Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 31 luglio 2014

Papa Francesco contro Medjugorje "La Madonna non è un postino"


Bergoglio mette in guardia sui veggenti: "Maria non è un impiegato che invia messaggi tutti i giorni". E il pensiero va alle apparizioni in Bosnia
Curiosità spinta oltre l’estremo, una religiosità che cerca il sensazionale, veggenti o presunti tali che pretendono di ricevere messaggi divini ogni giorno, con una regolarità da «postino». Il Papa torna all’attacco dei comportamenti sbagliati, anzi capaci di generare confusione e peccato, di molti credenti. E usa parole che aprono un dibattito molto sentito dal popolo cattolico: con queste frasi si è voluto riferire o no ai veggenti di Medjugorje? Ecco cosa ha detto ieri, fra le altre cose, papa Francesco durante nella messa celebrata nella Cappella di casa Santa Marta, in Vaticano: «Lo spirito di curiosità genera confusione e ci allontana dallo spirito della sapienza che, invece, ci dà pace»; ci sono poi alcuni veggenti che considerano la Madonna come «un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni», mentre i fedeli a capire che «il Regno di Dio è in mezzo a noi» e non bisogna «cercare cose strane».

LA MADONNA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE


Le relazioni fra il Sangue di Gesù e Maria Santissima sono meravi­gliosamente espresse dalla statua della Vergine di Batz (Francia) e dal titolo con cui è venerata: "Madonna del Preziosissimo Sangue".

Eletto parroco, chiesi al vicario generale se in quella parrocchia vi fosse qualche Madonna venerata con speciale devozione. - "C'è nel portico della chiesa - mi rispose - un'antica statua di legno del XVI secolo. Le affido questa Madonna: la faccia amare dai suoi parrocchiani':

Appena preso possesso della mia parrocchia ho rimesso nelle mani della Vergine i miei poteri, mettendo al collo della statua di Maria, che si trova nel mio ufficio, la stola pastorale e dichiarando­mi suo viceparroco. Organizzai una novena e consacrai la parrocchia alla Madonna.

Qui tutti sanno che il parroco non è che il viceparroco della Vergine Maria. Proposi a tutti l'idea di mettere in maggior onore la statua che è nell'atrio della chiesa e tutti si sono meravigliati che in precedenza nessuno ci abbia mai pensato. La statua raffigura la Madonna seduta con il Figlio sulle ginocchia. II Bambino Gesù tiene nella sinistra un calice in cui zampilla a larghi fiotti il Sangue che esce dalla piaga aperta in anticipo nel suo costato. La mano sinistra della Vergine preme sui margini della piaga quasi per far zampillare più abbondantemente il Sangue. Gesù guarda chi passa e con la mano destra indica a tutti la ferita del suo costato. Sembra che dica: "Ecco il calice del mio Sangue che viene sparso per voi, in remissione dei vostri peccati. Chi berrà di questo Sangue avrà la vita eterna".

La Vergine con la mano destra benedice chi entra e sembra dire: "Ecco il Sangue in cui troverete salvezza".

Non avendo l'autorizzazione a cambiare di posto alla statua e d'altra parte non essendo quello il luogo migliore per favorirne la devozione, ho fatto dipingere un quadro che la riproducesse artisticamente. Questo quadro in breve tempo è diventato oggetto di culto e di grande venera­zione da parte dei fedeli ed è già stato sorgente di grazie e di prodigi.

Gli afflitti vengono a chiedere conforto, le anime buone a domandare un maggior amore alla passione di Gesù e alla S. Eucaristia, i più zelanti le confidano il desiderio che a nessuna Messa si partecipi senza il dovuto rispetto al Sangue di Cristo, i sacerdoti pregano per implorare più fervore nella celebrazione del Santo Sacrificio, una maggior osservanza del precetto della Messa festiva e una più alta frequenza alla Comunione per i loro fedeli. E infine tutti chiedono che il Sangue redentore di Gesù, per intercessione della Vergine Maria, impedisca lo spargimento di sangue a causa di guerre o di violenze.

Lo devo alla Madonna del Preziosissimo Sangue un forte rinno­vamento nella vita eucaristica dei miei fedeli.

Fioretto: Tieni in maggior considerazione l'acqua benedetta, simbolo del Sangue di Gesù, conservala in casa e con essa fa spesso con devozione il segno della croce.

mercoledì 30 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA MADONNA


"La devozione al Preziosissimo Sangue - dice ancora Padre Faber - rende la devozione a Maria parte integrante della nostra devozione a Gesù e fonde insieme le due devozioni. Pone Maria così intimamente sul piano della Redenzione e allo stesso tempo ne esalta talmente il suo singolare splendore che il più sublime linguaggio dei santi, riguardo a Maria, ci appare scontato e facilmente comprensibile."

"La devozione al Preziosissimo Sangue veste Maria di nuova gloria: in questa devozione Maria esalta Gesù e Gesù esalta Maria. Chi trova un nuovo punto di vista dal quale Maria possa ricevere nuova gloria, ha trovato un nuovo mezzo di santificazione e una nuova forza per amare."

Guardiamo dunque a Maria più frequentemente da questo punto di vista, sotto questa nuova luce: Maria "frutto" e nello stesso tempo "fonte" del Preziosissimo Sangue.

Ricordiamoci più spesso che questo Sangue, che è scaturito dal suo sangue, è stato posto da Dio nelle sue mani, affinché continui, come già faceva sulla terra e specialmente sul Calvario, a offrirlo all'eterno Padre per implorare misericordia e perdono per tutti i suoi figli bisognosi di salvezza.

Offriamolo anche noi al Padre quel Sangue, e offriamolo facendolo prima passare dalle mani santissime di Maria, perché lei ottenga mise­ricordia per tutti i peccatori e purificazione per tutte le anime del purga­torio.

Fioretto: Recita il santo Rosario.

ESEMPIO Un giorno S. Paolo della Croce, mentre era in chiesa a pregare, rimase ferito ad un piede per un banco sfuggito di mano ad alcuni ragazzi che stavano aiutando il sacrista. Il santo, senza scompor­si, alzò il banco, lo baciò e continuò a pregare. Appena uscito di chiesa uno dei suoi religiosi, che lo ha visto zoppicare, lo pregò di fasciarsi la ferita sanguinante, ma il santo rispose. "Queste sono rose! Gesù ha sofferto molto di più e io merito molto di peggio per i miei peccati". E, continuando nelle sue occupazioni quotidiane, non volle degnare nep­pure di uno sguardo la sua ferita.

IL SANTO ROSARIO

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Io credo in Dio, Padre onnipotente, crea­tore del cielo e della terra; e in Gesù Cri­sto, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nac­que da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; di­scese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comu­nione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli Amen! 
Lodato sempre sia il Santissimo  nome di Gesù di Giuseppe e di Maria
L'eterno riposo dona loro o Signore e  splenda ad essi la luce perpetua riposino in pace Amen!

Gesù mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno, portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria



MISTERI GAUDIOSI

Primo Mistero: L’annunciazione “L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Na­zareth, a una Vergine (di nome Maria). L'angelo, entrato da lei, disse: "Ti saluto, piena di grazia; il Signore è con te... Darai alla luce un figlio, cui porrai nome Gesù” (Lc 1,26-28.31). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Secondo Mistero: La visita a Elisabetta “Maria si pose in viaggio, e andò in fretta in una regione montuosa, in una città della Giudea. Entrata in casa di Zaccaria, salutò Elisabetta, che appena udì il saluto di Maria fu ripiena di Spi­rito Santo” (Lc 1,39-40). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. 

Terzo Mistero: La nascita di Gesù “Giuseppe e Maria salirono da Naza­reth a Betlemme e, mentre erano là, Maria diede alla luce il figlio suo pri­mogenito; lo avvolse in fasce e lo ada­giò in una mangiatoia” (Lc 2,6-7).Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quarto Mistero: La presentazione di Gesù al Tempio “Portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, secondo ciò che è scritto nella Legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore” (Lc 2,22-23). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quinto Mistero: Gesù ragazzo ritrovato nel Tempio. “Il fanciullo Gesù rimase in Gerusa­lemme, senza che i suoi genitori se ne accorgessero. E avvenne che lo trova­rono tre giorni dopo, nel Tempio, se­duto in mezzo ai dottori della Legge e intento ad ascoltarli e a interrogarli” (Lc 2,43-46). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.



MISTERI DOLOROSI

Primo mistero: L’agonia del Getsemani “Gesù andò con i suoi discepoli in un luogo chiamato Getsemani e cominciò a provare tristezza e angoscia” (Mt 26, 36-37). “Ed entrato in agonia, pregava più intensamente e il suo sudore di­venne come gocce di sangue che scor­revano fino a terra” (Lc 22,43-44). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Secondo Mistero: La flagellazione “Quelli ancor più gridavano: Crocifig­gilo! Allora Pilato, volendo tare il popolo, liberò Barabba e, do­po aver fatto flagellare Gesù, lo con­segnò perché fosse crocifisso” (Mt 15,13-15). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Terzo Mistero: L’incoronazione di spine “I soldati lo condussero nell’atrio del Pretorio. Lo rivestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela conficcarono sul capo. Si misero poi a salutarlo: Salve, o Re dei Giudei!” (Mc 15,16-18). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quarto Mistero: La “Via Crucis” “Presero dunque Gesù e lo condussero via. Ed egli, portando la croce, uscì verso il luogo chiamato Calvario, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero” (Gv 19, 16-17). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quinto Mistero: Crocifissione e morte di Gesù “Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle quindici” (Mc 15,33). “Gesù gridando a gran voce disse: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. Detto questo, spirò” (Lc 23,46). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina. 



MISTERI GLORIOSI

Primo Mistero: Gesù è risorto “L'angelo disse alle donne: Non teme­te! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto: non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto” (Mc 16,6). Padre nostro, Ave Maria(10 volte), Gloria, Gesù mio.

Secondo Mistero: L’Ascensione di Gesù “Il Signore Gesù, dopo aver loro parlato" (Mc 16, 19), “alzate le mani al cie­lo, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e si sollevò su nel cie­lo” (Lc 24,50-51), ove siede alla de­stra del Padre. Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Terzo Mistero: Il dono dello Spirito Santo “Al compiersi dei giorni della Pentecoste, tutti i discepoli erano riuniti nello stesso luogo. E apparvero loro lingue come di fuoco, che si spartivano, po­sandosi ognuna su ciascuno di essi. E tutti furono ripieni di Spirito Santo” (At 2,1.3-4). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quarto Mistero: L’Assunzione di Maria al Cielo “Maria è stata assunta in cielo: si ralle­grino le schiere degli Angeli” (Litur­gia). “Tutta splendente entra la figlia del Re; il suo vestito è intessuto d'oro” (Sal 44,14).Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.

Quinto Mistero: L’incoronazione di Maria Regina del Cielo e della terra “Un grandioso segno apparve nel cie­lo: una donna ammantata di sole, sotto i suoi piedi si trova la luna e sul capo ha una corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.

martedì 29 luglio 2014

Adorazione Eucaristica notturna presso i Priorati della F.S.S.P.X





Oratorio B.V. di Lourdes - via Matteotti 24, Lanzago di Silea -


Adorazione Eucaristica notturna


– 1° Venerdì del mese –


Dalle 21.00 di venerdì 1° agosto alle 7.00 di sabato 2 agosto 

(segue la Santa Messa)



PRIORATO di Albano Laziale (Roma)


via Trilussa 45


Santa Messa del primo Venerdì del mese ore 18:00


Adorazione Eucaristica notturna


Dalle 21.00 di venerdì 1° agosto alle 7.00 di sabato 2 agosto 


(segue la Santa Messa)

PRIORATO B.V.di Loreto

Spadarolo Rimini

Adorazione Eucaristica notturna


Dalle 21.00 di venerdì 1° agosto alle 7.00 di sabato 2 agosto 


(segue la Santa Messa)




IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA MADONNA


"La devozione al Preziosissimo Sangue - dice il Padre Faber - ha questo di proprio: che lungi dall'usurpare il posto alle altre devozioni, col suo crescere procura maggior spazio a tutte le altre e le ravviva. Questa devozione si associa nel modo più naturale alla devozione a Maria Santissima e fa entrare i misteri di Maria nei misteri di Gesù. In particolare ha un nesso specialissimo con l'Immacolata Concezione di Maria, quale fonte del Preziosissimo Sangue. Non a caso queste due devozioni ebbero un grande sviluppo simultaneo per opera del Papa Pio IX, che definì il dogma dell'Immacolata e stabilì la festa del Preziosissimo Sangue. L'Immacolata Concezione è la prima e la più grande vittoria della Redenzione operata da Cristo, è la più antica e la più sublime conquista del Preziosissimo Sangue di Gesù."

D'altra parte, se il Preziosissimo Sangue è causa dell'immacolata Concezione, perché Maria fu preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato in vista dei meriti di Cristo, ne è anche effetto. E' infatti dal corpo purissimo di Maria che è scaturito il Preziosissimo Sangue di Gesù. Perciò la devozione a Maria e specialmente quella della sua Immacolata Concezione è parte integrante della devozione al Preziosis­simo Sangue.

Maria dunque è un dono del Preziosissimo Sangue e questo, a sua volta, è dono di Maria. II Sangue di Cristo è il Sangue di Maria. Gesù è stato la vittima generata, nutrita, preparata da Maria in vista del grande sacrificio. Vista sotto questa luce, quanto ci diventa più amabile la Madonna e come ci sembra ancora più prezioso il Sangue di Gesù!

lunedì 28 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA PERSEVERANZA



Considera come il gran dono della perseveranza finale, dono che non possiamo meritare, si può ottenere solo chiedendolo incessantemente a Dio in virtù del Preziosissimo Sangue di Gesù. Come potrà perdersi un'anima che sta già nelle mani dei Salvatore?

Chi potrà strapparmi dal Cuore del mio Gesù, se sinceramente ho cercato di vivere in lui tutta la mia vita, con grande devozione al suo Preziosissimo Sangue?

Gesù sembra dirmi: "Tu sei opera delle mie manie lo sei doppiamente perché ti ho creato e poi ti ho redento col mio Sangue. Non voglio perderti, perché mi sei costato troppo!':

Solo attraverso il Preziosissimo Sangue di Gesù raggiungeremo sicuramente il porto della vita eterna, perché, come dice S. Paolo: "In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al Sangue di Cristo" (Ef 2, 13).

Approfittiamo dunque, fin che siamo in tempo, di questo Sangue prezioso e per la sua potente intercessione chiediamo a Dio quanto ci è necessario.

E con profondo timore ricordiamo che se il Sangue di Cristo non ci frutterà redenzione, sarà causa, dopo averne abusato, di una peggiore dannazione.

Fioretto: Offri al Signore una mortificazione e recita la "Salve Regina" per chiedere la grazia della perseveranza finale.

ESEMPIO Un giorno, mentre S. Matilde meditava e pregava in onore delle innumerevoli piaghe di cui è stato ricoperto nostro Signore, Gesù, apparendole con le braccia stese e tutte le piaghe aperte, le disse: "Quando ero sulla croce tutte le mie piaghe erano aperte e ognuna di esse era una voce che intercedeva presso il Padre per la salvezza degli uomini. Queste piaghe continuano anche ora a supplicare Dio per placare la sua collera verso i peccatori. Sappi che non c'è mendicante che provi tanta gioia nel ricevere l'elemosina quanta ne provo io quando sento una preghiera che mi viene indirizzata in onore delle mie sante piaghe. E ti assicuro che una tale preghiera, se detta con fervore e devozione, mette l'anima in stato di salvezza".

Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esi­lio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

domenica 27 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL GIUDIZIO DI DIO


Quanto tremendo, o Signore, sarà il tuo giudizio! Tu che hai trovato macchie anche negli angeli e davanti al quale nemmeno i cieli sono puri! "Povero me! Che farò -diceva il santo Giobbe - quando tu, o Signore, verrai a giudicarmi?".

E io, Signore, che farò? Come mi insegna S. Maria Maddalena de' Pazzi, mi coprirò col tuo Sangue, Signore.

Quando sarò davanti a te, ti pregherò di non guardare i miei peccati, ma i meriti di questo Sangue santissimo. Sarà questo Sangue a disto­gliere i tuoi occhi dai miei peccati, questo Sangue invocherà il perdono per me peccatore.

Beata l'anima che, nel momento dei giudizio, comparirà davanti a Dio rivestita di questo Sangue! Attenderà la sentenza con fiducia, certa che vedrà cancellate dal Sangue di Gesù tutte le sue colpe. Presenterà davanti al trono di Dio i meriti di questo Sangue e in virtù di questi meriti sentirà risuonare una sentenza di vita eterna.

Ma guai a quell'anima che disprezza o ignora questo Sangue! In nient'altro potrà sperare salvezza. Quale sentenza potrà aspettarsi se non quella dell'eterna condanna? Tremenda, ma certa, certissima verità, questa!

Fin che ancora siamo in tempo, in questa vita, purifichiamoci immer­gendoci in questo mare del Sangue Preziosissimo di Gesù, col più sincero dolore, con fermo proposito, per evitare la terribile sentenza della condanna eterna.

Fioretto: Ripeti spesso: "O buon Gesù, il tuo Sangue mi salvi nel giorno dei giudizio".

ESEMPIO S. Domenico vide una volta la Beata Vergine Maria aspergere col Sangue di Cristo i fedeli che erano accorsi per ascoltare le sue prediche.

Un'altra volta vide un fedele che nella vita fu devoto di Maria al tribunale di Dio: la bilancia pesava dalla parte della condanna. La Madonna versò allora una goccia del Sangue di suo Figlio sul piatto della misericordia. E' bastato questo perchè la bilancia cambiasse posizione: quell'anima fu salva.

sabato 26 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E L'UNZIONE DEI MALATI



Anche nel tempo della malattia e soprattutto negli ultimi momenti della nostra vita il Sangue di Gesù ci offre salvezza. Gesù agonizzante nel Getseman! ci dà un'immagine di quel supremo momento in cui la nostra anima si separerà dal corpo. Dolori per il corpo e per l'anima: le ultime decisive tentazioni.

Anche per Gesù fu dura lotta, tanto che pregò il Padre suo di allonta­nare da lui quel calice colmo di amarezza. Pur essendo Dio non cessava di essere uomo e di soffrire come uomo.

Per noi sarà più dura, perché ai dolori si aggiungerà il timore del giudizio di Dio. Dove troveremo la forza di cui avremo bisogno in quei momenti? La troveremo nel Sangue di Gesù, nostra unica difesa nell'ultima prova.

II sacerdote pregherà su di noi e ci ungerà con l'Olio di salvezza, perché la potenza del demonio non vinca sulla nostra debolezza e gli angeli ci portino tra le braccia del Padre. Per ottenerci perdono e salvezza il sacerdote non farà appello ai nostri meriti, ma ai meriti guadagnatici dal Sangue di Gesù.

Quanta gioia, pur nel dolore, al pensiero che, grazie a quel Sangue, potrà aprirsi anche per noi la porta del cielo!

Fioretto: Pensa spesso alla morte e prega perché ti sia conces­sa la grazia di una morte santa.

ESEMPIO Nella vita di S. Francesco Borgia si legge questo terribile fatto. Il santo stava assistendo un moribondo e, prostrato a terra accanto al letto con un Crocifisso, con calde parole esortava il povero peccatore a non rendere inutile per sé la morte di Gesù. Ad un tratto il Crocifisso cominciò a grondare Sangue vivo dalle piaghe: un miracolo voluto da Dio per invitare il peccatore ostinato a chiedere perdono di tutte le sue colpe. Tutto fu inutile. Allora il Crocifisso staccò una mano dalla croce e, dopo averla riempita del suo Sangue, l'avvicinò a quel peccatore, ma ancora una volta l'ostinazione di quell'uomo fu più grande della misericordia del Signore. Quell'uomo morì col cuore indurito nei suoi peccati, rifiutando anche quel dono estremo che Gesù aveva fatto del suo Sangue per salvarlo dall'inferno.

venerdì 25 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL SACERDOZIO


Col sacramento dell'Ordine sono creati i sacerdoti il cui compito è quello di consacrare, di offrire l'Ostia immacolata, di istruire il popolo sulla dottrina di Gesù, in una parola: di far rivivere nella Chiesa lo stesso Gesù e il suo ministero di salvezza. Il sacerdote, per i poteri che ha, può essere collocato più in alto degli angeli.

Gesù ha fondato il Sacerdozio ministeriale nell'ultima cena, quando, istituita l'Eucaristia, ordinò agli apostoli di fare altrettanto. In quell'occa­sione Gesù comunicò per la prima volta a dei semplici uomini il suo Sacerdozio. Da allora non ha mai lasciato mancare sacerdoti alla sua Chiesa, perchè offrissero a tutti i meriti e la grazia che ci ha guadagnato col suo Sangue. Ministro dunque del Sangue di Cristo!... questo è ogni sacerdote. Quale grandezza si nasconde in un povero uomo!

Nel sacrificio della Messa il Signore Gesù continua a offrire, per le mani dei sacerdote, il suo Preziosissimo Sangue con gli stessi scopi per cui lo ha versato sulla croce e cioè: a) - per dare a Dio degna adorazione (fine latreutico); b) - per ringraziarlo dei suoi benefici (fine eucaristico); c) - per placare la giustizia divina (fine espiatorio); d) - per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno (fine impetratorio).

Fioretto: Recita tre volte l"Ave Maria" alla Regina degli apostoli per tutti i sacerdoti.

ESEMPIO Il Beato Francesco Lippi da Siena, rimasto orfano in giovane età, si diede a una vita libertina. Dio, che lo voleva salvo, lo colpì con la cecità, ma gli ha aperto gli occhi dell'anima. Francesco fece un pellegrinaggio a S. Giacomo di Compostella in Spagna e là ottenne la guarigione. Datosi a una vita di penitenza, fu invitato dalla Madonna a entrare come laico fra i Carmelitani.

Un venerdì, mentre meditava la passione del Signore, gli apparve Gesù trafitto in croce con le piaghe grondanti Sangue che gli disse: "Guarda, Francesco, quanto ho sofferto per gli uomini e pensa a quanto è grande la loro ingratitudine!". A queste parole il beato si sentì venir meno. Prese i flagelli e si percosse a sangue per scontare i peccati suoi e degli uomini e da quel giorno portò con sé il Crocifisso per aver sempre presenti i dolori del suo Salvatore.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e be­nedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. San­ta Maria, Madre di Dio, prega per noi pec­catori, adesso e nell'ora della nostra mor­te. Amen.

giovedì 24 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL MATRIMONIO




L'apostolo Paolo parlando di questo sacramento lo definisce "grande" in rapporto a Cristo e alla Chiesa, della cui stretta unione è un'immagine viva. Ma quando Gesù fece sua sposa la Chiesa? Gesù è il nuovo Adamo e come il primo Adamo ebbe da Dio la sua sposa, che fu tratta dal suo Costato mentre era immerso in un sonno profondo, così Gesù ebbe in dono dal Padre la sua sposa, la Chiesa, che fu tratta dal suo costato mentre era immerso nel sonno della morte sulla croce.

Questo sposalizio di Gesù con la sua Chiesa è reso visibile dal Matrimonio che l'uomo celebra con la sua sposa. Gesù benedice l'offerta che l'uomo e la donna fanno di sé l’uno all'altro e l'offerta del loro amore a lui. Nel sacrificio della Messa il Signore sparge il suo Sangue sugli sposi perché da questo Sangue possano attingere la capacità di amarsi e di amare insieme Dio e il prossimo come lui ci ha amati.

Se viviamo nella verginità, uniamoci a lui più strettamente. Se siamo sposati santifichiamo la nostra unione per essere immagine vivente dell'unione di Gesù con la Chiesa, sua sposa.

Fioretto: Recita tre volte il "Padre nostro" per le famiglie.

ESEMPIO In Spagna si venera un Crocifisso che ha il braccio destro schiodato e abbassato. Ai piedi di questa immagine di Gesù un giorno un peccatore ha confessato le sue colpe, ma il confessore esitava ad assolverlo. Lo ha poi perdonato ed ha aggiunto. "Ma bada di non ricadere". Il penitente promise, ma era debole e ricadde. Tornò allora dal sacerdote che lo accolse con severità: "Questa volta non ti assolvo". Il penitente replicò. "Quando ho promesso ero sincero, ma sono debole. Padre, mi dia il perdono del Signore". Anche stavolta il confessore lo perdonò, ma disse. "E' l'ultima volta!". Qualche tempo dopo il penitente ritornò, ma il sacerdote gli disse seccamente. "Tu ricadi sempre, il tuo proposito non è sincero". "E' vero, padre, io ricado spesso, ma è perché sono debole. Sono un malato, ma il mio pentimento è sincero". "No, non c'è perdono per te!". Dal Crocifisso si è sentito allora un singhiozzo. Il Cristo ha schiodato la mano destra e, alzandola, ha tracciato sul capo di quel peccatore il segno dell'assoluzione. Contemporaneamente una voce disse al sacerdote: "Tu non hai versato il tuo sangue per lui!".
PADRE NOSTRO Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. 

mercoledì 23 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E L'EUCARISTIA



L'Eucaristia è per eccellenza il sacramento del Preziosissimo San­gue: in essa riceviamo il Sangue dei Redentore non misticamente come negli altri sacramenti, ma realmente. Come già una volta moltiplicò il pane nel deserto per sfamare migliaia di persone, così in questo sacra­mento Gesù moltiplica se stesso in modo che ogni fedele possa nutrirsi del suo Corpo, dissetarsi del suo Sangue e fare con lui una cosa sola. A Gesù non è bastato morire per noi, perdere il suo Sangue: quel Sangue ha voluto donarcelo. La S. Comunione col Corpo e Sangue di Gesù ci purifica dai peccati veniali e dalle nostre mancanze quotidiane, ma anche ci preserva da quelle colpe in cui potremo cadere. Se meditassimo più a fondo su queste verità, riceveremmo più spesso la S. Comunione. E soprattutto, con quale rispetto, con quale adorazione, con quanto amore ci accosteremmo a Gesù Eucaristia!

Fioretto: Per una volta almeno accostati all'Eucaristia facendo prima un digiuno un po' più lungo di quello minimo voluto dalla Chiesa.

ESEMPIO Nel 925 Mantova era assediata da truppe straniere. Per evitare profanazioni la reliquia del Sangue di Gesù fu divisa in due parti, una presso S. Andrea e l'altra nella chiesa di S. Paolo. Col passare degli anni però si perse il ricordo di questi luoghi. Dopo molte preghiere nel 1049 lo stesso S. Andrea lo svelò al beato Adalberto di Mantova. La cristianità fu in festa e avvennero vari miracoli. Papa Leone IX con molti vescovi venne a Mantova per venerare la reliquia. Avrebbe voluto portarla a Roma, ma impedito dal popolo, ne riportò una piccola parte che collocò a S. Giovanni in Laterano e che Pio IX pose in un artistico reliquiario.

Il 1479 fu ritrovata l'altra parte della reliquia, quella nascosta nella chiesa di S. Paolo e che ora si conserva nella cattedrale. Nel 1562 una parte fu data alla chiesa di S. Barbara in Mantova. Nel 1848 i soldati austriaci che alloggiavano in S. Andrea profanarono e asportarono la reliquia conservata in quella chiesa. Nel 1876, per compensare la perdita subita dalla chiesa di S. Andrea, si prese una parte dalla reliquia della cattedrale e un'altra da quella conservata in S. Barbara e si costituì di nuovo il prezioso tesoro che in processione fu portato in S. Andrea.

martedì 22 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA CONFESSIONE


C'era a Gerusalemme una piscina detta "Probatica" che aveva cinque portici sotto i quali c'erano infermi di ogni genere. Questi infermi aspet­tavano la venuta dell'angelo del Signore. Al movimento dell'acqua, provocato dall'angelo, il primo che si immergeva veniva guarito.

Questa piscina era il simbolo del sacramento della Confessione, che attinge la sua efficacia dal Sangue che Gesù ha versato per noi. Con la differenza che alla piscina veniva guarito un solo infermo, mentre nella Confessione tutti i cristiani possono guarire dalle loro infermità spirituali.

Come già il buon ladrone, ogni volta che noi riceviamo l'assoluzione dal sacerdote beneficiamo della morte di Gesù. Non sette volte sette, ma settanta volte sette il Signore ci perdona le offese che gli abbiamo fatto. Dunque, quando siamo in peccato non stiamo lontani da lui, ma cerchiamo con umiltà e con tanta fiducia il suo perdono.

Fioretto: Confessati al più presto, anche se non hai colpe gravi e preparati alla Confessione nel migliore dei modi.

ESEMPIO Le reliquie del Sangue di Gesù hanno contribuito più di ogni altra causa al diffondersi di questa devozione. La tradizione ci racconta che Longino, il soldato che colpì il costato di Gesù, fu ricam­biato con grande misericordia da parte del Signore. Alcune gocce di quel Sangue divino, cadutegli negli occhi, lo guarirono da una penosa infer­mità e gli aprirono gli occhi dell'anima alla fede. Riconoscente, raccolse un po' di quel Sangue e lo conservò gelosamente in una ampolla. Nell'anno 35, perseguitato dagli Ebrei, si rifugiò nell'Isauria, poi ad Antiochia, quindi a Roma e infine a Mantova, dove predicò il vangelo e morì martire il 2 dicembre del 38, dopo aver nascosto il prezioso tesoro in un orto ove ora si erge la magnifica chiesa di S. Andrea.

Nell'804, su indicazione venuta dal cielo, la preziosa reliquia fu ritro­vata accanto al corpo del martire. Sulla cassetta di piombo contenente l'ampolla era scritto: "Sangue di Gesù Cristo". Saputa la cosa, Carlo Magno, pregò il Papa Leone III di far verificare la cosa, perché era desideroso di venir ad adorare la preziosa reliquia, come poi fece con grande seguito di principi e cavalieri. L'esempio di Carlo Magno fu imitato da papi, da principi e da re.

Il rito autentico, l'educazione, la conversione.




Non c'è nessun fatto puramente esterno a noi che possa garantire il rinnovamento della Chiesa o la rinascita della vita cristiana.
Quando parliamo della crisi della fede nei tempi moderni, quando desideriamo il rifiorire della vita cristiana del nostro popolo, dobbiamo avere ben presente che non è possibile affidarci a nessun automatismo garantito da qualcosa che accade solo fuori di noi: la rinascita partirà sempre dal nostro nascere di nuovo alla grazia di Dio. Sì, è dalla conversione personale che dobbiamo sperare il rifiorire della Chiesa tra noi.
È proprio partendo da un errore di prospettiva che si è pensato di diffondere il cristianesimo a suon di riforme. È stato, crediamo, l'errore degli anni conciliari. Cerchiamo di spiegarci.
C'era bisogno di un rinnovamento della vita cristiana negli anni ’50 e ’60? Certamente sì. C'era bisogno di una maggiore verità nella vita sacerdotale, nei conventi, nelle associazioni laicali, nelle scuole cattoliche, nelle famiglie? Non facciamo fatica ad ammetterlo: un certo formalismo stava mettendo in pericolo la vita di fede... c'era bisogno di una freschezza data dall'autenticità.

lunedì 21 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA CRESIMA



La vita dell'uomo sulla terra è una continua lotta e dobbiamo comba­ttere con molta fortezza per ottenere la corona di gloria che il Signore ci ha promesso. Combattere contro il mondo ingannatore che con le sue molte vanità ci tende lacci da ogni parte, contro le passioni disordinate che ci portiamo dentro a causa del peccato originale, contro il demonio che - come dice S. Pietro - "come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare" (1 Pt 5, 8).

Inoltre è necessario un continuo esercizio delle virtù per crescere nella perfezione.

Prevedendo il Signore tutti questi pericoli e conoscendo tutti i nostri bisogni, ha voluto fortificarci col sacramento della Cresima che ci dà le armi per combattere e vincere.

Questo sacramento riceve la sua efficacia dal Sangue potentissimo di Gesù ed è per questo che il vescovo, nell'amministrarlo, segna la fronte del cresimando con il segno della santa croce, già consacrata dal Sangue di Cristo.

Ma perchè talvolta siamo così deboli nella lotta?

E' perchè ci dimentichiamo troppo spesso che anche Gesù ha combattuto contro le tentazioni del demonio e non ricorriamo più alle armi spirituali che il Signore ci ha consegnato col sacramento della Cresima.

Soprattutto non ricorriamo al Sangue di Gesù in cui è racchiusa la sorgente di ogni forza.

Fioretto: Testimonia la tua fede con semplicità, con spontaneità, ma anche con fermezza, in ogni situazione.

ESEMPIO La Beata Giovanna di Dio parve avere fin dalla prima infanzia la devozione alla passione di Gesù, tanto che al venerdì si asteneva dal prendere il latte dalla madre. Un giorno, contemplando il Sangue che scendeva dalle piaghe di Gesù, si lamentava perché non le era concesso di spargere almeno una parte del suo sangue per Colui che lo aveva sparso tutto per lei. Le apparve allora un angelo a consolarla dicendo: "Gesù accetta come fossero sangue le lacrime che si versano meditando sulla sua passione".

Le passioni dell'anima - la Tristezza


di don Gabriele D'Avino

La specie umana ed animale, secondo il dire del poeta Virgilio, «ha paura, desidera, gioisce e soffre» (Eneide, l. VI, v. 733); è agitata insomma dalle passioni, tra le quali spicca, frequentissima, la Tristezza che provoca, appunto, sofferenza. La Tristezza si definisce come passione dell'appetito concupiscibile conseguente alla percezione di un male corporale interiore che infastidisce (P. Ramirez, De passionibus animae, t. V, n. 398); si distingue dal Dolore, che riguarda la percezione di un male esteriore, anche se ha caratteristiche simili a quest'ultimo.

La Tristezza, pur essendo una passione, riguarda gli esseri razionali poiché è conseguente (come già la gioia, suo opposto) all'apprensione di un male: vale a dire che, mentre il dolore riguarda il senso del tatto, in cui ha sede (e che è percepito da tutti gli animali) la Tristezza fa seguito ad un atto dell'intelletto o dell'immaginazione che considera un tale male precisamente sub specie mali, non necessariamente presente ma anche passato o futuro: perciò, solo un uomo può provarla.

Ad esempio, mentre un animale sarà infastidito dal dolore fisico provocato da una percossa, l'uomo potrà provare tristezza al solo pensiero di doverne subire senza riuscire a sfuggirle, come nel caso di chi è minacciato dai nemici che gli sono di fronte e che si preparano a torturarlo, tortura che già "vede" come se fosse presente. O, ancora, il ricordo di una malattia subita nel passato può accendere una tale passione anche se il male in questione non è più presente.
Per San Tommaso è chiaro che la tristezza interiore è più forte, almeno per se, del dolore fisico: in particolar modo perché la percezione della prima fa riferimento alla ragione o almeno all'immaginazione, mentre il secondo fa riferimento, come dicevamo, al senso del tatto; ora, la ragione e l'immaginazione sono superiori ai sensi esterni, di conseguenza anche i loro moti hanno la stessa gerarchia (Ia IIae, Q. 35, a. 7 c.).

Tra l'altro, lo si può notare anche a posteriori nel fatto che spesso gli uomini preferiscono subire un dolore fisico per sfuggire una tristezza morale: un pugile si sottopone volentieri al dolore dei colpi dell'avversario pur di non subire l'onta di una sconfitta, di certo più difficile da "smaltire".

Le cause della Tristezza sono naturalmente molteplici, ma possono dividersi in due grandi categorie: la presenza (anche solo immaginativa) di un male, o la perdita di un bene. È chiaro per San Tommaso che, metafisicamente, le due cose sono identiche: il male non è una "cosa", per cui l'arrivo di un male corrisponde esattamente alla perdita di un bene. Contrarre una malattia, ad esempio, non è altro che perdere la salute. È solo per semplificazione dei concetti che si tratta il male come una "cosa" che abbia una sua esistenza: in questo caso, è fonte maggiore di tristezza la presenza di un male che non la perdita di un bene (Ia IIae, Q. 36, a. 1 c.).

domenica 20 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL BATTESIMO


Dal costato aperto di Gesù sgorgano le ultime gocce di Sangue miste ad acqua; è la porta della vita divina che si apre: da qui ricevono la loro efficacia i sacramenti. In quell'acqua è significato il sacramento dei Battesimo, che è quella fonte che ci lava dal peccato e ci genera alla vita della grazia.

Ma da dove l'acqua attinse e ottenne tanta potenza per la purificazio­ne delle nostre anime?

Risponde l'abate Ruperto: "Dal Sangue Preziosissimo che Gesù ha versato per noi".

Dall'unione dell'acqua col Sangue del Redentore derivano gli effetti prodotti nell'anima dal Battesimo.

E questi sono gli effetti che il Battesimo produce in noi: ci genera alla vita di grazia, ci fa diventare figli adottivi di Dio, ci rende fratelli di Gesù, ci inserisce come membra vive nella Chiesa e ci fa eredi del paradiso.

Quanto è grande la bontà di Gesù! Quanto è efficace il suo Sangue divino!

Ma noi sappiamo mantenere quella vita di grazia che ci è stata donata nei Battesimo? O col peccato contaminiamo la nostra anima lavata dal Sangue di Gesù?

Ci ricordiamo in ogni situazione della grande dignità che abbiamo acquistato diventando figli di Dio?

Se siamo fratelli di Gesù, se siamo membra della sua Chiesa, se siamo eredi del paradiso... che cosa possiamo desiderare di più grande in questa vita?

Non attacchiamo perciò il nostro cuore alle povere cose di questo mondo, che tanto promettono e ben poco danno!

Fioretto: Rinnova le tue promesse battesimali.

ESEMPIO Il Beato Serafino da Ascoli, cappuccino, non contento di passare notti intere a meditare sulla passione di Gesù e intere setti­mane senza cibo per amore di Cristo, aggiungeva anche il sacrificio del proprio sangue. Per assomigliare di più al suo Signore, spesso si flagellava così duramente da rendere il suo corpo tutto una piaga.

sabato 19 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELL'APERTUTA DEL COSTATO


Morto Gesù sulla croce, uno dei soldati romani che stavano sul Calvario impugna una lancia e scaglia un colpo spietato e violento contro il Costato dei Salvatore: lo squarcia, apre il Cuore e da quella ferita, come ci assicura l'apostolo ed evangelista S. Giovanni che era presente sotto la croce, scaturisce acqua e Sangue, simbolo, secondo l'interpretazione di S. Agostino, dei sacramenti che ci purificano e ci alimentano spiritual­mente.

Questo Cuore aperto è il riparo in cui sono chiamati a rifugiarsi sia i giusti che i peccatori; nel suo Cuore Gesù ci invita a nascon­derci per evitare il castigo meritato con le nostre colpe e per lavarci dai nostri peccati.

Accogliamo il suo invito, rifugiamoci nella piaga di quel Cuore che tanto ci ha amato.

Gesù ci assicura: "Io vi offro il mio Cuore, basta solo che voi mi doniate una lacrima, un atto di dolore per avermi offeso. Non è molto quello che vi chiedo: soltanto un po' di amore in cambio dell'amore infinito che io vi ho donato e continuo a donarvi".

Quanto poco basta per avere il perdono del Signore! Eppure, troppi negano al loro Dio anche questo poco. Tutto vogliono, tutto pretendono, ma non sanno dar nulla in cambio al loro Signore.

Cerchiamo di non far parte anche noi di questa folta schiera di approfittatori.

Fioretto: Recita cinque volte il "Padre nostro" in onore delle cinque piaghe di Gesù.

ESEMPIO La Beata Osanna da Cattaro, colpita un giorno da fortissima febbre, ha cominciato a lamentarsi per il brutto stato di salute in cui si trovava. Le apparve allora Gesù, tutto piagato e grondante Sangue e le disse. "Figlia mia, perché ti lamenti tanto per questo tuo piccolo male e non piuttosto per i grandi dolori che io ho sofferto per te?".

La beata Osanna ne fu così colpita che da quel momento, a chi le esprimeva sentimenti di compassione, vedendola molto soffrire, rispon­deva: "Quanto ha sofferto Gesù! Come possiamo noi lamentarci per i nostri dolori?".
PADRE NOSTRO Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. 

venerdì 18 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CROCIFISSIONE



Gesù è giunto sul Calvario dopo un viaggio penoso col duro tronco della croce sulle spalle. Lo spogliano con sua grande umiliazione e dolore e lo inchiodano senza pietà su quel legno, squarciando le sue mani. Quindi innalzano quel palo a cui è fissato dai chiodi e lo posano sul paio verticale già piantato a terra in precedenza.

Per Gesù è una scossa violenta che moltiplica il dolore.

E' poi la volta dei piedi, inchiodati come le mani con pochi colpi, senza pietà. Le ferite si allargano, il Sangue scorre e bagna, per redimerla, questa terra di peccato.

Lì, ai piedi di quella croce, sta la Vergine Madre, straziata da un tormento troppo grande, eppure composta nel suo dolore. Piange in silenzio. Piange anche per colpa mia e tua. Soffre e offre il suo dolore, unito a quello del Figlio, perché il Padre perdoni le nostre colpe.

Lì, sotto quella croce, c'è anche Giovanni: non comprende fino in fondo il perché di quella morte, ma non si ribella. Soffre e adora. Il sole si oscura e Gesù, in un mare di dolore, offre il suo Sangue all'eterno Padre per la nostra salvezza.

Prostriamoci e adoriamo. Chiediamo a Gesù che il suo Sangue scenda sul nostro capo, non a nostra condanna, come sul capo degli Ebrei, ma a nostra salvezza.

Fioretto: Leggi su uno dei vangeli il racconto della crocifissione di Gesù.

ESEMPIO La Beata Cristina di Spoleto meditava un giorno sui dolori di Gesù. Giunta col pensiero alle orribili piaghe fatte dai chiodi nei piedi dei Signore, disse a se stessa: "Oh, ingrata! Ecco quanto soffre Gesù per te e quanto Sangue versa per amore tuo! E tu che cosa fai per amore suo e per ricambiare tanta bontà?" Detto questo, prese un grosso chiodo e si trafisse un piede da parte a parte, felice di poter rendere a Gesù sangue per Sangue.

Certo il Signore non vuole questo da noi, ma un po' di mortificazione la chiede a tutti, in modo che senza causare danni al nostro corpo, possiamo tranne vantaggi per l'anima..

giovedì 17 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE SULLA VIA DEL CALVARIO



Fin qui Gesù ha sparso il suo Sangue in alcuni luoghi precisi: l'orto del Getsemani, ai piedi della colonna dove è stato flagellato e nel pretorio dove fu coronato di spine.

Ora il Signore vuole estendere la presenza di quel Sangue a tutti i luoghi, perché tutti gli uomini possano godere dei mirabili benefici del suo contatto.

La strada percorsa da Gesù è tutta insanguinata. I suoi santi piedi nudi inciampano e lasciano tracce di Sangue sulla terra: ne è intrisa la polvere e ne sono macchiate le pietre sulle quali passa.

La Veronica, mossa a compassione per tanto dolore, asciuga il volto di Gesù dal sudore e dal Sangue.

Gesù cade per ben tre volte e le ferite si riaprono.

Vedendo sua Madre, Gesù prova una stretta al cuore e il suo Sangue scorre più abbondante.

Tracce di Sangue vanno a finire sui soldati, sulla folla, sulle vie di Gerusalemme, sul sentiero del Calvario, sulla veste che indossa e sulla croce che porta.

Pensiamo alla generosità di quel Dio che versa il suo Sangue per salvare le anime e lo versa anche per quelle anime che non vogliono salvarsi! Gesù ha sparso il suo Sangue per la conversione dei peccatori, ma noi ne godremo il beneficio solo se sapremo corrispon­dere al suo amore col nostro impegno.

Fioretto: Fa la "Via Crucis" (anche in casa, se non ti è possibile in chiesa).

ESEMPIO La Beata Chiara di Montefalco ebbe fin da piccola una devozione così grande al Crocifisso e un grande desiderio di soffrire per amore suo, che a soli sei anni già si flagellava. La passione di Gesù era l'argomento su cui più frequentemente e più volentieri meditava. Spesso diceva: "Quando si è visto Gesù sulla croce, com'è possibile pensare ad altro?". Ottenne dal Signore di partecipare alle amarezze della sua passione e che nel suo cuore si imprimessero sensibilmente tutti gli strumenti della passione, come fu possibile constatare dopo la sua morte.

mercoledì 16 luglio 2014

Dialogo de Carmelitas

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CORONAZIONE DI SPINE


Quei perfidi carnefici che straziarono il corpo di Gesù non furono contenti finché non ebbero esaurito tutti i mezzi per rendere il più dolorosa possibile la passione del Signore.

Gesù aveva detto che era re e che era venuto in questo mondo per impiantare il suo regno. "Orrenda bestemmia! - gridarono - Noi non abbiamo altro re che Cesare. Questo falso re va punito come merita".

Intrecciarono perciò una corona di acutissime spine e tra bestemmie e derisioni si avvicinarono a Gesù e a viva forza gliela calarono sul capo premendola con violenza.

Altre ferite, altro dolore, altro Sangue, oltre a quello già versato. Gesù è scosso dalla testa ai piedi per la dolorosa agonia.

Ecco che cosa hanno fruttato al Signore Gesù i nostri pensieri peccaminosi!

Umiliamo la nostra superbia e purifichiamo la nostra mente da qualunque cattivo pensiero.

E sia per noi motivo di gioia se talvolta possiamo partecipare alle sue umiliazioni.

Rinunciamo al mondo. E come Gesù dal mondo fu odiato e deriso, così accettiamo anche noi le contraddizioni, le incomprensioni e il disprezzo che il mondo ci regala.

Fioretto: Ripeti più volte, oggi, questa giaculatoria: "Signore, donami l'umiltà del cuore e la serenità nelle umiliazioni".

ESEMPIO S. Camillo de' Lellis, il grande apostolo degli ammalati, per poter trovare conforto nella sua ultima agonia e affrontare serena­mente il giudizio di Dio, volle avere davanti agli occhi il ricordo della passione di Gesù e dei dolori di Maria. Fece perciò dipingere per tempo un Crocifisso dalle cui piaghe colava abbondante Sangue e ai piedi del quale stava la Vergine Madre che intercedeva a suo vantaggio. In quel quadro volle essere dipinto anche lui, prostrato a terra. Dalla sua bocca ha voluto che uscissero queste parole: "Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue". E fu proprio contem­plando quel Sangue, versato per lui, e fonte di consolante fiducia, che rese l'anima a Dio.

martedì 15 luglio 2014

SE TOCCHI LA MESSA CROLLA IL PAPATO

Pubblichiamo il numero di Settembre 
di "Radicati nella fede"
Gran parte del cattolicesimo cosiddetto “conservatore” sta commettendo un errore gravissimo: per salvare ciò che resta della presenza cattolica nel mondo, per rendere più forte la missione della Chiesa nella società secolarizzata, per tentare un sussulto di orgoglio cattolico di fronte alla stanchezza dilagante di molti settori ecclesiali, sta puntando tutto sul Papa. Inoltre gestisce questa attenzione sul Papa esattamente come fanno giornali, televisione e siti internet, che esaltano la figura umana del pontefice sottolineando con orgoglio l'attenzione popolare sulla sua persona. Si comportano esattamente come fa il mondo senza fede o non preoccupato della fede, che parla dei raduni oceanici intorno al vicario di Cristo, dei suoi gesti eclatanti, delle scelte controcorrente che sembra fare.

No, non è dal Papa che occorre partire, per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa, bensì dalla Santa Messa, dalla Santa Eucarestia.

Per spiegarci ricorriamo ad un autore spirituale tra i più importanti del '900, Dom Chautard, abate della Trappa di Sept-Fons. In un suo testo in cui spiega la vocazione cistercense, Les cisterciens Trappistes, l'ame cistercienne, ad un certo punto l'abate benedettino racconta di un suo colloquio con il primo ministro francese Clemenceau, il famoso “Tigre”. Si era negli anni delle soppressioni degli ordini religiosi, e Dom Chautard era incaricato del delicato compito di salvare la presenza monastica in Francia. Così si trovò a colloquio con il radicale e anticlericale “Tigre”.

Crediamo molto utile tradurre e trascrivere ciò che l'abate riferisce del loro parlare:

“Mi accingerò - è Dom Chautard che parla a Clemenceau - a rispondere alla vostra domanda: Che cos'è un Trappista? Perché vi siete fatto Trappista? E per non allargarmi oltre misura, mi accontenterò di questo argomento: una religione che ha per base l'Eucarestia, deve avere dei monaci votati all'adorazione e alla penitenza. 

“L'Eucarestia è il dogma centrale della nostra religione. Lo si è chiamato il dogma generatore della pietà cattolica.

“Non lo è il papato, come sembrate credere.

“Il papato non è che il porta parola di Cristo. Grazie ad esso i fedeli custodiscono intatto il dogma e la morale insegnata da Gesù Cristo. Esso è la protezione che ci mantiene sulla strada tracciata in modo preciso dal nostro divino fondatore. Ma è solo Cristo che resta Via, Verità e Vita.

“Ora, il Cristo non è un essere scomparso dove non sappiamo, né un essere lontano al quale pensiamo. Egli è vivente; abita in mezzo a noi; è presente nell'Eucarestia. Ed è per questo che l'Eucarestia è la base, il centro, il cuore della religione. Da là parte ogni vita. Non da altrove.

“Voi non ci credete. Ma noi ci crediamo, noi. Crediamo fermamente, risolutamente, nel fondo del nostro essere, che nel tabernacolo di ognuna delle nostre chiese, Dio risiede realmente sotto l'apparenza dell'Ostia.”

E' chiaro, il dogma centrale del cristianesimo è la Santa Eucarestia, tutto parte da lì, non da altrove... e se diminuisce la fede nel dogma centrale, nella Santa Eucarestia, tutto crolla nel cristianesimo, nella Chiesa. E non è stato forse così in questi anni? Pensiamo alle nostre chiese, con dentro Cristo “abbandonato”. Si è fatto di tutto per nascondere il tabernacolo, e quando non lo si è nascosto in qualche antro secondario, con la scusa che lì i fedeli avrebbero adorato meglio, quando lo si è lasciato centrale nella chiesa, lo si è coperto con tutto e di più: con i tavoli per celebrare la nuova Messa e con tutto un ciarpame di cose che rivelano solo, oltre il cattivo gusto, il disordine mentale del cattolicesimo di questi anni, che non ha certo fatto dell'Eucarestia il dogma centrale della fede. Pensiamo alla quasi scomparsa nelle chiese della genuflessione e del raccoglimento: in chiesa bisogna custodire il silenzio, sempre, perché Dio è presente nel tabernacolo: è Lui che fa vera la nostra preghiera, e non il nostro agitarci e il nostro fare baccano. 

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