lunedì 18 novembre 2024
La vocazione sacerdotale
Carissimi amici e lettori,
«Una vocazione non è il risultato di una chiamata miracolosa o straordinaria, ma la fioritura di un’anima cristiana, che si stringe al suo Creatore e Salvatore Gesù Cristo con un amore esclusivo e condivide la Sua sete di salvare anime».
Nell!ottobre 1983 mons. Lefebvre, in una Lettera, scrive queste parole, mettendo in evidenza la finalità di una vocazione sacerdotale ovvero l’intima unione a Dio per la Sua gloria e per la salvezza delle anime a lui affidate. Il sacerdote è un dono straordinario che Nostro Signore ha fatto all’umanità. Se non avessimo sacerdoti, non avremmo la santa comunione, non potremmo comunicarci con Nostro Signore Gesù Cristo, non potremmo ricevere la grazia dello Spirito Santo tramite i sacramenti. Così, il sacerdote è il canale attraverso il quale dal Cielo scendono le grazie di Nostro Signore Gesù Cristo per santificarci. Non c’è sacerdote che non abbia ricevuto direttamente da Dio il seme della vocazione; quel seme prezioso e sublime che però va custodito, protetto, curato con tutte le proprie forze e con il soccorso della Sua grazia. «Questa scelta del tutto particolare di Nostro Signore è un grande mistero. Nelle pagine del Vangelo che riguardano la vocazione degli apostoli è detto chiaramente: Nostro Signore “chiamò quelli che volle” (Mc 3,13) e scelse i dodici. Allo stesso modo, Nostro Signore oggi chiama i futuri sacerdoti. San Paolo afferma che quelli che sono chiamati non si scelgono da se stessi. “Nessuno riceve questo onore da se stesso, ma vi ci è chiamato” (Eb 5,4). I seminaristi sono chiamati ed è questa chiamata che fa la loro vocazione. Non è tanto un loro desiderio personale. Il loro desiderio personale è come una conseguenza della chiamata di Dio. Possono ripercorrere nella memoria la storia della loro vocazione per rendersi conto che è Dio che li ha chiamati segretamente.“Non siete voi ad avermi scelto, dice Nostro Signore, ma sono Io che ho scelto voi” (Gv 15,16). Egli ci ha scelti e tuttavia, miei carissimi amici, qualche volta non abbiamo forse l’impressione di esserci scelti da noi? Di aver deciso noi stessi della nostra propria vocazione ed aver detto: Io voglio essere sacerdote ed io scelgo il sacerdozio? Che illusione! Sarebbe come disconoscere l’onnipotenza di Dio, che ci guida molto più di quanto noi guidiamo noi stessi. Nostro Signore ci ha portati fino al seminario e ci ha scelti per questa vocazione sacerdotale. Così, noi siamo proprio scelti e mandati nel mondo da Lui. Questa per noi è una consolazione. In effetti, di fronte a questa vocazione che supera tutto ciò che può immaginare una creatura umana, noi, essendo stati scelti da Dio, siamo sicuri di essere sostenuti dalla sua mano nella nostra attività e nella nostra santificazione sacerdotale. Questo è un grande sostegno per il sacerdote. Il giorno della tonsura, i seminaristi ufficializzano la chiamata di Dio con quella della Chiesa. Perciò quel giorno sono chiamati dal vescovo e rispondono: “Sono presente”. Sì, voglio darmi a Dio, voglio legarmi a Nostro Signore Gesù Cristo, voglio servirLo. Queste parole assomigliano un po’ a quelle dette dalla santissima Vergine stessa quando l’angelo le ha proposto di diventare la Madre di Dio. Lei ha pronunciato il suo Fiat. Il giorno della tonsura, i seminaristi pronunciano anche loro il proprio Fiat. La Chiesa allora li nomina e li consacra come membri della gerarchia. Ormai non sono più laici, ma chierici, “ministri di Nostro Signore Gesù Cristo, dispensatori dei misteri di Dio” (1 Cor 4,1). Che vocazione meravigliosa! Che vocazione sublime! La vocazione consiste essenzialmente nella chiamata della Chiesa che conferma il desiderio e le disposizioni necessari per collaborare all’opera della Redenzione voluta e compiuta da Nostro Signore per rendere gloria a Dio e salvare le anime. Il primo segno della chiamata di Dio è questo desiderio di offrire la propria vita, di metterla a disposizione di Nostro Signore per aiutarLo, in qualsiasi modo, a completare l’opera della Redenzione, se esistano per altro le disposizioni dello spirito, del cuore e del corpo. Ma è la Chiesa, mediante i vescovi ed i superiori, che giudicherà l’autenticità di questa chiamata, che da interiore deve diventare effettiva e pubblica. Il futuro sacerdote si dice: un giorno, sarò inviato alle anime per convertirle, per dare loro quella luce di cui hanno bisogno, per condurle alla vita eterna. Che gioia partecipare alla missione di Nostro Signore Gesù Cristo, alla missione sacerdotale! C’è qualcosa di più bello quaggiù? Non c’è nulla di simile alla missione sacerdotale. Rallegratevene, ringraziate Dio. La vostra vocazione è bella, miei cari amici, siatele attaccati, approfonditela, che per voi sia una vita e non solo una semplice adesione intellettuale, non solo una ricerca di conoscenze, ma una trasformazione delle vostre anime nella persona di Nostro Signore Gesù Cristo, nella Santissima Trinità.» (Mgr. Lefebvre, Santità e Sacerdozio, Edizioni Piane). È con questa profonda consapevolezza che Monsignor Lefebvre ebbe quel santo desiderio di vegliare alla buona formazione dei sacerdoti in un periodo particolare, quello postconciliare, in cui si trova la Chiesa fondando la Fraternità Sacerdotale San Pio X con i suoi buoni seminari ovvero quei “giardini” dove gli aspiranti al sacerdozio possano coltivare e far germogliare il seme della propria vocazione, diventando dei santi sacerdoti ben coscienti della propria identità e missione nella Chiesa che Nostro Signore Gesù Cristo a loro affidato per il bene delle anime.
venerdì 15 novembre 2024
ULTIMA ORA: Il Vaticano approva il rito Maya con danza rituale, censori donne e guida laica delle parti della messa
Il Vaticano ha approvato il rito Maya della messa, che prevede danze rituali, donne che sostituiscono il sacerdote nell'incensazione dell'altare e la guida laica di alcune preghiere nella liturgia.
L'annuncio è arrivato tramite il cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito della diocesi di San Cristobal de Las Casas in Messico e uno dei principali promotori di questo nuovo rito .Il tanto atteso rito Maya della Messa sarà implementato in alcune parti del Messico e contiene una serie di elementi tratti dalla cultura pagana indigena. Una bozza del rito vista in precedenza da LifeSite evidenzia la teologia pagana che sostiene le azioni.Scrivendo nella sua rubrica settimanale del 13 novembre, Arizmendi ha rivelato con gioia che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano ha “con l'autorità del Papa, l'8 novembre di quest'anno, concesso la tanto attesa recognitio di alcuni adattamenti liturgici per la celebrazione della Santa Messa nei gruppi etnici Tseltal, Tsotsil, Ch'ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de Las Casas”.
Arizmendi è stato in precedenza in contatto con la dott. ssa Maike Hickson di LifeSite, fornendole dettagli sulla bozza proposta del rito quando è stata valutata dal Vaticano. Successivamente, ha confermato a questo corrispondente alcune volte la sua costernazione per il fatto che il Dicastero ci stesse mettendo così tanto ad approvare il rito.
L'approvazione del Vaticano è "il riconoscimento ufficiale della Chiesa con cui questi adattamenti vengono approvati come validi e legittimi", ha scritto nella sua rubrica.
«Sono la liturgia della Chiesa, e non solo usi e costumi visti con sospetto», ha detto in difesa del nuovo rito della Messa del Novus Ordo . {Enfasi originale}
Arizmendi ha tenuto a sottolineare l'importanza di questo sviluppo, poiché si tratta in effetti solo del secondo rito di questo tipo approvato dopo il Concilio Vaticano II, l'altro è il rito dello Zaire in Africa.
Facendo eco a Papa Francesco sull'argomento, Arizmendi ha affermato che tali riti "sono una forma di incarnazione della fede in espressioni che sono molto specifiche per queste culture. Non li abbiamo inventati noi, ma abbiamo adottato ciò che vivono e che è in accordo con il rito romano".
L'annuncio è arrivato tramite il cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito della diocesi di San Cristobal de Las Casas in Messico e uno dei principali promotori di questo nuovo rito .Il tanto atteso rito Maya della Messa sarà implementato in alcune parti del Messico e contiene una serie di elementi tratti dalla cultura pagana indigena. Una bozza del rito vista in precedenza da LifeSite evidenzia la teologia pagana che sostiene le azioni.Scrivendo nella sua rubrica settimanale del 13 novembre, Arizmendi ha rivelato con gioia che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano ha “con l'autorità del Papa, l'8 novembre di quest'anno, concesso la tanto attesa recognitio di alcuni adattamenti liturgici per la celebrazione della Santa Messa nei gruppi etnici Tseltal, Tsotsil, Ch'ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de Las Casas”.
Arizmendi è stato in precedenza in contatto con la dott. ssa Maike Hickson di LifeSite, fornendole dettagli sulla bozza proposta del rito quando è stata valutata dal Vaticano. Successivamente, ha confermato a questo corrispondente alcune volte la sua costernazione per il fatto che il Dicastero ci stesse mettendo così tanto ad approvare il rito.
L'approvazione del Vaticano è "il riconoscimento ufficiale della Chiesa con cui questi adattamenti vengono approvati come validi e legittimi", ha scritto nella sua rubrica.
«Sono la liturgia della Chiesa, e non solo usi e costumi visti con sospetto», ha detto in difesa del nuovo rito della Messa del Novus Ordo . {Enfasi originale}
Arizmendi ha tenuto a sottolineare l'importanza di questo sviluppo, poiché si tratta in effetti solo del secondo rito di questo tipo approvato dopo il Concilio Vaticano II, l'altro è il rito dello Zaire in Africa.
Facendo eco a Papa Francesco sull'argomento, Arizmendi ha affermato che tali riti "sono una forma di incarnazione della fede in espressioni che sono molto specifiche per queste culture. Non li abbiamo inventati noi, ma abbiamo adottato ciò che vivono e che è in accordo con il rito romano".
mercoledì 13 novembre 2024
Il vescovo Mons.Strickland critica il Sinodo sulla sinodalità: "La respingo", "non è cattolica"
Il vescovo texano Joseph Strickland ha rivolto un duro rimprovero al Sinodo sulla sinodalità, invitando i cattolici a opporsi a coloro che seguono le orme di Giuda Iscariota. Lo riporta LifeSiteNews.
«Ci sono minacce all’orizzonte. Questo Sinodo sulla sinodalità, lo respingo, perché non è cattolico. Molte voci hanno già detto che questa non è la Chiesa cattolica», ha osservato Sua Eccellenza durante la copertura della notte elettorale di LifeSite martedì sera.
«Siamo in un momento in cui Giuda Iscariota sta alzando la sua brutta testa».
Esortando i cattolici degli Stati Uniti a «essere forti e gioiosi nella verità», il vescovo Stickland ha inoltre detto al conduttore della trasmissione e fondatore di LifeSiteNews John-Henry Westen che questo è un «momento critico in questa nazione e … nella Chiesa universale» poiché ci sono «minacce a quell’universalità che provengono tristemente da Roma stessa, dal Vaticano».«Siamo in territorio pericoloso per questa nazione, ma più importante, e più criticamente, credo, per la fede cattolica», ha continuato il vescovco emerito di Tyler, Texas. «La fede cattolica, la Chiesa cattolica, non crollerà. Cristo ha promesso che prevarrà contro le porte dell’inferno fino alla fine dei tempi».Tuttavia, «se si tratta di opporsi a un sacerdote o vescovo o qualcuno del Vaticano che sta proclamando un falso messaggio, dobbiamo essere discepoli di Gesù Cristo abbastanza forti da dire, “No. Viviamo la verità che è Cristo. Lui è la verità incarnata”».
Monsignor Strickland ha mantenuto un profilo pubblico attivo da quando è stato rimosso da papa Francesco dal suo incarico di vescovo di Tyler, Texas, per il suo sostegno, tra le altre cose, alla Santa Messa in rito tradizionale. Negli scorsi mesi il vescovo texano ha rilasciato dichiarazioni ricordando le presunte parole della Madonna di Fatima circa l’esistenza di «un’apostasia che inizierebbe al vertice» della Chiesa. Il prelato statunitense ha altresì parlato dei messaggi apocalittici della Madonna di Akita.
Mons.Strickland ha anche sostenuto che Giuda Iscariota vorrebbe «una fratellanza globale di uomini», ma che un tale «regno sulla terra» era «contrario a ciò che Gesù Cristo aveva proclamato».
«Abbiamo l’opportunità di combattere l’oscurità, il male e i falsi messaggi che stanno persino influenzando e infettando la chiesa», ha spiegato. «Dobbiamo essere forti. Dobbiamo essere chiari. Dobbiamo parlare e non permettere a nessuno in carica o su un pulpito di dire qualcosa che non è fedele a Cristo e lasciar perdere».
Mons.Strickland ha inoltre invitato i cattolici a pregare davanti a Cristo nel Santissimo Sacramento e a «smettere di scendere a compromessi» con coloro che seminano errori e a «proclamare chiaramente qual è la verità perché troppi sono illusi».
martedì 12 novembre 2024
Il Papa come Papa non può cadere in eresia formale, mentre può favorire l’eresia e cadere in eresia materiale
“Ci sono papi che Dio li dona, ci sono papi che Dio li tollera e ci sono papi che Dio li infligge.”
è la più chiara, serena e ponderata puntualizzazione dello “status quaestionis”.
(del professor Gnerre)
Dunque, non tutti i papi sono uguali; ma non solo: ci possono essere dei papi che non rientrano nel disegno di Dio, ma la cui elezione è permessa da Dio o per castigo oppure per provare la fede dei cattolici.
Detto questo, chiediamoci: ci sono stati dei papi eretici o accusati di eresia nel corso della storia? La risposta è affermativa. Il Papa può essere accusato di eresia quando insegna qualcosa che è palesemente contro le verità di fede, e cioè contro i dogmi.Un caso celebre è quello di papa Onorio (625-640), il quale fu anatemizzato, per aver favorito l’eresia monotelita, da due successori, sant’Agatone (678-681) e da san Leone II (682-684), in occasione del Terzo Concilio di Costantinopoli del 681,tale dottrina fu dichiarata eretica.
Inoltre si presenterebbe un problema non facile: chi ha autorità sul Papa? Nessuno.
Neanche un concilio ecumenico perché un concilio è ecumenico solo se è il Papa a convocarlo.
In ogni caso il Papa da solo ha potere anche sul concilio ecumenico, perché questo è tale solo se è lui che lo convoca e se lo presiede sia attraverso se stesso sia attraverso un legato.
Infine le conclusioni di un Concilio valgono solo se il Papa le approva.
Dal XII al XVI secolo i teologi hanno comunemente ritenuto che il Papa potesse cadere nell’eresia.
Nel XII secolo Graziano (1075/80 – 1145/47) nel suo Decreto dice che il Papa non può essere giudicato da nessuno, salvo nel caso in cui si allontanasse dalla fede. Dunque, questa possibilità dell’allontanamento dalla fede era da lui contemplata.Oggi in certi ambienti pseudo-tradizionalisti circola lo spinoso dibattito sull' "una cum": se la Messa in comunione con Francesco sia valida.
La comunione con il Papa, per quanto sia doverosa e santa, non riguarda la validità della Messa.
Per la sua validità è sufficiente che vengano proferite le parole essenziali della consacrazione: “Questo è il mio corpo”, “Questo è il calice del mio sangue”.
Per questo sono valide le Messe celebrate dagli ortodossi, pur non essendo in comunione con il Papa, che in alcuni patriarcati viene considerato come l’anticristo.
Neanche il Papa o un Concilio hanno affermato che per la validità della Messa sia necessario essere in comunione con il Papa.
Chi sostiene il contrario è nessuno, vale a dire uno che sotto il profilo teologico non conta niente e che per questa affermazione è eretico o quasi.
Sono cinque le tesi più importanti riguardanti la questione del “papa eretico”.
Per questo sono valide le Messe celebrate dagli ortodossi, pur non essendo in comunione con il Papa, che in alcuni patriarcati viene considerato come l’anticristo.
Neanche il Papa o un Concilio hanno affermato che per la validità della Messa sia necessario essere in comunione con il Papa.
Chi sostiene il contrario è nessuno, vale a dire uno che sotto il profilo teologico non conta niente e che per questa affermazione è eretico o quasi.
Sono cinque le tesi più importanti riguardanti la questione del “papa eretico”.
lunedì 11 novembre 2024
La Comunione dei Santi
Questa verità dovrebbe infervorarci a moltiplicare il più possibile le nostre opere buone, per concorrere al bene comune di tutta la Chiesa, che è la gloria di Dio e la partecipazione dei fedeli alla vita ed alla felicità divina, come appare analizzando anche solo schematicamente i rapporti che corrono, per la comunione dei Santi, tra la Chiesa militante, la Chiesa purgante e la Chiesa trionfante. Per questo sublime mistero: 1) tutti i membri della Chiesa godono della divina assistenza della SS. Trinità e della persona di Cristo in particolare, nonchè degli ineffabili doni divini di grazia e di gloria; 2) tutti i membri della Chiesa a loro volta offrono alla SS. Trinità, ed alla persona di Cristo in particolare, lodi, ringraziamenti e preghiere; 3) i Santi e gli Angeli del Cielo intercedono per i fedeli della terra e per le anime del Purgatorio; 4) i fedeli della terra rivolgono preghiere ai Santi ed agli Angeli del Cielo e fanno suffragi - offerta di preghiere, opere soddisfattorie, indulgenze -per le anime del Purgatorio; 5) le anime del Purgatorio pregano per i fedeli della terra. Così trionfa nella Chiesa quella carità che è vincolo di perfezione e che tende a sublimar tutti nella gloria con Dio per l'eternità. Se ne escludono volontariamente soltanto i peccatori ostinati che vanno alla perdizione. Ringraziamo pertanto Iddio di averci fatti cristiani e procuriamo di essere figli devoti della santa Chiesa. Animiamoci al massimo fervore nel rendere il culto dovuto a Dio, a N. S. Gesù Cristo, alla Beata Vergine, agli Angeli ed ai Santi; e siamo generosi nel far suffragi per le anime del Purgatorio. Le ricordiamo in modo particolare in questo mese di novembre che si apre colla festa dei Santi e continua colla pietosa memoria dei morti.
La Chiesa ci invita a prodigare la nostra carità a tutti i fedeli defunti; ma se ci sono anime che in questi tempi meritano più copiosi suffragi sono le anime dei nostri cari sacerdoti dei religiosi, dei lavoratori, delle vittime delle guerre .
La risurrezione dei corpi.
Mentre nei cuori è un'anelito di pace e per l'aria con fremiti di vittoria, attestiamo la nostra gratitudine a quanti per l'una e per l'altra han dato o danno la vita. Noi sappiamo, e ce lo ripete la Chiesa nella Messa dei defunti, che la morte non toglie ai fedeli la vita; la muta soltanto: Tuis enim fidelibus, Domine, vita mutatur non tollitur. E se ci raccapriccia lo scempio di tanti poveri corpi umani, straziati, dispersi, polverizzati o volatilizzati dai moderni ordigni di distruzione, ravviviamo la nostra fede: anch'essi, nonostante le mille trasformazioni della materia, saranno un giorno risuscitati dall'onnipotenza del Creatore in tutta la perfezione della loro costituzione organica, a somiglianza del corpo glorioso di Cristo risorto, per quell'eternità beata per cui vennero creati ed informati di un'anima spirituale ed immortale. È il gran mistero confermato dalla rivelazione di Nostro Signore che disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche dopo morte vivrà, e chi vive e crede in me non morirà in eterno (Vang. di S. Giov., XI, 25). È il gran mistero ampiamente illustrato dall'Apostolo S. Paolo nelle sue lettere e sintetizzato nella prima ai Corinti con queste testuali parole: « Fratelli, ecco io vi rivelo un mistero: risorgeremo veramente tutti, ma non tutti saremo cambiati. In un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; poichè suonerà la tromba ed i morti risusciteranno incorrotti, e noi saremo trasformati. Poichè bisogna che questo corpo corruttibile rivesta l'incorruttibilità, e che questo corpo mortale rivesta l'immortalità. E quando questo corpo mortale si sarà rivestito dell'immortalità, allora si avvererà la parola che è scritta: " La morte è stata assorbita nella vittoria" ». (1 Cor. XV).
Sarà il trionfo completo di Cristo su tutti gli uomini e su tutte le cose, sulle vicende del tempo e perfino sulla morte, per l'eternità.
Verità ben consolante! Iddio, che nel piano meraviglioso della creazione ha fuso nell'uomo lo spirito e la materia e ne ha fatto l'anello di congiunzione tra il mondo materiale e il mondo spirituale, ci ha predestinati alla immortalità ed alla vita eterna in corpo ed anima. Sicchè l'immortalità dell'anima e la risurrezione dei corpi è certa per tutti. Varierà però lo stato, la forma di vita nell'eternità, secondochè morremo cristianamente o no: in grazia o in disgrazia di Dio. Perché il Signore ci lascia l'uso completo della nostra libertà. Soccorrendoci di tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, ci lascia sempre arbitri della scelta della nostra felicità od infelicità eterna.
Tremenda realtà che, mentre ci fa consci della responsabilità che assumiamo colla nostra condotta di fronte al giudizio divino e ci fa comprendere la necessità del Purgatorio per purificarci di ogni neo di colpa e farci degni della beatitudine eterna, deve spronarci ad esser larghi di suffragi per le povere anime che vi scontano la loro pena in attesa del Cielo. E deve pur preoccuparci di vivere e morire in grazia di Dio per sfuggire noi stessi l'eterna condanna richiesta dal peccato mortale, e ridurre al minimo la pena del Purgatorio richiesta dal peccato veniale deliberato e dalla commutazione della pena eterna dopo il perdono dei peccati mortali.
L'atto di contrizione perfetta.
Per questo, vorremmo raccomandare, a conclusione dei salutari richiami, l'abitudine di far bene e sovente l'atto di contrizione perfetta.
L'atto di contrizione, o di dolore perfetto, è un gran segreto di fronte alle sorprese della morte: poichè, quando dovessimo morire senza possibilità di confessarci, supplisce alla stessa confessione. E perchè sia perfetto basta che il motivo del nostro dolore sia unicamente quello di aver offeso la bontà e l'amore infinito di Dio. che è giunto fino alla passione e morte di Nostro Signor Gesù Cristo. È ciò che noi esprimiamo colle prime parole dell'Atto di dolore del piccolo Catechismo: Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati e li odio e detesto come offesa della vostra maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Figliuolo Gesù.
Ma la sua essenza sta nella disposizione del cuore; sicché, quand'anche non potessimo pronunciare questa formula, basta un palpito sincero del nostro cuore che si penta dei peccati perchè sono offesa di Dio, bontà e misericordia e amore infinito, per dare al nostro dolore la perfezione richiesta. Giova fare quest'atto, il più fervorosamente possibile, ogni sera prima d'andare a riposo, in tutti i pericoli, ed ogniqualvolta ci capita di commettere un peccato mortale e non abbiamo subito la comodità di confessarci; perchè sebbene, in quest'ultimo caso, non sopravvenendo la morte, ci resti l'obbligo di confessarcene al più presto, ci disponiamo almeno col cuore alla misericordia divina. Sia quindi questo il frutto pratico del ricordo del dogma della Comunione dei Santi, della festa di Ognissanti e del Mese dei morti. Offriamo spesso il Santo sacrificio della messa per nostri morti,assicuriamoci che abbiano suffragi per l'eterna felicità nel cielo.
domenica 10 novembre 2024
"La blasfemia di Sorrentino"
di Martino Mora
SORRENTINO
SORRENTINO
Il grande capitale finanzia artistoidi corrotti e malvagi per coprire di sterco l’immaginario collettivo dei popoli, conducendoli a sicura rovina.
Apprendo che nel suo ultimo film, Parthenope, il noto cinenasta Paolo Sorrentino mette in scena un rapporto sessuale tra il l’arcivescovo di Napoli, rappresentato come fisicamente disgustoso, e la giovane e bella protagonista, che si concede solo per il gusto della trasgressione sacrilega, dopo che il prelato l’ha vestita con le reliquie di San Gennaro. Consumato il rapporto sessuale, avviene sullo schermo il miracolo della liquefazione del sangue del santo.
Leggo anche che la prima parte del film (che vorrebbe essere un omaggio alla città di Napoli, evidentemente del tipo grottesco della scultura a forma di fallo appena installata) è dedicata al desiderio incestuoso di Raimondo Di Sangro, il fratello della protagonista -il riferimento all'omonimo noto massone ed occultista settecentesco non è evidentemente casuale - che non potendo possedere fisicamente la sorella si toglie la vita.
In questa decadente e morbosa atmosfera, non manca la scena dell’aborto che la ricca e viziata, anzi viziosa Parthenope (è anche il nome della protagonista) si autoprocura dopo essersi concessa, sempre per gusto della trasgressione, a un noto boss della camorra. Leggendo le recensioni nel film non mancherebbero neppure i rapporti saffici e il sesso di gruppo.
E' evidentemente il tipo di emancipazione femminile che il sistema orgiastico-mercantile desidera imporre a tutti popoli, iraniani e mondo islamico compresi.
Se penso che un personaggio come Sorrentino era diventato popolare presso cattolici estetizzanti tradizionali per una sua serie televisiva pseudocattolica, mi viene da piangere.
Che dire del film? E’ l’ennesimo disgustoso prodotto del sistema orgiastico-mercantile. Come le mostre di Marina Abramovich o gli attuali romanzetti pluripremiati o, scendendo ancora di livello, gli orribili testi dei rapper e trapper.
Tutto ciò che é laidume, squallore, desolazione, vizio, bruttura è oggi finanziato dai mecenati del capitalismo dell’intrattenimento per corrompere l’immaginario collettivo dei popoli. E’ il mecenatismo della dissoluzione.
Non a caso i Sorrentino, i Guadagnino e tutti gli italici protagonisti del cinema più nichilista e decadente sono popolarissimi a Hollywood.
Non si potrà sconfiggere questa oligarchia nichilista, ormai vicina al satanismo vero e proprio (il gusto ostentato per il sacrilegio parla da solo), di cui i tanti Sorrentino sono solo gli estetizzanti lacchè. senza mettere in discussione il sistema orgiastico-mercantile e quindi il capitalismo assoluto totalitario, che svilisce lo spirito in nome del denaro e del consumo.
E ancora prima senza una autentica conversione spirituale che ripristini sopra questa fogna maleodorante il primato assoluto del Vero, del Bene e del Bello.
P:S. Il produttore del film è Lorenzo Mieli, figlio del noto giornalista miliardario Paolo Mieli. La cosa non mi stupisce affatto.
Apprendo che nel suo ultimo film, Parthenope, il noto cinenasta Paolo Sorrentino mette in scena un rapporto sessuale tra il l’arcivescovo di Napoli, rappresentato come fisicamente disgustoso, e la giovane e bella protagonista, che si concede solo per il gusto della trasgressione sacrilega, dopo che il prelato l’ha vestita con le reliquie di San Gennaro. Consumato il rapporto sessuale, avviene sullo schermo il miracolo della liquefazione del sangue del santo.
Leggo anche che la prima parte del film (che vorrebbe essere un omaggio alla città di Napoli, evidentemente del tipo grottesco della scultura a forma di fallo appena installata) è dedicata al desiderio incestuoso di Raimondo Di Sangro, il fratello della protagonista -il riferimento all'omonimo noto massone ed occultista settecentesco non è evidentemente casuale - che non potendo possedere fisicamente la sorella si toglie la vita.
In questa decadente e morbosa atmosfera, non manca la scena dell’aborto che la ricca e viziata, anzi viziosa Parthenope (è anche il nome della protagonista) si autoprocura dopo essersi concessa, sempre per gusto della trasgressione, a un noto boss della camorra. Leggendo le recensioni nel film non mancherebbero neppure i rapporti saffici e il sesso di gruppo.
E' evidentemente il tipo di emancipazione femminile che il sistema orgiastico-mercantile desidera imporre a tutti popoli, iraniani e mondo islamico compresi.
Se penso che un personaggio come Sorrentino era diventato popolare presso cattolici estetizzanti tradizionali per una sua serie televisiva pseudocattolica, mi viene da piangere.
Che dire del film? E’ l’ennesimo disgustoso prodotto del sistema orgiastico-mercantile. Come le mostre di Marina Abramovich o gli attuali romanzetti pluripremiati o, scendendo ancora di livello, gli orribili testi dei rapper e trapper.
Tutto ciò che é laidume, squallore, desolazione, vizio, bruttura è oggi finanziato dai mecenati del capitalismo dell’intrattenimento per corrompere l’immaginario collettivo dei popoli. E’ il mecenatismo della dissoluzione.
Non a caso i Sorrentino, i Guadagnino e tutti gli italici protagonisti del cinema più nichilista e decadente sono popolarissimi a Hollywood.
Non si potrà sconfiggere questa oligarchia nichilista, ormai vicina al satanismo vero e proprio (il gusto ostentato per il sacrilegio parla da solo), di cui i tanti Sorrentino sono solo gli estetizzanti lacchè. senza mettere in discussione il sistema orgiastico-mercantile e quindi il capitalismo assoluto totalitario, che svilisce lo spirito in nome del denaro e del consumo.
E ancora prima senza una autentica conversione spirituale che ripristini sopra questa fogna maleodorante il primato assoluto del Vero, del Bene e del Bello.
P:S. Il produttore del film è Lorenzo Mieli, figlio del noto giornalista miliardario Paolo Mieli. La cosa non mi stupisce affatto.
domenica 27 ottobre 2024
REX SUM EGO Omelia nella festa di Cristo Re
Dómini Nostri Jesu Christi Regis |
Dixit itaque ei Pilatus : Ergo rex es tu?
Respondit Jesus: Tu dicis quia rex sum ego.
Ego in hoc natus sum, et ad hoc veni in mundum,
ut testimonium perhibeam veritati:
omnis qui est ex veritate, audit vocem meam.
Jo 18, 37
Per volontà provvidenziale di Papa Pio XI, quest’ultima Domenica di Ottobre è dedicata alla Regalità universale di Nostro Signore. L’enciclica Quas Primas, promulgata l’11 Dicembre 1925, illustra questa dottrina e le ragioni per le quali, in virtù dell’Unione ipostatica – ossia dell’unione della divinità e dell’umanità nella persona di Gesù Cristo – noi dobbiamo riconoscere il nostro Signore e Sovrano nel Verbo di Dio Incarnato.
Il Vangelo di domenica scorsa – XXII dopo Pentecoste – ha in qualche modo preparato la festa odierna, invitandoci a contemplare la Regalità di Cristo anche nel precetto Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (Mt 22, 21). Riconoscere Nostro Signore come Sovrano dei singoli e delle società è infatti già contenuto in queste semplici parole: Date a Dio quel che è di Dio.
Credo che ciascuno di voi abbia potuto riscoprire questa bellissima verità della nostra santa Religione; una verità custodita sin dagli albori della Chiesa. L’istituzione di questa festa, apparentemente ridondante visto che tutta la Liturgia è una professione di Fede nella divina Regalità di Nostro Signore, ci mostra come i Romani Pontefici seppero ribadire la Sua Signoria universale proprio nel momento in cui gli errori del Laicismo, del Socialismo e del Liberalismo (nelle sue due varianti collettivista in Russia e nazionalista in Germania) cercavano di estromettere Dio dalla cosa pubblica, portando alle loro estreme ma logiche conseguenze gli errori e gli orrori della Rivoluzione del 1789. Dietro questa secolare cospirazione contro Cristo, iniziata da ben prima di quanto possiamo immaginare, sappiamo esservi l’opera eversiva della Sinagoga di Satana, dell’antichiesa massonica votata all’instaurazione del regno dell’Anticristo. Il Protestantesimo, i Rosacroce, gli Illuminati di Baviera, la Massoneria e tutte le sette che hanno cospirato dal Cinquecento in poi contro l’Europa Cattolica sono espressione di questa guerra senza quartiere contro Cristo e contro la Sua Chiesa.
I Papi che regnarono tra il Sette e l’Ottocento condannarono con apostolica severità i principi rivoluzionari in nome dei quali furono rovesciate le Monarchie delle Nazioni Cattoliche. Quei Pontefici videro con chiarezza quali immani rovine sarebbero seguite alla loro diffusione nel mondo, e misero in guardia il popolo cristiano dall’accettare ogni compromesso con la mentalità secolare, liberale, laicista e materialista che questi errori veicolava.
Ciò che i Pontefici non poterono prevedere – tanto era inaudito e scandaloso anche solo poterla solo ipotizzare, a quei tempi – era che questa ribellione a Cristo Signore potesse non solo trovare appoggio nei Papi di là da venire con tutte le istanze del Modernismo traghettate in seno alla Chiesa Cattolica con il Vaticano II, ma che questa ribellione si sarebbe estesa a tutto il corpo ecclesiale, sino a giungere all’apostasia dalla Fede e all’affrancamento dell’autorità vicaria del Romano Pontefice da quella posseduta esclusivamente e a pieno titolo dal Capo divino del Corpo Mistico, Re e Sacerdote. I papi postconciliari, artefici di innovazioni nella teorizzazione e nell’esercizio del Papato, sono giunti a voler adattare e reinterpretare il Papato in chiave sinodale (ad intra) ed ecumenica (ad extra), dimostrando così la propria volontà di cambiare ciò che Nostro Signore ha stabilito nel fondare la Sua Chiesa.
L’apostasia della chiesa bergogliana, sotto gli occhi di tutti, non è un fenomeno a sé stante. Le sue cause sono da ricercarsi negli errori deliberatamente insinuati dal Concilio e pervicacemente sostenuti dai Papi del postconcilio. La rivoluzione modernista del Vaticano II è consistita appunto nell’aver accolto nella Chiesa i principi anti-cattolici – massonici e liberali – degli Stati moderni, nonostante fossero sotto gli occhi di tutti i danni immani causati dalla Rivoluzione nel giro di pochi decenni, anzitutto alla salvezza eterna delle anime e al buon governo delle Nazioni.
Ma in che cosa consiste, essenzialmente, questa resa incondizionata alle ideologie anticattoliche che ininterrottamente la Chiesa aveva condannato senza appello? Perché concetti come libertà, fraternità e uguaglianza sono così opposti al Vangelo e così disastrosi nei loro effetti sugli individui e sulle società, sullo Stato e sulla Chiesa?
Per rispondere compiutamente a questa domanda dobbiamo tenere anzitutto presente che tutto ciò che viene dal Maligno è inganno e menzogna. Satana ci inganna, quando illude l’umanità di potersi “liberare” dalla Signoria di Cristo presentandocela come un “giogo opprimente”. Satana mente quando ci illude di poter rivendicare a sé una sovranità che invece appartiene a Nostro Signore e a Lui solo. Satana mente quando inganna gli uomini di poter essere “fratelli”, mentre nega la divina Paternità di Dio. Mente mostrando come desiderabile l’uniformità nel peccato e l’omologazione nel vizio – perché è questo il suo concetto di uguaglianza – e mente quando ci mostra come da rifuggire la molteplicità e la varietà dei doni di cui la magnificenza di Dio colma ognuno di noi in modo unico e irripetibile.
Noi siamo la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (1Pt 2, 9), ed è contro questa stirpe – che è stirpe della Donna (Gen 3, 15) in perpetua inimicizia con la discendenza del Serpente – che Satana si scatena, nella sua livida invidia del destino di gloria che egli ha irreversibilmente rifiutato con il suo Non serviam.
Satana sa che Gesù Cristo è Re. Il suo unico scopo è indurci a ribellarci al nostro Sovrano, ad averLo come nemico, a negare la nostra doverosa e necessaria sottomissione a Lui, nostro Redentore e Signore, per soggiogarci alla odiosa schiavitù del Maligno. Insomma, quel che Satana vuole, è farci rinnegare Cristo Re e Pontefice, e farci acclamare l’Anticristo, che ne è blasfema contraffazione. Ecco perché questo accanimento da parte sua e dei suoi servi nel voler negare a Cristo i Suoi diritti sovrani sulle Nazioni e anche sulla Chiesa.
Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può accettare l’idea che le autorità civili non debbano riconoscere pubblicamente la vera e unica Chiesa, di cui Egli è divino fondatore. Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può accettare l’ecumenismo sincretista e teorizzare che «tutte le religioni sono un cammino che conduce a Dio». Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può arrogarsi il sacrilego diritto di cambiare la Sua Chiesa e il Papato da Lui istituito per obbedire servilmente ai Suoi nemici.
Chi invece riconosce che Nostro Signore Gesù Cristo è Dio, Signore, Re e Pontefice tutto riconduce a Lui, a Lui tutto restituisce, tutto a Lui consacra.
Non possiamo professarci Cattolici, Apostolici e Romani senza proclamare la Regalità di Cristo, e senza viverla quotidianamente ad iniziare da noi stessi, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità. Come possiamo infatti sperare che il Signore non ci abbandoni e torni a regnare sulle società civili, se quanti le compongono non Lo riconoscono come Re? Condotto dinanzi a Pilato dal Sinedrio, Nostro Signore si trova a rispondere al Procuratore Romano che Gli chiede se sia Re: Tu lo dici, Io sono Re. Io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità; chiunque viene dalla verità ascolta la Mia voce (Gv 18, 37).
Ascoltiamo la voce di Nostro Signore se veniamo dalla verità e Lo riconosciamo come nostro Re. Sarà in questa sequela Christi Regis che troveremo le ragioni del nostro combattimento in quest’ora della Storia e sapremo riconoscere chi è schierato sotto le Sue sante insegne e chi, scelesta turba, è schierato con l’Anticristo. Qui non est mecum, adversum me est; et qui non colligit mecum, dispergit (Lc 11, 23). Chi non è con Me, è contro di Me; e chi con Me non raccoglie, disperde.
Prima creatura ad ascoltare la voce di Nostro Signore fu Maria Santissima, Regina Crucis e mistico Trono del Re divino. Ricordiamolo bene: dove regna Cristo, deve regnare anche la Sua Augusta Madre; perché è volontà del Figlio che Ella sia Colei che nella Sua intemerata Verginità umilia lo spirito impuro, e che nella Sua Umiltà schiaccia la testa orgogliosa del Serpente. Sia Lei Signora e Regina di ogni Cristiano e in particolare di ogni anima sacerdotale, affinché la Mediatrice di tutte le Grazie possa intercedere presso il Trono dell’Altissimo per la Santa Chiesa, per quanti professano fedelmente la Fede Cattolica e per le sorti del mondo. E così sia.
27 Ottobre 2024
REX SUM EGO Homily on the fest of Christ the King
Il Vangelo di domenica scorsa – XXII dopo Pentecoste – ha in qualche modo preparato la festa odierna, invitandoci a contemplare la Regalità di Cristo anche nel precetto Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (Mt 22, 21). Riconoscere Nostro Signore come Sovrano dei singoli e delle società è infatti già contenuto in queste semplici parole: Date a Dio quel che è di Dio.
Credo che ciascuno di voi abbia potuto riscoprire questa bellissima verità della nostra santa Religione; una verità custodita sin dagli albori della Chiesa. L’istituzione di questa festa, apparentemente ridondante visto che tutta la Liturgia è una professione di Fede nella divina Regalità di Nostro Signore, ci mostra come i Romani Pontefici seppero ribadire la Sua Signoria universale proprio nel momento in cui gli errori del Laicismo, del Socialismo e del Liberalismo (nelle sue due varianti collettivista in Russia e nazionalista in Germania) cercavano di estromettere Dio dalla cosa pubblica, portando alle loro estreme ma logiche conseguenze gli errori e gli orrori della Rivoluzione del 1789. Dietro questa secolare cospirazione contro Cristo, iniziata da ben prima di quanto possiamo immaginare, sappiamo esservi l’opera eversiva della Sinagoga di Satana, dell’antichiesa massonica votata all’instaurazione del regno dell’Anticristo. Il Protestantesimo, i Rosacroce, gli Illuminati di Baviera, la Massoneria e tutte le sette che hanno cospirato dal Cinquecento in poi contro l’Europa Cattolica sono espressione di questa guerra senza quartiere contro Cristo e contro la Sua Chiesa.
I Papi che regnarono tra il Sette e l’Ottocento condannarono con apostolica severità i principi rivoluzionari in nome dei quali furono rovesciate le Monarchie delle Nazioni Cattoliche. Quei Pontefici videro con chiarezza quali immani rovine sarebbero seguite alla loro diffusione nel mondo, e misero in guardia il popolo cristiano dall’accettare ogni compromesso con la mentalità secolare, liberale, laicista e materialista che questi errori veicolava.
Ciò che i Pontefici non poterono prevedere – tanto era inaudito e scandaloso anche solo poterla solo ipotizzare, a quei tempi – era che questa ribellione a Cristo Signore potesse non solo trovare appoggio nei Papi di là da venire con tutte le istanze del Modernismo traghettate in seno alla Chiesa Cattolica con il Vaticano II, ma che questa ribellione si sarebbe estesa a tutto il corpo ecclesiale, sino a giungere all’apostasia dalla Fede e all’affrancamento dell’autorità vicaria del Romano Pontefice da quella posseduta esclusivamente e a pieno titolo dal Capo divino del Corpo Mistico, Re e Sacerdote. I papi postconciliari, artefici di innovazioni nella teorizzazione e nell’esercizio del Papato, sono giunti a voler adattare e reinterpretare il Papato in chiave sinodale (ad intra) ed ecumenica (ad extra), dimostrando così la propria volontà di cambiare ciò che Nostro Signore ha stabilito nel fondare la Sua Chiesa.
L’apostasia della chiesa bergogliana, sotto gli occhi di tutti, non è un fenomeno a sé stante. Le sue cause sono da ricercarsi negli errori deliberatamente insinuati dal Concilio e pervicacemente sostenuti dai Papi del postconcilio. La rivoluzione modernista del Vaticano II è consistita appunto nell’aver accolto nella Chiesa i principi anti-cattolici – massonici e liberali – degli Stati moderni, nonostante fossero sotto gli occhi di tutti i danni immani causati dalla Rivoluzione nel giro di pochi decenni, anzitutto alla salvezza eterna delle anime e al buon governo delle Nazioni.
Ma in che cosa consiste, essenzialmente, questa resa incondizionata alle ideologie anticattoliche che ininterrottamente la Chiesa aveva condannato senza appello? Perché concetti come libertà, fraternità e uguaglianza sono così opposti al Vangelo e così disastrosi nei loro effetti sugli individui e sulle società, sullo Stato e sulla Chiesa?
Per rispondere compiutamente a questa domanda dobbiamo tenere anzitutto presente che tutto ciò che viene dal Maligno è inganno e menzogna. Satana ci inganna, quando illude l’umanità di potersi “liberare” dalla Signoria di Cristo presentandocela come un “giogo opprimente”. Satana mente quando ci illude di poter rivendicare a sé una sovranità che invece appartiene a Nostro Signore e a Lui solo. Satana mente quando inganna gli uomini di poter essere “fratelli”, mentre nega la divina Paternità di Dio. Mente mostrando come desiderabile l’uniformità nel peccato e l’omologazione nel vizio – perché è questo il suo concetto di uguaglianza – e mente quando ci mostra come da rifuggire la molteplicità e la varietà dei doni di cui la magnificenza di Dio colma ognuno di noi in modo unico e irripetibile.
Noi siamo la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (1Pt 2, 9), ed è contro questa stirpe – che è stirpe della Donna (Gen 3, 15) in perpetua inimicizia con la discendenza del Serpente – che Satana si scatena, nella sua livida invidia del destino di gloria che egli ha irreversibilmente rifiutato con il suo Non serviam.
Satana sa che Gesù Cristo è Re. Il suo unico scopo è indurci a ribellarci al nostro Sovrano, ad averLo come nemico, a negare la nostra doverosa e necessaria sottomissione a Lui, nostro Redentore e Signore, per soggiogarci alla odiosa schiavitù del Maligno. Insomma, quel che Satana vuole, è farci rinnegare Cristo Re e Pontefice, e farci acclamare l’Anticristo, che ne è blasfema contraffazione. Ecco perché questo accanimento da parte sua e dei suoi servi nel voler negare a Cristo i Suoi diritti sovrani sulle Nazioni e anche sulla Chiesa.
Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può accettare l’idea che le autorità civili non debbano riconoscere pubblicamente la vera e unica Chiesa, di cui Egli è divino fondatore. Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può accettare l’ecumenismo sincretista e teorizzare che «tutte le religioni sono un cammino che conduce a Dio». Solo chi non crede e non vuole che Cristo sia Re può arrogarsi il sacrilego diritto di cambiare la Sua Chiesa e il Papato da Lui istituito per obbedire servilmente ai Suoi nemici.
Chi invece riconosce che Nostro Signore Gesù Cristo è Dio, Signore, Re e Pontefice tutto riconduce a Lui, a Lui tutto restituisce, tutto a Lui consacra.
Non possiamo professarci Cattolici, Apostolici e Romani senza proclamare la Regalità di Cristo, e senza viverla quotidianamente ad iniziare da noi stessi, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità. Come possiamo infatti sperare che il Signore non ci abbandoni e torni a regnare sulle società civili, se quanti le compongono non Lo riconoscono come Re? Condotto dinanzi a Pilato dal Sinedrio, Nostro Signore si trova a rispondere al Procuratore Romano che Gli chiede se sia Re: Tu lo dici, Io sono Re. Io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità; chiunque viene dalla verità ascolta la Mia voce (Gv 18, 37).
Ascoltiamo la voce di Nostro Signore se veniamo dalla verità e Lo riconosciamo come nostro Re. Sarà in questa sequela Christi Regis che troveremo le ragioni del nostro combattimento in quest’ora della Storia e sapremo riconoscere chi è schierato sotto le Sue sante insegne e chi, scelesta turba, è schierato con l’Anticristo. Qui non est mecum, adversum me est; et qui non colligit mecum, dispergit (Lc 11, 23). Chi non è con Me, è contro di Me; e chi con Me non raccoglie, disperde.
Prima creatura ad ascoltare la voce di Nostro Signore fu Maria Santissima, Regina Crucis e mistico Trono del Re divino. Ricordiamolo bene: dove regna Cristo, deve regnare anche la Sua Augusta Madre; perché è volontà del Figlio che Ella sia Colei che nella Sua intemerata Verginità umilia lo spirito impuro, e che nella Sua Umiltà schiaccia la testa orgogliosa del Serpente. Sia Lei Signora e Regina di ogni Cristiano e in particolare di ogni anima sacerdotale, affinché la Mediatrice di tutte le Grazie possa intercedere presso il Trono dell’Altissimo per la Santa Chiesa, per quanti professano fedelmente la Fede Cattolica e per le sorti del mondo. E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
D.N.J.C. Regis
REX SUM EGO Homily on the fest of Christ the King
sabato 26 ottobre 2024
Gesù Cristo è Re e Signore egli è il sovrano dei re della terra.
nel 325 si tiene il primo Concilio ecumenico nella città di Nicea in Asia Minore. In questa circostanza viene definita la divinità di Cristo contro le eresie di Ario: “Cristo è Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”. 1600 anni più tardi, nel 1925, Pio XI proclama che il modo migliore per vincere le ingiustizie è il riconoscimento della regalità di Cristo. “Poiché le feste – scrive – hanno una efficacia maggiore di qualsiasi documento del magistero ecclesiastico, esse infatti istruiscono tutti i fedeli e non una sola volta ma annualmente, e raggiungono non solo lo spirito ma i cuori” (cfr. Enciclica Quas Primas 11 dicembre 1925).La data stabilita è l'ultima domenica di ottobre, cioè la domenica precedente la "festa di tutti i Santi.”
Nel 1900 Papa Leone XIII disse: "Il mondo ha sentito parlare abbastanza dei "diritti dell'uomo". Adesso ascolti anche i "diritti di Dio". Questa frase è fondamentale per comprendere cosa si intende realmente quando i cattolici proclamano che "Cristo è Re".Con essa si vuole sottolineare che Gesù Cristo è Signore della storia e del tempo.La storia di questa festa trae le proprie origini nel 1899 quando Papa Leone XIII sancì la consacrazione universale al Cuor di Gesù.
Per riparare gli oltraggi fatti a Gesù Cristo dall'ateismo ufficiale, la Santa Chiesa si degni stabilire una festa liturgica che, sotto un titolo da essa definito, proclami solennemente i sovrani diritti della persona regale del Cristo Re per riparare le ingiurie fatte subire a Gesù Cristo.
Per riparare gli oltraggi fatti a Gesù Cristo dall'ateismo ufficiale, la Santa Chiesa si degni stabilire una festa liturgica che, sotto un titolo da essa definito, proclami solennemente i sovrani diritti della persona regale del Cristo Re per riparare le ingiurie fatte subire a Gesù Cristo.
Noi tutti, nel considerare la santa Umanità di Nostro Signore, sentiamo nelle nostre anime una gioia immensa: un Re dal cuore di carne, come il nostro, che pur essendo l'autore dell'universo e di ogni singola creatura, non impone il suo dominio con prepotenza, ma viene come un poverello a chiedere un po' d'amore, mostrandoci, in silenzio, le sue mani piagate.
Perché allora tanti lo ignorano? Perché si sente ancora la protesta crudele: Nolumus hunc regnare super nos (Lc 19, 14), non vogliamo che regni su di noi? Vi sono milioni di uomini che si oppongono a Gesù Cristo, o piuttosto alla sua ombra, perché non lo conoscono, non hanno visto la bellezza del suo volto, ignorano le meraviglie della sua dottrina. Dinanzi a questo triste spettacolo ci dovremmo sentire spinti alla riparazione; dinanzi al clamore incessante, fatto di opere ignobili più che di parole, dovremmo sentire il bisogno di gridare: Oportet illum regnare (1 Cor 15, 25), egli deve regnare.
Molti non tollerano che Cristo regni e gli resistono in mille maniere: negli orientamenti di fondo della vita e della convivenza umana, nei costumi, nella scienza, nell'arte. Persino nella vita stessa della Chiesa! — scrive sant'Agostino — ai malvagi che bestemmiano Cristo. Sono rari, infatti, quelli che lo bestemmiano con la lingua, ma sono molti quelli che lo bestemmiamo con la propria condotta (SANT'AGOSTINO, In Ioannis Evangelium tractatus, 27, 11 [PL 35, 1621]).
Taluni, per una superficiale questione di parole, si sentono infastiditi anche solo dall'espressione Cristo Re, come se il regno di Cristo potesse essere preso per una formula politica, o piuttosto perché la confessione della regalità di Cristo li condurrebbe anche ad ammettere una legge. E infatti non tollerano la legge, nemmeno quella del precetto amabilissimo della carità, perché non vogliono avvicinarsi all'amore di Dio e preferiscono servire soltanto il proprio egoismo.
Da tanto tempo il Signore mi spinge a ripetere un grido silenzioso: Serviam, servirò. Chiediamogli di accrescere in noi il desiderio di donazione, di fedeltà alla sua chiamata divina, in semplicità, senza spettacolo, senza rumore, in mezzo alle attività quotidiane. Rendiamogli grazie dal profondo del cuore e rivolgiamogli la nostra preghiera di sudditi — di figli! — e la nostra bocca si riempirà di latte e di miele e sarà dolce per noi parlare del Regno di Dio, che è Regno di libertà: la libertà che Egli stesso ci ha conquistato (cfr Gal 4, 31).È Re e desidera regnare nei nostri cuori di figli di Dio. Ma mettiamo da parte l'immagine che abbiamo dei regni della terra: Cristo non domina né cerca di imporsi, perché non è venuto per essere servito, ma per servire. Suo regno è la pace, la gioia, la giustizia. Cristo, nostro re, non vuole da noi ragionamenti inutili, ma fatti, perché non chiunque mi dice: «Signore, Signore!» entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt 7,21).
Perché allora tanti lo ignorano? Perché si sente ancora la protesta crudele: Nolumus hunc regnare super nos (Lc 19, 14), non vogliamo che regni su di noi? Vi sono milioni di uomini che si oppongono a Gesù Cristo, o piuttosto alla sua ombra, perché non lo conoscono, non hanno visto la bellezza del suo volto, ignorano le meraviglie della sua dottrina. Dinanzi a questo triste spettacolo ci dovremmo sentire spinti alla riparazione; dinanzi al clamore incessante, fatto di opere ignobili più che di parole, dovremmo sentire il bisogno di gridare: Oportet illum regnare (1 Cor 15, 25), egli deve regnare.
Molti non tollerano che Cristo regni e gli resistono in mille maniere: negli orientamenti di fondo della vita e della convivenza umana, nei costumi, nella scienza, nell'arte. Persino nella vita stessa della Chiesa! — scrive sant'Agostino — ai malvagi che bestemmiano Cristo. Sono rari, infatti, quelli che lo bestemmiano con la lingua, ma sono molti quelli che lo bestemmiamo con la propria condotta (SANT'AGOSTINO, In Ioannis Evangelium tractatus, 27, 11 [PL 35, 1621]).
Taluni, per una superficiale questione di parole, si sentono infastiditi anche solo dall'espressione Cristo Re, come se il regno di Cristo potesse essere preso per una formula politica, o piuttosto perché la confessione della regalità di Cristo li condurrebbe anche ad ammettere una legge. E infatti non tollerano la legge, nemmeno quella del precetto amabilissimo della carità, perché non vogliono avvicinarsi all'amore di Dio e preferiscono servire soltanto il proprio egoismo.
Da tanto tempo il Signore mi spinge a ripetere un grido silenzioso: Serviam, servirò. Chiediamogli di accrescere in noi il desiderio di donazione, di fedeltà alla sua chiamata divina, in semplicità, senza spettacolo, senza rumore, in mezzo alle attività quotidiane. Rendiamogli grazie dal profondo del cuore e rivolgiamogli la nostra preghiera di sudditi — di figli! — e la nostra bocca si riempirà di latte e di miele e sarà dolce per noi parlare del Regno di Dio, che è Regno di libertà: la libertà che Egli stesso ci ha conquistato (cfr Gal 4, 31).È Re e desidera regnare nei nostri cuori di figli di Dio. Ma mettiamo da parte l'immagine che abbiamo dei regni della terra: Cristo non domina né cerca di imporsi, perché non è venuto per essere servito, ma per servire. Suo regno è la pace, la gioia, la giustizia. Cristo, nostro re, non vuole da noi ragionamenti inutili, ma fatti, perché non chiunque mi dice: «Signore, Signore!» entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt 7,21).
Dov'è il re? Dove cercarlo se non là dove vuole regnare, cioè nel cuore, nel tuo cuore? Per questo si fa bambino: chi non ama infatti una piccola creatura? Dov'è allora il re, il Cristo che lo Spirito Santo cerca di formare nella nostra anima? Non può essere di certo nella superbia che ci separa da Dio, non nella mancanza di carità che ci isola. Lì Cristo non c'è; lì l'uomo resta solo.Cristo deve regnare innanzitutto nella nostra anima. "Ma come risponderemmo se ci domandasse: tu, mi lasci regnare dentro di te"? Io gli risponderei che per farlo regnare in me ho un grande bisogno della sua grazia: soltanto così anche il palpito più nascosto, il sospiro impercettibile, lo sguardo più insignificante e la parola più banale, perfino la sensazione più elementare, tutto potrà tradursi in un osanna a Cristo, il mio Re.Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini.
Mons. Carlo Maria Viganò Lettera aperta ai cattolici americani nell'imminenza delle Elezioni Presidenziali 2024
La grande marcia della distruzione mentale proseguirà. Tutto verrà negato. […]
Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro.
Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
G.K. Chesterton, Heretics, 1905
Cari Fedeli Cattolici Americani,
mi rivolgo a tutti voi, a pochi giorni dalle Elezioni Presidenziali che chiameranno alle urne milioni di cittadini Americani.
Se in condizioni di relativa normalità l’esercizio del voto è un vostro dovere morale, mediante il quale cooperate in prima persona alla scelta di colui che dovrà guidare la Nazione nel prossimo quadriennio, in questa prossima tornata elettorale – come e molto più che nel 2020 – non siete semplicemente chiamati a scegliere tra due candidati di schieramenti politici differenti, ma che comunque hanno a cuore il bene comune nel rispetto della Costituzione e della Legge. Questa volta dovete scegliere tra due modi radicalmente opposti di concepire il governo della vostra Nazione: siete chiamati a scegliere tra la democrazia e la dittatura, tra la libertà e la schiavitù.
Da una parte abbiamo il candidato Donald J. Trump che pur con tutte le gravi problematiche – specialmente in materia di aborto e di procreazione assistita – ha come obiettivo il bene comune e la tutela delle libertà fondamentali dei cittadini. Nell’America di Donald Trump, ogni Cattolico può praticare la propria Fede e educare in essa i propri figli senza interferenze dello Stato. Dall’altra parte abbiamo una candidata e un partito che promuovono tutto ciò che si oppone direttamente alla Fede e alla Morale della Chiesa Cattolica. Nell’America di Kamala Harris, un Cattolico – ma anche un Protestante – è considerato un fondamentalista da emarginare ed eliminare, e i suoi figli sono proprietà dello Stato, che si arroga il diritto di deviarli sin da piccoli nell’anima e nel corpo. L’America di Trump può tornare grande e prospera; l’America della Harris è destinata all’invasione e alla distruzione morale, sociale ed economica: alla più feroce dittatura.
Guardate il Vostro Paese: le vostre città sono diventate delle discariche di derelitti e di criminali, di spacciatori e di tossicodipendenti, di prostitute e rapinatori. Le vostre scuole sono ricettacoli di indottrinamento e di corruzione fin dall’asilo. Nei vostri tribunali i criminali sono assolti e gli innocenti incarcerati: nuovi reati ideologici sono perseguiti, mentre l’illegalità è tollerata e incoraggiata. Nei vostri ospedali comandano le multinazionali, e voi siete loro cavie da sterminare, o da rendere malati cronici e loro perpetui clienti. Gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori sono perseguitati e costretti a fallire, mentre i terreni sono accaparrati da multinazionali senza scrupoli che li trasformano in sterminati impianti fotovoltaici e pale eoliche con cui alimentare i loro datacentre e le server farm dove raccolgono tutti i vostri dati, i vostri spostamenti, i vostri acquisti, le vostre preferenze politiche. Sono giunti a manomettere il clima con sofisticate operazioni di geoingegneria e con devastanti incendi dolosi pur di rendere credibile la frode del riscaldamento climatico e imporre la transizione green, l’aumento del costo dell’energia, le auto e i monopattini elettrici. E tutto questo nell’evidenza della menzogna, senza alcuna prova scientifica ma con la servile collaborazione dei media di regime, pronti a etichettarci come complottisti. Ma quel che sino a ieri era liquidato come frutto di teorie complottiste oggi è ammesso dagli stessi governanti. Vi tolgono la luce del sole, vi avvelenano inseminando le nuvole, travolgono i vostri villaggi e i vostri campi con uragani micidiali; vi ammazzano il bestiame e vi seccano le coltivazioni con siccità provocate e con incendi devastanti. Mirano al controllo dell’intero settore alimentare, per forzarvi a mangiare solo quello che loro vi mettono a disposizione. Lo chiede l’Agenda 2030 imposta senza alcun voto dalle Nazioni Unite e dal World Economic Forum.
In questi quattro disastrosi anni di amministrazione Biden-Harris abbiamo avuto un fantoccio alla Casa Bianca e una vicepresidente corrotta ed incompetente che non ha mai smesso di mentire e ingannare gli elettori sul proprio passato e sul proprio futuro. Il potere è gestito dal criminale deep state – di cui ormai conosciamo nomi e volti – responsabile della distruzione della vostra grande Nazione. E per assicurare che la crisi sia infinita, si aprono di continuo nuovi scenari di guerra, in conflitti che nessuno vuole se non coloro che ne traggono enormi profitti, sacrificando vite umane e compromettendo la stabilità internazionale.
mi rivolgo a tutti voi, a pochi giorni dalle Elezioni Presidenziali che chiameranno alle urne milioni di cittadini Americani.
Se in condizioni di relativa normalità l’esercizio del voto è un vostro dovere morale, mediante il quale cooperate in prima persona alla scelta di colui che dovrà guidare la Nazione nel prossimo quadriennio, in questa prossima tornata elettorale – come e molto più che nel 2020 – non siete semplicemente chiamati a scegliere tra due candidati di schieramenti politici differenti, ma che comunque hanno a cuore il bene comune nel rispetto della Costituzione e della Legge. Questa volta dovete scegliere tra due modi radicalmente opposti di concepire il governo della vostra Nazione: siete chiamati a scegliere tra la democrazia e la dittatura, tra la libertà e la schiavitù.
Da una parte abbiamo il candidato Donald J. Trump che pur con tutte le gravi problematiche – specialmente in materia di aborto e di procreazione assistita – ha come obiettivo il bene comune e la tutela delle libertà fondamentali dei cittadini. Nell’America di Donald Trump, ogni Cattolico può praticare la propria Fede e educare in essa i propri figli senza interferenze dello Stato. Dall’altra parte abbiamo una candidata e un partito che promuovono tutto ciò che si oppone direttamente alla Fede e alla Morale della Chiesa Cattolica. Nell’America di Kamala Harris, un Cattolico – ma anche un Protestante – è considerato un fondamentalista da emarginare ed eliminare, e i suoi figli sono proprietà dello Stato, che si arroga il diritto di deviarli sin da piccoli nell’anima e nel corpo. L’America di Trump può tornare grande e prospera; l’America della Harris è destinata all’invasione e alla distruzione morale, sociale ed economica: alla più feroce dittatura.
Guardate il Vostro Paese: le vostre città sono diventate delle discariche di derelitti e di criminali, di spacciatori e di tossicodipendenti, di prostitute e rapinatori. Le vostre scuole sono ricettacoli di indottrinamento e di corruzione fin dall’asilo. Nei vostri tribunali i criminali sono assolti e gli innocenti incarcerati: nuovi reati ideologici sono perseguiti, mentre l’illegalità è tollerata e incoraggiata. Nei vostri ospedali comandano le multinazionali, e voi siete loro cavie da sterminare, o da rendere malati cronici e loro perpetui clienti. Gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori sono perseguitati e costretti a fallire, mentre i terreni sono accaparrati da multinazionali senza scrupoli che li trasformano in sterminati impianti fotovoltaici e pale eoliche con cui alimentare i loro datacentre e le server farm dove raccolgono tutti i vostri dati, i vostri spostamenti, i vostri acquisti, le vostre preferenze politiche. Sono giunti a manomettere il clima con sofisticate operazioni di geoingegneria e con devastanti incendi dolosi pur di rendere credibile la frode del riscaldamento climatico e imporre la transizione green, l’aumento del costo dell’energia, le auto e i monopattini elettrici. E tutto questo nell’evidenza della menzogna, senza alcuna prova scientifica ma con la servile collaborazione dei media di regime, pronti a etichettarci come complottisti. Ma quel che sino a ieri era liquidato come frutto di teorie complottiste oggi è ammesso dagli stessi governanti. Vi tolgono la luce del sole, vi avvelenano inseminando le nuvole, travolgono i vostri villaggi e i vostri campi con uragani micidiali; vi ammazzano il bestiame e vi seccano le coltivazioni con siccità provocate e con incendi devastanti. Mirano al controllo dell’intero settore alimentare, per forzarvi a mangiare solo quello che loro vi mettono a disposizione. Lo chiede l’Agenda 2030 imposta senza alcun voto dalle Nazioni Unite e dal World Economic Forum.
In questi quattro disastrosi anni di amministrazione Biden-Harris abbiamo avuto un fantoccio alla Casa Bianca e una vicepresidente corrotta ed incompetente che non ha mai smesso di mentire e ingannare gli elettori sul proprio passato e sul proprio futuro. Il potere è gestito dal criminale deep state – di cui ormai conosciamo nomi e volti – responsabile della distruzione della vostra grande Nazione. E per assicurare che la crisi sia infinita, si aprono di continuo nuovi scenari di guerra, in conflitti che nessuno vuole se non coloro che ne traggono enormi profitti, sacrificando vite umane e compromettendo la stabilità internazionale.
Avete visto di cosa sono stati capaci in quattro anni i Dem, cioè l’estrema Sinistra woke. Pensate cosa potranno fare, se al posto delle numerose controfigure di Biden verrà eletta – nella frode più scandalosa ed inimmaginabile – la sua Vice, con il codazzo di Ministri LGBTQ+, rigorosamente woke, venduti alla Cina o al World Economic Forum, sponsorizzati da George Soros o da Bill Gates, manovrati da Obama e dalla Clinton. A quel punto, cari Cattolici Americani, non dovrete solo cambiare comizio – come vorrebbe Kamala – per dire Christ is the Lord, perché dirlo sarà considerato un hate speech, e pregare davanti a una clinica per aborti un atto di terrorismo. Non crediate che queste siano ipotesi remote: ovunque la Sinistra woke prenda il potere, si instaura la più feroce, antiumana e anticristiana dittatura che l’umanità abbia mai conosciuto. E sappiamo che tutte le volte che la Sinistra è arrivata al potere, non se ne è mai andata per via democratica.
Donald Trump e Kamala Harris: non parliamo di due visioni diverse ma che fanno parte della normale dialettica politica. Parliamo di due mondi opposti e inconciliabili, in cui Trump combatte il deep state e si impegna a liberare l’America dalla sua morsa tentacolare, mentre sul fronte opposto abbiamo una candidata corrotta e sotto ricatto, organica al deep state, che agisce come una marionetta nelle mani di guerrafondai come Barack Obama e Hillary Clinton, di autoproclamati “filantropi” come i criminali George Soros e Klaus Schwab, o di personaggi come Jeffrey Epstein e Sean Combs. Il loro programma è quello della Sinistra Globale, del World Economic Forum, della Rockefeller Foundation, della Bill&Melinda Gates Foundation, e in ultima analisi quello di Vanguard, BlackRock e StateStreet. La loro agenda è scritta sotto dettatura dell’oligarchia finanziaria che controlla l’umanità ai danni dei popoli: un’élite che agisce non solo negli Stati Uniti, ma in Canada, in Australia, in Europa e ovunque la politica sia tenuta in ostaggio dai loro fondi di investimento e dalle loro organizzazioni pseudoumanitarie votate alla cancellazione della Civiltà Occidentale.
Dietro costoro – ormai lo sappiamo – si celano personaggi votati al male, accomunati dall’odio satanico verso Nostro Signore Gesù Cristo e verso quanti credono in Lui, principalmente verso i fedeli Cattolici. Noi vogliamo che Cristo regni, e lo proclamiamo con fierezza: Christ is King! Loro vogliono che regni l’Anticristo, la cui tirannide è fatta di caos, guerra, malattie, carestie e morte. E più aumentano le emergenze e le crisi che l’élite globalista programma e realizza, più essi hanno un pretesto per imporre nuove limitazioni, nuove restrizioni dei diritti fondamentali, nuovi controlli.
Joe Biden, l’attuale “presidente” è servo di questa élite eversiva e ampiamente ricattabile per gli scandali e i reati suoi e della sua famiglia, a cominciare da Hunter. La sua “vice”, Kamala Harris, è parimenti asservita allo stesso deep state. E il Partito Democratico, a cui appartengono entrambi, è l’espressione dell’ideologia woke che funesta tutti i partiti della Sinistra globale.
Il candidato Donald J. Trump, pur presentando certamente gravi criticità che un Cattolico non può condividere, costituisce per noi, cari fedeli Americani, in questo specifico momento storico, l’unica scelta possibile per contrastare il golpe globalista che la Sinistra woke è sul punto di implementare definitamente, in modo irrimediabile e con danni incalcolabili per le future generazioni.
Votare per Donald Trump significa prendere fermamente le distanze da una visione anticattolica, anticristiana e antiumana della società. Significa fermare chi vuole realizzare una distopia infernale, peggiore di quella annunciata da George Orwell. E significa anche – non dimenticatelo – accordare fiducia, perché il Presidente Trump sappia che il voto massiccio dei Cattolici e dei Cristiani che lo ha riportato alla Casa Bianca deve essere la premessa per un più incisivo impegno in difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, in difesa della famiglia tradizionale, in difesa del diritto dei genitori all’educazione della prole, in difesa della Fede e dell’identità culturale della Nazione.
Lo ripeto: la scelta è tra un Presidente conservatore che sta pagando con la propria vita la lotta contro il deep state, e un mostro infernale che obbedisce a Satana. Per un Cattolico la questione non si pone: votare Kamala Harris è moralmente inammissibile e costituisce un peccato gravissimo. Né è nemmeno possibile astenersi, perché in questa guerra proclamarsi neutrali significa allearsi al nemico.
I popoli di tutto il mondo stanno iniziando a comprendere la minaccia che incombe su di loro e sul futuro dei loro figli, e anche voi Americani lo avete capito. Ma anche se questa volta sarà più difficile per il deep state replicare i brogli del 2020, non dovete pensare che si rassegnerà tanto facilmente alla sconfitta. Prepariamoci dunque ad impedire che possibili attacchi e scenari di guerra civile servano per imporre la legge marziale e nuove restrizioni, dopo gli attentati ai quali il Presidente Trump è provvidenzialmente scampato.
Ma non dimentichiamo, cari Fedeli, che le sole energie umane nulla possono dinanzi a questo dispiegamento infernale di forze. Noi proclamiamo Christ is King: ciò significa che Nostro Signore deve tornare a regnare, e il primo modo di farLo regnare è obbedire alla Sua santa Legge e vivere nella Sua Grazia. Fate regnare Cristo nel vostro cuore, nelle vostre famiglie, nelle vostre comunità e in tutti gli Stati Uniti d’America: questa è l’unica via per la pace, la concordia e la prosperità della Nazione.
Pensate a quanti siete, voi Cattolici, negli Stati Uniti! Votate senza esitazione e pregate che Nostro Signore illumini nella loro scelta i cittadini Americani e dia la vittoria a chi, almeno, non ha problemi a proclamare che Cristo è il Signore.
Che Dio vi benedica e che la Vergine di Guadalupe, Patrona degli Stati Uniti, e San Michele Arcangelo vi proteggano.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo,
già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America
22 Ottobre 2024
martedì 22 ottobre 2024
"L'aborto è il sacramento di Satana"
"Non accettiamo né siamo d'accordo con le sue politiche sull'aborto",
ha detto Luke Polaske studentessa americana a Fox News a Kamala Harris, "e crediamo che Gesù sia il Signore e che abbia l'ultima parola su tutto ciò che facciamo. Volevamo che lei lo sapesse".
Carissimi amici e lettori,
due studentesse americane, vengono ridicolizzate dalla candidata democratica alla presidenza americana Kamala Harris, per aver testimoniato la loro fede in Gesù Cristo. Infatti riconoscere Gesù come il Figlio di Dio significa riconoscerlo "Re e Signore". "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli". "Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli".
Kamala Harris dovrebbe smetterla di offendere con il suo atteggiamento altezzoso e sprezzante i "cristiani cattolici" attaccando un diritto sancito da Dio stesso nella legge naturale che è il diritto alla vita, questa donna è arida e molto irrispettosa". A voi tutti buona lettura di questa meravigliosa testimonianza di Fede cristiana !
A.diJ
( LifeSiteNews ) — Le due studentesse universitarie ridicolizzate dalla candidata democratica alla presidenza Kamala Harris hanno spiegato nella loro prima intervista televisiva di credere di essere state "mandate lì da Dio" per proclamare la loro fede in mezzo alla grande folla di sostenitori pro-aborto di Harris.
Le due giovani, Grant Beth e Luke Polaske, studenti del terzo anno presso l'Università del Wisconsin-La Crosse, dove si è svolto l'evento della campagna elettorale di Harris, hanno parlato senza riserve della loro fede in Cristo, della natura malvagia dell'aborto e dell'assoluta necessità che i giovani e i nuovi elettori tengano a mente che il loro futuro e perfino la loro libertà sono in bilico con le imminenti elezioni presidenziali. "Dopo che ha parlato di ribaltare la sentenza Roe v. Wade e Donald Trump, ho urlato alla folla che l'aborto è il sacramento di Satana", ha detto Luke Polaske all'inizio dell'intervista a Fox & Friends . "Ci credo profondamente come cristiana".
"In realtà mi stava salutando. Mi sono tolto questa croce dal collo che indosso e, mentre ci chiedevano di andarcene, l'ho tenuta in aria e le ho fatto un cenno di saluto e l'ho indicata, e lei mi ha guardato dritto negli occhi, mi ha fatto una specie di sorrisetto malvagio", ha raccontato.
"Eravamo qui solo per professare la nostra fede", ha detto Grant Beth, "e lo abbiamo fatto. Abbiamo deciso di dire "Cristo è Re!", "Gesù è Signore" e abbiamo ricevuto un sacco di reazioni negative.
Nel racconto Beth a detto di essere stata spinta e strattonata da una donna anziana. Sono state prese in giro, insultate, derise, e questa è la cosa più grande per loro personalmente, hanno detto . "Riflettendo sull'evento, Gesù è stato deriso, i suoi discepoli sono stati derisi, e va bene così".
"In realtà, abbiamo fatto l'opera di Dio", ha detto Beth,"ed eravamo lì a difendere i diritti dei bambini e quelli della vita per le giuste ragioni, e Dio [ci stava] guardando in quel momento.
Sono una persona cordiale con tutti, indipendentemente dalle convinzioni, ma credo che siamo stati mandati lì da Dio".
mercoledì 16 ottobre 2024
Il business del giubileo 2025! A Roma Iddio nun è trino, è quattrino”
Carissimi amici e lettori,
siamo a un passo dal Giubileo del 2025 indetto da Bergoglio, gli occhi del mondo sono rivolti verso Roma. In apparenza, tutto risulta chiaro e lineare: il papa indice un giubileo e l’Italia lo aiuta mettendoci dei soldi, perché la città di Roma ne trae vantaggio.Un giro d'affari da quattro miliardi. Il Giubileo che partirà il 24 dicembre avrà un impatto economico di tutto rispetto: e non potrebbe essere altrimenti, con 30 milioni di pellegrini previsti nel corso di tutto l'Anno Santo.
«Ci aspettiamo 100mila visitatori al giorno», ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri ad agosto, dal palco del Meeting di Rimini, ossia 35 milioni di persone. L'associazione di categoria degli operatori del settore Assoturismo Lazio (a sua volta parte di Confesercenti) ha spiegato che la spesa media di un turista a Roma si aggira tra i 200 e i 260 euro al giorno. Ma è il turismo religioso che genera più fatturato . Questo perché chi viene a Roma per motivi religiosi di solito si appoggia a strutture ecclesiastiche che hanno trasformato i conventi in Alberghi da quattro a cinque stelle, che accolgono grandi gruppi, spesso formate da pellegrini con portafogli piuttosto danarosi.
In vista del Giubileo, la “fabbrica del falso” a Roma è in piena attività. Non solo cantieri per rendere la Capitale pronta all’arrivo di milioni di fedeli da tutto il mondo, anche il malaffare si prepara al grande business. Pendagli, rosari, bracciali e medagliette recanti abusivamente loghi registrati dalla Santa Sede raffiguranti la “Tiara papale” e il simbolo del “Giubileo 2025-Pellegrini di speranza”, infatti, sono stati individuati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nel corso di un apposito piano di controlli messo in campo nella Capitale presso rivendite di souvenir e di oggettistica sacra ubicate nel centro storico.
Gli accertamenti delle Fiamme gialle del 2° e del 3° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma hanno permesso di risalire all’importatore della merce, resosi responsabile anche della violazione della normativa europea in materia di sicurezza dei prodotti, considerata la potenziale nocività dei metalli utilizzati per la realizzazione degli oggetti.
Quattro persone di etnia sinica, cui sono riconducibili le rivendite dove sono stati rinvenuti gli articoli, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati di introduzione e vendita nel territorio nazionale di prodotti contraffatti e di immissione in commercio di prodotti contenenti sostanze vietate dalla normativa comunitaria.
Ma nel cuore del Gianicolo lo stato Vaticano apre 11 mila metri quadri di negozi. Scatta lo shopping e il Giubileo non è ancora cominciato.
Con i soldi pubblici del Grande Giubileo del 2000 fu realizzato il parcheggio dei pullman nella pancia del Gianicolo: dopo 23 anni si cambia, all'ultimo piano del parcheggio nasce un centro commerciale da 11 mila metri quadri. Il Vaticano si prepara a gestire in solitudine il business dei pellegrini e il Giubileo non è ancora iniziato.
La storia è tipicamente romana. Col Grande Giubileo del 2000, lo Stato Italiano finanzia e di fatto regala allo Stato Vaticano i lavori necessari a realizzare il parcheggio pullman del Gianicolo, un'opera che avrebbe dovuto togliere buona parte dei bus turistici dal Centro e dare alla città un po' di respiro. Per realizzare l'opera in zona extraterritoriale, furono sacrificate nella parte della rampa di accesso da lungotevere i resti della rampa del Gianicolo e si rese necessario un decreto dell'allora ministro Giovanna Melandri per sbloccare e “frenare” ulteriori indagini archeologiche.
Un centro commerciale privato gestito dal Vaticano
Ora, a meno di 2 mesi dal Giubileo del 2025, il Vaticano si fa il suo grande centro commerciale privato, con accessi sempre privati dalla grande scala mobile di via della Conciliazione, via di Porta Cavalleggeri e via Urbano VIII, attraverso un meccanismo societario che affida a una di scatole la gestione del 11 mila metri quadri. Dunque, per gentile concessione dell'Italia, il Vaticano affida alla Terminal Vaticano il parcheggio che, a sua volta, lo affitta al Dicastero per l'evangelizzazione che, a sua volta, lo affida alla società romana Galak che già controlla una serie di esercizi commerciali in Vaticano per la vendita di sacri gadget. E per il commercio di vicinato dei quartieri Prati, Della Vittoria, Borgo e Aurelio un colpo mortale.
Dai pullman ai negozi, l'autarchia commerciale
Secondo la logica del “sacro commercio”, i pellegrini arriveranno in pullman, scenderanno dal bus ed entreranno direttamente tra i 50 negozi e nell'area food. A detta della società Vatican Mall, “sarà uno dei più importanti punti di riferimento per lo shopping del centro di Roma, una Boutique Experience, dove l'utente si sentirà al centro del mondo”.
Per ora stimati 4 milioni di visitatori l'anno, poi il Giubileo
Le stime parlano di 4 milioni di utenti l'anno che diventeranno 35 in pieno Giubileo con almeno 300 assunzioni molte della quali già operative, visto che l'inaugurazione ufficiale è avvenuta per il 16 marzo 2023,con tanto di taglio del nastro con politici e alte sfere del Vaticano.
Quattro persone di etnia sinica, cui sono riconducibili le rivendite dove sono stati rinvenuti gli articoli, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati di introduzione e vendita nel territorio nazionale di prodotti contraffatti e di immissione in commercio di prodotti contenenti sostanze vietate dalla normativa comunitaria.
Ma nel cuore del Gianicolo lo stato Vaticano apre 11 mila metri quadri di negozi. Scatta lo shopping e il Giubileo non è ancora cominciato.
Con i soldi pubblici del Grande Giubileo del 2000 fu realizzato il parcheggio dei pullman nella pancia del Gianicolo: dopo 23 anni si cambia, all'ultimo piano del parcheggio nasce un centro commerciale da 11 mila metri quadri. Il Vaticano si prepara a gestire in solitudine il business dei pellegrini e il Giubileo non è ancora iniziato.
La storia è tipicamente romana. Col Grande Giubileo del 2000, lo Stato Italiano finanzia e di fatto regala allo Stato Vaticano i lavori necessari a realizzare il parcheggio pullman del Gianicolo, un'opera che avrebbe dovuto togliere buona parte dei bus turistici dal Centro e dare alla città un po' di respiro. Per realizzare l'opera in zona extraterritoriale, furono sacrificate nella parte della rampa di accesso da lungotevere i resti della rampa del Gianicolo e si rese necessario un decreto dell'allora ministro Giovanna Melandri per sbloccare e “frenare” ulteriori indagini archeologiche.
Un centro commerciale privato gestito dal Vaticano
Ora, a meno di 2 mesi dal Giubileo del 2025, il Vaticano si fa il suo grande centro commerciale privato, con accessi sempre privati dalla grande scala mobile di via della Conciliazione, via di Porta Cavalleggeri e via Urbano VIII, attraverso un meccanismo societario che affida a una di scatole la gestione del 11 mila metri quadri. Dunque, per gentile concessione dell'Italia, il Vaticano affida alla Terminal Vaticano il parcheggio che, a sua volta, lo affitta al Dicastero per l'evangelizzazione che, a sua volta, lo affida alla società romana Galak che già controlla una serie di esercizi commerciali in Vaticano per la vendita di sacri gadget. E per il commercio di vicinato dei quartieri Prati, Della Vittoria, Borgo e Aurelio un colpo mortale.
Dai pullman ai negozi, l'autarchia commerciale
Secondo la logica del “sacro commercio”, i pellegrini arriveranno in pullman, scenderanno dal bus ed entreranno direttamente tra i 50 negozi e nell'area food. A detta della società Vatican Mall, “sarà uno dei più importanti punti di riferimento per lo shopping del centro di Roma, una Boutique Experience, dove l'utente si sentirà al centro del mondo”.
Per ora stimati 4 milioni di visitatori l'anno, poi il Giubileo
Le stime parlano di 4 milioni di utenti l'anno che diventeranno 35 in pieno Giubileo con almeno 300 assunzioni molte della quali già operative, visto che l'inaugurazione ufficiale è avvenuta per il 16 marzo 2023,con tanto di taglio del nastro con politici e alte sfere del Vaticano.
Ma è extraterritoriale o valgono le regole di Roma?
Ma i dubbi sull'opera sorgono spontanei. Se l'area del centro commerciale è di proprietà del Vaticano, allora il Comune di Roma si è visto crescere un'opera nella totale indifferenza; diversamente se anche una porzione fosse in territorio italiano, allora c'è' da chiedersi se è stato chiesto un cambio di destinazione d'uso da parcheggio a centro commerciale e se esiste una licenza comunale. Dubbi che solo il Comune potrà e dovrà chiarire. L'unica cosa certa è che “A Roma, Dio non è trino, ma è quattrino”
martedì 15 ottobre 2024
Bergoglio e Tucho sognano un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica.
A.diJ.
Carissimi amici e lettori,
il documento Traditionis custodes cancella il lavoro di Benedetto XVI , stabilendo dei limiti e ostacoli arbitrari a ciò che era stato stabilito precedentemente da papa Ratzinger e nel rispetto della libertà dei sacerdoti e dei fedeli. Questo documento segna un «deplorevole passo indietro». Inoltre non è fiducioso (anzi non lo è per niente) che tutti i vescovi possano garantire una generosa autorizzazione dell'uso dei libri liturgici in vigore nel 1962, poiché molti vescovi non sono «Traditionis custodes, ma traditionis ignari (ignoranti della Tradizione), obliviosi (dimentichi della Tradizione), o peggio traditionis evertores (demolitori della Tradizione)». Alla pari di chi li ha eletti.
Oggi si parla tanto di chiesa sinodale dove tutti cani e porci, possono dire la propria opinione , ma se l’interessato o che sia vescovo o religioso è per qualche ragione risulta antipatico al Monarca, o non sembra essere della sua linea, la mannaia cade come il lampo. Una nuova concezione di Chiesa sta emergendo attraverso diverse dichiarazioni ufficiali riguardanti il percorso sinodale. Questo processo sinodale assomiglia più a un esperimento sociologico e ha poco a che fare con il fatto che lo Spirito Santo si faccia sentire attraverso tutto ciò. Questa potrebbe quasi essere chiamato blasfemia. Sta diventando sempre più chiaro che il processo sinodale sarà usato per cambiare una serie di posizioni dottrinali della Chiesa, con lo Spirito Santo gettato nella mischia nel ruolo di sostenitore dei cambiamenti, quando in realtà lo Spirito Santo ha sempre ispirato il contrario nel corso dei secoli. Il cardinale Fernández, l’autore della Fiducia supplicans, evidentemente ci considera tutti stupidi. Insiste che “benedire le coppie gay non significa giustificarle”. Insiste che la benedizione non sarà “liturgica o ritualizzata”e non implicherà la loro giustificazione. Ma Dio si compiace di ciò che benedice! E nei casi che stiamo considerando viene benedetta una coppia gay.Si chiede a Dio di compiacersi di qualcosa di contrario alla sua volontà!I cattolici omosessuali devono considerare la loro condizione come una croce e sono chiamati a praticare la castità e ad avvalersi della preghiera e della grazia sacramentale per avvicinarsi gradualmente alla perfezione cristiana. Ma ora frequenti approcci ufficiali sembrano trascurare questo insegnamento, ovviamente autorevole.La sinodalità abusa, come detto, della parola magica inclusione. C’è qualcosa di ossessivo nel ricorso ad essa; non è solo una questione di parole, è uno scopo che viene dichiarato in molti interventi.L’aggettivo sinodale “è diventato uno slogan con cui si sta architettando una rivoluzione per cambiare radicalmente la morale e il deposito fidei della Chiesa secondo un’ideologia contemporanea che nega molto di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.Non si tratta di una questione puramente teorica, perché questa ideologia è già stata messa in pratica da alcuni anni nella Chiesa in Germania e del nord europa, diffondendo errori, confusione, divisione – anzi, scisma – con grande danno per molte anime. Con il Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo dentro le mura Vaticane, non fa altro che confermare i nostri timori, che “stanno sognando un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica. Vogliono abusare di questo processo per cambiare la Chiesa cattolica, ma non solo in un’altra direzione, bensì verso la sua distruzione”.
lunedì 14 ottobre 2024
Katéchon di Martino Mora
Carissimi amici e lettori,
il carissimo amico , il professore Martino Mora offre alla vostra attenzione questa riflessione . A voi tutti buona lettura!
La Meloni che stringe accordi ambigui col superfondo finanziario Black Rock del signor Larry Fink, è in fondo la stessa storia di Draghi il gran banchiere, impostoci con un golpe da Goldman Sachs per farne gli interessi (e sierarci tutti).
Oppure sul versante politico, sono la stessa storia il sostegno ostinato a Zelensky e ora l’accondiscendenza cieca verso i crimini efferati di Netanyauh.
Chi ha i soldi ormai comanda il mondo. E i soldi li hanno loro. Proprio loro.
Ma non è sempre stato così. Un tempo chi comandava aveva spesso anche i soldi, ma come conseguenza. Imperatori, Papi e signori non comandavano perché ricchi, ma semmai erano ricchi, e non certo agli attuali livelli, perché comandavano avendo l'Auctoritas.
La lotta del soggettivismo rivoluzionario moderno contro tutte le forme di Auctoritas, e l’ascesa plurisecolare dei valori materiali contro i principi spirituali (fino al più volgare materialismo pratico odierno) hanno consegnato di fatto il mondo occidentale ormai indifeso nelle mani del vitello d’oro capitalista. E del suo immenso potere.
Per questo comandano loro. I plutocrati. I lupi che gestiscono i "mercati finanziari”.
Essi sostengono tutte le follie anticristiane e antiumane, dal gender all’immigrazionismo senza limiti, dal dirittismo suicida e abortista all’intolleranza sempre più aperta verso ogni forma di pensiero alternativo.
Non vogliono più saperne di limiti morali né frontiere statuali, né di identità collettive, né di etnie, né di razze, né di culture radicate. Nemmeno dei due sessi (ora “generi fluidi). Per loro va bene che si consideri femmina anche chi non ha la vagina, e definiscono transessuale anche un bambino di cinque anni.
La sinistra liberal, woke, lavora sempre per loro, è il loro braccio politico e la loro massima portavoce; ma in fondo anche la destra liberale, finto-sovranista, non scherza affatto. E' un'alternanza per imbecilli.
Loro, i padroni del denaro, vogliono un unico mondo senza più limiti, differenze, religioni, culture e identità, una piatta e liscia superficie marittima dove la tecnica e il capitale siano l’unica legge, perché regni quell’a-nomia (assenza di vera legge) che ricorda tanto La Bestia apocalittica.
L’american-sionismo, comunemente definito “Occidente”, è la negazione di tutta la nostra storia e tutta la nostra cultura, che è ellenica e cristiana. Di tutta la nostra Tradizione.
E’ l’Oro contro lo Spirito, é il Mare informe e smisurato contro la Terra, è la Zivilisation contro la Kultur, è il nichilismo contro tutto ciò che ha reale valore; è l’odio protervo di ciò che è basso e laido contro tutto ciò che è alto e nobile.
Loro la chiamano “società aperta”, la più chiusa e ostile della storia alla Trascendenza, cioè a ciò che ha vero valore.
La stessa Chiesa cattolica, dal Concilio in poi, si è di fatto sottomessa, servendolo, a questo potere. E continuerà a servirlo finché Dio lo permetterà.
Occorre sperare geopoliticamente, per ora, in tutto ciò che é freno, che eserciti cioè un minimo di forza katechontica contro l'american-sionismo: la Russia, il mondo sciita, i dittatori laici del mondo islamico, il Venezuela di Maduro, persino la Cina, che è sì prigione a cielo aperto, ma che è almeno esente dalla folle mentalità messianica american-sionista che vuole sottomettere il mondo intero al suo mostruoso nichilismo.
Oppure sul versante politico, sono la stessa storia il sostegno ostinato a Zelensky e ora l’accondiscendenza cieca verso i crimini efferati di Netanyauh.
Chi ha i soldi ormai comanda il mondo. E i soldi li hanno loro. Proprio loro.
Ma non è sempre stato così. Un tempo chi comandava aveva spesso anche i soldi, ma come conseguenza. Imperatori, Papi e signori non comandavano perché ricchi, ma semmai erano ricchi, e non certo agli attuali livelli, perché comandavano avendo l'Auctoritas.
La lotta del soggettivismo rivoluzionario moderno contro tutte le forme di Auctoritas, e l’ascesa plurisecolare dei valori materiali contro i principi spirituali (fino al più volgare materialismo pratico odierno) hanno consegnato di fatto il mondo occidentale ormai indifeso nelle mani del vitello d’oro capitalista. E del suo immenso potere.
Per questo comandano loro. I plutocrati. I lupi che gestiscono i "mercati finanziari”.
Essi sostengono tutte le follie anticristiane e antiumane, dal gender all’immigrazionismo senza limiti, dal dirittismo suicida e abortista all’intolleranza sempre più aperta verso ogni forma di pensiero alternativo.
Non vogliono più saperne di limiti morali né frontiere statuali, né di identità collettive, né di etnie, né di razze, né di culture radicate. Nemmeno dei due sessi (ora “generi fluidi). Per loro va bene che si consideri femmina anche chi non ha la vagina, e definiscono transessuale anche un bambino di cinque anni.
La sinistra liberal, woke, lavora sempre per loro, è il loro braccio politico e la loro massima portavoce; ma in fondo anche la destra liberale, finto-sovranista, non scherza affatto. E' un'alternanza per imbecilli.
Loro, i padroni del denaro, vogliono un unico mondo senza più limiti, differenze, religioni, culture e identità, una piatta e liscia superficie marittima dove la tecnica e il capitale siano l’unica legge, perché regni quell’a-nomia (assenza di vera legge) che ricorda tanto La Bestia apocalittica.
L’american-sionismo, comunemente definito “Occidente”, è la negazione di tutta la nostra storia e tutta la nostra cultura, che è ellenica e cristiana. Di tutta la nostra Tradizione.
E’ l’Oro contro lo Spirito, é il Mare informe e smisurato contro la Terra, è la Zivilisation contro la Kultur, è il nichilismo contro tutto ciò che ha reale valore; è l’odio protervo di ciò che è basso e laido contro tutto ciò che è alto e nobile.
Loro la chiamano “società aperta”, la più chiusa e ostile della storia alla Trascendenza, cioè a ciò che ha vero valore.
La stessa Chiesa cattolica, dal Concilio in poi, si è di fatto sottomessa, servendolo, a questo potere. E continuerà a servirlo finché Dio lo permetterà.
Occorre sperare geopoliticamente, per ora, in tutto ciò che é freno, che eserciti cioè un minimo di forza katechontica contro l'american-sionismo: la Russia, il mondo sciita, i dittatori laici del mondo islamico, il Venezuela di Maduro, persino la Cina, che è sì prigione a cielo aperto, ma che è almeno esente dalla folle mentalità messianica american-sionista che vuole sottomettere il mondo intero al suo mostruoso nichilismo.
domenica 13 ottobre 2024
Testamento spirituale di Sammy Basso
Carissimi amici e lettori,
Davanti ad ogni morte, specialmente poi se avvenuta come quella di Sammy Basso, l'atteggiamento più vero è il silenzio. Il silenzio che parla attraverso le lacrime. Un silenzio che parla, ma nello stesso tempo un silenzio carico di parole da ascoltare.Sono le parole della fede, le parole di un Dio che, contro l'apparenza di questo momento, vuole farci vivere in pienezza.Eccola la parola di fede: è Lui il nostro futuro. Si è davvero forti nella fede quando con tutte le nostre forze possibili accettiamo Dio nella nostra vita e nella nostra morte. Un Dio che ci ha donato la vita alla nostra nascita e non ce la toglie per l'eternità.Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo.Ecco la lettera che Sammy Basso scritta il 22 settembre 2017 prima di consegnarla ai suoi genitori in una busta chiusa. Letta 11 ottobre, giorno del suo funerale, durante l’omelia.
Davanti ad ogni morte, specialmente poi se avvenuta come quella di Sammy Basso, l'atteggiamento più vero è il silenzio. Il silenzio che parla attraverso le lacrime. Un silenzio che parla, ma nello stesso tempo un silenzio carico di parole da ascoltare.Sono le parole della fede, le parole di un Dio che, contro l'apparenza di questo momento, vuole farci vivere in pienezza.Eccola la parola di fede: è Lui il nostro futuro. Si è davvero forti nella fede quando con tutte le nostre forze possibili accettiamo Dio nella nostra vita e nella nostra morte. Un Dio che ci ha donato la vita alla nostra nascita e non ce la toglie per l'eternità.Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo.Ecco la lettera che Sammy Basso scritta il 22 settembre 2017 prima di consegnarla ai suoi genitori in una busta chiusa. Letta 11 ottobre, giorno del suo funerale, durante l’omelia.
La Repubblica, 11-10-24
Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
[...]
Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.
Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.
Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.
È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.
E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.
L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.
Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….
Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,
Vi voglio bene.
Sammy
Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
[...]
Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.
Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.
Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.
È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.
E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.
L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.
Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….
Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,
Vi voglio bene.
Sammy
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