È veramente curioso che i reduci e protagonisti dei maggiori fallimenti e disastri ecclesiali degli ultimi 40 anni, ossia i vescovi latinoamericani e germanici, per l’ennesima volta salgano in cattedra ergendosi a modello di “brillanti” riformatori della Chiesa, anzi, a suoi rianimatori. Sempre con le solite ricette “magiche” in mano, vecchie di quarant’anni. Loro, loro che si ritrovano chiese in brandelli, clero scarso, impazzito e amorale, emorragie milionarie di fedeli ogni anno, atenei cattolici che sono alveari di eretici, canoniche ridotte a lupanari, risultati tutti resi possibili non dalla disapplicazione delle loro famigerate “ricette”, ma proprio dall’essere state applicate, sino in fondo. Con “successo”. In cosa consista, questo “successo”, lo stiamo toccando con mano. E pensare che prima che quei vescovi iniziassero con il loro ecclesiologico accanimento terapeutico preventivo, le loro erano Chiese floridissime, robuste, alveare di feconde e copiose vocazioni. Ora ronzano come mosche sarcofaghe intorno alla carcassa di quella che fu un tempo una grande Chiesa, nella speranza di piantarci alcune uova in qualche lembo di carne ancora vivido, sperando di innestarne linfa vitale. Ma dall’uovo della mosca sarcofaga, la mosca dei cadaveri, vengono fuori solo larve, vermi, e infine altre mosche sarcofaghe. Che finiranno di spolpare le ossa della Gran Morta. Et in pulverem reverteris! Ma come pretendono di essere creduti se non sono neppure credibili?
Carissimi amici e lettori, che nella Chiesa contino i gesti, si è sempre saputo. Ma a Ivrea ora contano soprattutto le posizioni. Quelle del corpo. Da qualche settimana, in diverse parrocchie, i fedeli che si inginocchiano per ricevere l’Ostia vengono sistematicamente saltati. Il messaggio è chiaro, il metodo pure: ti inginocchi? Non comunichi. La scena si è già vista più volte: il parroco si avvicina, Ostia in mano, e quando incontra un fedele inginocchiato... tira dritto. Nessuno dice nulla, ma tutti capiscono. Qualcuno si alza all’ultimo secondo per non fare la figura dell’eretico, altri restano lì, come statue di gesso, in ginocchio davanti all’altare e col vuoto tra le mani. Benvenuti nella nuova liturgia in salsa eporediese, dove non si sa bene cosa si prega, ma si sa benissimo come bisogna stare. La direttiva – perché di questo si tratta – non è scritta, non è firmata, non è motivata. Ma c’è. E gira. E viene fatta rispettare alla lettera, come certe leggi non dette dei regi...
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