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Con la regia dell'organizzazione equamente distribuita tra i Gesuiti e la CEI " Gli arcobaleniti dissacrano la Chiesa del Gesù

di A.diJ
Carissimi amici e lettori,
dovrebbe essere noto a tutti in particolare ai vescovi, che sono i successori degli apostoli il rapporto complesso che la Chiesa cattolica ha verso il peccato, in particolare con il peccato contro natura, che resta moralmente sempre inaccettabile.
Vorremmo sapere, da mons. Francesco Savino Vescovo di Cassano all'Jonio, vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana che si è prestato a celebrare la Santa Messa per la comunità lgbt, che nell'omelia da lui tenuta dice: che occorre "liberarsi dai pregiudizi" e "nessuno deve più sentirsi escluso, sottolineo, nessuno si senta escluso". Che "Il Giubileo deve essere un tempo di giustizia riparativa" ed "è l'ora di restituire dignità a tutti, soprattutto a chi è stata negata" Monsignore sarebbe così gentile da dirci se noi dobbiamo ancora ritenere valido ciò che insegna la Chiesa nel catechismo riguardo il peccato dell'omosessualità? Dal Qui catechismo 
« Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
Monsignore arcivecovo F.Savino “I peccati contro natura quali quelli dei Sodomiti, son sempre degni di detestazione e di castigo: e anche se fossero commessi da tutte le genti, queste sarebbero ree di uno stesso crimine di fronte alla legge di Dio, la quale non ammette che gli uomini si trattino in quel modo. Così infatti viene violato il vincolo di familiarità che deve esistere tra noi e Dio, profanando con la perversità della libidine la natura di cui egli è l’autore”.
Così scriveva Tommaso D’Aquino (1265-1273) all’interno della sua celeberrima opera “Summa Theologiae”. Queste parole sono emblematiche per comprendere come la Chiesa abbia condannato l’omosessualità nel corso dei secoli, continuando tutt’oggi sotto nuove forme e lessico.
Eccellenza lei nella Chiesa del Gesù ha celebrato l'eucarestia e questi fedeli arcobaleno, che come si  può vedere dalle riprese si sono nutriti del corpo e del sangue di N.Signore Gesù Cristo, qualcuno in seminario glielo ha spiegato che  per poter ricevere la santa Comunione la Chiesa richiede che si sia “pienamente incorporati alla Chiesa cattolica (…), cioè senza coscienza di peccato mortale. Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione e ricevere valida assoluzione che prevede pentimento e cambiamento di vita”?
Un peccato è considerato mortale, anziché veniale, quando “ci sono nel contempo materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso”. In questo caso dunque, per accedere all’Eucaristia, che ricordiamo essere, per il cattolicesimo, l’origine e l’apice della vita cristiana, si devono confessare i propri peccati gravi, impegnandosi a non peccare più, al sacerdote, perché si possa ottenere il perdono. Il perdono ha la potenza di eliminare le azioni ormai compiute ed il peso delle conseguenze di queste, oltre a permettere di tornare allo stato di grazia, di riconciliarsi con la Chiesa, di riappropriarsi della pace e della serenità della coscienza. 
“Nella Chiesa c’è spazio per tutti, eccetto per il peccato”!
Il peccato carissimi lettori è la lebbra dell'anima, una lebbra terribile, più di quella del corpo, quella dello spirito, che è il peccato. Esso consiste fondamentalmente nell’escludere Dio dalla propria vita, nell’illusione di poter fare a meno degli altri, nel pensare di potersi salvare da soli. 
Era da tempo si sapeva che l'evento giubilare sarebbe stato piuttosto controverso tant'è che alla fine è successo quanto ampiamente prevedibile in assenza di qualsiasi monitoraggio: i partecipanti al pellegrinaggio, anziché utilizzare la croce del Giubileo 2025 messa a disposizione per tutti i gruppi, hanno attraversato la Porta Santa della Basilica dietro ad una croce arcobaleno. Nel luogo di culto in cui si vigila attentamente sul codice d'abbigliamento delle decine di migliaia di visitatori giornalieri, un coppia maschile di partecipanti al pellegrinaggio è stata ritratta con uno zaino inneggiante a «fottere le regole». Queste scene, finite sui social, hanno provocato l'indignazione di molti fedeli in tutto il mondo e rinfocolato le polemiche sull'opportunità del discusso evento giubilare. Insomma, un copione fin troppo scontato e che ha «scottato» l'immagine del pontificato di Leone XIV. Fa tristezza pensare che tutto questo si sarebbe potuto facilmente evitare se chi di dovere avesse vigilato con intelligenza e prudenza. Al di là delle reali intenzioni del pellegrinaggio, il messaggio che è passato a causa delle modalità in cui si è svolto genera confusione grazie anche all'imprudenza dell'omelia e delle dichiarazioni alla stampa di monsignor Francesco Savino che ha pomposamente rivelato che la sua presenza era stata autorizzata proprio da Leone in persona e  delle dichiarazioni fatte dal Gesuita padre James Martin, questa notizia è stata festeggiata da alcuni media come una sorta di sdoganamento papale, e getta benzina sul fuoco.

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