1. “Figlioli, questa è l’ultima ora . . .”; con queste parole inizia la prima lettura della liturgia d’oggi, tratta dalla lettera di San Giovanni Apostolo (1 Gv 2, 18). Questa lettura è fissata per il 31 dicembre, il settimo giorno dell’ottava di Natale. Quanto attuali sono queste parole! Quanto efficacemente risentiamo la loro eloquenza noi qui riuniti, nel momento in cui scoccano le ultime ore di quest’anno, che volge alla fine. Ogni ora del tempo umano è in certo senso l’ultima, perché sempre unica e irripetibile. In ogni ora passa qualche particella della nostra vita, una particella che non tornerà più. E ognuna di tali particelle – benché non sempre ce ne rendiamo conto – ci proietta verso l’eternità.
Forse le ultime ore di questo giorno – quando l’anno del Signore 2014, volge al declino – ce ne parlano meglio di qualsiasi altra ora solita. E perciò risentiamo tanto maggiormente il bisogno di trovarci, in queste ultime ore dell’anno, davanti a nostro Signore, davanti a Dio che, con la sua eternità, abbraccia e assorbe il nostro tempo umano; il bisogno di stare davanti a Lui, di parlare a Lui con il contenuto stesso più profondo della nostra esistenza. Sono questi i momenti adatti per una profonda meditazione su noi stessi e sul mondo; i momenti per “fare i conti” con se stessi e con la generazione alla quale apparteniamo. È questo il tempo propizio per una preghiera volta ad ottenere il perdono, una preghiera di ringraziamento e di supplica.
2. “Il Verbo era nel mondo” (cf. Gv 1, 10). Proprio adesso è ritornato il periodo in cui la Chiesa si rende consapevole in modo particolare della verità che esprimono queste parole del Vangelo di Giovanni. Nel mondo era il Verbo: quel Verbo che “era in principio presso Dio” e “tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” (Gv 1, 2-3). Questo Verbo “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Venne ad abitare anche se “i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1, 11).
Il computo degli anni, di cui ci serviamo, vuole testimoniare che sono passati appunto 2014 anni dal momento in cui ciò avvenne. Il tempo testimonia non soltanto il passare del mondo e il passare dell’uomo nel mondo; esso rende testimonianza anche alla nascita del Verbo eterno dalla Vergine Maria, alla nascita che, come ogni nascita dell’uomo, viene determinata dal tempo: dall’anno, dal giorno, dall’ora.
Tuttavia, nel momento presente, durante questo nostro incontro, la nostra attenzione è attirata, prima di tutto, dalla seguente frase del Vangelo di Giovanni:
“Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1, 16). Non vi è qui anche una chiave per comprendere l’anno che sta per terminare? Non bisogna pensare ad esso nella prospettiva di ogni grazia che abbiamo ricevuto dalla pienezza di Gesù Cristo, Dio e Uomo? Non siamo convenuti qui per ringraziare di ognuna di queste grazie e contemporaneamente di tutte insieme?
Certamente sì.