Cara amica, caro amico, in questo mese la Chiesa, in occasione della Solennità del Sacro Cuore, ci invita ad intensificare il nostro amore verso Gesù, ricordandoci che i credenti hanno sempre riservato la più grande attenzione e l’amore più appassionato alla Passione di Cristo, al suo coraggio di affrontare la morte, per realizzare il grande progetto del Padre, che vuole dare un senso eterno alla vita dell’uomo. Gesù è apparso a Santa Margherita Maria Alacoque e “Allora scoprendo il suo divin Cuore mi disse: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato per testimoniare loro il suo Amore. In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini ... » - e poiché a quel tempo la gente si comunicava molto raramente, aggiunge: - «Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del “Corpus Domini”, sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa comunione. Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore ...»”. Gesù stesso quindi ci fa capire che la vera devozione al Sacro Cuore consiste nella partecipazione assidua all’Eucaristia, nell’adorazione eucaristica che necessariamente deve poi tradursi in una vita Eucaristica, cioè in scelte concrete che trasformano il nostro modo di pensare e di agire. Pensare come Cristo che si riferiva costantemente alla volontà del Padre. Agire con Cristo che si è donato gratuitamente fino al cuore squarciato dalla lancia. Così la nostra vita diventa testimonianza: «In effetti, non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui». Se ci sforzeremo di vivere come vivrebbe Cristo nelle situazioni concrete della nostra vita, le persone attorno a noi ne riceveranno luce e coraggio. In un mondo spesso disorientato e alla ricerca di nuovi motivi per vivere, nella nostra semplicità, diventiamo la luce di Cristo. Ad una donna del secolo scorso, innamorata di Cristo al punto tale che Gesù le ha raccontato tutti i dettagli della Sua vita, Gesù ha detto: «L’Eucaristia è il Cuore di Dio, è il mio Cuore. Vi ho dato il mio Cuore nell’Ultima Cena; ve lo do, purché lo vogliate, sempre! Non trasmetterete il Cristo, se non formate in voi il suo Cuore amando l’Eucaristia che è Vita e Vita vera. Se realmente vi nutriste di Me col cuore, con l’anima, con la mente, con la volontà, con la forza, l’intelletto, con tutte le potenze vostre, cadrebbero gli odi e con gli odi le guerre, non vi sarebbero più le frodi, le calunnie, le passioni sregolate che creano gli adulteri e con questi gli omicidi, l’abbandono e la soppressione degli innocenti. Il perdono reciproco sarebbe non sulle labbra, ma nei cuori di tutti e sareste perdonati dal Padre mio». L’artefice della nostra trasformazione per diventare persone eucaristiche è lo Spirito Santo che già vive nei nostri cuori e che intensifica la sua efficacia ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia. Ad ogni Comunione eucaristica invochiamo l’infusione in noi dello Spirito, dal quale vengono sentimenti, luci, impulsi di opere buone e sentiremo entrare in noi la vita. Ma viene anche il coraggio delle scelte pratiche perchè oggi i due poli della Chiesa e della comunità sono: il corpo di Cristo presente nell’Eucaristia e il corpo del povero. Entrambi sono presenza di Gesù. Sono, per certi versi, la stessa realtà: l’una rischiara l’altra, l’una deriva dall’altra. Sono i due tesori della Chiesa. Così nell’Eucaristia e nel cuore del povero siamo in contatto diretto e personale con il Verbo incarnato; il nostro impegno di servizio è sostenuto dallo Spirito Santo; e la nostra vita diventa una lode al Padre. Ecco che nella visione eucaristica della devozione al Sacro Cuore tutta la Trinità è in azione per dare senso alla nostra vita.
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