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Dopo Gnocchi, Palmaro e De Mattei?


PADRE LIVIO PER RIMUOVERE DE MATTEI DA RADIO MARIA
Dopo Gnocchi, Palmaro e De Mattei, farà fuori Antonio Socci?

di Padre Livio Fanzaga e Roberto de Mattei

Il 13 febbraio Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ha chiuso la rubrica "Radici Cristiane" che il prof. Roberto de Mattei conduceva dal 17 febbraio 2010, ogni terzo mercoledì del mese a Radio Maria. La ragione del provvedimento è l'articolo dello stesso de Mattei [...] (Per leggerlo clicca qui, n.d.BB). Riportiamo di seguito lo scambio di corrispondenza del 13 febbraio 2014 tra padre Livio e Roberto de Mattei.


Caro Prof. Roberto De Mattei,
ho letto il suo recente articolo " Motus in fine velocior" e ho notato come si stia sempre più accentuando la sua posizione critica nei confronti del Pontificato di Papa Francesco. Ne sono molto dispiaciuto e avrei desiderato che Lei mettesse la sua grande preparazione culturale al servizio del Successore di Pietro.
Lei comprende, caro Professore, che la sua posizione è incompatibile con la presenza a Radio Maria la quale prevede, nei suoi Principi guida, l'adesione non solo al Magistero della Chiesa, ma anche il sostegno all'azione pastorale del Sommo Pontefice. 
Con rincrescimento e per dovere di coscienza, devo sospendere la sua trasmissione mensile, mentre la ringrazio, anche a nome degli ascoltatori, per l'impegno profuso, a titolo di volontariato, alla ricerca delle radici cristiane dell'Europa.
Caro Professore, se il suo atteggiamento verso l'attuale Pontificato dovesse cambiare e divenire più positivo, non ci sarebbe nessuna difficoltà che Lei possa riprendere la sua trasmissione.
Cordialmente 
Padre Livio Fanzaga (Direttore)

Caro padre Livio,
Con una e-mail del 13 febbraio Lei mi comunica di aver deciso di sospendere la trasmissione "Radici Cristiane" a Radio Maria perché si starebbe "sempre più accentuando" la mia "posizione critica nei confronti del Pontificato di Papa Francesco" . "La sua posizione – mi scrive – è incompatibile con la presenza a Radio Maria la quale prevede, nei suoi Principi guida, l'adesione non solo al Magistero della Chiesa, ma anche il sostegno all'azione pastorale del Sommo Pontefice".
Innanzitutto la ringrazio per l'invito che Lei mi fece, quattro anni fa, a condurre la trasmissione "Radici Cristiane" a Radio Maria. Da allora allo scorso 15 gennaio, ogni terzo mercoledì del mese, ho cercato di svolgere al meglio il compito che mi aveva affidato, sviluppando temi di carattere storico, apologetico, spirituale e morale in difesa della Chiesa e della Civiltà cristiana. La ringrazio anche per avermi pubblicamente difeso quando a causa di alcune trasmissioni fui violentemente attaccato dalla stampa laicista. Tutta la mia attività e il mio apostolato è stato e rimane al servizio della Chiesa e del Romano Pontefice, al quale ho dedicato il mio ultimo volume Vicario di Cristo. Il Papato tra normalità e eccezione. La devozione al Papato costituisce una parte essenziale della mia vita spirituale.
La dottrina cattolica ci insegna però che il Papa è infallibile solo a determinate condizioni e che può commettere errori, nel campo ad esempio, della politica ecclesiastica, delle scelte strategiche, dell'azione pastorale e perfino del magistero ordinario. In questo caso non è un peccato, ma un dovere di coscienza per un cattolico rimarcarlo, purché lo faccia con tutto il rispetto e l'amore che si deve al Sommo Pontefice. Così fecero i santi, che devono essere il nostro modello di vita.
La Chiesa lascia questa libertà di critica ai suoi figli e non pecca chi, con la dovuta riverenza, sottolinea le mancanze delle gerarchie ecclesiastiche. Pecca invece chi tace, per viltà o conformismo. Il dramma della Chiesa di oggi sta proprio nella paura dei sacerdoti e dei vescovi, che costituiscono la pars electa della Chiesa, di denunciare la terribile crisi in atto, di risalire alle cause, di proporre rimedi. 
Ho riletto l'articolo che costituisce la ragione del mio allontanamento e non mi sembra che ci sia nulla di irriguardoso nei confronti del regnante Pontefice, ma solo alcune considerazioni di carattere storico più che teologico, mosse da puro amore della Verità. Non ho inoltre esposto le mie preoccupazioni sulla attuale situazione della Chiesa nella mia trasmissione mensile di Radio Maria, ma su un'agenzia di informazioni da me diretta.
Caro padre Livio, rientra nella sua piena libertà il congedarmi dalla sua emittente, ma sarebbe stato meglio che Lo avesse fatto senza motivazioni, piuttosto che addurre ragioni così deboli e, se mi permette, infondate. Lei non esce bene da questa vicenda e sinceramente me ne dispiace. Il moto degli eventi si fa sempre più veloce e prima o poi il vortice coinvolgerà anche Lei e Radio Maria, costringendola ad assumere, in un senso o nell'altro, posizioni che Lei si illude possano essere schivate. Vengono momenti però in cui bisogna schierarsi. Per quanto mi riguarda continuerò ad esercitare la mia libertà di cristiano per difendere la fede che ho ricevuto con il mio battesimo e che costituisce il mio bene più caro. Che lo Spirito Santo mi aiuti a non cedere mai ad alcuna pressione o lusinga, a non cessare mai di dire la verità e a dirla tanto più forte quanto più grande è il silenzio di chi dovrebbe esserne voce.
Con devoto ossequio
Roberto de Mattei

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