«Non abbiate paura!»
Questa espressione, come si sa, era ricorrente, negli scritti e sulle labbra di Giovanni Paolo II. Fin dalle prime battute del suo lungo Pontificato (1978-2005) il Santo Padre invitò tutti ad aprire con fiducia la mente e il cuore a Cristo Signore, ad accoglierlo nella propria vita, nel proprio lavoro, nella trama dei propri affetti e desideri.
Solo Lui sa ridonare luce al nostro cammino.
Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire "l'Agnello dovunque va" (Ap 14,4).Per questo soltanto un cammino religioso e spirituale è in grado di rassicurare il nostro cuore pauroso, perché ricorda che la storia, la vita di ciascuno non è preda del caso o del prepotente di turno, ma si trova saldamente nelle mani di Dio, che ci invita a riporre la nostra fiducia in Lui, e dunque a non temere.
Questo invito a non avere paura, poiché ogni potere viene dal Padre, rivela un’immagine di Lui all’insegna della tenerezza e dell’affetto; per questo, al timore degli uomini e degli eventi, Gesù sostituisce il più veritiero timore di Dio. Si tratta di un timore che, lungi dall’angosciare, pacifica il cuore. Non è un caso che questo passo sia l’unico, in tutti i Vangeli sinottici, in cui Gesù chiama i suoi discepoli amici: «C’è in questa parola la garanzia dell’amore personale del Signore che li accompagnerà fino nella morte. Quindi, non temete! Il potere degli uccisori è limitato: la morte che gli uomini possono infliggere non tocca la vita umana nella sua realtà più profonda».
La paura si vince decidendosi per qualcosa che vale, animati dal desiderio di una vita piena, degna di essere vissuta. La paura può essere placata solo rispondendo all’unica voce capace di rassicurare il cuore . Il mondo è ferito dall’urto della pandemia prima e adesso anche dalla guerra,gli uomini hanno smarrito molte delle loro sicurezze. Il mondo lo dobbiamo salvare colla grazia infinita del Signore, ma non lo dobbiamo seguire, avallare, scusare nei suoi errori e nei suoi peccati.
“Non abbiate paura”.
Gesù fin dal primo momento avverte i discepoli che nella loro attività troveranno difficoltà, persecuzioni, incomprensioni... Comunque, la minaccia maggiore non viene da coloro che tenteranno di metterli a tacere, e neppure da coloro che attenteranno alla loro vita. L’unico vero pericolo è quello “che ha il potere di far perire nella Geenna l’anima e il corpo”, quello che può condurre al peccato, alla perdita dell’amicizia con Dio.
Ci piaccia o no, la paura fa parte della vita umana. Fin da bambini abbiamo provato timori che poi si rivelavano infondati e sparivano. Anche nella maturità ci si presentano delle paure per certe situazioni spiacevoli – dolore, incomprensioni, solitudine, incertezze, morte... – che ci vengono incontro e che dobbiamo affrontare e superare con i nostri sforzi e con l’aiuto di Dio.
Però un discepolo di Cristo non ha motivo di temere, perché non è solo. Dio è un Padre amorevole, che, se si occupa delle sue creature sin nei minimi dettagli, a maggior ragione si prenderà cura dei suoi figli fedeli. “La soluzione è amare. San Giovanni apostolo scrive delle parole che mi colpiscono molto: ‘qui autem timet, non est perfectus in caritate’. Io le traduco così, quasi letteralmente: chi ha paura, non sa amare. Dunque tu, che sei innamorato e sai amare, non puoi avere paura di nulla! Ave Maria e Avanti!”