A.diJ.
Carissimi amici e lettori,
il documento Traditionis custodes cancella il lavoro di Benedetto XVI , stabilendo dei limiti e ostacoli arbitrari a ciò che era stato stabilito precedentemente da papa Ratzinger e nel rispetto della libertà dei sacerdoti e dei fedeli. Questo documento segna un «deplorevole passo indietro». Inoltre non è fiducioso (anzi non lo è per niente) che tutti i vescovi possano garantire una generosa autorizzazione dell'uso dei libri liturgici in vigore nel 1962, poiché molti vescovi non sono «Traditionis custodes, ma traditionis ignari (ignoranti della Tradizione), obliviosi (dimentichi della Tradizione), o peggio traditionis evertores (demolitori della Tradizione)». Alla pari di chi li ha eletti.
Oggi si parla tanto di chiesa sinodale dove tutti cani e porci, possono dire la propria opinione , ma se l’interessato o che sia vescovo o religioso è per qualche ragione risulta antipatico al Monarca, o non sembra essere della sua linea, la mannaia cade come il lampo. Una nuova concezione di Chiesa sta emergendo attraverso diverse dichiarazioni ufficiali riguardanti il percorso sinodale. Questo processo sinodale assomiglia più a un esperimento sociologico e ha poco a che fare con il fatto che lo Spirito Santo si faccia sentire attraverso tutto ciò. Questa potrebbe quasi essere chiamato blasfemia. Sta diventando sempre più chiaro che il processo sinodale sarà usato per cambiare una serie di posizioni dottrinali della Chiesa, con lo Spirito Santo gettato nella mischia nel ruolo di sostenitore dei cambiamenti, quando in realtà lo Spirito Santo ha sempre ispirato il contrario nel corso dei secoli. Il cardinale Fernández, l’autore della Fiducia supplicans, evidentemente ci considera tutti stupidi. Insiste che “benedire le coppie gay non significa giustificarle”. Insiste che la benedizione non sarà “liturgica o ritualizzata”e non implicherà la loro giustificazione. Ma Dio si compiace di ciò che benedice! E nei casi che stiamo considerando viene benedetta una coppia gay.Si chiede a Dio di compiacersi di qualcosa di contrario alla sua volontà!I cattolici omosessuali devono considerare la loro condizione come una croce e sono chiamati a praticare la castità e ad avvalersi della preghiera e della grazia sacramentale per avvicinarsi gradualmente alla perfezione cristiana. Ma ora frequenti approcci ufficiali sembrano trascurare questo insegnamento, ovviamente autorevole.La sinodalità abusa, come detto, della parola magica inclusione. C’è qualcosa di ossessivo nel ricorso ad essa; non è solo una questione di parole, è uno scopo che viene dichiarato in molti interventi.L’aggettivo sinodale “è diventato uno slogan con cui si sta architettando una rivoluzione per cambiare radicalmente la morale e il deposito fidei della Chiesa secondo un’ideologia contemporanea che nega molto di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.Non si tratta di una questione puramente teorica, perché questa ideologia è già stata messa in pratica da alcuni anni nella Chiesa in Germania e del nord europa, diffondendo errori, confusione, divisione – anzi, scisma – con grande danno per molte anime. Con il Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo dentro le mura Vaticane, non fa altro che confermare i nostri timori, che “stanno sognando un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica. Vogliono abusare di questo processo per cambiare la Chiesa cattolica, ma non solo in un’altra direzione, bensì verso la sua distruzione”.