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Festa dei 40 anni della presenza della Fraternità San Pio X in Italia

Mons. Marcel  Lefebvre 


1974-2014 esattamente 40 anni che la Divina Provvidenza, a permesso l'apertura del primo Priorato della fraternità sacerdotale San Pio X qui in Italia. Mons. Lefebvre, che cercava sempre di seguire i segni della Provvidenza, ha ottenuto questa casa precisamente quarant'anni fa nel 1974, dai fratelli del Sacro Cuore e con il beneplacito del vescovo di Albano, Mons.Macario.


Domenica 15 Giugno 2014

Programma 


Ore 10:30 Santa Messa solenne

ore 12:00 Conferenza e proiezione di diapositive 

ore 13:00 Pranzo

ore 14:00 giochi, lotteria, spettacoli, angolo dei ricordi....

Vespri e Benedizione Eucaristica 


Torniamo indietro per saperne di più

Ai tempi dell’immediato postconcilio, un Vescovo missionario francese fondò una Fraternità Sacerdotale di vita apostolica, ponendola sotto il patrocinio di San Pio X, e il suo zelo per la difesa dell’ortodossia gli meritò l’approvazione della Sacra Gerarchia. Questa Fraternità ebbe numerose vocazioni e volle sin dal principio votarsi alla solida formazione dei giovani chierici, in un momento in cui i seminari e gli Atenei cattolici davano segni di vistoso cedimento dottrinale, morale e disciplinare. L’Ordinario di Friburgo approvò gli Statuti e le Costituzioni della Fraternità nel 1970 e già nel 1971 il Cardinale Wright, Prefetto della Congregazione per il Clero, inviava lettere di incoraggiamento a Mons. Marcel Lefebvre. Cosa abbia portato, nel 1975, alla decisione di sopprimere la Fraternità fu evidentissimo: la fedeltà al Magistero cattolico ed il rifiuto di piegarsi agli stravolgimenti liturgici e dottrinali del postconcilio. E fu una soppressione formalmente discutibile, poiché a norma del Codice di Diritto Canonico essa sarebbe dovuta giungere dalla Santa Sede, e non dal Vescovo Diocesano. Monsignore non cedette, e per assicurare un futuro ai suoi chierici decise di procedere alle Sacre Ordinazioni anche senza il permesso dell’Ordinario e del Vaticano. Ovviamente questa disobbedienza materiale diede il pretesto alla Gerarchia per sospendere a divinis Mons. Lefebvre e tutti i chierici da lui ordinati, ponendoli di fatto in una posizione di irregolarità canonica. Nonostante il boicottaggio dell’ala più progressista della Gerarchia, la Fraternità si ampliò, senza mai desistere dal trovare una pacificazione con Roma, a patto di non dover rinunziare alla Messa di sempre e di non dover accettare sine glossa il Concilio Vaticano II. Nel 1988, quando Monsignore fu anziano, decise di consacrare dei Vescovi perché gli potessero succedere nel governo della Fraternità e nell’ordinazione dei chierici, ma il Vaticano – che pure pareva inizialmente possibilista, ma che cercava semplicemente di temporeggiare sino alla morte del Presule – alla fine non le autorizzò, e Mons. Lefebvre dovette ancora una volta compiere un atto coraggioso e disobbedire alla Gerarchia, consacrando quattro Vescovi. A quel punto giunse la scomunica per i Vescovi della Fraternità San Pio X , mentre i modernisti di tutto il mondo credevano di esser finalmente riusciti a toglier di mezzo lo scomodo Vescovo ribelle e i suoi seguaci, considerando tutta la Fraternità scomunicata in blocco. Chi ha letto le omelie e gli scritti di Monsignore sa bene quanta ponderazione e quanto amore per la Chiesa abbia condotto a queste scelte, all’emarginazione, all’ostracismo, alle accuse ingiuste e ingenerose da parte di quasi tutto il mondo cattolico, specialmente da parte di tantissimi sacerdoti e Prelati. L’accusa di lefebvrianesimo divenne allora marchio infamante per quanti, vicini alla Fraternità o meno, conducevano la buona battaglia della Tradizione per la Messa tridentina e per la fedeltà al Magistero cattolico. Un’accusa che, come sappiamo, risuona ancor oggi nei tribunali del popolo istituiti per condannare i Frati Francescani dell’Immacolata.

In controtendenza rispetto ai predecessori, Papa Benedetto XVI, con Motu proprio del 14 Luglio 2007 riconosceva che la Messa tradizionale, detta di S. Pio V, non è mai stata abrogata e che ogni sacerdote può celebrarla. Lo stesso Pontefice, con il Decreto del 21 Gennaio 2009, affermava che i Vescovi della Fraternità S. Pio X non sono né scismatici né scomunicati.

Oggi la Fraternità conta una Casa generalizia, 6 Seminari e 14 Distretti, 162 Priorati, 750 Oratori, 2 istituti universitari, 100 scuole, 7 case di riposo, 575 Sacerdoti, 215 seminaristi, 42 pre-seminaristi, 119 fratelli laici, 186 religiose, 84 suore oblate, 5 conventi di Carmelitane. È presente in 65 Paesi. Numerosi ordini latini e orientali tradizionali sono uniti alla Fraternità sacerdotale San Pio X nel mondo.A Gloria di Gesù e di Maria, e dell'onore del sacerdozio cattolico, per Custodire Il Santo Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo.Mantenendo la Messa di Sempre, Trasmettendo fedelmente la Verità.

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