di d. Flavio Peloso F.D.P.
Carissimi amici e lettori,
la scelta del nuovo Papa di chiamarsi Leone XIV, dà nuovo interesse a conoscere Leone XIII.
Era intelligente, tollerante, mite, sensibile ai problemi sociali. Ha governato la Chiesa per (25 anni e 150 giorni) dal20 febbraio 1878 al 20 luglio 1903. L'età la salute cagionevole lasciavano prevedere un pontificato di transizione, breve, invece durò 25 anni e 150 giorni. Giunto alla veneranda età di 90 anni, qualche cardinale impaziente commentò: "Abbiamo eletto un Santo Padre non un Padre Eterno". "Un gran Papa di vastissimo ingegno, Leone XIII" disse Don Orione." Questo Papa fu il grande restauratore dei seminari, del clero e curò la cultura sacra, gli studi filosofici e teologici di San Tommaso. C'era bisogno".
Il pontificato di Leone XIII, a fine 800, coincise con un'epoca di progressiva secolarizzazione della società e di molte tensioni fra la Santa Sede e vari governi. La Chiesa in Italia era fortemente turbata dalla Questione romana che aveva acceso nel mondo laico un diffuso e orgoglioso anticlericalismo e nel mondo ecclesiale uno senso di assedio e di timidezza. La tensione ebbe il suo simbolo provocatorio pubblico quando, su proposta di Adriano Lemmi, gran maestro della massoneria, il governo Crispi eresse a Roma nel 1889, una statua a Giordano Bruno proprio nel luogo dove era stato bruciato per eresia.
Questo era il clima nell'Italia dopo la unificazione. Non molto meglio era la condizione della Chiesa nelle altre nazioni europee, al culmine dell'euforia illuminista e antireligiosa. Dominavano le politiche del Kulturkampf in Germania, la politica laicista della Terza Repubblica francese.
Chiesa in uscita culturale e sociale
La sua risposta tanto al secolarismo degli Stati quanto alla questione sociale fu l'enciclica Rerum Novarum del 15 maggio 1891.
Egli pose tra i compiti propri della Chiesa cattolica per essere pronta culturalmente pastoralmente ad affrontare le sfide della modernità senza sudditanza ed anzi proponendosi come guida spirituale dei popoli.
L'enciclica fu ancor meglio "spiegata" e capita perché fu realizzata dal vasto movimento di santi e di congregazioni "sociali" che resero la Chiesa "vicina" al popolo umile e povero. Per l'intraprendenza di laici ed ecclesiastici lungimiranti l'Italia visse una stagione di grande vitalità sostenuta dal movimento dell'Opera dei congressi e dei comitati cattolici.
Il pontificato di papa Leone XIII si caratterizzò anche per alcune importanti linee di rinnovamento all'interno della Chiesa, come per esempio, la elevazione degli studi, dell'insegnamento e della cultura cattolica. Promosse l'attività e le strutture missionarie, la solidarietà tra le Chiese, la formazione del clero locale indigeno, Con lui si fecero i primi passi di ecumenismo soprattutto con le Chiese separate orientali.
Don Orione "figlio di Leone XIII"
L'espressione allude al dato cronologico: nacque, si formò, e concepì la Piccola Opera della Divina Provvidenza nel tempo del pontificato di Leone XIII. Ma allude anche al metabolismo interiore con cui assunse il clima socio-ecclesiale e gli indirizzi pastorali di quel tempo, favorito dalla devozione verso il Santo Padre e dal fervore carismatico e progettuale della sua giovinezza.
Ricordiamo che il chierico Orione cominciò presto a svolgere attività di apostolato per i poveri in nome della Chiesa. Si iscrisse e partecipò alle attività della "Conferenza di San Vincenzo de Paoli" e della "Società Operaia di Mutuo Soccorso di San Marziano".
Nel maggio 1891, parlando qualche mese dopo l'enciclica Rerum Novarum in una conferenza agli uomini della Società Operaia esaltò i meriti del magistero e della guida pastorale di Leone XIII.
"Il mondo troverà nella Enciclica Rerum novarum la sua difesa, (...) Potente è in questo secolo il desiderio di libertà; ma la libertà è come l'elettrico che, se è guidato, corretto disciplinato, abbatte, schianta e rovina! Guai se i figli della luce non fossero stati illuminati da Leone XIII sulle strane teorie accumulate nel secolo Nostro sul conto della libertà e del liberalismo". Alla " Rerum Novarum" Don Orione fece riferimento durante tutta la vita. A distanza di decenni, nel 1935, la raccomandò a fondamento dell'impegno dei giovani cattolici argentini: " Consacrate la fervida vostra attività al programma sociale cristiano, datoci colla Rerum Novarum dall'immortale Papa Leone XIII ".
Quando il chierico Orione poco più ventenne inaugurò il primo Oratorio, il 3 luglio 1892, giunse, su suggerimento del vescovo Bandi, il telegramma di plauso di Leone XIII. Il Fondatore presentò l'apertura del primo Collegetto di Tortona (15 ottobre 1893) nato per " preservare, come disse Leone XIII, ed a ritrarre la gioventù dalle insidie della corruzione e dall'incredulità, ad opporre scuole a scuole; ed a preparare così una generazione novella".
Don Orione incontrò Leone XIII in udienza privata il 10 gennaio 1902, proprio alla conclusione della lunga vita del Papa. Nell'occasione, Leone XIII gli confermò " di mettere nelle Regole di lavorare per l'unione delle Chiese d'Oriente. È questo - mi disse - un altissimo mio consiglio".
Don Orione incontrò Leone XIII in udienza privata il 10 gennaio 1902, proprio alla conclusione della lunga vita del Papa. Nell'occasione, Leone XIII gli confermò " di mettere nelle Regole di lavorare per l'unione delle Chiese d'Oriente. È questo - mi disse - un altissimo mio consiglio".
Quell'incontro fu l'ultimo sigillo all'amore e alla figliolanza di Don Orione nei confronti del Papa della sua gioventù. Colpito da una pleurite Leone XIII morì il 20 Luglio 1903, a 93 anni, dopo venticinque anni, cinque mesi e cinque giorni di pontificato.
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