“la divulgazionedi notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla Legge n. IX dello Stato della Città del Vaticano (13 luglio 2013) art. 10 (art. 116 bis c.p.). Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni – ha aggiunto Lombardi – va detto chiaramente che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata, operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’Ufficio del promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale. Pubblicazioni di questo genere – ha concluso Lombardi – non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa”.
Date per scontate le spregevoli figure, il malcostume e le ripugnanti azioni prelatizie degli ultimi scandali vaticani, ci sia dato qui di subodorare una accorta regia. Basta mettere in rilievo la tempistica, la successione degli eventi provocati, e la loro coordinazione, che testimoniano una vasta e concorde operazione a più mani.
Fase 1 – Vengono annunciati non uno, ma due libri sugli scandali vaticani, scritti indipendentemente da due autori, che dicono di non conoscersi, e fatti uscire dagli editori in contemporanea.
Fase 2 – Seguono i clamorosi arresti della gendarmeria pontificia di due personaggi indicati come “i corvi” che hanno passato le notizie “riservate” ai due giornalisti autori dei due libri in prossima uscita. L’aver dato documenti riservati è « frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa».
Il caso, senza precedenti moderni, dei due personaggi cacciati nelle segrete del Vaticano (la belloccia Chauqui e “ un prelato dell’Opus Dei”, strizzano l’occhio i giornali), è naturalmente un ottimo battage per i due libri. Che non sono ancora usciti, ma che tutti ormai attendono spasmodicamente. Nel mondo intero. Gli editori, previdenti, han già firmato contratti e traduzioni in 15 paesi.
La Sala stampa bergogliana emana uno stranissimo comunicato, come se conoscesse in anticipo il contenuto dei libri, e lo approvasse, solo ne deplorasse il “modo”.
“Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del papa“. Perché, magari qualcuno può sospettare che l’intera manovra sia fatta per “aiutare” la missione del papa? E quale missione?
Fase 3 – I due libri continuano a non essere disponibili; nessuno li ha ancora letti, ma già i media ricevono anticipazioni succulente e intervistano i due autori. “Ricchezza, sprechi e giochi di potere – attrici e viaggi d’oro, sartorie e tv porno; spese fantasma per milioni; hanno rubato i soldi per le Messe”, sono alcuni dei titoli.
Fase 4 – I media in delirio concorde spiegano: questo nuovo Vatileaks è un altro complotto dei “conservatori” che impediscono al Papa di “fare le riforme”. I corrotti, ladri di offerte delle Messe e per l’ospedale del Bambin Gesù, i possessori di attici da 700 mq, sono quelli stessi che “non vogliono il rinnovamento”, la “pulizia nelle finanze vaticane”, sono i malversatori che usano lo Ior per riciclaggio….e via così. Non è assolutamente vero – molti dei coinvolti sono stati nominati da Bergoglio alle cariche di cui hanno profittato, dei modernisti, degli arrivisti e lecchini. Ma il messaggio che deve passare è: vedete, la Chiesa “vecchia” è corrotta, le gerarchie “conservatrici” sono ricche e scandalose, i cardinali fanno schifo, e sono luridi proprio quelli che si oppongono al “nuovo”. .. solo il Papa è pulito e innovatore e onesto, anzi santo….E’ esattamente il messaggio che Bergoglio e la sua junta sudamericana hanno voluto far passare fin dall’inizio.
“I media italiani vivono in una bolla di papolatria”, scrive giustamente Socci, “vedono Bergoglio come il Bene assoluto e chi dissente da lui è dipinto come un losco cospiratore o un emissario del Male”.
Fase 5 – Lo scandalo non indigna né addolora più di tanto sua santità. “Francesco è sereno e sa cosa fare…Procede senza incertezza sulla strada della buona amministrazione”.
Fase 6 – Il Nuzzi, uno dei due autori dei due libri simultanei, indice la conferenza-stampa di lancio del suo volume e ripete la parola d’ordine convenuta: “Credo che questo papa stia portando avanti delle riforme e che incontri molte difficoltà”. E’ la tesi che deve passare. Le “riforme”, le “riforme”: Comunione ai divorziati, nozze gay, Chiesa povera per i poveri, tutto il repertorio. Se fosse stato Bergoglio a suggerire la strategia, non avrebbe potuto far meglio a proprio favore. Nuzzi, in conferenza stampa dice anche un’altra cosa, di punto in bianco: di non aver “avuto nessun contatto con il Papa”. E perché dovrebbe aver avuto un contato col Pap? Chi ci pensava? E poi aggiunge: “Se lo avessi avuto, certamente non lo renderei pubblico perché ci sarebbero altre strumentalizzazioni”. E se, magari, il Nuzzi l’avesse dunque incontrato, il Papa? Se questo fosse tutto un ben architettato complotto a favore di Francesco? Grazie a questi “scandali” (molti dei quali vecchi e già noti, altri che scandali non sono…come i soldi che occorrono per le cause di beatificazione) la Junta sudamericana potrà procedere a nuove purghe nella curia romana.
Se tutto ciò vi sembra inverosimile complottismo, ricordate che questo papato ha la fiducia della Massoneria. Bergoglio è stato eletto il 13 marzo 2013. Nello stesso giorno, poche ore dopo, un comunicato ufficiale del Grande Oriente veniva diramato. In esso, il gran maestro Gustavo Raffi prevedeva con gioia incontenibile: “Con Papa Francesco, nulla sarà più come prima”.
Domanda ingenua: come faceva Raffi a saperlo prima? Prima di tutti? E perché salutava El Papa con un comunicato ufficiale, su carta intestata del Grande Oriente, dunque non a titolo personale, ma della Fratellanza Universale? Anticipando inoltre i motivi propagandistico-ideologici che l’argentino avrebbe messo al centro della sua azione: “Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperarel’annuncio di una nuova umanità (notate la terminologia muratoria, ndr) . Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall’amore”.
“La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca -conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni”.
Alcuni dei laicissimi personaggi che hanno tirato fuori il nuovo scandalo vaticano hanno arie e parole da massoni. Quando la Massoneria decide che è ora di “aiutare il Papa” può ben organizzare il concerto papolatrico così vistoso sui media. Che poi questa grancassa semini disgusto, nausea e sgomento fra i fedeli, tanto meglio.
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In più Pell ha un altro difetto: durante il Sinodo ha preso una posizione molto chiara. Che i grandi giornali,
a partire dal Corriere della Sera, non hanno apprezzato.
Oggi Andrea Tornielli, smessa la guerra civile con il mondo cattolico conservatore, da cui proviene, di fronte all’attacco mediatico generale ha raccontato i fatti come stanno.
Prima smentendo la commedia del complotto interno, di cui era stato uno dei narratori, anche se riguardo ad un altro fatto (la famosa lettera dei 13, di cui Pell era stato il promotore, ma non certo il divulgatore: come immaginare che la abbia divulgata nella versione non definitiva ed errata, avendo lui in mano quella definitiva?):
Dietro ai libri «Avarizia» e «Via Crucis» non c’è un complotto curiale contro Francesco. Non c’è nemmeno il «vecchio» contro il «nuovo corso»: se l’ipotesi accusatoria sarà confermata, le due talpe che hanno fatto avere le carte ai due autori erano infatti state nominate dal nuovo Papa nella commissione per la riforma economico-amministrativa della Santa Sede (Cosea).
Poi ricordando a chi si devono le indagini sui conti interni:
…Quello che più colpisce è piuttosto il quadro generale: i due libri presentano infatti i risultati della più grande e minuziosa inchiesta sui conti vaticani che sia mai stata condotta. A realizzarla però, è stato lo stesso Vaticano, affidandosi a consulenti esterni ed estranei: l’indagine per sapere quanto denaro c’è e come viene speso; quanti immobili ci sono, quanto realmente valgono e come vengono gestiti; che ruolo hanno le fondazioni e come gestiscono le loro uscite; lo screening minuzioso su tutti i conti dello Ior che ha portato alla chiusura di centinaia di posizioni… Tutto questo è emerso per la prima volta per volere di Papa Francesco, delle due commissioni referenti, dei consulenti internazionali che evidentemente hanno fatto un buon lavoro. E hanno permesso che si cominciasse a mettere mano alla riforma. Certo, non senza discussioni, frizioni, contrapposizioni, difficoltà, ostacoli (http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vatileaks-vatileaks-vatileaks-44464/).
Ora la domanda da farsi, per essere ancora più espliciti è semplice: chi è il prefetto dell’economia che ha fatto emergere il sommerso? George Pell.
Il quale aveva già detto un po’ di cose in più occasioni, per esempio al Meeting di Rimini, in agosto:
“È tempo di mettere in ordine i nostri affari e fare in modo che questo possa essere noto anche al mondo esterno. La prossima ondata di attacchi alla Chiesa potrebbe essere proprio sulle irregolarità finanziarie” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/22/finanze-vaticane-pell-irregolarita-da-qui-prossimo-attacco-alla-chiesa/1976090/).
Forse sbaglio, ma a me sembra che le cose stiano così….
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Pubblicato 5 novembre 2015 Da Francesco Agnoli
Si è già detto, lo avevano detto in tanti: l’obiettivo dei due corvi era il cardinale George Pell. L’avversione al suo lavoro, in accordo con il papa che lo ha nominato, in continuità con quello che aveva cercato di fare Benedetto XVI con Gotti Tedeschi, dava fastidio.In più Pell ha un altro difetto: durante il Sinodo ha preso una posizione molto chiara. Che i grandi giornali,
a partire dal Corriere della Sera, non hanno apprezzato.
Oggi Andrea Tornielli, smessa la guerra civile con il mondo cattolico conservatore, da cui proviene, di fronte all’attacco mediatico generale ha raccontato i fatti come stanno.
Prima smentendo la commedia del complotto interno, di cui era stato uno dei narratori, anche se riguardo ad un altro fatto (la famosa lettera dei 13, di cui Pell era stato il promotore, ma non certo il divulgatore: come immaginare che la abbia divulgata nella versione non definitiva ed errata, avendo lui in mano quella definitiva?):
Dietro ai libri «Avarizia» e «Via Crucis» non c’è un complotto curiale contro Francesco. Non c’è nemmeno il «vecchio» contro il «nuovo corso»: se l’ipotesi accusatoria sarà confermata, le due talpe che hanno fatto avere le carte ai due autori erano infatti state nominate dal nuovo Papa nella commissione per la riforma economico-amministrativa della Santa Sede (Cosea).
Poi ricordando a chi si devono le indagini sui conti interni:
…Quello che più colpisce è piuttosto il quadro generale: i due libri presentano infatti i risultati della più grande e minuziosa inchiesta sui conti vaticani che sia mai stata condotta. A realizzarla però, è stato lo stesso Vaticano, affidandosi a consulenti esterni ed estranei: l’indagine per sapere quanto denaro c’è e come viene speso; quanti immobili ci sono, quanto realmente valgono e come vengono gestiti; che ruolo hanno le fondazioni e come gestiscono le loro uscite; lo screening minuzioso su tutti i conti dello Ior che ha portato alla chiusura di centinaia di posizioni… Tutto questo è emerso per la prima volta per volere di Papa Francesco, delle due commissioni referenti, dei consulenti internazionali che evidentemente hanno fatto un buon lavoro. E hanno permesso che si cominciasse a mettere mano alla riforma. Certo, non senza discussioni, frizioni, contrapposizioni, difficoltà, ostacoli (http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vatileaks-vatileaks-vatileaks-44464/).
Ora la domanda da farsi, per essere ancora più espliciti è semplice: chi è il prefetto dell’economia che ha fatto emergere il sommerso? George Pell.
Il quale aveva già detto un po’ di cose in più occasioni, per esempio al Meeting di Rimini, in agosto:
“È tempo di mettere in ordine i nostri affari e fare in modo che questo possa essere noto anche al mondo esterno. La prossima ondata di attacchi alla Chiesa potrebbe essere proprio sulle irregolarità finanziarie” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/22/finanze-vaticane-pell-irregolarita-da-qui-prossimo-attacco-alla-chiesa/1976090/).
Forse sbaglio, ma a me sembra che le cose stiano così….
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