Oggi celebriamo l’Ascensione del Signore, un mistero che completa quello della risurrezione – la risurrezione infatti che colloca per sempre Gesù alla “destra” del Padre e ne fa il “Signore” del mondo e della storia soprattutto della sua Chiesa, si perfeziona nell’Ascensione al cielo. San Paolo “Dio lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli al di sopra di ogni principato e autorità...” (Ef 1,20).
San Matteo,nel suo Vangelo, racconta l’episodio dell’Ascensione dicendo che gli undici discepoli avevano ubbidito al maestro che aveva loro comandato di recarsi in Galilea, dove lo avrebbero incontrato, e difatti lì lo incontrarono. Sono cinque brevi versetti, ma molto espressivi, densi di contenuto .
Matteo colloca l’incontro in Galilea volendo affermare che la missione degli apostoli inizia là dove era incominciata quella del loro maestro, a differenza di Luca e Giovanni che lo collocano a Gerusalemme.
Gesù dopo la sua risurrezione rimase ancora quaranta giorni qui in terra con i suoi apostoli, li preparò a ricevere lo Spirito Santo – poi li radunò sul monte che aveva loro fissato, salutò tutti specialmente sua madre e trasformatosi in luce e bellezza ascese al cielo. Gesù lascia la terra e sale in cielo, entra in cielo insieme all’esercito delle anime che risiedevano al limbo. Anche con la sua umanità si riprese quella gloria che aveva dall’eternità come Figlio del Padre – con Cristo è ascesa nella gloria quella umanità che Egli ha preso in prestito da noi: “oggi celebriamo il giorno in cui la nostra povera natura è stata elevata in Cristo fino al trono di Dio Padre” (san Leone Magno) – “solo il cristianesimo ha osato situare il corpo d’uomo nella profondità di Dio” .
Gesù è asceso, Maria è assunta in cielo, tutto è compiuto, il traguardo è stato raggiunto, ci troviamo all’interno della vittoria, la fine della storia è un fatto compiuto per Gesù e Maria, essi ci hanno preceduto e noi siamo lì per seguirli. Santa Teresa dice “se anche in cielo non ci fosse altra cosa per dilettare la vista all’infuori della grande bellezza dei corpi glorificati, questa sarebbe già una grandissima gloria, specialmente se si contempla l’umanità di Nostro Signore Gesù Cristo”.
In cielo Gesù siede alla destra del Padre: santo Stefano mentre veniva lapidato alzando gli occhi al cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: “ecco io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio” (At 7,56).
Gesù durante la sua passione davanti al Sinedrio quando gli fu chiesto: “se tu sei il Cristo diccelo” rispose “anche se ve lo dico non mi crederete... ma da questo momento il Figlio dell’uomo starà seduto alla destra della potenza di Dio” (Lc 22,69).
Gesù è alla destra di Dio, cioè è il Signore di tutto il mondo, condivide con il Padre la sovranità divina, come il Padre è al di sopra di tutto così Gesù sta al di sopra di tutto: Lui solo è il Signore, Lui solo l’Altissimo. Ora il suo regno è incominciato, invece il dominio del diavolo è finito, è stato giudicato per sempre. Ora non ci sono più limitazioni nella vita di Gesù; in terra visse insieme ai pochi abitanti della Palestina, ora ha ricevuto il potere in cielo e in terra, è con noi ovunque in modo speciale con la forza dello Spirito Santo.
In forza di tale potere Gesù manda gli apostoli in missione presso tutte le nazioni; non solo dichiara il suo potere ma lo trasmette ai “suoi fratelli” (Mt 28,7) conferendo loro una missione che riguarda tutte le genti di tutti i tempi. Lavoro principale di Gesù era costruire la sua Chiesa perché tutte le sue amate creature potessero beneficiare della salvezza da Lui operata, per questo ha mandato i suoi apostoli come Lui a sua volta era stato inviato dal Padre.
Gesù durante la sua vita aveva indicato la strada da percorrere, ora, come risorto, dà la forza per camminare – tale forza viene dalla sua presenza “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Il Cristo risorto dichiara solennemente di possedere il potere pieno, cioè la capacità di amare fino in fondo. Affida questo potere alla comunità che ha fondato, affinché lo viva e lo trasmetta a tutti gli uomini; delega gli apostoli e tutti i credenti a praticare questo potere, il potere dell’amore. La profezia di Isaia “ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele, che significa Dio-con-noi” questa predizione e questo nome ricevono tutto il loro significato dalla glorificazione di Gesù che è diventato l’Emanuele, il Dio che è con noi per sempre. Egli è con noi nelle nostre difficoltà e nelle nostre lotte, è con noi in tutti i nostri ostacoli che devono diventare occasione di progresso nell’amore.
Gesù che sale al cielo non è che ci lascia, ma la sua Ascensione segna un suo nuovo modo di essere presente presso il Padre e presso di noi. Sant’Agostino dice “non abbandonò il cielo quando venne qui in terra, così non si è allontanato da noi quando è salito al cielo” – non è più presente in maniera fisica, ma in maniera spirituale, maniera preferibile alla prima come Gesù ha detto: “è meglio che io vada perché venga a voi lo Spirito”.
È partita e venuta , viene in un modo superiore alla sua prima venuta, estendendo il suo influsso sull’umanità, è sua venuta universale. San Paolo (Ef 2,6) dice che con Lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli: dal momento del battesimo siamo uniti a Cristo in modo così intimo e totale che dove è Lui siamo anche noi. Perché Cristo è risuscitato ed è salito alla destra del Padre, con Lui siamo risuscitati anche noi e c’è un posto per noi accanto a Lui.
In cielo Gesù intercede per noi presso il Padre, è posto in uno stato di immolazione interna ed esterna: “con i segni della passione vive immortale”; e sebbene così, rinnova il suo sacrificio solo qui in terra nella Messa.
La festa di oggi ci invita a pensare al cielo. Sant’Agostino racconta nel libro “Le Confessioni” che un giorno si trovava con sua mamma Monica, appoggiati ad una finestra prospiciente il giardino della casa che li ospitava là, presso Ostia Tiberina: “conversavamo, dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso quelle che stanno innanzi (Fil 3,13) cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei Tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi, che occhio non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d’uomo (1 Cor 2,9).
I desideri dei nostri cuori a riguardo di una vita più bella e di una gioia senza fine saranno appagati nel tempo futuro in cui Gesù è già entrato e che ci ha iniziato e preparato. È questo ‘desiderio’ che vuole risvegliare nei nostri cuori la festa dell’Ascensione, ed è proprio per questo che Gesù “ritornerà ancora una volta” per prenderci con sé, come annunziarono i due angeli agli uomini di Galilea alla dipartita di Gesù.
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