Con la più viva inquietudine constatiamo oggi intorno a noi il degrado progressivo del matrimonio e della famiglia, origine e fondamento di tutta la società umana. Questa deliquescenza si sta accelerando sempre più, soprattutto con la promozione legale dei comportamenti più immorali e più depravati. La legge di Dio, anche semplicemente quella naturale, è oggi pubblicamente calpestata, i peccati più gravi si moltiplicano in modo drammatico e gridano vendetta al Cielo.
Beatissimo Padre,
Non Vi possiamo nascondere che la prima parte del Sinodo consacrato alle “Sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” ci ha vivamente messi in allarme. Abbiamo sentito e letto, dalla bocca di persone costituite in dignità ecclesiastiche – che si fanno forti del Vostro appoggio, senza essere smentite -, delle affermazioni così contrarie alla verità, così opposte alla dottrina chiara e costante della Chiesa circa la santità del matrimonio, che la nostra anima ne è stata profondamente scossa. Quello che ci inquieta ancora di più, sono alcune delle Vostre parole che lasciano intendere che potrebbe esserci un’evoluzione della dottrina per rispondere alle nuove necessità del popolo cristiano. La nostra inquietudine viene dalla condanna che san Pio X ha formulato, nell’enciclicaPascendi, di un simile adattamento del dogma alle pretese esigenze contemporanee. San Pio X e Voi, Santità, avete ricevuto la pienezza del potere di insegnare, di santificare e di governare nell’obbedienza al Cristo, che è Capo e Pastore del gregge in ogni tempo e in ogni luogo, e del quale il Papa deve essere il fedele Vicario sulla terra. L’oggetto di una condanna dogmatica non può diventare, con il tempo, una pratica pastorale autorizzata.
Dio autore della natura ha voluto l’unione stabile dell’uomo e della donna in vista di perpetuare la specie umana. La Rivelazione dell’Antico Testamento ci insegna, nel modo più evidente, che il matrimonio, unico e indissolubile, tra un uomo e una donna, è stato istituito direttamente da Dio e che le sue caratteristiche essenziali sono state sottratte alla libera scelta degli uomini, per restare sotto una particolarissima protezione divina: «Non desiderare la donna d’altri» (Es. 20, 17).
Il Vangelo ci insegna che Gesù stesso, in virtù della Sua suprema autorità, ha definitivamente ristabilito il matrimonio, alterato dalla corruzione degli uomini, nella sua primitiva purezza: «Ciò che Dio ha unito, l’uomo non separi» (Mt 19, 6).
È una gloria della Chiesa cattolica l’aver difeso contro tutti, nel corso dei secoli, nonostante le minacce e le tentazioni, la realtà umana e divina del matrimonio. Ha sempre tenuto alto lo stendardo della fedeltà, della purezza e della fecondità che caratterizzano il vero amore coniugale e familiare, anche se uomini corrotti l’hanno abbandonata per questo solo motivo.
Mentre ci avviciniamo alla seconda parte del Sinodo consacrato alla famiglia, riteniamo in coscienza di dover esprimere alla Sede Apostolica le profonde angosce che sentiamo al pensiero delle “conclusioni” che potrebbero essere proposte in quest’occasione, se per un triste caso dovessero costituire un nuovo attacco contro la santità del matrimonio e della famiglia, un nuovo indebolimento dello statuto delle coppie e dei focolari. Noi speriamo di tutto cuore invece che il Sinodo farà veramente opera di misericordia ricordando, per il bene delle anime, la dottrina integrale e salutare circa il matrimonio.
Abbiamo pienamente coscienza, nel contesto attuale, che le persone che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari devono essere seguite pastoralmente, con compassione, per mostrare loro il volto misericordioso del Dio d’amore che la Chiesa fa conoscere. Tuttavia la legge di Dio, espressione della Sua eterna carità per gli uomini, costituisce in se stessa la suprema misericordia per ogni tempo, ogni persona e ogni situazione. Noi preghiamo dunque affinché la verità evangelica del matrimonio, che il Sinodo dovrebbe proclamare, non sia aggirata nella pratica da molteplici “eccezioni pastorali” che ne snaturerebbero il senso autentico, o da una legislazione che ne abolirebbe quasi automaticamente la reale portata. Su questo punto, non possiamo dissimulare che le recenti disposizione canoniche del motu proprio Mitis iudex Dominus Iesus, che facilitano delle dichiarazioni di nullità accelerate, apriranno di fatto la porta a una procedura di “divorzio cattolico” sotto altro nome, a dispetto delle dichiarazioni sull’indissolubilità del matrimonio che lo accompagnano. Queste disposizioni seguono l’evoluzione dei costumi contemporanei, senza cercare di rettificarli secondo la legge divina; come poi non essere sconvolti dalla sorte dei bambini nati da questi matrimoni annullati in modo sbrigativo, che saranno le tristi vittime della “cultura dello scarto”?
Nel XVI secolo, il Papa Clemente VII rifiutò il divorzio reclamato dal Re Enrico VIII d’Inghilterra. Di fronte alla minaccia dello scisma anglicano il Papa mantenne, nonostante le pressioni, l’insegnamento intangibile del Cristo e della Sua Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio. Vedremo ora la sua decisione disconosciuta da un “pentimento canonico”?
Nei nostri giorni, ovunque nel mondo, numerose famiglie si mobilitano coraggiosamente contro le leggi civili che minano la famiglia naturale e cristiana, e incoraggiano pubblicamente dei comportamenti infami, contrari alla morale più elementare. La Chiesa abbandonerà coloro che, a volte con proprio danno, e sempre sotto la derisione e gli oltraggi, portano avanti questa battaglia così necessaria e difficile? Sarebbe una disastrosa contro-testimonianza, e sarebbe per queste persone fonte di disgusto e scoraggiamento. Gli uomini di Chiesa, al contrario, in virtù della propria missione, devono portare loro un appoggio chiaro e motivato.
Beatissimo Padre,
Per l’onore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la consolazione della Chiesa e di tutti i fedeli cattolici, per il bene dell’intera società umana, in quest’ora cruciale, Vi supplichiamo di far risuonare nel mondo una parola di verità, di chiarezza e di fermezza, in difesa del matrimonio cristiano e anche semplicemente umano, in sostegno del suo fondamento, cioè la differenza e la complementarità dei sessi, in sostegno della sua unicità e indissolubilità. Vi supplichiamo filialmente di far risuonare una parola accompagnata da provvedimenti efficaci, che mostrino il Vostro sostegno nei fatti alla famiglia cattolica.
Noi affidiamo questa umile supplica alla protezione di san Giovanni Battista, che subì il martirio per avere difeso pubblicamente la santità e l’unicità del matrimonio contro un autorità civile scandalosamente “risposata”; supplicando il Precursore di dare a Vostra Santità il coraggio di ricordare davanti al mondo la vera dottrina sul matrimonio naturale e cristiano.
Nella festa della Madonna dei Sette Dolori, il 15 settembre 2015
+Bernard Fellay
Superiore generale della Fraternità San Pio X
(fonte DICI)
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