Quei perfidi carnefici che straziarono il corpo di Gesù non furono contenti finché non ebbero esaurito tutti i mezzi per rendere il più dolorosa possibile la passione del Signore.
Gesù aveva detto che era re e che era venuto in questo mondo per impiantare il suo regno. "Orrenda bestemmia! - gridarono - Noi non abbiamo altro re che Cesare. Questo falso re va punito come merita".
Intrecciarono perciò una corona di acutissime spine e tra bestemmie e derisioni si avvicinarono a Gesù e a viva forza gliela calarono sul capo premendola con violenza.
Altre ferite, altro dolore, altro Sangue, oltre a quello già versato. Gesù è scosso dalla testa ai piedi per la dolorosa agonia.
Ecco che cosa hanno fruttato al Signore Gesù i nostri pensieri peccaminosi!
Umiliamo la nostra superbia e purifichiamo la nostra mente da qualunque cattivo pensiero.
E sia per noi motivo di gioia se talvolta possiamo partecipare alle sue umiliazioni.
Rinunciamo al mondo. E come Gesù dal mondo fu odiato e deriso, così accettiamo anche noi le contraddizioni, le incomprensioni e il disprezzo che il mondo ci regala.
Fioretto: Ripeti più volte, oggi, questa giaculatoria: "Signore, donami l'umiltà del cuore e la serenità nelle umiliazioni".
ESEMPIO S. Camillo de' Lellis, il grande apostolo degli ammalati, per poter trovare conforto nella sua ultima agonia e affrontare serenamente il giudizio di Dio, volle avere davanti agli occhi il ricordo della passione di Gesù e dei dolori di Maria. Fece perciò dipingere per tempo un Crocifisso dalle cui piaghe colava abbondante Sangue e ai piedi del quale stava la Vergine Madre che intercedeva a suo vantaggio. In quel quadro volle essere dipinto anche lui, prostrato a terra. Dalla sua bocca ha voluto che uscissero queste parole: "Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue". E fu proprio contemplando quel Sangue, versato per lui, e fonte di consolante fiducia, che rese l'anima a Dio.
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