutti gli ambiti fondati sulla Chiesa – congregazioni religiose, diocesi, società secolare, famiglia,… -; i dubbi sulla necessità della grazia per essere salvati fanno sì che il Battesimo scada alla più bassa considerazione, così che in futuro esso venga rimandato a più tardi, occasionando la negligenza del Sacramento della Penitenza; i dubbi sulla necessità della Chiesa come unica fonte di salvezza, sulla Chiesa Cattolica come l’unica vera religione, che derivano dalle dichiarazioni sull’ecumenismo e sulla libertà religiosa, stanno distruggendo l’autorità del Magistero della Chiesa. Infatti, Roma non è più l’unica e necessaria “Magistra Veritatis”».

Guai, di fronte ai quali mons. Lefebvre propose rispettosamente al Papa una serie di rimedi concreti: «Il Santo Padre proclami la verità con documenti dall’importanza straordinaria, scartando l’errore senza il timore di contraddizioni, di scismi, di mettere in discussione le disposizioni pastorali del Concilio».

E poi ancora: sostenere i Vescovi fedeli, correggere quelli erranti, incoraggiare i Superiori Generali a mantenere presso comunità e noviziati i principi dell’ascetismo cristiano e dell’obbedienza, promuovere lo sviluppo delle scuole cattoliche, di una stampa informata dalla sana Dottrina, di associazioni di famiglie cristiane, infine «redarguire gli istigatori di errori e ridurli al silenzio».

«Possa la Chiesa, a partire da questa esperienza modesta ma inconfutabile, riappropriarsi della sua Tradizione», scrive mons. Fellay a conclusione del suo messaggio, indicando un’opportunità ed una soluzione alla crisi attuale.

venerdì 20 luglio 2018

Gabriel Gregorio García y Moreno il presidente che mise Gesù nella Costituzione




Moreno, il presidente che mise Gesù nella Costituzione
Nel viaggio apostolico del vescovo di Roma in terra sudamericana, non possiamo non ricordare chi, nel corso della tappa papale in Ecuador,che si  è svolto dal (5-13 LUGLIO 2015) stato del tutto dimenticato, forse perché scomodo anche alla Chiesa attuale: il presidente martire, che volle che il suo Paese fosse consacrato al sacro Cuore di Gesù, Gabriel Gregorio García y Moreno y Morán de Buitrón, ucciso per mano dell’empia Massoneria .


Immagine del sacro Cuore a cui il Presidente Moreno consacrò l'Ecuador e che fu intronizzato nella sede del Parlamento. Basilica del Voto Nazionale, Quito

Analogamente non possiamo non ricordare mons. José Ignacio Checa y Barba, arcivescovo di Quito, grande sostenitore del presidente Moreno e morto pur egli martire, in quanto avvelenato con il calice durante i riti del Venerdì Santo del 1877.

In loro ricordo e nella memoria liturgica del santo papa martire, fratello di Erma (l’autore del “Pastore”), san Pio I, rilanciamo questo breve saggio di Rino Cammilleri.


Moreno, il presidente che mise Gesù nella Costituzione


di Rino Cammilleri


Nella sua visita in Ecuador Sua Santità Francesco ha elencato i santi e i beati nazionali ecuadoregni ma ha tralasciato, ad avviso di chi scrive, una figura importante, un personaggio che vanta addirittura una sua statua a Roma, nel Collegio Ispanico. Si tratta di Gabriel Garcìa Moreno (1821-1875), che fu presidente della Repubblica ecuadoriana per ben due volte, dal 1861 al 1865 e dal 1869 fino alla morte. Certo, si tratta di un laico e non ancora Beato (anche se la sua causa presso la Congregazione dei Santi è aperta). Il Pontefice ha preferito nominare Marianna De Jesùs, Miguel Febres, Narcisa de Jesùs e Mercedes de Jesùs Molina, tutti religiosi e tutti canonizzati o beatificati. Insomma, forse una scelta precisa, quella di Francesco, nel quadro di un discorso pastorale mirato. 

Allora lo ricordiamo qui, quel presidente. Sì, perché non si tratta di un presidente qualsiasi, bensì dell’unico che sia riuscito a introdurre come Preambolo nella Costituzione del suo Paese l’Atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. 

giovedì 19 luglio 2018

La tomba di Gesù riapre al pubblico. Ecco come si presenta ora



Fonte: GettyImages


L’edicola che sormonta la Tomba  dove Gesù è stato sepolto secondo la tradizione cristiana è stata riaperta in una cerimonia nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dopo un restauro durato nove mesi. L’edicola di marmo ha recuperato il suo colore giallo ocra originale.

Aperto a maggio 2016, il vasto cantiere di restauro ha permesso di consolidare l’edicola, interamente smontata e ricostruita dagli specialisti greci, e di ridare i colori originari a uno dei luoghi più santi della cristianità. “Non è solo un regalo fatto alla Terra Santa, è un regalo al mondo intero”, ha detto il patriarca greco ortodosso Teofilo III di Gerusalemme. “Prima il monumento era tutto nero”, ha detto all’Afp la responsabile del restauri Antonia Moropoulou. Oggi “ha ripreso il suo vero colore, il colore della speranza”.

In nove mesi, e con una spesa di 3,4 milioni di euro, l’edicola è stata completamente smantellata, pulita e restaurata, comprese le colonne e la cupola sopra e all’interno della struttura. E’ stata aperta una finestrella che permette ai pellegrini di vedere per la prima volta la pietra nuda dell’antica cripta.

Questa è la tomba di Gesù:Fotografata per la prima volta la lastra sulla quale sarebbe stato deposto il corpo di Gesù

Fonte: Screenshot da Youtube

Momento memorabile nella chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme: per la prima volta è stata infatti fotografata la lastra di pietra calcarea sulla quale, secondo la tradizione, sarebbe stato deposto il corpo di Gesù per tre giorni prima della resurrezione e che per questo diventata una delle reliquie più importanti della religione cristiana.

A registrare le rare immagini sono stati i ricercatori dell’Università di Atene, che hanno ricevuto il permesso di accedere alla zona per primi dopo secoli, e le telecamere del National Geographic.

La lastra era incastonata nella Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme dal 1555 e l’accesso è stato dato per verificare le attuali condizioni della lastra, visto che l’ultimo restauro risaliva al 1808.

Gli studiosi dell’università ateniese hanno ritrovato una prima lastra sepolcrale intatta e una seconda con una croce scolpita sulla superficie. “Sono assolutamente stupefatto – ha spiegato Fredrik Hiebert della National Geographic Society – Le ginocchia mi tremavano perché non mi aspettavo di vedere quello che abbiamo trovato”.

“Non abbiamo la certezza assoluta ma possiamo avanzare l’ipotesi che il luogo della sepoltura non sia stato spostato nel corso dei secoli, un dubbio che ha attanagliato scienziati e storici per anni e anni – ha aggiunto Hiebert – In particolare, siamo rimasti sorpresi anche dell’ammontare di materiale da riempimento che abbiamo trovato sotto la lapide: ci vorrà parecchio tempo per svolgere le analisi scientifiche ma saremo finalmente in grado di studiare l’originale superficie di pietra sulla quale, secondo la tradizione, è stato deposto il corpo di Cristo”.

La lastra è stata chiusa per anni in una struttura interna alla Chiesa del Santo Sepolcro nota come ‘Edicola’ – una piccola costruzione che in ambito funerario può anche inquadrare una nicchia in una parete della camera funeraria – e che contiene pure la “pietra dell’Angelo”, ovvero un frammento di roccia che si narra sia stato fatto rotolare da Gesù al momento della resurrezione.

All’interno della tomba hanno accesso diverse confessioni cristiane, alcune delle quali – come quella Cattolica, Ortodossa e Armena – celebrano sul luogo i Riti liturgici ogni giorno. Come spiegato, però, era da oltre due secoli che nessuno aveva avuto la possibilità di vedere la lapide.

mercoledì 18 luglio 2018

Arcidiocesi di Cagliari,Nuova Parrocchia Personale

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l 16 luglio scorso, Sua Eccellenza Reverendissima mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo Metropolita di Cagliari , ha reso noto d’avere eretto nel Capoluogo isolano una parrocchia personale per la cura pastorale dei fedeli legati alla forma extra-ordinaria del Rito Romano dell’arcidiocesi di Cagliari, in conformità al can. 518 del CIC e dell’art. 10 del Motu Proprio Summorum Pontificum. Cagliari potrà, però, vantare il primato della prima parrocchia personale italiana affidata al clero diocesano. Infatti, è stato designato parroco il reverendo don Gianluca Pretta, che può esser considerato il “pioniere” dell’applicazione del Motu Proprio nell’Isola gloriosa di Sardegna, avendo generosamente favorito la celebrazione della Santa Messa fin dal 2007, nella sua precedente parrocchia di Santa Giusta in Gesico.
Sede della parrocchia sarà la Basilica di Santa Croce – da cui la parrocchia prende il nome - nell’antico quartiere Castello, in pieno centro storico, nei pressi del Duomo.
La Basilica è sita nell’antico ghetto ebraico, laddove sorgeva secoli addietro la sinagoga, fino al 1492, anno dell’espulsione dei giudii dal Regno da parte di Sua Maestà Ferdinando II d’Aragona. Una volta edificata la Chiesa, questa fu affidata dapprima all’Arciconfraternita del Santo Monte di Pietà e nel 1564 ai padri gesuiti. Dal 1809 appartiene all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Dal 2008, per decreto arcivescovile, è stata celebrata la Messa tradizionale la domenica e i giorni festivi, inizialmente dai reverendi Canonici del Capitolo Metropolitano e negli ultimi tre anni dal cappellano mons. Dott. Avv. Gianfranco Zuncheddu
Basilica Santa Croce
Piazza Santa Croce
09124 Cagliari

Sacerdote "alter Christus"




Considerando con profondità l'essenza dell'ordinazione sacerdotale e del proprio ministero sacro, San Tommaso ci insegna che il presbitero deve cercare la perfezione ancor più che un religioso o una suora. E di fatto, per capire tale insegnamento basta avere ben presente l'alto livello di santità che la Celebrazione Eucaristica e la santificazione delle anime esigono da un ministro, come ci avverte il Divino Maestro: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13-14ª). Davanti a quest'enorme responsabilità, si capisce il motivo per cui non furono pochi i santi che ebbero paura di essere ordinati sacerdoti.

In questo stesso senso, afferma il famoso P. Garrigou-Lagrange: "È necessario che il sacerdote si santifichi affinché la grazia sacramentale dell'Ordine fruttifichi ogni giorno".Questo argomento è di intensa attualità, tanto più che il successo maggiore o minore del suo ministero in favore dei fedeli, può dipendere, in particolar modo, dal proprio sacerdozio. Sappiamo che i Sacramenti operano con efficacia attraverso il potere di Cristo, producendo la grazia da sé stessi. Tuttavia, la loro penetrazione sarà maggiore o minore secondo le disposizioni interiori di chi li riceve.

E qui entra in gioco un elemento soggettivo in cui ha un importante ruolo l'azione pastorale del ministro ordinato, perché la sua virtù, il suo fervore nel celebrare i divini misteri, il suo impegno nel pregare nell'annunciare il Vangelo, in ultima analisi, la santità della sua vita - la quale è, a sua volta, una eccellente e insostituibile maniera di pregare - possono influenzare i fedeli a ricevere i Sacramenti con migliore disposizione, traendo così maggiore vantaggio dei suoi frutti.

Per ben cogliere tutta la stupenda realtà del sacerdozio ministeriale, esso va visto, innanzitutto, nella sua dimensione essenzialmente cristologica, ossia in rapporto a Cristo, l'unico ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza. Nell'ordinazione sacerdotale Cristo imprime in coloro che ha scelto per il ministero una impronta nuova, interiore, indelebile, che conforma, rende simili a Lui. Ogni sacerdote diviene così un "alter Christus", o, come ama dire qualcuno, "ipse Christus".

Il sacerdote rimane, in tal modo, abilitato ad agire "in persona Christi", a fare le veci della persona di Cristo sommo Sacerdote, che, per mezzo di lui, continua a rendere gloria al Padre e a salvare il mondo, comunicandogli la sua vita divina.

Questo emerge in modo quanto mai chiaro da alcuni fatti biblici riguardanti il ministero apostolico. Gesù sceglie degli uomini, come segno di predilezione verso di loro, li distingue dagli altri e li prepara al futuro ministero, che consisterà nel fare ciò che hanno visto fare a Lui; li costituisce suoi inviati, comunicando ad essi i suoi stessi poteri, in modo che ascoltare loro è ascoltare Lui stesso: "Chi ascolta voi ascolta me" (Lc 10, 16)...


La santità sacerdotale, da raggiungere non accanto, ma attraverso il ministero, richiede, innanzitutto, un'intima unione con Cristo, che è la stessa santità di Dio incarnata. Il sacerdote deve poter dire come San Paolo: "mihi vivere Christus est! - per me vivere è Cristo" (Fil 1, 21). Il "rimanete in me ed io in voi" di Gesù (Gv 15, 1.4-5) deve costituire la sua principale preoccupazione, il cuore, il criterio e la norma di tutta la sua vita. I cristiani vogliono trovare nel sacerdote non solo l'uomo che li accoglie, che li ascolta volentieri e testimonia loro una sincera simpatia, ma anche, e soprattutto, un uomo innamorato di Dio, che appartiene al Signore, che li aiuta a guardare a Lui, a pensare a Lui, a salire verso di Lui (cfr PDV, 47).

Una autentica santità sacerdotale esige, inoltre, una intensa vita di preghiera, intesa, questa, come un incontro vivo e personale con il Signore, come un dialogo che si fa partecipazione al colloquio filiale di Gesù con il Padre. Giovanni Maria Vienney - ai più noto come il santo curato d'Ars - il modello che ogni sacerdote deve conoscere e imitare -sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.Ciò che si contempla nell’Eucaristia è essenzialmente l’annientamento e l’offerta sacrificale di Cristo per la salvezza dell’uomo. In questa prospettiva si comprende cosa significhi l’espressione “offrirsi vittima con Cristo” che qualifica la vocazione sacerdotale“Coloro che stanno davanti al Signore compiono un servizio grandissimo: presentano al Cristo tutti quelli che non lo conoscono o che sono lontani da Lui; vegliano davanti a Lui, a nome loro”.Che la Vergine Maria Madre della Chiesa e dei sacerdoti custodisca i Suoi figli in questi tempi difficili .

martedì 17 luglio 2018

Joseph Ratzinger sul dialogo ebraico-cattolico,e torna sulle "Alleanze"

Risultati immagini per benedetto xvi con gli ebrei


Joseph Ratzinger rompe il silenzio del monastero Mater Ecclesiae dove vive ormai da cinque anni e mezzo. Sulla rivista Communio – da lui fondata assieme a Hans Urs von Balthasar e Henri de Lubac – esce un suo saggio dal titolo un po’ misterioso:
“Misericordia e vocazione senza rimpianti”, nel quale riflette sul dialogo ebraico-cattolico e in particolare si sofferma sulla cosiddetta “teoria della sostituzione”, e cioè che Israele non sarebbe sostituto dalla chiesa.
Lo apprendiamo da Il Foglio:
Ratzinger scrive che questa idea “non è mai esistita come tale”, precisando che l’ebraismo “non è una religione tra le altre” bensì “si trova in una condizione speciale e come tale deve essere riconosciuto dalla chiesa”

Da dopo il concilio certe affermazioni creano confusione circa l’Antica e la Nuova Alleanza. Nella preghiera del Venerdì Santo della nuova liturgia si prega perché gli ebrei rimangano fedeli all’alleanza. Nel caso di S. Paolo, dice il Papa Benedetto XVI, alcuni preferiscono in realtà "non usare il termine conversione, perché - dicono - egli era già credente, anzi ebreo fervente, e perciò non passò dalla non-fede alla fede, dagli idoli a Dio, né dovette abbandonare la fede ebraica per aderire a Cristo” (1).

Qual è la dottrina cattolica?

Tutto l’Antico Testamento è una preparazione alla venuta di Gesù. In Lui si compiono le promesse e la legge che doveva prepararne la venuta. La fedeltà all’Antica Alleanza consisteva quindi nell’accogliere il Messia promesso che doveva redimerci con il suo sangue versato in remissione dei nostri peccati per fondare la Nuova ed Eterna Alleanza. E’ quello che hanno fatto gli apostoli ed i discepoli, su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa, per trasmettere questa Nuova Alleanza a tutte le genti, fino alla fine del mondo, per la loro salvezza.
Coloro che, invece di ascoltare Gesù, lo condannano a morte, proprio a causa della sua dottrina, poiché lo considerano un bestemmiatore, non possono richiamarsi dell’Antica Alleanza che si compiva e terminava in Gesù Cristo.

San Giovanni

Molto significativo è il dialogo riportato fra Gesù ed i farisei nel capitolo 8° del Vangelo di S. Giovanni di cui trascrivo qualche passaggio:

(I farisei) Gli dissero allora: «Dov'è tuo Padre?». Gesù rispose: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio», Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che io sono, voi morirete nei vostri peccati»...
«Io so che siete progenie di Abramo, ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non trova posto in voi. Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio, e anche voi fate le cose che avete visto presso il padre vostro». Essi, rispondendo, gli dissero: «Il padre nostro è Abramo». Gesú disse loro: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo; ma ora cercate di uccidere me, uno che vi ha detto la verità che ho udito da Dio; Abramo non fece questo. Voi fate le opere del padre vostro». Perciò essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio».
Allora Gesú disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato.
Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola.
Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna".

San Tommaso d’Aquino

Un altro testo importante è un articolo della Somma Teologica di S. Tommaso d’Aquino (2). San Tommaso si chiede se, dopo la Passione di Cristo, si possano osservare le cerimonie dell’antica legge senza commettere peccato.
Dopo aver dato, come suo solito gli argomenti a favore della risposta positiva, nel “sed contra” afferma:
L'Apostolo ammonisce: «Se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla». Ora, soltanto il peccato mortale impedisce il giovamento del Cristo. Dunque la pratica della circoncisione e delle altre cerimonie è peccato mortale, dopo la passione di Cristo.
Nel corpo dell’articolo, in seguito, San Tommaso sviluppa i suoi argomenti:
“Tutte le cerimonie sono altrettante professioni di quella fede, che costituisce il culto interiore di Dio. Ora, l'uomo puo professare la sua fede interiore con gli atti e con le parole: e in entrambi i casi, se professa della falsità, pecca mortalmente. E sebbene la fede che noi abbiamo del Cristo sia identica a quella che di lui avevano i Patriarchi, tuttavia poichè essi precedettero il Cristo, mentre noi siamo a lui posteriori, la medesima fede viene espressa con verbi differenti. Essi infatti dicevano : “Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio”, usavano cioè verbi al futuro: invece noi ci serviamo del passato nell'esprimere la stessa cosa, dicendo che « concepì e partorì». Allo stesso modo, le cerimonie dell'antica legge indicavano il Cristo che doveva ancora nascere e patire: mentre i nostri sacramenti lo indicano già nato e immolato. Perciò, come peccherebbe mortalmente chi adesso, nel professare la fede, dicesse che Cristo deve nascere, cosa che gli antichi invece dicevano con tutta pietà e verità; cosi peccherebbe mortalmente chi osservasse ancora le cerimonie che gli antichi osservavano con pietà e con fede. Ciò corrisponde a quanto scrive S. Agostino : « Ormai non c' è più la promessa che Cristo deve nascere, patire e risorgere, come quei sacramenti in qualche modo ricordavano: ma c' è l'annunzio che egli è nato, ha patito ed è risorto, come dichiarano apertamente i sacramenti usati dai cristiani».
In seguito San Tommaso risponde alle obiezioni, approfondendo sempre di più i suoi argomenti. Nella risposta alla prima obiezione ci riporta una distinzione molto importante citando S. Agostino: "S. Agostino distinse tre epoche. La prima, precedente alla passione di Cristo, in cui le cerimonie legali non erano né mortifere, né morte. La seconda, posteriore alla promulgazione del Vangelo, in cui le cerimonie legali sono morte e mortifere. La terza è un'epoca intermedia, che va dalla passione di Cristo alla divulgazione del Vangelo, nella quale le cerimonie legali erano morte, poiché non avevano più alcun valore, e nessuno era più tenuto a osservarle; ma non erano mortifere, poichè i cristiani convertiti dal giudaismo potevano ossevarle lecitamente, purché non ponessero in esse la loro speranza, al punto da reputarle necessarie alla salvezza, come se la fede cristiana fosse stata incapace di giustificare senza di esse. Per quelli poi che si convertivano dal paganesimo non c'era nessun motivo di osservarle. Ecco perché S. Paolo circoncise Timoteo, che era nato da un'ebrea; mentre non volle circoncidere Tito, che era nato da genitori pagani.
Lo Spirito Santo non volle, in tal modo, che agli ebrei fosse proibita subito l'osservanza delle cerimonie legali, come invece erano interdetti ai convertiti dal paganesimo i loro riti, per mostrare la differenza esistente tra l'uno e l'altro rito. Infatti i riti pagani venivano ripudiati come assolutamente illeciti; mentre i riti della Legge Antica, istituiti da Dio a prefigurare il Cristo, venivano a cessare, perché adempiuti nella passione di Cristo ».
Nel rispondere alla 2° obiezione, S. Tommaso, facendo sua l’opinione di S. Agostino, dà la spiegazione teologica dell’episodio di Antiochia quando, essendo venute alcune persone, Pietro si ritirò e se ne stette in disparte dai Gentili, per non scandalizzare i giudaizzanti poiché l’Antica Legge vietava il contatto con essi. S. Paolo riprese S. Pietro e gli “resistette in faccia”, proprio perchè, con la sua attitudine lasciava credere che le prescrizioni dell’Antico Testamento conservavano il loro valore.
Compiendosi in Gesù l’Antica Alleanza, la pratica dei suoi precetti cerimoniali diviene quindi supertiziosa.

Una nuova religione

Con il rigetto di Cristo nasce una nuova religione fondata sullo spirito farisaico contro il quale Gesù più volte si è scagliato nel Vangelo. La sua referenza principale sarà il Talmud. Essa avrà caratteristica propria di negare che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio, considerandolo quindi degno di morte come un bestemmiatore.
Perciò non si può dire in nessun modo che coloro che professano questa nuova religione, fondata sul rigetto del Messia, hanno in comune con noi l’Antica Alleanza o sono nostri “fratelli maggiori” nella fede. La vera carità consiste nel pregare, come si fa nella liturgia tradizionale del Venerdì Santo, per la loro conversione, perché “riconoscendo la luce della verità divina che è Cristo, siano strappati dalle loro tenebre”.

Don Pierpaolo Maria Petrucci
(fonte Fraternità Sacerdotale San Pio X)

lunedì 16 luglio 2018

Mons.Athanasius Schneider "Dietro i migranti c'è un piano per cambiare i popoli europei"


Un piano affinché la cristianità dell'Europa venga messa in discussione. Questa è la visione del vescovo kirghiso Schneider, che si è soffermato su questo e altri temi che riguardano da vicino anche la visione della Chiesa cattolica

Un piano per mettere in discussione la stessa cristianità dell'Europa. Il vescovo kirghiso Athanasius Schneider sembra esserne sicuro.

Mons.Athanasius Schneider  

Un piano, ancora, che sarebbe stato addirittura "preparato da lungo tempo". Un piano, in definitiva, "orchestrato".Di questo e di altri temi abbiamo parlato con il prelato di Astana.

Sua Eccellenza, c'è "confusione dottrinale" nella Chiesa contemporanea?

"Già quarant’anni fa Papa Paolo VI constatò con realismo la seguente situazione all’interno della vita della Chiesa: “Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio»”. Questa situazione si è aggravata negli ultimi decenni a tal punto che ha costretto il grande cardinale Carlo Caffarra ad affermare alcuni mesi prima della sua morte: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”.

Uno dei temi più dibattuti riguarda la cosiddetta "Intercomunione". Il Papa ha detto di non aver fatto "alcun passo indietro", mentre Ladarìa ha parlato di "testo non pronto". Qual è la situazione?

"Dobbiamo guardare il problema nelle sue radici. Il proprio effetto della Comunione Eucaristica è l’unione perfetta di tutti i membri della Chiesa. Perciò, la stessa ricezione dell’Eucaristia – pure in casi cosiddetti d’emergenza – da parte di un cristiano protestante o ortodosso, rappresenta nell’ultima analisi una menzogna, poiché un tale acattolico ammesso all’Eucaristia continua intenzionalmente a rigettare l’integrità delle verità cattoliche e della comunione gerarchica. In ciò si vede anche il principio teologicamente contradditorio del canone 844 del Codice del Diritto Canonico che parla dell’ ”intercomunione” in casi d’emergenza. Le proposte dei vescovi tedeschi sull’ “intercomunione” è solamente una conseguenza logica del menzionato canone. E ciò contraddice la pratica costante della Chiesa durante i due mila anni".

La questione dei "dubia" è stata risolta?

"Questa questione evidentemente non è stata risolta. Infatti la realtà innegabile è questa: autorità ecclesiastiche a diversi livelli hanno dato la loro approvazione – pure in casi eccezionali – al divorzio. Lo hanno fatto però tramite l’ammissione alla Santa Comunione di persone che vivono intenzionalmente e stabilmente in modo uxorio con una persona che non è il loro legittimo coniuge. Nessuna autorità ecclesiastica ha il potere di dispensare – nemmeno implicitamente o in un caso eccezionale – dal sesto comandamento Divino e dall’indissolubilità del matrimonio".

C'è una grande discussione attorno al tema dell'immigrazione. L'Italia è stata lasciata sola dall'Unione europea? La Chiesa continua a richiamare il nostro paese "all'umanitarismo".

"Il fenomeno della cosiddetta “immigrazione” rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei. Questi poteri usano l’enorme potenziale morale della Chiesa e le loro strutture per conseguire più efficacemente il loro obiettivo anti-cristiano e anti-europeo. A tale scopo si abusa il vero concetto dell’umanesimo e persino il comandamento cristiano della carità".

Cosa ne pensa del ministro italiano dell'Interno Matteo Salvini?

"Non seguo e non conosco bene la situazione politica italiana, per questo non sono in grado di pronunciarmi in merito. Però se un governo di una determinata nazione europea tenterebbe di accentuare più la propria sovranità e la propria identità storica, culturale e cristiana di fronte al totalitarismo di una specie di nuova Unione Sovietica, la quale si chiama oggi l’Unione Europea con un’ideologia inconfondibilmente massonica, ciò è certamente da lodare".

Sindaci italiani del Movimento 5 Stelle, come Chiara Appendino a Torino, hanno registrato all'anagrafe figli delle coppie omosessuali. Qual è la posizione della Chiesa cattolica al riguardo?

La Chiesa cattolica come pure ogni persona umana di buon senso e diretta ragione ha sempre rigettato l’attività omossessuale. Affidare a cosiddette copie omossessuali figli significa una violazione di un diritto fondamentale di ogni bambino di crescere e di essere educato da un papà e di una mamma. L’affidamento dei figli alle cosiddette coppie omossessuali rappresenta in ultima analisi un abuso morale dei bambini, dei più piccoli e indifesi. Questo fenomeno passerà alla storia come uno dei più grandi degradi di civiltà. Quelli che oggigiorno combattono tale ingiustizia clamorosa sono i veri amici dei bambini e eroi del nostro tempo".
(Francesco Boezi  fonte il Giornale) 

giovedì 12 luglio 2018

Mons. Lefebvre – Un vescovo nella tempesta "Breve biografia"

Che il cuore del sacerdote sia sempre accogliente.
Oh, non per i compromessi, non per diminuire la verità, 
non per diminuire la grazia di Dio, ma per attirare le anime alla verità, 
per attirarle alla grazia del Buon Dio…
Che il cuore del sacerdote sia un cuore misericordioso.

di Mons. Lefebvre

"Breve biografia"
Marcel Lefebvre nasce il 29 novembre 1905 da una famiglia di industriali del nord della Francia. Dopo gli studi secondari, raggiuge il fratello maggiore nel seminario francese di Roma, nell’ottobre 1923. Mons. Lefebvre conserverà sempre una grande stima per il direttore del seminario francese, Padre Henri Le Floch, che gli fece amare e riverire l’insegnamento dei papi. Il Padre spiegava con forza le grandi encicliche contro gli errori moderni come il liberalismo, il modernismo o il comunismo. Il 21 settembre del 1929, Marcel Lefebvre vieneordinato sacerdote da Mons. Liénart a Lilla.



In seguito ritorna a Roma per preparare il suo dottorato in teologia, mentre svolge il compito di gran cerimoniere del seminario. Già titolare di un dottorato in filosofia, ottiene il dottorato in teologia il 2 luglio del 1930.

Dal 1930 al 1931 è vicario in una periferia operaia di Lilla, mentre aspetta dal suo vescovo il permesso di entrare nella Congregazione missionaria dei Padri dello Spirito Santo. Il 1 settembre del 1931 inizia il suo noviziato.

Dopo aver emesso la sua professione religiosa, l’8 settembre 1932, il 12 novembre s’imbarca per Libreville (Gabon), ove viene nominato professore nel seminario, posto che occuperà fino al 1934, quando gli verrà affidata la direzione fino al 1938. In quest’anno, soffrendo di paludismo e completamente esaurito, fu mandato a “riposarsi in campagna”.

Lo Stato della Città del Vaticano Storia,nel tempo,oggi




Il termine Vaticano anticamente identificava l’area paludosa sulla riva destra del Tevere, compresa fra Ponte Milvio e l’odierno Ponte Sisto.
StoriaDurante il periodo regio e per tutta l’età repubblicana, il territorio era noto come Ager Vaticanus e si estendeva a nord fino alla foce del Cremera, a sud almeno fino al Gianicolo. In età imperiale, a partire dal II secolo d.C., è attestato il toponimo Vaticanum che comprendeva un’area grossomodo corrispondente a quella dell’odierno Stato della Città del Vaticano. In epoca romana l’area, esterna alla città di Roma, fu bonificata e occupata da ville, dai giardini di Agrippina – madre dell’imperatore Caligola (37-41 d.C.) – e da vaste necropoli disposte lungo le arterie principali. Nei giardini della madre, Caligola costruì un piccolo circo per gli allenamenti degli aurighi (Gaianum), ristrutturato successivamente da Nerone (54-68 d.C.), presso il quale la tradizione vuole che Pietro abbia subìto il martirio nella grande persecuzione contro i cristiani ordinata da Nerone nel 64 d.C.

mercoledì 11 luglio 2018

Elezione degli Assistenti generali Fraternità sacerdotale San Pio X


Proprio mentre il giorno stava per finire, il nuovo Superiore Generale della Fraternità sacerdotale di San Pio X, Don Davide Pagliarani, e gli altri 40 padri capitolari hanno deciso di procedere all'elezione dei due Assistenti generali.

Il primo assistente eletto è Sua Ecc, Rev.Mons. Alfonso de Galarreta, vescovo ausiliare della Fraternità sacerdotale San Pio X, di nazionalità spagnola. Età 61 anni, è stato ordinato sacerdote nel 1980 a Buenos Aires, in Argentina, dove visse per un certo periodo. In passato ha ricoperto il ruolo di Rettore della Nostra Signora Co-Redemptrix Seminary a La Reja, in Argentina, e superiore della Casa Autonoma di Spagna e Portogallo. È stato 2 ° Assistente della Fraternità dal 2002 al 2006. Fino ad ora, ha risieduto a Ginevra, in Svizzera.

Il secondo assistente eletto è padre Christian Bouchacourt, di nazionalità francese. All'età di 59 anni, fu ordinato sacerdote nel 1986 dall'arcivescovo Mons. Marcel Lefebvre. Per lungo tempo è stato di stanza a Parigi, in particolare a Saint-Nicolas du Chardonnet, prima di diventare Superiore del distretto del Sud America, nel 2014 è stato eletto superiore del distretto di Francia. 

Ora che queste elezioni si sono svolte, il Capitolo generale sarà in grado di affrontare le numerose domande che sono state proposte per la discussione, fino al 21 luglio 2018.

Continuiamo a ricordarli nelle nostre preghiere affinché siano illuminati dallo Spirito Santo e compiano così un proficuo lavoro per il bene della Fraternità e della Chiesa.

Ecône, l'11 luglio 2018

Don Davide Pagliarani Eletto Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

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Il IV Capitolo Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X ha eletto per un mandato di 12 anni come superiore generale don Davide Pagliarani .In questi tempi difficili e di crisi lacerante essere il Successore di Mons. Marcel Lefebvre vuol dire caricarsi di enormi responsabilità, che richiedono forte coraggio, ma soprattutto fede incrollabile e certezza in un avvenire migliore . E noi siamo pronti, con la nostra rinnovata coscienza di figli primogeniti di Mons. Marcel Lefebvre, a sostenere il suo lavoro, convinti che la Fraternità Sacerdotale San Pio X tutta, dovrà fiorire sempre più per il bene della Chiesa e del mondo intero .. Noi salutiamo don Davide Pagliarani il nostro Padre e Superiore ; a lui riconfermiamo la nostra fedeltà, protesa ad una sempre migliore realizzazione del progetto di Dio.
(la redazione)

Il nuovo Superiore Generale ha 47 anni ed è di nazionalità italiana. Ha ricevuto il sacramento dell'Ordine dalle mani del vescovo Bernard Fellay nel 1996. Ha esercitato il suo apostolato a Rimini (Italia), poi a Singapore, prima di essere nominato Superiore del Distretto d'Italia. Dal 2012 è stato Rettore di Nostra Signora Co-Redemptrix Seminary di La Reja (Argentina).Dopo aver accettato il suo ufficio, l'eletto ha pronunciato la professione di fede e ha pronunciato il giuramento anti-modernista nella chiesa del seminario. Quindi, tutti i padri capitolari presenti  hanno fatto atto di obbedienza, prima di cantare il Te Deum in ringraziamento.


I 41 padri capitolari procederanno domani con l'elezione dei due Assistenti generali, per lo stesso mandato di 12 anni. Il Capitolo continuerà fino al 21 luglio al Seminario di San Pio X di Ecône (Svizzera)


Ecône, 11 luglio 2018


(Fonte: FSSPX - FSSPX.News - 07/11/2018)

domenica 8 luglio 2018

Sette domande sul Capitolo generale




Come inizia il capitolo?

I membri del Capitolo non iniziano subito; si radunano per la prima volta ai piedi della Croce di Gesù Cristo Sommo Sacerdote per un ritiro di 5 giorni che sarà il loro ritiro annuale.(capitolo generale)

Questo ritiro è anche un'opportunità per loro di pregare nella cripta del seminario dove giace il Fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X e chiedere la sua intercessione per l'opera da lui fondata.

Come stabiliscono gli Statuti della Fraternità, dopo il ritiro il giorno in cui il Capitolo si apre, l'11 luglio 2018, i membri offriranno "il Santo Sacrificio della Messa per ottenere assistenza divina per il lavoro del Capitolo Generale e specialmente per le elezioni".

Inizieranno quindi i preparativi per l'elezione del Superiore Generale. Durante una riunione preparatoria, le regole saranno lette, i partecipanti saranno chiamati per nome e il giuramento sarà pronunciato.

Ogni membro riceverà un opuscolo contenente le regole del capitolo con l'elenco dei partecipanti: e tutti saranno assegnati ai loro posti nella sala capitolare, in ordine di precedenza.

Prossimo: i membri del Capitolo prestano giuramento ed eleggono i funzionari del Capitolo.

Il Capitolo Generale è composto da 41 Padri capitolari designati secondo regole precise;non tutti i sacerdoti della fraternità sono chiamati a partecipare.

Alcuni sono designati dagli Statuti della Fraternità che furono approvati dall'arcivescovo Marcel Lefebvre: il Superiore generale uscente e i suoi due Assistenti, i vescovi della Fraternità, gli ex Superiori generali, il Segretario generale e l'Economo generale, i direttori dei maggiori seminari, i Superiori dei distretti e i Superiori di case autonome.

Questo rende 31 membri designati dallo Statuto.

Viene inoltre designato un numero aggiuntivo di sacerdoti (un terzo del numero dei membri ex officio o designato dallo statuto). Dieci dei membri più anziani della Fraternità, che hanno fatto il loro ultimo impegno, sono quindi scelti per partecipare al Capitolo.



Questo secondo modo di designare i membri si applicherà fino a quando la Fraternità avrà oltre un migliaio di membri sacerdoti (Statuti, 5.3).
Fonte: FSSPX.MG / FSSPX.News

Seminario internazionale di Econe IV Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X





La sera del 3 luglio a Econe, sono arrivati i Padri capitolari che si accingono a svolgere il quarto capitolo generale della Fraternità sacerdotale San Pio X,fondata dall'arcivescovo Marcel Lefebvre nel 1970.

In questi giorni di preparazione spirituale per l'inizio del capitolo che si terrà l'11 luglio si svolgerà un ritiro sacerdotale, predicato da p. Emeric Baudot, attualmente priore di St. Nicolas du Chardonnet a Parigi, e primo assistente del Distretto di Francia.(Come si svolge il capitolo clicca qui)

Ordinato sacerdote il 2 settembre 1988, dal vescovo Bernard Tissier de Mallerais, p. Baudot è stato direttore della scuola Sainte-Marie vicino a Saint-Malo dal 1993 al 2001, ma anche economo del Distretto di Francia (1990-1993) e Economo generale della fraternità sacerdotale San Pio X per 12 anni, da Dal 2002 al 2014

Tutti i membri del Capitolo si raccomandano alle vostre preghiere caritatevoli.

FSSPX.News
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