Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 31 ottobre 2019

I Santi al posto delle streghe di Halloween

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Santi e patroni al posto di fantasmi, streghe e diavoletti. Così ogni Parrocchia scuola, e comune italiano dovrebbero iniziare a fare, provare a mettere Halloween in un angolo, almeno per qualche ora, coinvolgendo famiglie, bambini e ragazzi in un'iniziativa alternativa. Con dei brevi cortei che si snodano nel pomeriggio del 31 ottobre, nei centri delle città e paesi italiani,dove i partecipanti fossero vestiti da santi, apostoli e martiri di cui, ad esempio, ciascuno porta il nome.La solennità di Tutti i Santi è l’occasione per riscoprire la comune chiamata a diventare una finestra aperta sul Cielo.Verso la festa dei Santi! E sono diverse le modalità per “entrare” in quella notte che è tripudio di Luce, di bellezza, della memoria di piccole e necessarie imprese o più semplici testimonianze di fede che hanno innestato nella storia dell’umanità un Vangelo vivo, che si tocca, che ha rivelato attraverso i gesti e le parole di santi e sante, il volto di Cristo.

mercoledì 30 ottobre 2019

Saint Vincent Ferrier et le rosaire



ILYA six siècles, le grand thaumaturge 1 dominicain, saint Vincent Ferrier (1350-1419), obtint de nombreux miracles par le rosaire. En voici quelques illustrations 2 . I Un moribond, désespéré à la vue de ses nombreux péchés, refusait de se confesser, prétextant que ses iniquités étaient trop grandes. Saint Vincent, averti de l’état de cet impénitent, accourt à son chevet pour le sauver et lui parle avec tendresse. Celui-ci ne lui répond que par des paroles de désespoir. Vincent lui répliqua : Vous savez bien pourtant, mon cher frère, que le bon Jésus est mort pour vous sur la croix. Pourquoi donc désespéreriez-vous de sa miséricorde ? Le malheureux, irrité par ces paroles, lui dit avec fureur : 1 – Le procès de canonisation enregistra 873 miracles, puis renvoya les autres témoins ! 2 – D’après le P. André PRADEL O.P., dans Saint Vincent Ferrier, sa vie, ses enseignements spirituels, son culte pratique, librairie Poussielgue-Rusand, 1864. Précisément, c’est pour cela que je veux me damner, au déplaisir de Jésus-Christ. Vincent, plein de confiance en la miséricorde divine, tourna le visage vers le moribond et lui dit : Et toi, malgré toi je te sauverai ! Puis se tournant vers la foule qui écoutait ce dialogue : Récitez le rosaire ! Dieu répondit à l’héroïque espérance de son serviteur, par un miracle. Avant que le rosaire fût terminé, on vit la chambre remplie d’une lumière immense, la Mère de Dieu apparut portant dans ses bras le divin enfant, couvert de blessures. Le pécheur endurci, témoin de ce spectacle et pris de componction, demanda pardon à Dieu et aux hommes des blasphèmes qu’il avait proférés, et, ayant reçu les sacrements de l’Église, il expira, l’âme prête à monter au ciel. Aux femmes stériles qui venaient voir le saint, il leur enseignait de vivre dans la crainte de Dieu, d’avoir un grand soin de garder la fidélité conjugale et il prescrivait la récitation quotidienne de plusieurs prières : le psaume 127, Pater, Ave et Credo matin et soir, se signer avec de l’eau bénite avant le repas, et surtout la méditation du saint rosaire. Par ce moyen, un grand nombre de femmes obtinrent la fécondité.

Le virtù di Maria Santissima: La preghiera di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Non vi è mai stata su questa terra alcun'anima che come la beata Vergine abbia con tanta perfezione messo in pratica il grande insegnamento del nostro Salvatore: « Bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai » (Lc 18,1). Da nessun altro, dice san Bonaventura, possiamo meglio prendere esempio ed imparare la necessità che abbiamo di perseverare nella preghiera, quanto da Maria. Il beato Alberto Magno afferma che, dopo Gesù, la divina Madre fu nella virtù d'orazione la più perfetta di quanti vi sono mai stati e vi saranno. In primo luogo la sua orazione fu continua e perseverante. Sin dal primo istante in cui ebbe la vita e con la vita il perfetto uso della ragione, Maria cominciò a fare orazione. Perciò, per meglio attendere alla preghiera, a tre anni volle rinchiudersi nel ritiro del tempio. Ella stessa disse alla vergine santa Elisabetta: « Mi alzavo sempre a mezzanotte e andavo davanti all'altare del tempio a presentare le mie preghiere al Signore ». Inoltre, per meditare sulle sofferenze di Gesù, dice Odilone, « visitava frequentemente i luoghi della nascita, della passione e della sepoltura del Signore ». San Dionisio Cartusiano scrive: « Nessun affetto disordinato, nessuna distrazione, nessuna occupazione esteriore distoglieva mai la mente della Vergine dalla sua contemplazione ». Per l'amore che portava all'orazione, la beata Vergine amò tanto la solitudine che, come disse a santa Brigida, nel tempio si astenne dal frequentare anche i suoi santi genitori. Riflettendo sulle parole di Isaia: « Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, e lo chiamerà col nome di Emmanuele » (Is 7,14), san Girolamo osserva che in ebraico la parola Virgo significa propriamente « Vergine ritirata » e dunque già dal profeta fu predetto l'amore che Maria avrebbe portato alla solitudine. Riccardo di san Lorenzo afferma che l'angelo le disse: « Il Signore ècon te, a causa del suo grande amore per la solitudine ».

martedì 29 ottobre 2019

Comunicato del Superiore generale in occasione del sinodo dell'Amazzonia




Cari membri della Fraternità,

Il recente sinodo dell'Amazzonia è stato teatro di spettacoli esecrabili in cui l'abominazione di riti idolatrici è entrata nel santuario di Dio in modo inedito e impensabile. Dal canto suo, il documento finale di questa assemblea turbolenta attacca la santità del sacerdozio cattolico, spingendo all'abolizione del celibato ecclesiastico e al diaconato femminile. In verità, i germi dell'apostasia, che il nostro venerato Fondatore, mons. Marcel Lefebvre, aveva sin da subito visto all'opera nel Concilio, continuano a portare i loro frutti con una efficacia rinnovata.

In nome dell'inculturazione, degli elementi pagani s'integrano sempre di più nel culto divino e si constata, ancora una volta, come la liturgia del Vaticano II vi si presti perfettamente.

Di fronte a tale situazione, noi chiamiamo tutti i membri della Fraternità ed i terziari ad una giornata di preghiera e di penitenza riparatrice, perché non possiamo rimanere indifferenti davanti a simili assalti contro la santità della Chiesa nostra Madre. Chiediamo che sia osservato il digiuno in tutte le nostre case sabato 9 novembre prossimo. Invitiamo tutti i fedeli a fare altrettanto ed incoraggiamo i bambini ad offrire preghiere e sacrifici.

Domenica 10 novembre 2019 ogni sacerdote della Fraternità offrirà una Messa di riparazione, e in ogni cappella saranno cantate, o recitate, le litanie dei Santi, tratte dalla liturgia delle Rogazioni, per chiedere a Dio di proteggere la sua Chiesa e di risparmiarle i castighi che simili atti non possono mancare di attirare. Invitiamo caldamente tutti i sacerdoti amici e tutti i cattolici che amano la Chiesa a fare altrettanto.

Ne va dell'onore della Chiesa romana, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, che non è una fiera idolatra e panteista.



Don Davide Pagliarani

Superiore generale



Menzingen, 28 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: La pazienza di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Poiché questa terra è luogo di merito, giustamente viene chiamata valle di lacrime. Qui siamo tutti destinati a patire e con la pazienza a salvare le nostre anime nella vita eterna, come disse il Signore: « Con la vostra pazienza salverete le vostre anime » (Lc 21,19). Dio ci diede la Vergine Maria come esempio di tutte le virtù, ma specialmente come esempio di pazienza. San Francesco di Sales osserva che alle nozze di Cana Gesù diede alla santa Vergine quella risposta, con cui mostrava di tenere poco conto delle sue preghiere: « Che importa a me e a te, o donna? », proprio per dare a noi l'esempio della pazienza della sua santa Madre. Ma tutta la vita di Maria fu un esercizio continuo di pazienza. L'angelo rivelò a santa Brigida che la beata Vergine visse sempre tra le pene: « Come la rosa cresce tra le spine, così la santa Vergine crebbe fra le tribolazioni in questo mondo ». La compassione delle pene del Redentore bastò a fare di lei una martire della pazienza. Perciò san Bonaventura dice: « Colei che fu crocifissa concepi il crocifisso ». Quanto poi ella soffrì durante il viaggio e la permanenza in Egitto, come in tutto il tempo che visse con il Figlio nella bottega di Nazaret, l'abbiamo gìa consìderato parlando dei suoi dolori. Basta la sua presenza accanto a Gesù moribondo sul Calvario, a far capire quanto costante e sublime fu la sua pazienza: « Vicino alla croce di Gesù stava sua madre » (Gv 19,25). Proprio per merito di questa sua pazienza, dice il beato Alberto Magno, Maria divenne nostra madre che ci partorì alla vita della grazia4 Se desideriamo dunque essere figli di Maria, bisogna che cerchiamo d'imitarla nella pazienza. « Che cosa mai, dice san Cipriano, può arricchirci più di meriti in questa vita e di gloria nell'altra, che il soffrire le pene con pazienza? ». « Chiuderò la tua via con una siepe di spine », dice il Signore per bocca di Osea (Os 2,6 Volg.). E san Gregorio aggiunge: « Le vie degli eletti sono cosparse di spine ».

lunedì 28 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: L'ubbidienza di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Per l'amore che portava alla virtù dell'ubbidienza, quando l'arcangelo Gabriele le annunziò la nascita di Gesù, Maria non volle chiamarsi con altro nome che quello di serva: « Ecco la serva del Signore ». « Vera ancella, dice san Tommaso da Villanova, che né con le parole, né con le né con il pensiero si oppose mai all'Altissimo ma opere, spogliandosi di ogni volontà propria visse sempre e in tutto ubbidiente alla divina volontà ». Ella stessa dichiarò che Dio si era compiaciuto di questa sua ubbidienza: « Ha guardato l'umiltà della sua serva » (Lc 1,48). Questa è l'umiltà propria di una serva: essere sempre pronta a ubbidire. Sant'Agostino dice che la divina Madre con la sua ubbidienza rimediò al danno che aveva fatto Eva con la sua disubbidienza: « Come Eva disubbidendo divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria Vergine ubbidendo divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano ». L'ubbidienza di Maria fu molto più perfetta di quella di tutti gli altri santi. Inclini al male per il peccato originale, gli uomini provano difficoltà nel bene operare; ma non così la beata Vergine. San Bernardino scrive: esente dal peccato originale, « Maria non aveva impedimenti nell'ubbidire a Dio, ma fu come una ruota che si muoveva prontamente ad ogni ispirazione dello Spirito Santo ». Lo stesso santo aggiunge: « La Vergine tenne sempre gli occhi fissi su ciò che piace a Dio e lo esegui con fervido consenso ». Di lei fu detto: « L'anima mia si è liquefatta, quando (il mio diletto) ha parlato » (Ct 5,6). Riccardo di san Lorenzo commenta: « L'anima della Vergine era come uù metallo liquefatto per un incendio d'amore, pronta a prendere tutte le forme della divina volontà ».

domenica 27 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: La povertà di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Il nostro amorevole Redentore, per insegnarci a disprezzare i beni mondani, volle essere povero su questa terra. Dice san Paolo: « Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi della sua povertà » (2Cor 8,9). Perciò Gesù esortava chiunque volesse essere suo seguace: « Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che hai e dallo ai poveri... poi vieni e seguimi » (Mt 19,21). La sua discepola più perfetta, Maria, segui mirabilmente il suo esempio. San Pietro Canisio afferma che con l'eredità lasciatale dai suoi genitori la santa Vergine avrebbe potuto vivere agiatamente, ma si accontentò di essere povera conservando per sé un piccola parte dei suoi beni e distribuendo tutto il resto in elemosina al tempio e ai poveri1. Molti sostengono che Maria fece anche voto di povertà. Ella stessa rivelò a santa Brigida: « Fin dal principio feci voto in cuor mio di non possedere nulla in questo mondo ». I doni ricevuti dai Magi non dovevano essere certamente di poco valore, ma li distribuì tutti ai poveri. Così attesta san Bernardo: « Maria non serbò per sé l'oro offerto dai Magi, che fu considerevole, come si addiceva alla loro dignità regale, ma lo distribuì ai poveri per mezzo di Giuseppe ». Che la divina Madre avesse distribuito subito i doni dei Magi, si deduce dal vedere che andando al tempio non offrì l'agnello che era l'offerta dei benestanti prescritta dal Levitico (Lv 12,6), ma, come dice la legge del Signore, un paio di tortore o due giovani colombi (Lc 2,24), offerta dei poveri. Maria stessa disse a santa Brigida: « Tutto quello che potei avere, lo diedi ai poveri, riservando per me un po' di cibo e il vestito». Per amore della povertà non disdegnò di sposarsi con un semplice fabbro, san Giuseppe, e di sostentarsi con le fatiche delle sue mani, filando e cucendo, come attesta san Bonaventura. Parlando di Maria, l'angelo rivelò a santa Brigida: « Considerava le ricchezze terrene come fango ».

sabato 26 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: La castità di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Dopo il peccato di Adamo, essendosi i sensi ribellati alla ragione, la virtù della castità è per gli uomini la più difficile da praticare. « Tra tutte le lotte, dice sant'Agostino, le più aspre sono le battaglie della castità; il combattimento è quotidiano e la vittoria è rara ». Sia sempre lodato il Signore che in Maria ci ha dato un grande modello di questa virtù. A ragione, esclama il beato Alberto Magno, Maria è chiamata « Vergine delle vergini perché, per prima, senza il consiglio e l'esempio di nessuno, offrendo la sua verginità a Dio, gli ha dato poi tutte le vergini che l'hanno imitata ». Già Davide aveva predetto: « Le vergini sue compagne sono introdotte... nel palazzo del re » (Sal 44,15-16). Senza consiglio e senza esempio; sì, dice san Bernardo: « O Vergine, chi ti insegnò a piacere a Dio con la verginità e a condurre sulla terra una vita angelica? ». « Cristo, risponde Sofronio, si scelse per madre questa Vergine purissima, affinché ella fosse per tutti un esempio di castità ». Perciò sant'Ambrogio chiama Maria la vessillifera della verginità5. Per questa sua purezza lo Spirito Santo proclama la santa Vergine bella come la tortorella: « Le tue guance sono belle come le guance della tortora » (Ct 1,9 Volg.). « Tortorella purissima è Maria », commenta Aponio. Perciò fu paragonata anche al giglio: « Come un giglio tra gli spini, così l'amica mia tra le fanciulle » (Ct 2,2). San Dionisio Cartusiano osserva che Maria fu chiamata giglio tra le spine perché « tutte le altre vergini furono spine o per se stesse o per gli altri; ma la beata Vergine né per sé né per gli altri. Infatti col solo farsi vedere infondeva a tutti pensieri e desideri di purezza ».

venerdì 25 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: La fede di Maria - La speranza di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Dalla fede nasce la speranza. Dio ci illumina con la fede alla conoscenza della sua bontà e delle sue promesse, affinché ci innalziamo con la speranza al desiderio di possederlo. Poiché dunque Maria ebbe la virtù di una fede eminente, ebbe anche la virtù di una speranza eminente, che le faceva dire con Davide: « Il mio bene è stare vicino a Dio, porre nel Signore Dio la mia speranza » (Sal 72,28). Maria fu quella sposa fedele dello Spirito Santo della quale fu detto: « Chi è costei che sale dal deserto, ricolma di delizie, appoggiata al suo diletto? » (Ct 8,5 Volg.). Sale dal deserto, spiega il cardinale Giovanni Algrino, perché fu sempre distaccata dal mondo, da lei considerato un deserto e perciò, non fidando né nelle creature né nei propri meriti, si appoggio interamente sulla grazia divina nella quale soltanto confidava, per avanzare sempre nell'amore del suo Dio. La santa Vergine dimostrò quanto fosse grande la sua fiducia in Dio in primo luogo quando si accorse che il suo santo sposo Giuseppe, ignorando il modo della sua prodigiosa gravidanza, era turbato e pensava di lasciarla: « Giuseppe... decise di rimandarla in segreto » (Mt 1,19). Come abbiamo già detto in precedenza, sembrava necessario che Maria gli rivelasse il mistero nascosto. « Ma, dice Cornelio a Lapide, la beata Vergine non volle far conoscere ella stessa la grazia ricevuta e preferì abbandonarsi alla divina provvidenza, confidando che Dio avrebbe difeso la sua innocenza e la sua reputazione ». Dimostrò inoltre la fiducia in Dio quando, vicina al parto, si vide esclusa a Betlemme anche dall'albergo dei poveri e ridotta a partorire in una stalla: « Lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto all'albergo » (Lc 2,7).

giovedì 24 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: La carità di Maria verso il prossimo

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

L'amore verso Dio e verso il prossimo ci è imposto nello stesso precetto: « Noi abbiamo da Dio questo comandamento: chi ama Dio ami anche il proprio fratello » (lGv 4,21). La ragione, scrive san Tommaso, è che chi ama Dio ama tutte le cose amate da Dio. Santa Caterina da Genova diceva un giorno a Dio: « Signore, tu vuoi che io ami il prossimo, ma io non posso amare che te ». Dio le rispose: « Chi ama me, ama tutte le cose amate da me ». Ma poiché non vi è stato né vi sarà chi più di Maria amasse Dio, così non vi è stato né vi sarà chi più di Maria abbia amato il prossimo. « Una lettiga si è fatta il re Salomone... il centro è un ricamo d'amore delle fanciulle di Gerusalemme» (Ct 3,9 Volg.). A proposito di questo passo il padre Cornelio a Lapide dice che questa lettiga fu il seno della beata Vergine in cui il Verbo Incarnato venne ad abitare e riempì la sua santa Madre di un'immensa carità, affinché ella aiutasse chiunque ricorre a lei. Durante la sua vita Maria fu così piena di carità, che soccorreva i bisognosi senza esserne neppure richiesta. Così fece alle nozze di Cana, quando domandò al Figlio il miracolo del vino, esponendo la pena di quella famiglia: « Non hanno vino » (Gv 2,3). Come era sollecita la Vergine quando si trattava di aiutare il prossimo! Quando per un compito di carità si recò da Elisabetta, « andò in fretta in una regione montuosa » (Lc 1,39). Ma la prova più grande di carità, la diede offrendo alla morte suo Figlio per la nostra salvezza. San Bonaventura dice: « Maria ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unigenito ». E sant'Anselmo esclama: « O benedetta fra le donne, che superi gli angeli nella purezza e i santi nella pietà! ». San Bonaventura afferma: « Grande fu la misericordia di Maria verso i miseri mentre era pellegrina su questa terra, ma molto più grande è ora che regna nel cielo, perché vede meglio le miserie degli uomini ». 

mercoledì 23 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: L'amore di Maria verso Dio


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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Dice sant'Anselmo: « Quanto più un cuore è puro e vuoto di se stesso, tanto più sarà pieno di amore verso Dio ». Maria fu tutta umile e vuota di sé, scrive san Bernardino e perciò fu tutta piena di amore divino, superando l'amore di tutti gli uomini e di tutti gli angeli verso Dio. Con ragione dunque san Francesco di Sales la chiamò la « Regina dell'amore ». Il Signore ha dato all'uomo questo precetto: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore » (Mt 22,37). « Questo precetto, dice san Tommaso, sarà adempiuto completamente e perfettamente in cielo. Su questa terra viene adempiuto, ma in maniera imperfetta ». Il beato Alberto Magno afferma che in certo modo sarebbe stato disdicevole a Dio imporre un precetto che non fosse stato perfettamente osservato da nessuno, se non vi fosse stata la sua divina Madre, la quale l'osservò perfettamente. Riccardo di san Vittore conferma questo pensiero dicendo: « La madre del nostro Emmanuele fu perfetta nella pratica di ogni virtù. Chi mai adempì come lei quel primo comandamento: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore? L'amore divino fu in lei così ardente che non poté sfiorarla alcun difetto ». « L'amore di Cristo, scrive san Bernardo, non solo ferì, ma trapassò l'anima di Maria tanto che non restò alcuna parte senza ferita. Così ella amò con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze e fu piena di grazia ». Quindi Maria poteva ben dire: « Il mio diletto è per me, e io per lui » (Ct 2,16). « Anche i serafini, dice Riccardo, potevano scendere dal cielo per imparare nel cuore della Vergine il modo di amare Dio » Dio, che è amore (lGv 4,8), venne sulla terra ad accendere in tutti la fiamma del suo divino amore, ma non ne infiammò nessun cuore quanto quello di sua Madre che, essendo libero dagli affetti terreni, era interamente disposto ad ardere di questo fuoco. Così san Girolamo scrive: « L'amore di Dio aveva acceso talmente Maria, che niente al mondo poteva alterare il suo sentimento, ma c' erano in lei un ardore continuo e l'ebbrezza di un amore senza limiti ».

martedì 22 ottobre 2019

Le virtù di Maria Santissima: L'umiltà di Maria

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Sant'Agostino dice che per ottenere con più sicurezza e abbondanza il favore dei santi bisogna imitarli, perché vedendo che noi pratichiamo le virtù da loro esercitate, essi sono più portati a pregare per noi. Maria, la regina dei santi e la nostra prima avvocata, dopo aver sottratto un'anima dagli artigli di Lucifero e averla unita a Dio, vuole che quest'anima cerchi d'imitarla, altrimenti non potrà arricchirla delle sue grazie come vorrebbe, vedendola contraria ai suoi comportamenti. Perciò la Vergine chiama beati quelli che imitano diligentemente la sua vita: « E ora, figli, ascoltatemi! Felici quelli che osservano le mie vie» (Pro 8,32). Chi ama, o è simile o cerca di rendersi simile alla persona amata, secondo il celebre proverbio: « L'amore trova o fa uguali ». Perciò san Girolamo ci esorta dicendo che se noi amiamo Maria, dobbiamo cercare d'imitarla, perché questo è il maggiore omaggio che possiamo offrirle. Riccardo di san Lorenzo afferma che sono e possono chiamarsi veri figli di Maria quelli che cercano di imitare la sua vita. Dunque, conclude san Bernardo, il figlio si sforzi di imitare la Madre, se desidera il suo favore; poiché allora, vedendosi onorata come madre, Maria lo tratterà e favorirà come figlio. In quanto poi alle virtù di questa Madre, anche se i Vangeli non ne riportano molti dettagli, tuttavia, dato che vi si dice che fu piena di grazia, comprendiamo facilmente che Maria ebbe tutte le virtù e tutte in grado eroico. San Tommaso dice: « Ciascuno degli altri santi ha primeggiato in una virtù particolare: uno fu soprattutto casto, un altro fu soprattutto umile, un altro fu soprattutto misericordioso. Ma la beata Vergine ci è stata data come esempio di tutte le virtù ». E sant'Ambrogio afferma: « Così fu Maria, perché la sua vita fosse di esempio a tutti ». Perciò il santo ci lasciò scritto: « Come in un 'immagine rifulga in voi la verginità e la vita di Maria, nella quale risplende ogni forma di virtù. Da lei attingete gli esempi di vita... ciò che dovete correggere, ciò che dovete evitare, ciò a cui dovete aderire » E poiché, come insegnano i santi padri, l'umiltà è il fondamento di tutte le virtù, vediamo in primo luogo quanto fu grande l'umiltà della Madre di Dio.

lunedì 21 ottobre 2019

O dolce Vergine Maria: Quanto è dolce in vita e in morte il nome di Maria

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Il nome augusto di Maria dato alla divina Madre non fu trovato sulla terra né inventato dalla mente o dalla fantasia degli uomini, come avviene per tutti gli altri nomi, ma scese dal cielo e fu imposto per ordine divino, come attestano san Girolamo, sant'Epifanio, sant'Antonino e altri. « Il nome di Maria, dice Riccardo di san Lorenzo, è stato tratto dal tesoro della Divinità ». « O Maria, tutta la Trinità ti diede tale nome, superiore a ogni nome dopo quello del Figlio tuo » e lo arricchì di tanta maestà e potenza che « al proferirsi del tuo nome volle che tutti prostrati lo venerassero, il cielo, la terra e l'inferno ». Tra gli altri pregi che il Signore ha dato al nome di Maria, vediamo ora quanto lo ha reso dolce ai servi di questa santa Regina, così in vita come in morte. Anzitutto, parlando del tempo della vita, il santo anacoreta Onorio diceva che il nome di Maria è pieno di ogni dolcezza divina. Sant'Antonio da Padova trovava nel nome di Maria le stesse dolcezze che san Bernardo trovava nel nome di Gesù. « Il nome di Gesù », diceva san Bernardo; « Il nome di Maria », riprendeva sant'Antonio, « è gioia per il cuore, miele per la bocca, melodia per l'orecchio » dei suoi devoti. Il venerabile Giovenale Ancina, vescovo di Saluzzo, come è scritto nella sua Vita, nel nominare Maria gustava una dolcezza sensibile così grande, che « si lambiva le labbra ». Allo stesso modo, leggiamo che una donna di Colonia disse al vescovo Marsilio che ogni volta che pronunziava il nome di Maria sentiva nella bocca un sapore più dolce del miele. Marsilio seguì la stessa pratica e provò anch'egli quella dolcezza. Il Cantico dei cantici fa pensare che al momento dell'assunzione della Vergine gli angeli chiesero tre volte il suo nome: « Chi è costei che sale dal deserto, come colonna di fumo? » (Ct 3,6). « Chi è costei che spunta come aurora? » (Ct 6,9). « Chi è costei che sale dal deserto, ricolma di delizie?» (Ct 8,5 Volg.). Riccardo di san Lorenzo domanda: perché gli angeli chiedono tante volte il nome di questa Regina? E risponde che anche per gli angeli era così dolce sentir risuonare il nome di Maria e che perciò fanno tante domande.

domenica 20 ottobre 2019

O clemente, o pia: Quanto è grande la clemenza e la pietà di Maria

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Parlando della grande pietà che la Vergine ha verso di noi miserabili, san Bernardo dice che « Maria è la terra promessa, che produce in abbondanza latte e miele ». San Leone dice che le viscere della Vergine sono così ricche di misericordia, che ella merita non solo di essere chiamata misericordiosa, ma la misericordia stessa. San Bonaventura, considerando che Maria è stata fatta Madre di Dio in favore dei miserabili e che a lei è affidato il compito di dispensare la misericordia; considerando inoltre la grande cura che ella si prende di tutti i miseri, che la rende così ricca di pietà, che pare non desideri altro se non dar sollievo ai bisognosi, diceva che quando guardava Maria, gli sembrava di non vedere più la divina giustizia, ma solamente la divina misericordia di cui Maria è rivestita. Così grande insomma è la bontà di Maria che, come dice l'abate Guerrico, le sue viscere amorose non desistono mai dal produrre frutti di pietà. E san Bernardo esclama: « Che altro può scaturire da una fonte di pietà se non pietà? ». Perciò Maria fu paragonata all'ulivo: « Come bell'ulivo nei campi » (Eccli [= Sir] 24,19 Volg.), perché come dall'ulivo non esce altro che olio, simbolo della misericordia, così dalle mani di Maria non escono che grazie e misericordie. Perciò il venerabile Luigi da Ponte dice: « Giustamente Maria può essere chiamata Madre dell'olio, poiché è madre della misericordia ». Quindi, se ricorriamo a questa buona Madre per chiederle l'olio della sua pietà, non possiamo temere che ce lo neghi, come lo negarono le vergini prudenti alle stolte rispondendo: « Che non abbia a mancare per noi e per voi » (Mt 25,9). No, poiché Maria è ricca di quest'olio di misericordia, come afferma san Bonaventura. Perciò la santa Chiesa la chiama Vergine non solo prudente, ma prudentissima, affinché, dice Ugo di san Vittore, noi comprendiamo che Maria è così piena di grazia e di pietà, che basta a provvederne tutti, senza che a lei ne manchi: « Se le vergini prudenti insieme alle lampade presero anche dell'olio nei vasi, tu, Vergine prudentissima, portasti un vaso sovrabbondante e inesauribile, versando dal quale l'olio della misericordia, potessi illuminare le lampade di tutti ». Ma perché si dice che questo bell'ulivo sta in mezzo ai « campi » e non piuttosto in mezzo a un orto circondato da muri o da siepi? Ugo di san Vittore risponde: « Affinché tutti possano facilmente vederlo e ricorrervi per ottenere rimedio ai loro bisogni ». Questo bel pensiero èconfermato da sant'Antonino: « Ad un ulivo che sta esposto in un campo aperto tutti possono avvicinarsi e coglierne il frutto. A Maria tutti possono ricorrere, giusti e peccatori, per ottenere la sua misericordia ».

E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno: Maria conduce i suoi servi in paradiso

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Che bel segno di predestinazione hanno i servi di Maria! La santa Chiesa applica alla divina Madre e le fa dire a conforto dei suoi devoti queste parole dell'Ecclesiastico: « Fra tutti cercai riposo e dimorerò nell'eredità del Signore » (Eccli [= Sir] 24,11 Volg.). Il cardinale Ugo di san Caro commenta: « Beato colui nella cui casa la beata Vergine avrà trovato riposo »'. Per l'amore che porta a tutti, Maria cerca di far regnare in tutti la devozione verso di lei. Molti o non la ricevono o non la conservano: beato colui che la riceve e la conserva. « E dimorerò nell'eredità del Signore, vale a dire, aggiunge il dotto Paciuchelli, la devozione verso la Vergine dimora in tutti coloro che sono l'eredità del Signore», cioè che staranno in cielo a lodarlo eternamente. Maria seguita a parlare, facendo sue le parole dell'Ecclesiastico nel testo citato: « Colui che mi ha creato si è riposato nel mio tabernacolo e mi ha detto: "Abita in Giacobbe e in Israele abbi la tua eredità, e tra i miei eletti metti radici" » (Eccli [= Sir] 24,12-13 Volg.). Il mio Creatore, ci dice Maria, si è degnato di venire a riposare nel mio seno e ha voluto che io abitassi nei cuori di tutti gli eletti - di cui fu figura Giacobbe e che sono l'eredità della Vergine - e ha disposto che in tutti i predestinati fosse radicata la devozione e la fiducia verso di me. Il cardinale Ugo mètte sulle labbra di Maria queste parole dell'Ecclesiastico: « Io feci sorgere nel cielo una luce indefettibile » (Eccli [= Sir] 24,6 Volg.); ho fatto risplendere in cielo tanti lumi eterni quanti sono i miei devoti. L'autore aggiunge: « Quanti santi non sarebbero ora in cielo, se Maria con la sua potente intercessione non ce li avesse condotti! ». « A tutti coloro che confidano nella protezione di Maria, si aprirà la porta del cielo per riceverli », dice san Bonaventura. Perciò sant'Efrem chiamava la devozione verso la divina Madre « l'entrata della Gerusalemme celeste ».

sabato 19 ottobre 2019

E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno: Maria soccorre i suoi devoti nel purgatorio


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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Felici sono i devoti di questa Madre così pietosa, poiché non solo sono da lei soccorsi su questa terra, ma anche nel purgatorio sono assistiti e consolati dalla sua protezione. Anzi, dato che le anime del purgatorio sono le più bisognose di sollievo perché sono le più tormentate e non possono aiutarsi da sé, la nostra Madre di misericordia si prodiga per portare soprattutto ad esse il suo soccorso. San Bernardino da Siena dice che in quel carcere di anime spose di Gesù Cristo, Maria ha pieno dominio per dar loro sollievo e per liberarle dalle loro pene. Maria dà sollievo anzitutto alle anime del purgatorio. Applicando a lei le parole dell'Ecclesiastico: « Sui flutti del mare passeggiai » (Eccli [= Sir] 24,8 Volg.), san Bernardino da Siena aggiunge: « Cioè visitando e soccorrendo nelle necessità e nelle pene i miei devoti, perché sono miei figli ». Il santo dice che le pene del purgatorio sono chiamate « flutti » perché sono transitorie, a differenza di quelle dell'inferno che non passano mai, e sono paragonate ai « flutti del mare », perché sono molto amare. I devoti di Maria afflitti da queste pene sono spesso da lei visitati e confortati. « Vedete dunque, dice il Novarino, quanto importa essere servi della Vergine, poiché ella non li dimentica quando soffrono in mezzo a quelle fiamme e, benché soccorra tutte le anime purganti, tuttavia ottiene sempre più indulgenza e sollievo ai suoi devoti ». La divina Madre rivelò a santa Brigida: «Io sono la madre di tutte le anime che stanno in purgatorio e tutte le pene che esse meritano per le colpe commesse durante la loro vita, in ogni ora per le mie preghiere vengono in qualche modo mitigate». La pietosa Madre non disdegna talvolta di entrare in quella santa prigione per visitare e consolare quelle anime afflitte sue figlie. « Penetrai nelle profondità dell'abisso » (Eccli [= Sir] 24,8 Volg.).

venerdì 18 ottobre 2019

E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno: Maria libera i suoi devoti dall'inferno

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

È impossibile che si danni un devoto di Maria che fedelmente la onora e si raccomanda a lei. A prima vista questa proposizione sembrerà forse a qualcuno troppo azzardata, ma io lo pregherei di non respingerla prima di leggere quello che dirò su questo punto. Quando si afferma che è impossibile che un devoto della Madonna si danni, non si intende parlare di quei devoti che abusano della loro devozione per peccare con minor timore. Perciò ingiustamente alcuni sembrano disapprovare che noi esaltiamo tanto la pietà di Maria verso i peccatori perché dicono che questi ne abusano per peccare ancora di più; tali presuntuosi per la loro temeraria fiducia meritano il castigo, non la misericordia. Si intende invece parlare di quei devoti che, desiderosi di emendarsi, sono fedeli nell'onorare la Madre di Dio e nel raccomandarsi a lei. Questi, dico, è moralmente impossibile che si perdano. Lo ha affermato anche il padre Crasset nel suo libro sulla devozione verso Maria Vergine, e prima di lui il Vega nella sua Teologia mariana, il Mendoza e altri teologi. Per assicurarci che essi non hanno parlato a caso, vediamo quel che ne hanno detto i dottori e i santi. Nessuno si meravigli se riporterò molte sentenze somiglianti; ho voluto registrarle tutte, per dimostrare quanto sono stati concordi gli autori su questo punto.

Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi: Maria è tutt’occhi per compatire e soccorrere le nostre miserie

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Sant'Epifanio chiama la divina Madre multoculam, la donna dai cento occhi: colei che è tutt'occhi per soccorrere noi miseri su questa terra. Un giorno, esorcizzando un ossesso, l'esorcista domandò al demonio che cosa facesse Maria e il nemico rispose: « Scende e sale ». Ciò significa che la nostra benigna regina non fa altro che scendere sulla terra per portare grazie agli uomini e salire in cielo per ottenere dal Signore l'esaudimento delle nostre suppliche. Con ragione dunque la Vergine era chiamata da sant'Andrea d'Avellino « la faccendiera del Paradiso », continuamente affaccendata in opere di misericordia impetrando grazie a tutti, giusti e peccatori. Dice Davide: « Gli occhi del Signore sui giusti » (Sal 33,16). « Ma gli occhi della Signora, scrive Riccardo di san Lorenzo, sono rivolti sui giusti come sui peccatori », poiché gli occhi di Maria sono occhi di madre e « la madre guarda il suo bambino non solo affinché non cada, ma per rialzarlo se è caduto ». Gesù stesso volle far capire ciò a santa Brigida che un giorno lo sentì dire a Maria: «Madre, chiedimi tutto quello che desideri». Parole che il Figlio ripete sempre in cielo alla sua diletta Madre, felice di compiacerla in tutto ciò che domanda. E santa Brigida udì che Maria gli rispose: « Chiedo misericordia per i miseri ». Come se dicesse: « Figlio, tu mi hai costituito madre della misericordia, rifugio dei peccatori, avvocata dei miseri. Ora mi dici di chiederti quello che voglio e che cosa posso chiederti? Ti chiedo di usare pietà verso i miserabili ». « O Maria, le dice con tenerezza san Bonaventura, tu sei così piena di misericordia, così attenta a soccorrere i miseri, che pare che tu non abbia altro desiderio, altra sollecitudine che questa».

giovedì 17 ottobre 2019

Orsu' dunque, avvocata nostra: Maria è mediatrice di pace tra Dio e i peccatori


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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

La grazia di Dio è un tesoro assai grande e desiderabile da ogni anima. Lo Spirito Santo lo chiama un tesoro infinito, poiché per mezzo della grazia divina siamo innalzati all'onore di diventare amici di Dio: « Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti lo acquistano, ottengono l'amicizia con Dio » (Sap 7,14). Perciò Gesù nostro Redentore e Dio non esitò a chiamare suoi amici coloro che sono in stato di grazia: « Voi siete miei amici » (Gv 15,14). Maledetto peccato che scioglie questa bella amicizia. « Le vostre iniquità hanno messo la divisione tra voi e il vostro Dio » (Is 59,2). Rendendo l'anima odiosa a Dio, « sono ugualmente in odio a Dio l'empio e la sua empietà» (Sap 14,9), il peccato da amica la fa diventare nemica del suo Signore. Che deve dunque fare un peccatore che per sua disgrazia è divenuto nemico di Dio? Bisogna che trovi un mediatore che gli ottenga il perdono e gli faccia ricuperare la divina amicizia che ha perduto. « Cons6lati, dice san Bernardo, o miserabile che hai perduto Dio. Il tuo Signore stesso ti ha dato il mediatore, il suo Figlio Gesù, che può ottenerti tutto ciò che desideri » Ma, esclama il santo, perché gli uomini devono ritenere severo questo Salvatore così pietoso, che per salvarci ha dato la vita? Perché devono credere terribile colui che è tutto amabile? Peccatori sfiduciati, che timore avete? Se temete perché avete offeso Dio, sappiate che i vostri peccati Gesù li ha affissi alla croce con le sue stesse mani squarciate e avendo già soddisfatto con la sua morte la giustizia divina, li ha già tolti dalle anime vostre. Ecco le belle parole di san Bernardo: « Pensano severo colui che è la stessa bontà; terribile chi è lo stesso amore.

mercoledì 16 ottobre 2019

Orsu' dunque, avvocata nostra: Maria è un'avvocata pietosa che non ricusa di difendere le cause dei più miserabili

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Sono tanti i motivi che abbiamo di amare questa nostra amorevole regina, che se in tutta la terra si lodasse Maria, se in tutte le prediche si parlasse soltanto di Maria, se tutti gli uomini dessero la vita per Maria, sarebbe poca cosa in considerazione degli omaggi e della gratitudine che le dobbiamo per l'amore tenero che ella porta a tutti gli uomini e anche ai più miserabili peccatori che conservano verso di lei qualche sentimento di devozione. Diceva il venerabile Raimondo Giordano, che per umiltà si faceva chiamare l'Idiota: « Maria non sa non amare chi la ama; anzi non disdegna di arrivare a servire quelli che la servono e, se sono peccatori, impiega tutta la sua potente intercessione ad impetrare loro il perdono dal suo Figlio benedetto. E’ tanta la sua bontà e la sua misericordia, che nessuno, per quanto perduto sia, deve temere di gettarsi ai suoi piedi, poiché ella non respinge nessuno che a lei ricorre. Maria stessa, come nostra amorevole avvocata, offre a Dio le preghiere dei suoi servi, specialmente quelle che le sono rivolte; poiché come il Figlio intercede per noi presso il Padre, così ella intercede per noi presso il Figlio e non cessa di trattare presso l'uno e l'altro la grande causa della nostra salvezza e di ottenerci le grazie che noi domandiamo ».

martedì 15 ottobre 2019

Orsu' dunque, avvocata nostra: Maria è un'avvocata pietosa che non ricusa di difendere le cause dei più miserabili



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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Sono tanti i motivi che abbiamo di amare questa nostra amorevole regina, che se in tutta la terra si lodasse Maria, se in tutte le prediche si parlasse soltanto di Maria, se tutti gli uomini dessero la vita per Maria, sarebbe poca cosa in considerazione degli omaggi e della gratitudine che le dobbiamo per l'amore tenero che ella porta a tutti gli uomini e anche ai più miserabili peccatori che conservano verso di lei qualche sentimento di devozione. Diceva il venerabile Raimondo Giordano, che per umiltà si faceva chiamare l'Idiota: « Maria non sa non amare chi la ama; anzi non disdegna di arrivare a servire quelli che la servono e, se sono peccatori, impiega tutta la sua potente intercessione ad impetrare loro il perdono dal suo Figlio benedetto. E’ tanta la sua bontà e la sua misericordia, che nessuno, per quanto perduto sia, deve temere di gettarsi ai suoi piedi, poiché ella non respinge nessuno che a lei ricorre. Maria stessa, come nostra amorevole avvocata, offre a Dio le preghiere dei suoi servi, specialmente quelle che le sono rivolte; poiché come il Figlio intercede per noi presso il Padre, così ella intercede per noi presso il Figlio e non cessa di trattare presso l'uno e l'altro la grande causa della nostra salvezza e di ottenerci le grazie che noi domandiamo ».

Orsu' dunque, avvocata nostra: Maria è un’avvocata tanto potente da salvare tutti



Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

L'autorità che le madri hanno sui figli è così grande che, anche se questi sono monarchi e hanno dominio assoluto su tutte le persone dei loro regni, mai però le madri possono diventare suddite dei loro figli. E’ vero che Gesù siede ora in cielo alla destra del Padre, anche come uomo, come spiega san Tommaso, in ragione dell'unione ipostatica con la persona del Verbo, e che ha il supremo dominio sopra tutte le creature, compresa Maria; tuttavia sarà sempre vero che un tempo, quando il nostro Redentore visse su questa terra, volle umiliarsi e sottomettersi all'autorità di Maria, come ci attesta san Luca: « Ed era loro sottomesso » (Lc 2,51). Anzi, dice sant'Ambrogio, Gesù Cristo, essendosi degnato di fare di Maria sua madre, come figlio era veramente obbligato ad ubbidirle. Perciò Riccardo di san Lorenzo scrive: « Degli altri santi si dice che essi sono con Dio, ma solo di Maria si può dire che ha avuto un privilegio più grande: non solamente di essere stata sottomessa alla volontà di Dio, ma che Dio stesso si sia sottomesso alla sua volontà ». Lo stesso autore aggiunge: « Mentre delle altre sante vergini si dice che "seguono l'Agnello dovunque egli va" (Ap 14,4), di Maria Vergine può dirsi che l'Agnello seguiva lei su questa terra, poiché, secondo la parola di Luca, "le era sottomesso" (Lc 2,51) ».

A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime: Seguito dello stesso argomento

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Le Glorie di Maria 

San Bernardo dice che come un uomo e una donna hanno cooperato alla nostra rovina, così fu conveniente che un altro uomo e un'altra donna cooperassero alla nostra riparazione: Gesù e Maria sua Madre. Senza dubbio, dice il santo, Gesù Cristo da solo sarebbe stato pienamente sufficiente per redimerci, ma « fu più conveniente che alla nostra redenzione collaborassero l'uno e l'altro sesso, non essendo stato estraneo alla nostra perdizione né l'uno né l'altro ». Perciò il beato Alberto Magno chiama Maria la « cooperatrice della redenzione ». La santa Vergine stessa rivelò a santa Brigida che, come Adamo ed Eva vendettero il mondo per una mela, così ella e il Figlio riscattarono il mondo con un solo cuore. Sant'Anselmo conferma: « Dio ha potuto creare il mondo dal nulla, ma essendosi perduto il mondo per il peccato, Dio non ha voluto ripararlo senza la cooperazione di Maria ». Il padre Suarez spiega che la divina Madre ha cooperato in tre modi alla nostra salvezza: in primo luogo con l'aver meritato, con merito di convenienza (de congruo), l'incarnazione del Verbo. In secondo luogo, con il suo zelo a pregare per noi, mentre viveva su questa terra; infine con l'offrire a Dio il sacrificio della vita del Figlio per la nostra salvezza. Perciò il Signore ha stabilito che avendo Maria cooperato con tanto amore verso gli uomini e con tanta gloria per Dio alla redenzione di tutti, tutti poi per mezzo della sua intercessione ottengano la salvezza. « Maria viene chiamata la cooperatrice della nostra giustificazione perché Dio ha affidato a lei tutte le grazie che vengono dispensate a noi ». Perciò san Bernardo la proclama universale mediatrice della salvezza: « Tutti quelli che ci hanno preceduto, noi che esistiamo e quelli che seguiranno dobbiamo tutti rivolgere i nostri sguardi verso Maria, come verso il centro e il punto culminante di tutti i secoli ».

lunedì 14 ottobre 2019

A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime: Della necessità che abbiamo dell'intercessione di Maria per salvarci

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Che invocare e pregare i santi e particolarmente la loro regina Maria santissima, affinché ci impetrino la grazia divina, sia cosa non solamente lecita, ma utile e santa, è verità di fede già enunciata dai Concili contro gli eretici, i quali la condannano come ingiuria a Gesù Cristo, che è il nostro unico mediatore. Ma se Geremia dopo la sua morte prega per Gerusalemme (2Mac 15,14); se i vegliardi dell'Apocalisse presentano a Dio le preghiere dei santi (Ap 5,8; cfr. 8,3-4); se san Pietro promette ai suoi discepoli di ricordarsi di loro dopo la sua morte (2Pt 1,15); se santo Stefano prega per i suoi persecutori (At 7,59); se san Paolo prega per i suoi compagni (At 27,24; Ef 1,16; Fil 1,4); se insomma i santi possono pregare per noi, perché non possiamo noi implorare i santi affinché intercedano in nostro favore? San Paolo si raccomanda alle preghiere dei suoi discepoli: « Pregate per noi » (1Ts 5,25); san Giacomo esorta: « Pregate gli uni per gli altri » (Gc 5,16). Dunque lo possiamo fare anche noi. Nessuno nega che Gesù Cristo sia l'unico mediatore di giustizia che con i suoi meriti ci ha ottenuto la riconciliazione con Dio. Ma al contrario è cosa empia il negare che Dio si compiaccia di fare le grazie per intercessione dei santi e specialmente di Maria sua Madre, che Gesù tanto desidera di vedere da noi amata e onorata. Chi non sa che l'onore tributato alle madri si riflette sui figli? « Gloria dei figli, i loro padri» (Pro 17,6).

A te ricorriamo, esuli figli di Eva: Quanto è potente Maria nel difendere chi la invoca nelle tentazioni del demonio



Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Maria non è regina solo del cielo e dei santi, ma anche dell'inferno e dei demoni, per averli valorosamente sconfitti con le sue virtù. Già fin dal principio del mondo Dio predisse al serpente infernale la vittoria e il dominio che la nostra regina avrebbe ottenuto su di lui, quando annunziò che sarebbe venuta al mondo una donna che lo avrebbe sconfitto: « Io porrò inimicizia fra te e la donna... ella ti schiaccerà la testa » (Gn 3,15 Volg.). E chi mai fu questa donna nemica di Satana, se non Maria, che con la sua mirabile umiltà e la sua vita santa lo vinse e abbatté costantemente le sue forze? « In quella donna è stata promessa la madre del Signore Gesù Cristo », attesta san Cipriano. E osserva che Dio non disse « pongo » inimicizia, ma « porrò », « per indicare che questa vincitrice non sarebbe stata Eva, allora vivente », ma un'altra donna della sua discendenza che, dice san Vincenzo Ferreri, doveva procurare ai nostri progenitori un bene maggiore di quello che essi avevano perduto con il loro peccato. Maria dunque è stata questa incomparabile donna forte che ha vinto il demonio e gli ha schiacciato il capo abbattendo la sua superbia, come il Signore aveva detto: « ella ti schiaccerà la testa ». Alcuni si domandano se queste parole si riferiscano a Maria oppure a Gesù Cristo, poiché nella versione dei Settanta è scritto: « egli ti schiaccerà la testa ». Ma nella nostra Volgata - la sola approvata e imposta alla nostra fede dal Concilio di Trento - leggiamo « ella » e non « egli », e così hanno interpretato sant'Ambrogio, san Girolamo, sant'Agostino, san Giovanni Crisostomo e moltissimi altri. In ogni caso, però, è certo che o il Figlio per mezzo della Madre, o la Madre per virtù del Figlio ha sconfitto Lucifero; sicché il superbo, come dice san Bernardo, « è stato schiacciato e calpestato sotto i piedi di Maria » e come un prigioniero di guerra « subisce un'avvilente schiavitù », costretto sempre ad ubbidire ai comandi di questa regina. Dice san Bruno che Eva facendosi vincere dal serpente ci apportò la morte e le tenebre, ma la beata Vergine vincendo il demonio ci apportò la vita e la luce e lo legò in modo tale che esso non può fare alcun male ai suoi devoti.

A te ricorriamo, esuli figli di Eva: Quanto è pronta Maria ad aiutare chi la invoca

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori


Poveri noi, che, essendo figli dell'infelice Eva e perciò rei verso Dio della sua stessa colpa e condannati alla stessa pena, andiamo errando in questa valle di lacrime, esuli dalla nostra patria, piangendo afflitti da tanti dolori nel corpo e nello spirito! Ma beato chi in mezzo a queste miserie si volge spesso verso la consolatrice del mondo, rifugio degli infelici, e invoca e prega devotamente la celeste Madre di Dio! « Felice l'uomo che mi ascolta, vegliando alla mia porta ogni giorno » (Pro 8,34). Beato, dice Maria, chi ascolta i miei consigli e resta accanto alle porte della mia misericordia invocando la mia intercessione e il mio soccorso! La santa Chiesa insegna a noi suoi figli con quanta attenzione e fiducia dobbiamo fare continuo ricorso a questa nostra amorevole protettrice ordinando per lei un culto tutto particolare: nel corso dell'anno si celebrino molte feste in suo onore; un giorno della settimana sia consacrato in special modo a Maria; ogni giorno nell'ufficio divino tutti gli ecclesiastici e i religiosi la invochino in nome di tutto il popolo cristiano; tre volte al giorno al suono della campana tutti i fedeli la salutino. Per capire il pensiero della Chiesa basta vedere come in tutte le pubbliche calamità essa vuole sempre che si ricorra alla divina Madre con novene, preghiere, processioni e visite ai suoi santuari e alle sue immagini. Questo desidera Maria da noi, di essere sempre invocata e implorata, non per mendicare da noi omaggi e onori, troppo al di sotto dei suoi meriti, ma affinché così, crescendo la nostra fiducia e devozione, essa possa maggiormente soccorrerci e consolarci: « Ella cerca quei devoti, dice san Bonaventura, che ricorrono a lei con fervore e revérenza.

domenica 13 ottobre 2019

Speranza nostra, salve: Maria è la speranza dei peccatori

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Dopo aver creato la terra, Dio fece « due luminari grandi: il luminare più grande che presiedesse al giorno e il luminare più piccolo che presiedesse alla notte » (Gn 1,16). « Il sole, dice il cardinale Ugo, fu figura di Gesù Cristo, la cui luce godono i giusti » che vivono nel giorno della grazia divina; « la luna fu figura di Maria, per mezzo della quale sono illuminati i peccatori » che vivono nella notte del peccato. Poiché dunque Maria è questa luna propizia ai poveri peccatori, dice Innocenzo III, se mai uno sciagurato « è caduto nella notte della colpa, guardi la luna, invochi Maria». Poiché egli ha perduto la luce del sole, perdendo la grazia divina, si rivolga alla luna, preghi Maria ed ella gli darà luce per conoscere la miseria del suo stato e forza per uscirne presto. Dice san Metodio che per le preghiere e l'intervento di Maria continuamente si convertono innumerevoli peccatori. Uno dei titoli con cui la santa Chiesa ci fa ricorrere alla divina Madre e che maggiormente rincuora i poveri peccatori è il titolo « Rifugio dei peccatori » con cui la invochiamo nelle litanie. Anticamente vi erano nella Giudea le città di rifugio, dove i delinquenti che vi cercavano scampo erano liberi dalle pene meritate (Gs 20). Attualmente non vi sono tante città di rifugio, come allora, ma ve ne è una sola, Maria, di cui fu detto: « Cose stupende si dicono di te, città di Dio » (Sal 86,3). Con questa differenza, però, che nelle città antiche non trovavano rifugio tutti i delinquenti né per ogni sorta di delitti, mentre sotto il manto di Maria tutti i peccatori trovano scampo per qualsiasi delitto che abbiano commesso; basta rifugiarvisi. « Io sono la città di rifugio per tutti coloro che vengono a me », fa dire san Giovanni Damasceno alla nostra regina. Basta ricorrere a Maria; chi avrà avuto la fortuna di entrare in questa città non avrà bisogno di parlare per essere salvo. « Radunatevi ed entriamo nella città fortificata ed ivi chiudiamoci nel nostro silenzio » (Ger 8,14 Volg.). Questa città fortificata, spiega il beato Alberto Magno, è la santa Vergine, munita di grazia e di gloria. « Ed ivi chiudiamoci nel nostro silenzio ». La glossa spiega: « Giacché non abbiamo 1'ardire di chiedere perdono al Signore che abbiamo offeso », basta che entriamo in questa città e tacciamo, « perché allora Maria parlerà e pregherà per noi ». Perciò un devoto autore esorta tutti i peccatori a rifugiarsi sotto il manto di Maria, dicendo: « Fuggite, Adamo ed Eva, e voi loro figli » che avete offeso Dio, « fuggite e cercate scampo nel seno di questa buona Madre ». Non sapete che « è l'unica città di rifugio, l'unica speranza dei peccatori? » Già sant'Agostino l'aveva chiamata « unica speranza dei peccatori ».

Speranza nostra, salve: Maria è la speranza di tutti


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Gli eretici moderni non possono sopportare che noi salutiamo e chiamiamo Maria speranza nostra: Spes nostra, salve. Dicono che solo Dio è la nostra speranza e che maledice chi ripone la sua speranza nella creatura: « Maledetto chi confida nell'uomo » (Ger 17,5). Maria, affermano, è una creatura e come potrebbe una creatura essere la nostra speranza? Questo dicono gli eretici, tuttavia la santa Chiesa vuole che ogni giorno tutti gli ecclesiastici e tutti i religiosi proclamino e a nome di tutti i fedeli invochino e chiamino Maria con questo dolce nome di speranza nostra, speranza di tutti: Spes nostra, salve. Ci sono due modi, dice san Tommaso, di porre la propria speranza in una persona, come causa principale o come causa di mezzo. Quelli che sperano qualche grazia dal re, la sperano da lui come sovrano; dal suo ministro o dal favorito la sperano come intercessore. Se la grazia è concessa, viene principalmente dal re, ma per il tramite del suo favorito; perciò chi chiede la grazia ha ragione di dire che il suo intercessore è la sua speranza. Il re del cielo, essendo bontà infinita, desidera grandemente arricchirci delle sue grazie; ma poiché da parte nostra è necessaria la fiducia, per accrescere in noi questa fiducia ci ha donato per madre e avvocata la sua Madre stessa, a cui ha dato tutto il potere di aiutarci.

Vita, dolcezza: «Dulcedo ». Maria rende dolce la morte ai suoi devoti


«Chi è amico ama sempre e il fratello si sperimenta nelle avversità » (Pro 17,17). I veri amici e i veri parenti non si conoscono nel tempo della prosperità, ma nei giorni di angustie e di miserie. Gli amici secondo il mondo restano fedeli all'amico finché è nella prosperità, ma le disgrazie, e soprattutto la morte, li fanno fuggire. Maria invece non fa così con i suoi devoti. Nelle loro angustie e specialmente in quelle della morte, le maggiori che si possano avere sulla terra, la buona Madre non abbandona i suoi servi fedeli. Come ella è la nostra vita durante il nostro esilio, così è la nostra dolcezza nell'ora estrema, ottenendoci una morte dolce e beata. Sin da quel giorno in cui Maria ebbe la sorte e il dolore di assistere alla morte di suo figlio Gesù, capo dei predestinati, Maria acquistò il privilegio di assistere tutti i predestinati nella loro morte. Perciò la santa Chiesa ci fa implorare il soccorso della beata Vergine particolarmente per quando giungerà la nostra ultima ora: « Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte ». Grandi sono le angustie dei poveri moribondi, sia per il rimorso dei peccati commessi, sia per il timore del giudizio ormai prossimo, sia per l'incertezza della salvezza eterna. Soprattutto in quel momento l'inferno si arma e mette in gioco tutte le sue forze per impadronirsi di quell'anima che sta per entrare nell'eternità. Esso sa che poco tempo gli resta e che se la perde allora, la perde per sempre: « Il diavolo a voi è disceso: un'ira veemente ha nel cuore, perché sa che breve è il suo tempo » (Ap 12,12). Perciò il demonio, che era solito tentare quest'anima durante la sua vita, non si contenta di essere solo a tentarla in punto di morte e chiama dei compagni ad aiutarlo: « Si riempiranno le loro case di dragoni » (Is 13,21). Quando qualcuno sta per morire, la sua casa si empie di demoni che si uniscono per cercare che si perda. Si racconta che diecimila demoni vennero a tentare sant'Andrea Avellino sul suo letto di morte. Leggiamo nella sua Vita che durante l'agonia dovette lottare così duramente con l'inferno, che tutti i buoni religiosi che lo assistevano tremavano di spavento.
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