Gli eventi di questi giorni vanno confermando le più fosche previsioni sul pontificato di Bergoglio ed aggiungono ogni volta elementi sempre più sconcertanti alla valutazione del suo ruolo destabilizzante all'interno della Chiesa.
L'incontro che egli ha avuto con i rappresentanti della comunità luterana di Roma non rivela nulla di nuovo: sappiamo che le questioni dottrinali sono per il Vescovo di Roma degli scomodi dettagli ch'egli non si fa scrupolo a tacere o addirittura a negare, specialmente laddove esse - come è inevitabile che avvenga - dovessero ostacolarlo nel raggiungimento degli scopi che si prefigge e per i quali è stato messo sul soglio di Pietro.
Lo abbiamo capito noi sin dall'inizio; lo sapevano i suoi sponsor ancor prima che fosse eletto; lo stanno scoprendo anche i più tetragoni Prelati del postconcilio. Quest'uomo sta demolendo la Chiesa Cattolica come nessun eresiarca era riuscito a fare, poiché lo sta facendo nelle vesti, ancorché sciatte e dimesse, di Successore del Principe degli Apostoli e con l'autorità, almeno presunta, di Vicario di Cristo. Usa e abusa del potere che il mondo gli riconosce come se la Chiesa gli appartenesse, come un faraone egiziano o un monarca azteco. Ed in quest'opera di demolizione metodica, che non risparmia nulla, egli si appoggia ora al consenso interessato dei nemici di Cristo, ora al plauso compiaciuto del mondo ora alla complicità di una conventicola di porporati plenipotenziari, ora al voto pavido dell'Episcopato, ora promulgando d'autorità atti di governo che smentiscono le sue pretese velleità di democratizzare la Chiesa.
Papa Francesco si recherà a Lund, in Svezia, il 31 ottobre prossimo per prendere parte a una cerimonia congiunta fra la Chiesa cattolica e la Federazione Scismatica luterana mondiale, per commemorare il 500esimo anniversario dello scisma oggi elegantemente detta « Riforma» di Martin Lutero. Bergoglio parla da vescovo di Roma e pastore della Chiesa Cattolica per invocare "misericordia e perdono per i comportamenti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre sette"non possono essere considerate chiese in senso proprio", Ma non si può restare fermi al passato. Se, infatti, "non possiamo cancellare ciò che è stato", dice Francesco, " non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui ad inquinare i nostri rapporti. La misericordia di Dio rinnoverà le nostre relazioni".Papa Francesco ricorda che non è solo la chiamata che ci unisce; ci accomuna anche la stessa missione: annunciare a tutti le opere meravigliose di Dio."Cattolici e luterani, un nuovo inizio" In realtà il seme di un nuovo inizio, la linfa per rinvigorire la pianta del dialogo e della riconciliazione. Perché, lo sappiamo bene, i gesti diventano storia quando mettono radici, (Il Santo Padre deve ricordare che l'albero si riconosce dai suoi frutti), creano confronto, offrono fiato e coraggio alle voci dei testimoni. E il viaggio "ecumenico" che porterà il Papa a Lund, in Svezia, vuol essere proprio questo: olio per sanare le ferite delle divisioni, coraggio per un impegno comune nella città dell’uomo, inchiostro con cui scrivere insieme, cattolici e luterani, un vocabolario di pace e di fraternità.
"Ma Quanto è luterano Papa Francesco"
Peccato che Papa Bergoglio non si rammenta del documento che il suo predecessore Benedetto XVI ancora vivente volle.(10 luglio 2007)
Documento voluto da papa Ratzinger
"L'unica chiesa di Cristo è quella cattolica"
CITA' DEL VATICANO - Roma contro Lutero e la Riforma per affermare il primato del Papa e della chiesa cattolica sulle altre. Perché Cristo ha costituito "sulla terra un'unica Chiesa", che si identifica "pienamente" solo nella Chiesa cattolica e non nelle altre comunità cristiane. E' quanto afferma il documento "Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa" redatto dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede, diffuso oggi dalla Santa Sede e approvato dal Papa che ne ha ordinato la pubblicazione.
Il testo è firmato dal Prefetto della Congregazione, il cardinale William Levada, e dal segretario, monsignor Angelo Amato e porta la data del 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, scelta, evidentemente, non a caso. Come non a caso arriva una precisazione sul Concilio Vaticano II: "Nel periodo postconciliare - dice l'articolo - la dottrina del Vaticano II è stata oggetto, e continua ad esserlo, di interpretazioni fuorvianti e in discontinuità con la dottrina cattolica tradizionale sulla natura della Chiesa: se, da una parte, si vedeva in essa una 'svolta copernicana', dall'altra, ci si è concentrati su taluni aspetti considerati quasi in contrapposizione con altri. In realtà - spiega la congregazione - l'intenzione profonda del Concilio Vaticano II era chiaramente di inserire e subordinare il discorso della Chiesa al discorso di Dio".
Nel testo si legge anche che il Vaticano riconosce nelle altre comunità cristiane non cattoliche, in particolare nella Chiesa ortodossa, l'esistenza "numerosi elementi di santificazione e di verità". Ma vi sono anche - indica il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicato oggi - "carenze", in quanto tali confessioni non riconoscono "il primato di Pietro", ovvero del Papa di Roma. Tale primato - avverte tuttavia la nota - "non deve essere inteso in modo estraneo o concorrente nei confronti dei vescovi delle Chiese particolari".
Sì al dialogo anche con le chiese "particolari" ma, afferma l'ex Sant'Uffizio, "perché il dialogo possa veramente essere costruttivo, oltre all'apertura agli interlocutori, è necessaria la fedeltà alla identità della fede cattolica". Le comunità protestanti, nate dalla riforma luterana del XVI secolo, non possono essere considerate, dalla dottrina cattolica, "chiese in senso proprio", in quanto non contemplano il sacerdozio e non conservano più in modo sostanziale il sacramento dell'Eucarestia.
"L'identificazione della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica - è quanto afferma in un'intervista monsignor Angelo Amato - non è da intendersi come se al di fuori della chiesa cattolica ci fosse un 'vuoto ecclesiale', dal momento che nelle chiese e comunità ecclesiali separate si danno importanti 'elementa ecclesiae'". "Il volto nuovo della Chiesa - aggiunge - non implica rottura ma armonia in una comprensione sempre più adeguata della sua unità e della sua unicità".
Il segretario della Congregazione spiega anche perché sia stato scelto, nel documento, lo stile delle domande con risposte. "E' un genere - osserva - che non implica argomentazioni diffuse e molto articolate, proprie ad esempio delle Istruzioni o delle Note dottrinali. Nel nostro caso invece si tratta di alcune brevi risposte a dubbi relativi alla corretta interpretazione del Concilio".
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