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Vaticano, ultimo schiaffo del Papa a Bagnasco: non aprirà l’assemblea della Cei


Sarà Bergoglio a tenere la prolusione di apertura dell'annuale assemblea generale della Conferenza episcopale italiana in programma dal 19 al 23 maggio prossimi in Vaticano. Non era mai successo prima


E’ solo l’ultimo schiaffo di Papa Francesco al cardinale Angelo Bagnasco. Sarà Bergoglio a tenere la prolusione di apertura dell’annuale assemblea generale della Cei in programma dal 19 al 23 maggio prossimi in Vaticano. Un intervento che è sempre stato svolto dal presidente dellaConferenza episcopale italiana e il Papa, in qualità di vescovo di Roma e primate della penisola, è sempre stato invitato soltanto a intervenire nel corso dei lavori che solitamente si svolgono la penultima settimana di maggio nell’aula nuova del Sinodo in Vaticano. Ma Bergoglio, dopo aver delegittimato pubblicamente più volte Bagnasco, ha deciso di sovvertire completamente latradizione e di aprire i lavori della prossima assemblea della Cei, togliendo per la prima volta ilmicrofono al suo presidente.

Una decisione senza precedenti che arriva al culmine di una guerra aperta tra il Papa e l’arcivescovo di Genova, sostenitore nel conclave di un anno fa della candidatura al soglio di Pietro del cardinale di Milano Angelo Scola. Una vera e propria bomba a orologeria quella di Bergoglio alla Cei targata Bagnasco, innescata già da diversi mesi con gesti abbastanza eloquenti.Per prima cosa il Papa ha escluso l’arcivescovo di Genova dalla potentissima Congregazione per i vescovi che regola le nomine episcopali dei Paesi di antica tradizione cristiana, Europa in primis, sostituendolo con il più anziano per elezione dei tre vicepresidenti della Cei, l’arcivescovo di PerugiaGualtiero Bassetti. Mai un presidente della Conferenza episcopale italiana non aveva fatto parte della Congregazione per i vescovi. E, come anticipato da ilfattoquotidiano.it, il Papa ha voluto concedere proprio a Bassetti la dignità cardinalizia nel concistoro del 22 febbraio scorso.

Ma Bergoglio non si è fermato qui. Come segretario generale della Conferenza episcopale italiana ad interim ha scelto il vescovo di Cassano allo Jonio, Nunzio Galantino, che aveva ottenuto una sola preferenza dai confratelli del Consiglio episcopale permanente e che era ultimo nella terna presentata da Bagnasco al Papa. Galantino, che Bergoglio riceve in udienza privata con frequenza elevata, è il braccio di Francesco nella Cei e ha la missione di concretizzare entro maggio le modifiche statutarie volute insistentemente dal Papa, ma che sta incontrando notevoli opposizioni da parte dell’episcopato vicino all’arcivescovo di Genova. Alla vigilia della sessione invernale del Consiglio episcopale permanente che doveva sancire l’elezione diretta del presidente e del segretario della Cei, così come voluto da Bergoglio, il Papa, rompendo una tradizione consolidata, non ha ricevuto in udienza privata Bagnasco e, raccontano i bene informati,la sua prolusione è stata passata più volte ai raggi x nella Segreteria di Stato vaticana.

Stando all’ultimo colpo di mano di Francesco sembrano ormai contati i giorni dell’arcivescovo di Genova al timone della Cei nonostante egli si sia speso non poco a celebrare il primo anno di pontificato di Bergoglio con un editoriale sul quotidiano dei vescovi italiani Avvenire e con un telegramma di auguri al Papa firmato dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana e questa volta, a differenza di un anno fa, indirizzato al Pontefice realmente eletto nel conclave del marzo 2013 e non a Scola. “Come pastori, che avvertono il rapporto ‘speciale e unico’ che ci unisce al vescovo di Roma, – ha scritto Bagnasco su Avvenire - gli rinnoviamo la nostra totale e cordialedisponibilità: come ho già affermato lo scorso marzo, ‘il nostro cuore desidera pulsare con il cuore di Papa Francesco’. Questa sintonia è motivo di impegno a lasciare i piccoli porti dell’autoreferenzialità per innovare la nostra pastorale nella linea di maggiore essenzialità e partecipazione e di una sempre più piena dedizione educativa. Per questo – ha concluso Bagnasco – ci sentiamo i primi destinatari degli appelli del Santo Padre a quella santificazione personale che rimane la condizione per quella delle nostre comunità ecclesiali”. Ma evidentemente il Papa la pensa diversamente. Occhi puntati ora sulla sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente della Cei che si terrà dal 24 al 27 marzo prossimi e dove molto probabilmente Bagnascopronuncerà la sua ultima prolusione.

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