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“Quando sarò elevato da terra attirerò tutto a me”


“O croce gloriosa di Cristo,tu rendi vane le seduzioni del Maligno
e spezzi le catene dei peccati! Esultino tutti i popoli: il nostro Re ha sconfitto l’inferno.”


di Padre Barnaba ofm

Carissimi amici e lettori,
al momento della crocifissione – da mezzogiorno fino alle tre pomeridiane - calano le tenebre su tutta la terra, come prima della Creazione e della formazione della luce all’inizio del mondo, per significare che siamo davanti a una nuova creazione, a un nuovo ordine o meglio a un ritorno all’ordine voluto da Dio ma in modo più meraviglioso, come dice l’Offertorio della santa Messa: “O Dio che in modo meraviglioso creasti la dignità della natura umana, e più meravigliosamente ancora l’hai riformata…” e addirittura la Chiesa il Sabato Santo canta “felix culpa”(felice colpa che ci hai ottenuto un così grande Redentore).
Infatti l’uomo innestandosi all’albero della Croce del nuovo Adamo – opposto all’albero del peccato del Paradiso terrestre – si unisce a Lui e trasforma tutte le prove della vita, compresa la morte, in un mezzo per meritare una corona di gloria più grande rispetto a prima del peccato originale, vincendo se stesso con l’aiuto onnipotente di Gesù e della nuova Eva, Maria, nostra Madre. È la gioia del cristiano che partecipa alla vittoria di Cristo e di Maria attraverso la Croce: è il regno di Cristo Re nelle anime e nella società. Quindi quando si parla di “uomo nuovo”, di “nuovo umanesimo”, o di “nuovo ordine mondiale” si nasconde l’idea di una contro-redenzione, di un “ordine” che copre e disprezza la Croce per ritornare necessariamente nello stato antecedente all’ordine stabilito dalla Croce: sotto il regno di Satana nel disordine del peccato. Siamo davanti a una società e a una religione senza Croce che procura – disprezzando la redenzione – una perversione nel disordine del peccato originale. Siamo in effetti davanti a un pensiero che, concretamente parlando, non sopporta il Crocifisso nei luoghi pubblici e la Santa Messa come Sacrificio della Croce nelle nostre chiese e che ha come effetto la perversione nel pensiero e nei fatti, con l’aggiunta della bestemmia e dissacrazione pubblica (quello che accaduto nella Chiesa del Gesù e nella Basilica di San Pietro al Giubileo lgbt “insegna”!). Nel sistema moderno accentuato dalla non cultura i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono diventati leggi diritti libertà, conquiste di una società in decadenza: omicidio volontario (più di 4860 aborti all’ora nel mondo), peccato impuro contro natura, oppressione dei poveri, frode nella mercede agli operai. In questa situazione di scontro frontale fra il Regno di Cristo Re con lo stendardo della Croce e il regno delle tenebre e del caos con lo stendardo della “croce rovesciata”, urge riscoprire ancora di più la bellezza della vita cristiana innestata nell’albero della Croce di Cristo Re attraverso il sacramento della Santa Eucarestia. È con la partecipazione della comunione frequente, in particolare la Domenica Pasqua del Signore, la Chiesa vuole far partecipare il cristiano alla gioia della vittoria di Cristo Re sul peccato, tanto che chi rifiuta di partecipare alla Santa Messa nei giorni festivi e di precetto cade nel peccato mortale, trasgredendo uno dei cinque precetti della Chiesa. Essa infatti si mette sulla scia di Nostro Signore che dice chiaramente che “chi non mangia la mia carne e beve il mio sangue non avrà la vita eterna”. Gesù vuole regnare nelle nostre anime con la Santa Comunione che ha come scopo di trasformarci in Lui per farlo regnare nella nostra anima, ma come abbiamo detto il Regno di Nostro Signore è legato alla Croce, lo strumento della vittoria. L’Eucarestia infatti non solo è un sacramento che nutre la nostra anima, ma, come dice la dottrina cattolica, è anche Sacrificio della Croce, e noi con la comunione ci uniamo a questo Sacrificio, cioè allo stato di vittima di Gesù Cristo: ostia significa vittima! In un certo senso divento vittima con Lui, come un cireneo libero e cosciente di quello che sta facendo, per portare la croce delle varie pene della vita e vincere ogni difficoltà, problemi, incomprensioni, oscurità, tentazioni, malattie, persecuzioni e tutte le prove della vita, che diventano una occasione di completare quello che manca alla Passione di Gesù - come afferma san Paolo - e così facendo, soffrendo con Lui posso partecipare alla sua gioia su questa terra e alla sua gloria nel Paradiso, che già pregusto a contatto reale con Gesù nel sacramento dell’Eucarestia. In questo modo, coscienti che il suo giogo è soave e leggero, diventiamo discepoli di Cristo Re che ci dice: “rinunciate a voi stessi prendete la Croce e seguitemi”… in Paradiso. Il “nuovo uomo” - quello del “transumanesimo” – invece, scimmiottando il piano di Dio, sembra che voglia arrivare al suo scopo con qualcosa di simile: riproponendo una falsa creazione innalzarlo all’unione con Dio, ma per abbassarlo a un essere materiale, a una cosa. Nella situazione che stiamo vivendo la Croce di Cristo Re unita al santo sacrificio e alla santa Comunione frequente diventa sempre più il nostro riferimento per restare fermi nella Fede: “Stat crux dum volvitur orbis”, la croce resta salda mentre il modo gira, afferma il motto dei Certosini. “La Croce  rimane immobile, la Croce è immutabile di fronte alle vicissitudini del mondo. Più vi avvicinerete alla Croce, più parteciperete all’immutabilità divina, l’immutabilità dell’eternità. Fissi sempre sulla Croce, voi non cambierete più”. “Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia – dice Cristo Re – e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Il Regno di Dio è quello di Cristo Re e la giustizia è quella ottenuta con la Croce che vince l’ingiustizia del peccato. Ringraziamo il Signore, di poter ancora partecipare alla Messa di sempre, alla sua Croce e alla sua santa Comunione per estendere il Regno di Dio in noi e nelle nostre famiglie, sapendo che Gesù e Maria Santissima ci spingono a partecipare a questa lotta e alla gioia - insita nella lotta e nell’accettazione della Croce - per il Regno di Cristo Re e di Maria Regina, per la sicura vittoria finale. “Confidate in me, io ho vinto il mondo”






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