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I Luterani sconfessano l'ermeneutica della continuità

L'idololo conciliare adorato nella nuova chiesa






Alcuni giorni fa, il cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht, nel corso della Settimana per l'Unità dei Cristiani, ha detto


Le condanne del Concilio di Trento nei confronti degli insegnamenti di Martin Lutero , per esempio sull'Eucaristia, sono sempre valide.


I pronunciamenti di un Concilio non si annullano mai e ciò che è stato affermato a Trento vale ancora perché il Vaticano II è stato solo un Concilio pastorale: a Trento, in pratica, si sono messi i paletti per correggere gli abusi che erano sorti all’interno della Chiesa e avevano condotto alla scissione.


Queste affermazioni, che sono ovvie per un Cattolico, non hanno però incontrato l'apprezzamento né dei Luterani né dei progressisti della setta conciliare.


Gerrit de Fijter, presidente del Sinodo protestante olandese, ha commentato:


Non ha fondamento dire la Chiesa ha sempre ragione e non ci sono stati torti.


Gli ha fatto eco Bas Plaisier, già leader E il teologo cattolicoMarcel Poorthuis, docente alla Tilburg University, ha chiosato:


Eijk sembra voler frenare il cammino ecumenico come già accaduto negli anni scorsi.


Per Fijter, il concilio pastorale Vaticano II sarebbe intoccabile, mentre il concilio dogmatico Tridentino potrebbe essere oggetto di revisione e di critica. Il rallentamento del cammino ecumenico degli anni scorsi è un riferimento a Benedetto XVI, in antitesi alle aperture di Francesco, secondo il quale la divisione fra i cristiani è “uno scandalo”. Eppure noi Cattolici crediamo che la Chiesa possieda la pienezza della verità rivelata e la perfetta unità: Credo unam Ecclesiam. 


Arjan Plaisier, segretario della Chiesa protestante, ha scritto una Lettera aperta al Cardinale chiedendo una spiegazione. 


Non si tratta di negare la storia, ma possiamo forse dimenticare il cammino ecumenico che ci ha condotto fin qui? O si vuole bloccarlo unilateralmente? Le differenze dottrinali che persistono con la Chiesa di Roma non sono più motivo di condanna ed emarginazione, bensì oggetto di dialogo e di passi di reciproco avvicinamento.


Plaisier smentisce la favola dell'ermeneutica, dimostrando che la dottrina cattolica è di ostacolo al dialogo ecumenico, che viceversa è incoraggiato dal nuovo insegnamento del Vaticano II. 



Aggiornamento

Pochi giorni dopo l'intervista è stata sconfessata, e Sua Eminenza ha precisato che le parole riportate dalla stampa non sono sue. Si noti bene: un Cardinale di Santa Romana Chiesa prende le distanze da un'affermazione cattolica e banalissima (lo sanno anche i bambini che il Concilio Tridentino è irreformabile e che le sue condanne sono valide per sempre) e precisa che un dialogo su alcune formulazioni del Concilio di Trento potrà essere iniziato dall'ufficio ecumenico della Chiesa cattolica olandese, o a livello più generale, dal Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani. Non sia mai che qualcuno pensi che il Card. Eijk ha detto qualcosa di cattolico! 

E poi: che dialogo, di grazia? Sarebbe possibile dialogare con gli eretici sugli anathema sitdel Tridentino? 

_______________


Domanda 1: Quale continuità si può vedere tra due Concili, uno dei quali condanna ciò che l'altro incoraggia? 


Risposta: Nessuna continuità, come è evidente anche al solo lume di ragione.


Domanda 2: In base al principio di non contraddizione, non essendo possibile che nello stesso Magistero si insegni una dottrina e il suo contrario, quale insegnamento è vero e quale falso?


Risposta: Ci si deve attenere al Magistero immutabile da sempre insegnato dalla Chiesa e ritenere falsa ogni innovazione che gli si opponga.

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