Un’altra mazzata! (di Frà Serafino)
La strategia oscura e subdola dei regimi totalitari, ha sempre portato avanti i suoi obiettivi in maniera pacata, senza clamore, senza fuochi d’artificio.
Giustificando certe scelte come necessarie momentaneamente, fino ad arrivare a farle diventare definitive.
E intanto il popolo si era abituato, dimenticandosi del prima e quindi non frapponendo resistenza o altro!
E’ notizia di qualche ora fa (sempre se è vera, e se non lo fosse chiediamo veramente scusa) che nella Patriarcale Basilica di San Pietro ci sarà una “rivoluzione” liturgica.
Dal 22 di marzo, al mattino presto come avviene da sempre, non sarà più possibile ai vescovi e sacerdoti chiedere di celebrare la Santa Messa su uno degli altari della Basilica.
Se qualche vescovo o sacerdote con un gruppo al seguito volesse celebrare, sarà accompagnato in una delle cappelle delle grotte vaticane.
In alto, in Basilica, ci saranno solo concelebrazioni; raddoppiate se non triplicate per favorire, così dicono, il decoro liturgico.
Si potrà celebrare su quell’altare , una delle Messe concelebrate previste.
Chi celebra in rito antico!
Ahimè…dovrà essere accompagnato nella profonda e lontana cappella clementina, giù, nelle grotte vaticane, stando agli orari stabiliti e con il permesso.
Quindi, cari miei, avanti con le prenotazioni, altrimenti siete fuori!
Sembrano cose da niente vero, ma in realtà hanno del tragicomico!
A dire il vero, ad avvalorare questo documento fresco di timbro della Segreteria di Stato, c’è il fatto che qualche anno fa ci fu la chiara indicazione ai rettori dei collegi romani che ospitano sacerdoti in formazione,
di scoraggiare la celebrazione della Santa Messa individuale, favorendo le concelebrazioni.
Io stesso ricordo che alla Casa del clero di Via della Traspontina, al piano terra c’è una cappella con più altari “coram Deo” dove i sacerdoti potevano celebrare al mattino.
Basta!
Cose sorpassate…peggio ancora, non in sintonia con la nuova ecclesiologia.
Non so da chi sia partita questa decisione, ma se fosse dal nuovo Arciprete della Basilica…beh…si è fatto un gran brutto biglietto da visita.
Se fosse da più in alto, e non mi stupirebbe, ormai neanche è da prendere in considerazione.
Quello che dispiace, è vedere questa chiara volontà di distruggere i pilastri della spiritualità della Chiesa e dei suoi sacerdoti.
Un prete è certamente consacrato per il bene delle anime, ma prima di tutto accoglie la consacrazione come realizzazione della vocazione che Dio gli ha messo nel cuore.
Un prete prega volentieri con il suo popolo…ci vorrebbe altro…ma qualche volta sente anche il bisogno di pregare da solo, di stare da solo davanti a Dio e perché no…di celebrare il santo sacrificio della
Santa Messa da solo, guardando non tanto il volto di Toni, Bortolo o Beppino o la Maria, bensì il tabernacolo e la Croce di nostro Signore.
Tutto questo senza distrazione alcuna, immerso nel silenzio e avvolto dal mistero.
Quando un prete va a Roma, a volte facendo anche qualche sacrificio, perché impedirgli di celebrare su un altare della Basilica da solo?
Povera Chiesa cattolica?
Ormai non c’è più nulla di certo; ognuno cambia secondo il suo gusto, secondo la sua sensibilità.
Oggi è così; domani verrà uno che ci farà fare un passo indietro, poi ne verrà un altro ancora che ci farà saltare in avanti il doppio e avanti così!
Tutto questo dispiace, addolora molto e intristisce.
Forse, da lunedì 22 marzo non vedremo neanche più le tovaglie e i candelieri sugli altari della Basilica di San Pietro.
La motivazione che porteranno sarà questa: dovevano pulirli…e intanto non rientreranno più alla loro sede.
Le pietre sacre di quegli altari, che custodiscono le reliquie dei Santi e dei Martiri, fremeranno di sdegno.
Noi continueremo a celebrare secondo quanto ci hanno insegnato; volendo fare cioè, quello che fa la Chiesa.
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!
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