Ecco, finalmente, un vero sondaggio dalla Svizzera ed è interessante perché fatto a grandezza reale.
Religioscope ha fatto uno studio a dimensione reale su tutta la città di Friburgo, in svizzera, in tutti i decanati della città il 15 e 16 giugno 2013 ed i risultati sono stati analizzati in modo neutro dal professore Christophe Monnot, sociologo all’ Université de Lausanne, e dall’ abbé François-Xavier Amherdt, professore di teologia pastorale dell’ Université de Fribourg.
Hanno partecipato le persone di 54 delle 69 messe celebrate a Friburgo quel sabato sera e domenica tutta ( Friburgo conta circa 40’000 abitanti) e 3430 risposte sono state ricevute.
Quel che è interessante per il nostro blog è il seguente risultato che viene da una realtà cattolica tartassata da cinque e più decenni di becero progressismo colla conseguenza di non avere praticamente quasi più nessuna vocazione sacerdotale (una sola ordinazione all’anno quando muoiono 15 sacerdoti durante lo stesso periodo), dove tutte le teorie moderniste sono passate e le peggiori liturgie vi sono state sperimentante: ebbene 45% apprezzano molto le messe in latino ( forma straordinaria inclusa) e 21% alquanto, per un totale di 66%. (Notate che questo non vuol dire che 66% delle messe siano in latino, anzi, proprio il contrario e solo in una parrocchia concessa alla FSSP).
En ce qui concerne le troisième point, le questionnaire indiquait «Messe en latin (forme extraordinaire)», c’est-à-dire les messes célébrées dans le rite tridentin (pré-Vatican II). 1561 répondants (45,2 %) déclaraient les apprécier «beaucoup» et 745 (21,6 %) «assez», avec seulement une petite minorité d’avis négatifs, puisque 20,3 % ne donnaient pas de réponse à cette question. … Quoi qu’il en soit du rite, l’usage liturgique du latin est apprécié par un important pourcentage des pratiquants, y compris les plus jeunes. De façon générale, une messe «classique» semble être le modèle qui recueille le plus large agrément.
Certo risultati come questi a livello di una città intera, seggio episcopale importante, dovrebbero dare a pensare che non stiamo a parlare di mode ma di una reazione alla sciattezza delle liturgie troppo spesso offerte: vi è anche ed ancora sempre una disparità tra l’offerta e quel che i fedeli davvero vogliono.
Vorrei aggiungere un paio di osservazioni: le messe in latino secondo la forma ordinaria non sono praticamente mai celebrate, a volte solo il Credo, il Sanctus e l’Agnus sono in latino; la forma straordinaria è celebrata grazie alla Fraternità Sacerdotale San Pietro ( FSSP) che ha una parrocchia per sé, quindi quando parliamo di 66% di persone che amano molto, o alquanto, la messa in latino, non parliamo di 66% di persone che hanno la fortuna di poterla vivere ogni domenica, ma di 66% di persone che, semplicemente, la amano. Una conseguenza di questo è che il Motu Proprio Summorum Pontificum, abbinato ovviamente al suo decreto di applicazione Universae Ecclesiae alfin di evitare che gente con losche motivazioni tradi-protestanti cerchino di manipolarla, ha da essere offerto dal presbiterium in modo ancora più largo in ogni parrocchia.
Il secondo commento è che dopo 50 anni di pastorale modernista universale, con troppe messe menefreghiste, le quali hanno avuto come conseguenza diretta o indiretta di far calare la partecipazione domenicale da 40% a 10% , chi va ancora a messa è una maggioranza di persone che ama le messe in latino, e questo compresi i più giovani!
Questo studio mostra che presso i cattolici di Friburgo la messa in latino non va contro la loro fede cattolica. Ma ci fa pensare che sarebbe il caso per la gerarchia di farsi un esame di coscienza e deporre l'ascia di guerra, evitare questa guerra psicologica che c'è nella chiesa ,contro chi vuole amare è servire il Signore e rendergli il Culto a Lui dovuto con la Messa (detta di San Pio V) perchè lui la canonizzò con il concilio di Trento, ma che è di età Apostolica.
Ecco, finalmente, un vero sondaggio dalla Svizzera ed è interessante perché fatto a grandezza reale.
Religioscope ha fatto uno studio a dimensione reale su tutta la città di Friburgo, in svizzera, in tutti i decanati della città il 15 e 16 giugno 2013 ed i risultati sono stati analizzati in modo neutro dal professore Christophe Monnot, sociologo all’ Université de Lausanne, e dall’ abbé François-Xavier Amherdt, professore di teologia pastorale dell’ Université de Fribourg.
Hanno partecipato le persone di 54 delle 69 messe celebrate a Friburgo quel sabato sera e domenica tutta ( Friburgo conta circa 40’000 abitanti) e 3430 risposte sono state ricevute.
Quel che è interessante per il nostro blog è il seguente risultato che viene da una realtà cattolica tartassata da cinque e più decenni di becero progressismo colla conseguenza di non avere praticamente quasi più nessuna vocazione sacerdotale (una sola ordinazione all’anno quando muoiono 15 sacerdoti durante lo stesso periodo), dove tutte le teorie moderniste sono passate e le peggiori liturgie vi sono state sperimentante: ebbene 45% apprezzano molto le messe in latino ( forma straordinaria inclusa) e 21% alquanto, per un totale di 66%. (Notate che questo non vuol dire che 66% delle messe siano in latino, anzi, proprio il contrario e solo in una parrocchia concessa alla FSSP).
En ce qui concerne le troisième point, le questionnaire indiquait «Messe en latin (forme extraordinaire)», c’est-à-dire les messes célébrées dans le rite tridentin (pré-Vatican II). 1561 répondants (45,2 %) déclaraient les apprécier «beaucoup» et 745 (21,6 %) «assez», avec seulement une petite minorité d’avis négatifs, puisque 20,3 % ne donnaient pas de réponse à cette question. … Quoi qu’il en soit du rite, l’usage liturgique du latin est apprécié par un important pourcentage des pratiquants, y compris les plus jeunes. De façon générale, une messe «classique» semble être le modèle qui recueille le plus large agrément.
Certo risultati come questi a livello di una città intera, seggio episcopale importante, dovrebbero dare a pensare che non stiamo a parlare di mode ma di una reazione alla sciattezza delle liturgie troppo spesso offerte: vi è anche ed ancora sempre una disparità tra l’offerta e quel che i fedeli davvero vogliono.
Vorrei aggiungere un paio di osservazioni: le messe in latino secondo la forma ordinaria non sono praticamente mai celebrate, a volte solo il Credo, il Sanctus e l’Agnus sono in latino; la forma straordinaria è celebrata grazie alla Fraternità Sacerdotale San Pietro ( FSSP) che ha una parrocchia per sé, quindi quando parliamo di 66% di persone che amano molto, o alquanto, la messa in latino, non parliamo di 66% di persone che hanno la fortuna di poterla vivere ogni domenica, ma di 66% di persone che, semplicemente, la amano. Una conseguenza di questo è che il Motu Proprio Summorum Pontificum, abbinato ovviamente al suo decreto di applicazione Universae Ecclesiae alfin di evitare che gente con losche motivazioni tradi-protestanti cerchino di manipolarla, ha da essere offerto dal presbiterium in modo ancora più largo in ogni parrocchia.
Il secondo commento è che dopo 50 anni di pastorale modernista universale, con troppe messe menefreghiste, le quali hanno avuto come conseguenza diretta o indiretta di far calare la partecipazione domenicale da 40% a 10% , chi va ancora a messa è una maggioranza di persone che ama le messe in latino, e questo compresi i più giovani!
Questo studio mostra che presso i cattolici di Friburgo la messa in latino non va contro la loro fede cattolica. Ma ci fa pensare che sarebbe il caso per la gerarchia di farsi un esame di coscienza e deporre l'ascia di guerra, evitare questa guerra psicologica che c'è nella chiesa ,contro chi vuole amare è servire il Signore e rendergli il Culto a Lui dovuto con la Messa (detta di San Pio V) perchè lui la canonizzò con il concilio di Trento, ma che è di età Apostolica.
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