La nota della Cei contro il decreto governo: "I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto"
La Cei si infuria e invia una nota durissima al premier Giuseppe Conte poco dopo la conferenza stampa che annuncia il nuovo decreto sulla fase 2. "Dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo". È quanto si legge nella dura nota della Cei dopo la conferenza del governo. "La Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale".
Con la fase 2 siano riaperte le chiese al culto».
«L’adozione di misure atte a disciplinare e se necessario a limitare gli ingressi, che si unirebbero alle decisioni precauzionali già adottate dalla Cei, rendono assolutamente possibile il diritto dei cristiani ad essere partecipi e protagonisti delle messe ma anche di tutti gli altri riti che si celebrano nelle Chiese, compresi quindi i funerali. Un diritto inalienabile,"la libertà è un diritto dei popoli".I Vescovi uniti con il Romano Pontefice
«ritengono non più ammissibili episodi, anche se limitati, che hanno visto tentativi di interrompere le messe perché si sarebbero svolte in contrasto con le disposizioni del Dpcm del 4 marzo. Come non è ammissibile, pur in una situazione di emergenza, non celebrare con le necessarie limitazioni anche i funerali».
«Il passaggio alla Fase 2, complesso, difficile e anche con alcuni rischi, non può non tenere conto del diritto di tanti cittadini di manifestare idee, valori e convinzioni in campo religioso anche attraverso il culto praticato nelle Chiese». Riguardo quanto riferito dal Comitato tecnico-scientifico prima della mezzanotte di ieri,(1) dobbiamo ricordare che anche il mondo dei virologi è spaccato tra diverse visioni della situazione "pandemica". Oltretutto, considerando anche l'ampiezza delle Chiese (nella maggioranza dei casi si va anche oltre 300 mq), è più che plausibile officiare in piena sicurezza, e con le cautele e la vigilanza di alcuni volontari di cui le parrocchie dispongono ampiamente. Se il Governo Italiano, in virtù del Concordato, non può ingerire nelle questioni del culto, tanto meno lo può fare un comitato di scienziati e tecnici, sottomessi al Governo, in quanto tutti sottomessi a loro volta al Concordato e alle leggi costituzionali.
Gregorius et Hildegardis
(1)ADN1009 7 POL 0 ADN POL NAZ CORONAVIRUS: PER COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO 'SU MESSE CRITICITA' NON SUPERABILI' = Roma, 26 apr. (Adnkronos) - Criticità non superabili. Questo il parere del Comitato tecnico scientifico, si apprende da fonti di governo, sulla riaperture delle funzioni religiose. Criticità sia per quanto riguarda gli spostamenti che i contatti durante le messe. L'indicazione degli esperti è che occorra attendere per poter avere una percezione dell'impatto delle progressive riaperture. Un parere in merito potrebbe arrivare non prima del 25 maggio. (Mon/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-20 23:58
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