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In onore del Patriarca San Giuseppe



Nel mese di marzo, la Chiesa ci ricorda la devozione a San Giuseppe, sposo di Maria Sempre Vergine e padre putativo di Nostro Signore Gesù Cristo.

Di lui nel Vangelo si parla poco, ma è nel silenzio delle Sacre Scritture che si esalta la figura di San Giuseppe, uomo scelto da Dio per custodire Suo Figlio e la Sposa dello Spirito Santo.
Grande devoto di questa eccelsa figura fu sicuramente Papa Leone XIII che nell’Enciclica “Quamquam pluries” ha scritto: «Certamente la dignità di Madre di Dio è tanto in alto che nulla vi può essere di più sublime.
Ma poiché tra Giuseppe e la Beatissima Vergine esistette un nodo coniugale, non c’è dubbio che a quell’altissima dignità, per cui la Madre di Dio sovrasta di gran lunga tutte le creature, Egli si avvicinò quanto nessun altro mai».

E l’esegeta Isolano ci ricorda che «Il ministero di San Giuseppe nei riguardi di Gesù fu così intimo, che tutti gli angeli assieme non servirono familiarmente Dio quanto Giuseppe da solo».

E come scrive San Bernardino da Siena «di certo Gesù non nega in Cielo a San Giuseppe quella familiarità, riverenza e sublimissima dignità, che gli ha prestato in terra come figlio e padre».

Bastano queste poche citazioni per capire come San Giuseppe, simbolo non solo di verginità, ma anche di umiltà ed obbedienza, sia stato ricoperto in Cielo di una dignità elevatissima tale da essere, dopo Maria Santissima, il Santo più degno della nostra venerazione. Pertanto egli ha tutto il potere di aiutarci e soddisfare le nostre necessità spirituali e materiali e soltanto pregandolo con fiducia potremmo testare la sua grandezza.

In questo modo, allora, si potranno capire le parole di Santa Teresa di Gesù che, riguardo alle grazie ottenute da San Giuseppe, ha affermato: “Chi non crede, ne faccia la prova, affinché si persuada”.

Basterebbe recitargli quotidianamente una semplice preghiera, oppure impegnarsi in qualche novena in suo onore, ma sicuramente il metodo più efficace e potente per ottenere grazie (specie quelle molto importanti), è recitare le orazioni in onore del Suo Sacro Manto.
Si tratta di un florilegio di preghiere tese ad onorare la sua persona e metterci sotto il Manto della sua protezione.
Quale migliore preghiera di questa?
Ogni volta che le reciteremo potremmo immaginare come lo stesso Gesù Bambino tante volte si sia coperto sotto il Manto del suo padre putativo, per cercare protezione e calore, e come San Giuseppe lo abbia amorevolmente accolto tra le sue braccia.
Allora, con la stessa fiducia di un Dio fatto uomo, anche noi chiediamo riparo sotto il suo Sacro Manto e stiamo certi che, con lo stesso amore, San Giuseppe ci proteggerà ed accoglierà.

Il Sacro Manto va recitato per trenta giorni consecutivi (in memoria dei trent’anni di vita vissuti da San Giuseppe con Gesù).

Ricordiamo, tuttavia, che – come affermava sant’Agostino – la preghiera per avere efficacia deve essere detta con fede ed umiltà e non deve chiedere grazie
contrarie alla nostra salvezza.
Pertanto il Sacro Manto deve essere considerato un mezzo per impegnare San Giuseppe ad ottenerci la grazia dalla Divina Provvidenza che sa cosa è meglio per il bene nostro e della nostra anima.

La recita del Sacro Manto ha inoltre l’efficacia di farci aumentare nella fede.
A tal proposito santa Teresa d’Avila ha scritto: «Non ho conosciuto persona che gli sia veramente devota [a san Giuseppe] e gli renda qualche particolare servizio, senza che faccia progressi nelle virtù».

Preghiamo dunque con fervore questo grande santo, prendendolo come modello di padre e lavoratore e onorandolo non solo in questo mese dedicato a lui, ma ogni giorno della nostra vita e non esitando di ricorrere a lui per ogni nostra necessità spirituale e materiale.
Il patrono universale della Santa Chiesa saprà come aiutarci.
E ricordiamoci sempre ciò che santa Teresa d’Avila scrisse: «Presi come mio avvocato e patrono il glorioso san Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità, in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore, la salute dell’anima mia. Ho visto decisamente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo, finora, di non averlo mai pregato per una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che Dio mi ha fatto».

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