di Frà Modestino
Gli
“antichi”, ci hanno lasciato una serie di detti o proverbi, che hanno ancora un
indice di saggezza straordinario e quando vengono messi in pratica ci rendiamo
conto che producono gli stessi effetti positivi che procuravano cento,
cinquecento o mille anni fa.
Questo
sta a significare che ci sono delle verità eterne, dei comportamenti che non
possono cambiare, delle prese di posizione che è necessario prendere con le
dovute cautele e oggi più che mai, delle decisioni che devono essere tenute
lontane dalla cattiva influenza dei mass media.
Questo
non vuol dire che tali decisioni, le quali a volte smascherano e per fortuna
azzerano comportamenti cattivi, debbano essere insabbiate; semplicemente devono
essere gestite con prudenza e accompagnate con quella buona economia familiare
che ti porta a dire e confermare: “I panni sporchi si lavano in casa propria”.
E’
veramente penoso ciò al quale abbiamo assistito in queste ultime ore, per
quanto riguarda la vicenda del cardinale Becciu.
Tuttavia,
alla luce di questo ultimo fatto, che ha coinvolto e sta coinvolgendo una delle
figure più rappresentative della Chiesa, in quanto prefetto (ex) della
Congregazione per le cause dei Santi ed ex Sostituto della Segreteria di Stato,
possiamo anche rivedere altre esautorazioni che ci sono state in tempi recenti
e anche indietro nel tempo, le quali hanno fatto molto parlare e poi sono state
giustificate con le solite “menzogne” alle quali non ci crede più nessuno.
Personalmente,
non voglio né accusare né difendere il cardinale Becciu, in quanto le mie
conoscenze sul famoso “affaire londinese” sono di tipo giornalistico e quindi
superficiali.
Ciò
nonostante, mi sento di dire che sia le indagini previe quanto la “sentenza”
non hanno niente di diverso dal modo di procedere di un comune stato laico, il
quale non mira certo ad ottenere la redenzione della persona, bensì a
condannare un fatto in sé cattivo, punto e basta.
Ma
Santa Madre Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano, prima della legge degli
uomini, dovrebbe incarnare la legge del Vangelo, e se non sbaglio, nel Vangelo
di Matteo, al capitolo 18, versetti 15-20, troviamo la strategia insegnata da
Gesù su come affrontare un fratello che può aver commesso una colpa.
Sì,
la strategia del Vangelo, che comunque alla fine ti autorizza anche a dire
“anàtemasit”.
Però,
qull’anàtemasit, non è necessario sbandierarlo ai quattro venti, in quanto
sappiamo bene che oggi, i venti sono molto più impetuosi del tempo passato e
ogni volta che arriva un temporale o una folata di vento, produce disastri,
morte e distruzione.
Cosa
voglio dire?
Cara
Santa Madre Chiesa, impara lo stile evangelico e non adattarti allo stile del
mondo anche in queste cose!
E’
risaputo ormai che ogni volta che appare in TV qualche volto di “uomo di
Chiesa”, automaticamente perdiamo 50 cristiani; ebbene, perché vogliamo ancora
infierire sulla bontà del popolo rimasto fedele o sul digrignare i denti di chi
vorrebbe stritolare la Chiesa di Cristo?
Quello
che è stato deciso sul cardinale Becciu, se era giusto che così fosse, si
poteva benissimo concretizzare senza clamore e scandalo fin dall’inizio,
salvando capra e cavoli.
E’
ora di finirla di spiattellare sui giornali l’umore sempre più iracondo di
Qualcuno!
Lo
sappiamo già; basta!
Ormai,
abbiamo capito che il suo agire è così e chi non è con lui è contro di lui.
Ne
abbiamo prova, sempre ascoltando quello che purtroppo portano fuori dalla
“sacre mura” i dipendenti, che nella maggior parte dei casi sono preti ormai spaventati
dallo stile “gestapo” che regna nelle logge di Raffaello e fin negli
sgabuzzini.
I
fatti siano chiariti e le prese di posizione siano esemplari, ma senza creare
scandalo e per l’uno e per gli altri, almeno quando si tratta di cose che non
gridano vendetta al cospetto di Dio.
Quelle
sante parole che deve aver detto un Santo Apostolo: “ Noi siamo nel mondo, ma
non siamo del mondo…” ecco, ci interpellano affinchè non ci lasciamo trascinare
nella cloaca dello stile basso e puzzolente.
Un
cardinale vestito di rosso, con la berretta in testa, ma senza più i diritti connessi
al cardinalato.
Ma
cosa vuol dire?
Un
prefetto della casa pontificia, che è ancora il diretto responsabile, ma che
non può mettere piede nel suo ufficio.
Ma
ci rendiamo conto?
Cardinali
che erano stati scelti per le loro competenze e rettitudine di vita
sacerdotale, nell’età del “fare”, che sono stati parcheggiati a tempo
indeterminato perché hanno avuto il coraggio di difendere la verità alla luce
della Rivelazione e della Santa Tradizione della Chiesa.
Pazzesco!
Dipendenti
laici e religiosi che sono stati licenziati in tronco perché hanno osato
criticare.
Che
Chiesa è questa? Quando mai si sono sentite queste cose?
Beh, vogliamo sperare in bene!
E
finisco ancora con una “massima eterna”….che “Dio ce la mandi buona”!
Abbas semel, abbas semper….