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SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI PII PP. XII





ALLOCUTIO SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI PII PP. XII

«QUAE VENERANDUS»*

Die XII mensis Martii, Anno Domini MCMXXXIX



Quae venerandus ac Nobis carissimus Cardinalis Decanus verba fecit, tam vehementer suaviterque Nos tangunt, ut immortales grates eidem ceterisque omnibus e Sacro Collegio referamus, qui propius Nobis adsunt, devotam eorum pietatem fidelitatemque paterno rependentes animo.

Per vos, Venerabiles Fratres ac Dilecti Filii Nostri, post obitum desideratissimi ac perpetuae recordationis Decessoris Nostri, Providentissimus Deus, arcano suo consilio, Nos, etsi invitos necopinantes, ad eiusmodi dignitatis auctoritatisque fastigium extulit, cuius ardua celsitudo, singularis ratio gravissimumque officium quemlibet hominem, nedum Nos, contremiscere iubeant.

Quapropter non nostris meritis viribusque subnixi, sed Dei gratia confisi, ad potentissimum sapientissimumque Eius nutum frontem reclinamus Nostram. Atque ad eum convertentes oculos qui est « Pater luminum et Deus totius consolationis », itemque illius tutela freti, quae Benesuadens Virgo Conclavis Patrona exstitit, petrianae navis gubernaculo admovemus manus, ut eam per tot fluctus et procellas ad pacis portum dirigamus.

Summi Pontificatus munus, per saeculorum decursum, non alio spectat, nisi ut veritati famuletur; veritati dicimus, quae integra ac germana sit, nullis obscurationibus obumbrata, nullisque obnoxia infirmitatibus, at numquam seiuncta a Iesu Christi cantate. In omnem siquidem Pontificatum, ac praesertim in hunc Nostrum, quem suas partes explere oportet pro hominum consortione tot discidiis ac conflictationibus laborante, illud S. Pauli Apostoli, veluti sacrum mandatum, dominari opus est: « Veritatem facientes in caritate » (Eph., IV, 15).

Vestram igitur operam, Venerabiles Fratres ac Dilecti Filii Nostri, vestramque alacritatem advocamus; qua adiuti, amplissimum hoc munus, quod hodie sollemni ritu auspicati sumus, ad peculiare hoc Apostoli gentium mandatum conformare totum valeamus, et caelestia ea dona, quae munus idem quodammodo continet, universo hominum generi impertire. Officii Nostri magnitudinem gravitatemque probe noscentes, neque spem exspectationemque ignorantes, quam in Beati Petri Solio ii non modo collocant, qui fide caritateque arctissime Nobiscum coniunguntur, sed seiuncti etiam non pauci a Nobis fratres atque universa propemodum hominum familia conciliandae paci inhians, hac hora, dum Pontificalis Diadematis maiestas atque onus fronti Nostrae imponitur, vos compellamus omnes, Senatus Noster, vosque, intimi consiliarii Nostri, adhortamur, S. Ioannis Chrysostomi mutuantes verba: « Vos laborem cognoscentes, cooperamini precibus, sollicitudine, alacritate, amicitia, ut nos vestra gloriatio, et vos nostra sitis » (Hom. XXIX in Ep. ad Romanos, n. 5).

Firma eiusmodi fiducia erecti, tum venerando Cardinali Decano, mentis animique vestri interpreti disertissimo, tum unicuique vestrum effusa benevolentia gratissimaque voluntate Apostolicam Benedictionem impertimus.

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