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mercoledì 29 marzo 2017

"Un omaggio al Sacerdozio di Cristo"Omelia di S.E.Mons.Marcel Lefebvre

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«Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi» Gv 15,20 «Quando soffrirete, quando avrete dei dubbi, quando avrete delle esitazioni, quando avrete delle prove, guardate Nostro Signore Gesù Cristo. Guardatelo nella Sua Passione, guardate la Sua Croce. Anche Lui ha sofferto: ha sopportato che tutti gli Apostoli se ne andassero; ha sopportato coraggiosamente l’abbandono totale [...]. Siamo dei discepoli di un Maestro che ha sofferto ed è morto sulla croce» 
(Mons. Lefebvre, Santità e Sacerdozio, p. 311).

Nel nome del Padre, del Figlio e La crociata dello Spirito Santo. Così sia.

Fratelli carissimi, permettetemi, prima di iniziare le poche parole che vorrei rivolgervi nell’occasione di questa bella cerimonia, di ringraziare quanti hanno contribuito alla sua magnifica riuscita. Personalmente, in occasione del mio Giubileo sacerdotale, avevo pensato di fare una riunione attorno all’altare di Ecône in modo discreto e privato, ma il clero di Saint Nicolas-du-Chardonnet e i cari sacerdoti che mi circondano hanno tanto insistito affinché permettessi a tutti coloro che lo desiderassero di unirsi al mio ringraziamento e alla mia preghiera, che non ho potuto rifiutare [...]. Ed eccoci riuniti in occasione di questo Giubileo sacerdotale.

Ed allora, come definire questa riunione, questa manifestazione, questa cerimonia? Un omaggio, un omaggio alla vostra fede nel sacerdozio cattolico e nella santa Messa cattolica. Penso realmente che è per questo che siete venuti, per manifestare il vostro attaccamento alla Chiesa cattolica e al più bel tesoro, al dono più sublime che Dio ha fatto agli uomini: il sacerdozio, ed il sacerdozio per il sacricio di Nostro Signore continuato sugli altari. Ecco perché siete venuti ed ecco perché siamo oggi circondati da un così gran numero di sacerdoti, venuti anche loro da ogni luogo, e che sarebbero stati molto più numerosi se non fosse domenica; infatti è loro dovere assicurare la santa Messa ai fedeli, ma il loro cuore è unito a noi, come ci hanno assicurato. Uno sguardo allʼindietro Vorrei tratteggiare, se permettete, qualche episodio di cui sono stato testimone durante la mia esistenza, durante questo mezzo secolo, per ben mostrare l’importanza che la Messa della Chiesa cattolica ha nella nostra vita, nella vita di un sacerdote, in quella di un Vescovo e della Chiesa. Giovane seminarista a Santa Chiara, al Seminario francese di Roma, c’insegnavano l’amore per le cerimonie liturgiche. Ebbi, allora, il privilegio d’essere cerimoniere, (quello che chiamiamo il “primo cerimoniere”) preceduto, d’altra parte, in questa carica da mons. Lebrun, già Vescovo di Autun, e da mons. Ancel, tuttora Ausiliare di Lione. Ero, dunque, primo cerimoniere sotto la direzione del caro e reverendo padre Haegy, conosciuto per la sua competenza liturgica. Amavamo preparare l’altare e le cerimonie e, la vigilia dello svolgimento di un’importante cerimonia, era per noi una grande festa. Abbiamo così imparato, ancora giovane seminarista, ad amare l’altare . 

sabato 25 marzo 2017

Marcel Lefebvre: una vita al servizio della Verità e della Chiesa

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L’eroica perseveranza contro tutto e tutti in difesa di Nostro Signore Gesù Cristo non si improvvisa, come non si improvvisa la lucidità di vedere dove stia la Verità, contro la quasi totalitaria opinione comune: sono frutto di formazione e di preghiera.
Sono trascorsi ventisei anni dalla scomparsa di Monsignor Marcel Lefebvre (25 marzo 1991), quattro lustri dal suo dies natalis. Ma la sua memoria non si è affievolita, anzi, più trascorre il tempo e più le sue idee sono attuali, come attuale è la Chiesa della Tradizione, essendo la Sposa di Cristo sempre giovane e sempre bella, nella sua immacolata eternità. Immacolata eternità che il Vescovo francese difese con uno zelo, un coraggio ed un ardore da far impallidire persino i Sommi Pontefici... Paolo VI, dotato di intelligenza e di sensibilità, impallidì veramente. È sufficiente leggere le drammatiche pagine lasciate dal filosofo Jean Guitton, in Paul VI secret (1979), per accorgersi che Monsignor Lefebvre ha rappresentato non soltanto un “problema”, ma un vero e proprio caso di coscienza per la Chiesa. Marcel François Marie Joseph nasce a tarda sera di mercoledì 29 novembre 1905 a Tourcoing, comune situato nel dipartimento del Nord, nella punta orientale del Nord del Passo di Calais, al confine con il Belgio. Un paese piccolo, ma brulicante di gente laboriosa, attenta più ai doveri che ai diritti e ricchissima di Fede. Dai genitori, René Lefebvre (1879-1944) e Gabrielle Watine (1880-1938), morta in concetto di santità, riceve un’educazione tutta cattolica: Santa Messa quotidiana, preghiere e Santo Rosario scandiscono il tempo fatto di lavoro e di sacrifici.

venerdì 24 marzo 2017

“Itinerario Spirituale. Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.”


brani scelti

Capitolo VII - I Sacramenti di Gesù Cristo (A)

Il Verbo di Dio si è dunque incarnato a causa del peccato dell’uomo, per ripararlo e far così rinascere la Vita divina nelle anime, affinché esse possano nuovamente essere gradite a Dio e glorificarLo in questo mondo e nell’eternità.

Così Gesù, nel Suo Amore misericordioso, ha voluto prendere su di Sé in un certo qual modo i peccati dell’umanità e offrirsi in sacrificio di redenzione e di propiziazione a suo Padre, per restaurare la vita dello Spirito Santo, quella della carità nelle anime, con una partecipazione alla sua stessa vita, divenuta per gli uomini la sola sorgente di vita e di salvezza.

giovedì 23 marzo 2017

Papa Benedetto XVI aveva ragione! "Il nemico ce lo abbiamo in casa".

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di A.M.G.
Il 7ottobre 1571 la flotta cristiana della Lega Santa sconfigge e scaccia dal mediterraneo i Turchi, nella famosa battaglia di Lepanto. Nel Mediterraneo è rimasta da tempo una partita aperta: tra cristiani e musulmani, oggi a distanza di molti anni, si ripresenta in una Europa decadente, che si appresta il 25 Marzo 2017 alle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio, il terrore dell'Isis. Il 12 settembre 2006 nell'università di Ratisbona, Papa Benedetto XVI tenne una Lectio magistralis su Fede e ragione,qualcuno potrebbe pensare che celebrare quel discorso lo amareggerebbe, visto quanto poco fu capito e quanto spesso fu travisato.Ma forse gli farebbe piacere, perché si tratta di uno dei vertici della sua analisi culturale della storia dell'Europa e del suo confronto con l'islam. Tragedie come quelle di Parigi, Nizza, Berlino e adesso anche Londra, l'hanno reso ancora più attuale. Il discorso papale causò violente reazioni nel mondo islamico, soprattutto a causa di una citazione dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, tratta da un suo scritto sulla guerra santa, redatto probabilmente tra il 1394 e il 1402: oltre a numerose proteste di piazza furono infatti assaltati e incendiati diversi luoghi di culto cristiani.I temi centrali del discorso di Regensburg possono essere così riassunti: "il rapporto tra fede e ragione; l'analogia, nella differenza, tra Dio e l'uomo; il nesso tra religione e civiltà (come nel discorso di Monaco); la scientificità moderna, con il suo valore; la necessità di «allargare l'illuminismo» Ciò che importa al papa, nella lezione all'Università di Regensburg, è questo: «L'affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio».Uno dei cardini del discorso papale è rappresentato dalla "convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio" e che nell'elemento del Logos si trovi "la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia".

mercoledì 22 marzo 2017

«L’ecumenismo lascia gli uomini negli errori, li conforta in essi, lasciando credere che potranno essere salvati grazie all’ausilio delle loro false religioni».

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di don Pierpaolo Maria Petrucci
La nuova base dottrinale su cui tali cambiamenti si fondano si può riassumere in una parola: ecumenismo. Il termine ecumenismo designa il movimento, nato in gruppi di non-cattolici nel XIX secolo, che ha per scopo la collaborazione e l’avvicinamento delle diverse confessioni cristiane. Questa corrente giunse nel 1948 alla fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese e gli stessi princìpi hanno condotto in seguito al dialogo interreligioso con le religioni non cristiane. La Chiesa ne prese subito le distanze e Papa Pio XI pubblicò, già nel 1928, l’enciclica Mortalium animos, in cui lo condannava, non soltanto perché inopportuno a causa delle circostanze, ma perché i princìpi a cui faceva appello sono contrari alla fede e alla buona dottrina, poiché inducono la confusione nelle anime ed il relativismo, lasciando credere che ogni religione possa contribuire alla salvezza. Questa enciclica è molto chiara e direi quasi profetica, perché con essa il magistero della Chiesa condanna in anticipo gli errori attuali. Ne riproduciamo i passaggi più significativi: «Dove, sotto l’apparenza di bene, si cela più facilmente l’inganno, è quando si tratta di promuovere l’unità fra tutti i cristiani.

lunedì 20 marzo 2017

NOTE D'ATTUALITA' Papa Francesco in copertina su «Rolling Stone»

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di don Mauro Tranquillo
Gli spettacolari progressi dell’eresia sotto il pontificato di Papa Bergoglio non ci devono mai far perdere di vista la realtà: Papa Francesco non è il primo Papa a porre dei problemi quanto alla sua personale adesione alla fede cattolica, né il primo Papa a dare scandalo pubblico a tutti i fedeli. I problemi posti alla coscienza cattolica da Francesco sono gli stessi posti da Benedetto XVI, Giovanni Paolo II o Paolo VI. Qualcuno giustamente vorrà far notare la particolare varietà e violenza degli errori e delle eresie che imputridiscono l’attuale pontificato: ma la quantità maggiore non cambia il problema, perché l’eresia è tale anche quando una sola verità della fede è attaccata; qualitativamente siamo di fronte al medesimo problema. Si potrebbero perfino, in modo paradossale, trovare dei vantaggi all’attuale stato di cose. Il primo è che la virulenza dell’errore è diventata talmente palese che il gioco dei conservatori di nascondersi dietro alle ermeneutiche è diventato sostanzialmente impossibile. Il secondo è che ogni apparenza di uso dell’autorità è scomparsa: il Papa non usa nemmeno i contenitori che servivano in passato agli insegnamenti magisteriali, ma lancia messaggi che si presentano sostanzialmente come provocazioni di carattere mediatico. 

sabato 18 marzo 2017

LA LEGGE MOSAICA E LA LEGGE EVANGELICA SECONDO I PADRI DELLA CHIESA

nuova alleanza

COMPIMENTO DELL'ANTICO TESTAMENTO ATTRAVERSO IL NUOVO 
« Notate ancora, a questo punto, come Gesú convalidi la Legge Antica, facendo un paragone tra questa e quella Nuova: Egli dimostra che sono della stessa discendenza, che hanno la stessa origine; esse, piú o meno, sono dello stesso genere. Egli, perciò, non rigetta l'Antica Legge, ma vuole svilupparla. Se la vecchia Legge fosse stata cattiva, Cristo non si sarebbe preoccupato di realizzarla e neppure di perfezionarla, ma l'avrebbe del tutto rigettata. A questo punto potreste domandarmi perché la Legge Antica, se buona in se stessa, non conduce piú gli uomini al “regno”. Vi rispondo che, evidentemente, essa non salva piú gli uomini che vivono dopo l'avvento di Gesú Cristo, perché essi ora, avendo ricevuto una grazia ben piú grande di prima, debbono di conseguenza sostenere battaglie piú dure. Ma tutti coloro che sono vissuti prima di Cristo e sono stati fedeli seguaci della vecchia legge si sono salvati. Gesú stesso dice nel Vangelo: “Molti verranno. dall'Oriente e dall'Occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli” (Mt. VIII, 11). E noi vediamo del resto che Lazzaro, mentre gode di grandi beni celesti, riposa nel seno di Abramo (cf. Lc. XVI). Insomma, tutti coloro che brillarono di vivissima luce nell'Antica Legge, splendettero proprio per aver tradotto in vita i suoi precetti.

giovedì 16 marzo 2017

La Suprema Congregazione del Sant’Uffizio, da allora sostituita dalla congregazione per la dottrina della Fede.

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Otto settembre 1907: Papa San Pio X promulga l’enciclica Pascendi dominici gregis per condannare il modernismo, “sintesi di tutte le eresie, strada aperta all’ateismo”. Nel paragrafo VI dell’enciclica, Papa Sarto elenca i punti principali del programma riformatore dei modernisti: tra essi lo svecchiamento delle Congregazioni romane, e in capo a tutte “quella del Sant’Uffizio e dell’Indice”. Sette dicembre 1965: ultima sessione pubblica del Concilio Vaticano II, nella quale PaoloVI proclama il culto dell’uomo (allocuzione Noi concludiamo). Lo stesso giorno, furono votati e promulgati gli ultimi quattro documenti conciliari, tra i quali la dichiarazione Dignitatis humanæ personæ sulla libertà religiosa, mentre Paolo VI ed il “patriarca” scismatico Atenagora dichiaravano la reciproca remissione delle scomuniche del 1054. Porta la data del 7 dicembre 1965 anche il motu proprio Integræ servandæ con il quale era soppressa la Suprema Congregazione del Sant’Uffizio, da allora sostituita dalla congregazione per la dottrina della Fede.

mercoledì 15 marzo 2017

CONTO SUL UN ALTRO SACCO DI ROMA. E SO CHE NON MANCHERA’.

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"La Chiesa vive un’epoca di sbandamento dottrinale e morale. Lo scisma è deflagrato in Germania e in tante altre parti del mondo, ma il Papa non sembra rendersi conto della portata del dramma."

di Maurizio Blondet 

Un amico mio omonimo scrive:

“Gregory Baum, sacerdote che oggi ha 93 anni e si è spretato, in occasione del suo ultimo libro pochi mesi fa, ha rivelato di essere omosessuale da quando aveva quarant’anni, cioè dal 1964.

Dirai: che importa che una decrepita checca faccia outing.

Ebbene, Baum fu l’estensore della prima parte del documento conciliare Nostra Aetate, da cui parte la Nuova Rivelazione quella per cui gli ebrei non sono tenuti a convertirsi, perché, tanto, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili [nonostante tutti i passi dell’Antico Testamento che dicono a chiare lettere il contrario] ed Israele è il popolo di Dio [checché ne dica tutto il Nuovo Testamento ed in particolare S. Paolo sul fatto che la Chiesa è il Nuovo Israele, prefigurato anche dai Profeti del Vecchio Testamento].

martedì 14 marzo 2017

ERETICI ANGLICANI SULLA CATTEDRA DI SAN PIETRO CON LA BENEDIZIONE DI FRANCESCO I




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Il 13 marzo 2017 alle ore 15:00, si sono tenuti i Vespri Anglicani nella basilica di San Pietro, sulla Cattedra del Principe degli Apostoli.Una confessione acattolica ha celebrato alla presenza del cardinale George Pell e dell'arcivescovo Arthur Roche, segretario della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha pronunciato un sermone, un rito nel cuore storico e simbolico del Cattolicesimo Romano, per concessione delle autorità ecclesiastiche stesse; Questo evento, che ben si inserisce nel clima di falsa riconciliazione ecumenica che Francesco I sta portando avanti con energia durante il suo pontificato,è una palese contraddizione alla dottrina cattolica. le ordinazioni dei vescovi anglicani sono ritenute invalide. Tale invalidità venne ribadita da Papa Leone XIII nella lettera enciclica Apostolicae curae .
L'immagine può contenere: una o più persone e persone in piediin riparazione per lo scandalo, il Distretto italiano della Fraternità San Pio X ha organizzato S. Messe, esposizione del santissimo sacramento in tutte le cappelle e i priorati in italia, Litanie, Rosari, Compiete riparatorie anche nella città di Roma sede dello scandalo, fedeli cattolici, accompagnati dai sacerdoti per recitare il Santo Rosario in atto di riparazione gli è stato interdetto l'accesso su piazza San Pietro come se fossero dei criminali,ben guardati dalle forze dell'ordine, e sotto lo sguardo attento della stampa.
Permettendo che gli Anglicani celebrino in San Pietro i loro Vespri, si offre a Dio un culto falso, dal momento che i Vespri Anglicani, pur essendo celebrati in un luogo consacrato al cattolicesimo, non sono un culto riconosciuto dalla Chiesa cattolica. Se pregare con gli acattolici e partecipare ai loro riti è peccato grave per i fedeli (sanzionato anche nell’attuale codice di diritto canonico) diventa peccato ancor più grave quando ciò riguarda le autorità della Chiesa cattolica, perché offre motivo maggiore di scandalo.
Nessuno difende più la Chiesa, solo un piccolo gregge, che ben guardato dalla polizia, un piccolissimo gregge, che come bandiera non ha altro che la croce di Cristo e nelle mani la corona del Santo Rosario, Questi soldati di Cristo fanno paura alle autorità ecclesiastiche, sono considerati i nemici della Chiesa i Pelagiani come li definisce Francesco I, il Papa della Misericordia del dialogo del costruttore di ponti che critica il presidente americano, che costruisce il muro alla frontiera con il messico, è poi schiera un plotone di polizia davanti piazza San Pietro per impedire a un piccolo gruppo di cattolici armati solo dalla corona del Rosario di poter recitare il Santo Rosario.Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti?

venerdì 10 marzo 2017

Vespri anglicani a San Pietro - 13 marzo 2017







“The prayers of heretics I will not have”

Sui vespri anglicani a San Pietro

Domenica 26 febbraio Papa Francesco ha visitato una delle chiese anglicane di Roma, All Saints in via del Babuino, dove ha benedetto un’icona della Vergine; il 13 marzo, in prossimità della festa di san Gregorio Magno, il direttore del Centro Anglicano di Roma, l’“arcivescovo” David Moxon, presiederà il vespro secondo il rito anglicano (evensong) all’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro in Vaticano, mentre il predicatore sarà l’arcivescovo cattolico inglese Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. La “liturgia” sarà animata dalla Coro del Merton College di Oxford. Fin qui le notizie.


La celebrazione dei vespri anglicani in San Pietro ha provocato numerose reazioni giustamente indignate: c’è anche chi ha sostenuto che secondo l’antico diritto la celebrazione di una cerimonia acattolica in una chiesa consacrata al culto cattolico comporta la profanazione della medesima e richiede una cerimonia di riconciliazione. Di certo il diritto divino (e solo per conseguenza anche quello canonico) proibisce di pregare con gli acattolici, specialmente in pubblico e a maggior ragione seguendo i loro riti. Questo comporta il sospetto di adesione ai loro errori, e una mancanza contro la pubblica professione della fede che è richiesta a ogni cristiano. In effetti ogni rito non cattolico esprime l’adesione almeno esterna a degli errori o ad un gruppo estraneo alla Chiesa cattolica, ed è pertanto ingiustificabile alla luce del Primo Comandamento. Di più, invitare positivamente gli acattolici a svolgere il loro culto in una chiesa consacrata è uno scandalo pubblico di grandi proporzioni.

giovedì 9 marzo 2017

QUANDO LA COREA DEL NORD ERA «CRISTIANA». IL PRIMO VESCOVO DI PYONGYANG E I SUOI COMPAGNI MARTIRI


di Pietro Kim
Seoul (AsiaNews) - La commissione speciale dei vescovi coreani per le cause dei santi ha reso noto di aver iniziato il processo nazionale che porterà alla beatificazione – e poi alla canonizzazione - di due gruppi di martiri: quella del servo di Dio Giovanni Battista Yi Byeok e dei suoi 132 compagni e quella del servo di Dio mons. Francesco Borgia Hong Yong-ho, primo vescovo di Pyongyang e i suoi 80 compagni.

I “trenta denari” dati a Canterbury


(di Mauro Faverzani)
Dal 597 al 1558, quando morì il card. Pole, Canterbury è sempre stata un punto di riferimento per la Chiesa Cattolica. Fu la prima sede episcopale e poi divenne sede primaziale d’Inghilterra. Dal 1558 in poi, invece, fu trasformata nella sede dell’anglicanesimo. E, da allora, tutto è cambiato. Prima qui fu ospitato il sepolcro di san Tommaso Becket. Dopo, vi fu distrutto. Dall’adesione allo scisma ad oggi Canterbury non cessa di stupire. In negativo, purtroppo.

mercoledì 8 marzo 2017

LA VERA MISERICORDIA (E LA VERA POSTA IN GIOCO) Maurizio Blondet



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di Aldo Maria Valli

«Che cosa significa “misericordia”? Guarisci il mio peccato, rendimi in grado di accettare la tua volontà. Questo significa “misericordia”!».

Da qualche tempo sono alle prese con l’insegnamento di un padre spirituale ortodosso del Monte Athos (sto aiutando un giovane e bravo monaco in un lavoro di traduzione) e resto colpito da questa definizione della misericordia. Che suona così antica ma proprio per questo così nuova per noi cattolici.

In primo piano non c’è la richiesta che Dio guardi ai limiti della creatura e li giustifichi. C’è una creatura che si sente peccatrice, invoca la guarigione e chiede aiuto per accettare la volontà divina.

L’idea di misericordia è qui ribaltata rispetto all’uso che appare ricorrente oggi in ambiente cattolico, dove spesso, dicendo misericordia divina, si pensa prima di tutto al diritto che l’uomo avrebbe di essere comunque giustificato, accolto e compreso da un Dio la cui capacità di misericordia sarebbe proporzionale alla sua disponibilità a giustificare, accogliere e comprendere.

martedì 7 marzo 2017

Fraternità Sacerdotale San Pio X: Menzingen a Roma?

La Casa Generale della Fraternità San Pio X a Menzingen - Svizzera

Il 24 Febbraio 2017, sul giornale il Foglio il giornalista italiano Matteo Matzuzzi pubblicava un articolo dove annunciava l'acquisizione da parte della Fraternità Sacerdotale San Pio X di un complesso di edifici tra cui una Chiesa in stile neo-gotica di Santa Maria Immacolata all'Esquilino a Roma . Secondo lui, questo acquisto è il segno di un accordo tra la Santa Sede, e la Fraternità Sacerdotale San Pio X. E di conseguenza deduce che la Casa Generalizia di Menzingen sarà presto trasferita a Roma.A sostegno di queste "rivelazioni", Matteo Matzuzzi ha scritto: "Il Papa è intervenuto direttamente per accelerare tutto, tramite monsignor Guido Pozzo , Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.Inoltre secondo le fonti del giornalista il (Superiore della Fraternità San Pio X), mons. Bernard Fellay. mons.Alfonso de Galarreta e l'Assistente Generale P. Alain Nely , dal 17 al 20 Gennaio hanno soggiornato alla Casa Domus Sainte-Marthe, addirittura la superiora delle suore della fraternità sacerdotale San Pio X anch'essa a partecipato ai colloqui, P. Alain Nely è stato incaricato all'acquisto del complesso.


Per favore ridateci i Tabernacoli di Aldo Maria Valli

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Non so se succede anche a voi. Quando entro in una chiesa, sempre più spesso fatico a capire dov’è il tabernacolo. Mi tocca cercarlo, come in una caccia al tesoro. E qualche volta non lo trovo proprio.

Così come la fantasia degli architetti si sbizzarrisce nel progettare ed edificare chiese che sembrano tutto tranne che chiese cattoliche (possono andare benissimo come palazzetti dello sport o come sale protestanti, ma non come luoghi di culto cattolici), allo stesso modo gli arredatori degli interni, presi da irrefrenabile voglia di novità e cambiamento, spostano il tabernacolo negli angoli più strani e a volte più remoti.

lunedì 6 marzo 2017

La dottrina sulla collegialità episcopale necessita di una ulteriore chiarificazione teologica di Athanasius Schneider


Riprendo da Chiesa e post concilio l'intervento di mons. Athanasius Schneider .
Sono molto grata a Mons. Athanasius Schneider, al quale ho sottoposto i miei ultimi testi [qui] per conoscere il suo pensiero e anche per una possibile correzione, rinnovandogli nell'occasione i sensi della nostra costante e filiale vicinanza e unione spirituale anche nella preghiera e nell'offerta, già espressi a voce nel nostro ultimo incontro. Egli non ha tardato a fornire la sua risposta (con la delicatezza di esprimersi in italiano) sul tema della collegialità, pubblicata di seguito, che sostanzialmente è una conferma ma anche un ulteriore insegnamento. Vi anticipo qui alcune delle sue parole di accompagnamento: «...Continuiamo la santa battaglia per il Signore e vogliamo crescere nella confidenza incrollabile che il Signore interverrà in questa crisi attuale del papato. Lo Spirito Santo già sta preparando il terreno con molte piccole luci e fiori primaverili».Mi pare evidente che il limpido e coraggioso intervento di mons. Schneider è applicabile anche in rapporto ai recenti venti di decentramento (che diventa sovvertimento) in tema di liturgia [qui]. Sono felice di condividerla con voi e di constatare che non siamo soli, così come non sono soli i nostri carissimi Pastori di riferimento.
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La dottrina sulla collegialità episcopale necessita di una
ulteriore chiarificazione teologica

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Il tema della collegialità episcopale come esposta nel documento del Concilio Vaticano II, Lumen gentium, resta di fatto non ancora chiarito in modo soddisfacente. Nella letteratura teologica post-conciliare si è creata una nuova teoria dei due soggetti supremi della Chiesa universale, ciò che non corrisponde alla Parola Divina scritta e alla Parola Divina trasmessa nella tradizione costante della Chiesa. Una tale teoria è contraria alla struttura divinamente stabilita della gerarchia nel corpo visibile del mistero della Chiesa.

giovedì 2 marzo 2017

Arcivescovo MARCEL LEFEBVRE: Luminoso Esempio per questi tempi


Riproponiamo l'omelia tenutasi a Econe nel 1985 da Mons.M.Lefebvre di venerata memoria che denuncia i mali della Chiesa. 
Un anno prima dell’incontro interreligioso di Assisi, Monsignor Lefebvre mette in guardia contro i pericoli della libertà religiosa e della deriva novatoria conseguente al Concilio. Sono parole che mantengono tutta la loro attualità e pare persino che, lentamente, comincino a farsi strada anche fuori della Fraternità Sacerdotale San Pio X.

Eccoci di nuovo riuniti sotto il patrocino della festa di san Pietro e san Paolo, martiri. Come non rivolgersi con il pensiero e con il cuore a Roma, quella Roma per cui san Pietro e san Paolo, questo Papa e questo apostolo, hanno versato il proprio sangue accompagnati da tanti e tanti martiri. Con emozione questa mattina leggevamo le lezioni di Papa san Leone, che rivolgendosi alla città eterna diceva: «O Roma quae eras magistra erroris facta es discipula veritatis» - «Oh Roma, tu che sei stata maestra, che hai insegnato l’errore, eccoti divenuta ancella della verità». Che bella espressione: ancella della verità. La lezione aggiungeva che la città di Roma riuniva tutti gli errori di tutte le nazioni: «Omnium gentium errores serviebat». Roma pareva al servizio degli errori di tutte le nazioni; tutte le divinità erano accolte a Roma, nell’Aeropago, e Roma - dice ancora san Leone - credeva di avere una grande religione («magnam religionem») proprio perché riuniva nel proprio seno tutti gli errori, tutte le religioni. Tali parole di san Leone che descri- veva la Roma pagana, la Roma antica, oggi ci fanno riflettere su quale sia la situazione odierna a Roma e cosa pensino di noi, che siamo riuniti qui per compiere, assistere, partecipare a queste ordinazioni sacerdotali. Ebbene, possiamo saperlo grazie al libro appena pubblicato del cardinale Ratzinger , che parla di noi. E cosa dice? 

mercoledì 1 marzo 2017

Tempo Sacro della Quaresima-Dobbiamo tornare a Dio.

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Carissimi,
siamo entrati nel tempo sacro della Quaresima. Il Signore ci chiede di viverlo come il tempo opportuno per la Conversione.
Tempo sacro perché è di Dio, tempo opportuno perché in esso il Signore ci darà grazie particolari perché la nostra conversione avvenga.
Il pericolo è quello di pensare che sia, la Quaresima, un tempo degli uomini, cioè una semplice convenzione umana, una piccola tradizione della nostra civiltà, un piccolo e umano richiamo ad essere semplicemente un po’ più buoni, o almeno meno cattivi.
No! È Dio, e non gli uomini, che ci chiede di fare Quaresima, e noi dobbiamo obbedirgli, perché non possiamo vivere senza di Lui.

Dobbiamo tornare a Dio.