Mons. Carlo Maria Viganò
INTERVISTA DI FRANCA GIANSOLDATI
pubblicata su « Il Messaggero » il 20 Agosto 2024 (pag. 10)
1. Un passo indietro nel tempo: nel 2011 Papa Ratzinger la implorò di accettare la nomina a Nunzio negli USA, lasciando il ruolo del Governatorato dove Lei stava facendo pulizia interna. Ebbe scontri con il cardinal Bertone, allora segretario di Stato, il cui nome è legato allo scandalo della distrazione di fondi del Bambin Gesù anche se non fu mai indagato. Cosa Le disse Benedetto XVI? Come andarono le cose quel giorno e quali erano i principali motivi di dissidio con Bertone?
Parlare di “dissidio” mi sembra eufemistico. Assetato di potere, privo di scrupoli, manipolatore, contiguo ad ambienti massonici: questo è il ritratto del card. Bertone, del quale Benedetto XVI era purtroppo succube. Bertone fece di tutto per rimuovermi dalla Segreteria di Stato, perché nel mio delicatissimo ruolo gli impedivo di promuovere i “suoi” candidati, uomini della sua cordata, corrotti e spesso sessualmente pervertiti. Riuscì a trasferirmi al Governatorato il 16 luglio 2009, dove nella mia azione di contrasto alla vastissima rete di corruzione avevo scoperto il ruolo e le complicità dello stesso Segretario di Stato nel coprire, assecondare, promuovere il malaffare e nel trarne personale profitto. Benedetto XVI mi disse – nel corso dell’udienza privata concessami il 4 Aprile 2011 – che voleva nominarmi Presidente della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, ma Bertone (con la complicità del card. Lajolo, Presidente Governatorato, anch’egli coinvolto nella rete di corruzione) si impose con forza sul Papa e ottenne che fossi cacciato dalla Curia Romana.
Consapevole di questa trama ordita ai danni della Santa Sede e dello stesso Benedetto, e sapendo che si stava prevaricando sulla volontà del Papa che continuassi a far “pulizia” (mentre la mia rimozione avrebbe vanificato il lavoro compiuto e lasciato impuniti i corrotti), cercai inizialmente di resistere non senza grosse difficoltà, essendomi precluso ogni accesso diretto al Papa.
Così, dopo un lungo travaglio interiore, una lettera personale di Benedetto XVI mi convinse ad accettare la nomina negli Stati Uniti. Mi scrisse: «Vorrei comunicarLe che ho riflettuto e pregato in riferimento alla Sua condizione dopo gli ultimi avvenimenti. La dolorosa notizia della scomparsa di Sua Eccellenza Mons. Pietro Sambi mi ha confermato nella convinzione che la Sua posizione provvidenziale in questo momento sia la Nunziatura negli Stati Uniti d’America. D’altra parte, sono certo che la Sua conoscenza di questo grande Paese L’aiuterà a prendere in mano l’impegnativa sfida di questo lavoro, che in molti sensi risulta determinante per il futuro della Chiesa universale».
2. Bertone vive ancora nel “famoso” appartamento del Vaticano, mentre a Lei, quando terminò il mandato negli Usa, venne tolto l’appartamento in Curia. Una umiliazione ulteriore. Anche qui: come andarono le cose e come se lo spiega?
L’appartamento che mi fu assegnato era situato all’Ospizio Santa Marta, detto Santa Marta Vecchia (da non confondere con la Domus Sactæ Marthæ) dove erano ospitati i sacerdoti che lavoravano in Segreteria di Stato e dove avevo già vissuto per undici anni. Fu Giovanni Paolo II a mettermelo a disposizione quando rientrai dalla Nigeria. L’allora Segretario di Stato card. Sodano mi inviò una lettera in cui specificava che il motivo di tale assegnazione voluta dal Papa era «perché Ella abbia a risiedere permanentemente in Vaticano».
Lo stesso giorno del mio settantacinquesimo compleanno, nel gennaio 2016, ricevetti una lettera a firma dell’allora Sostituto Becciu in cui mi veniva comunicato che Bergoglio mi ordinava di lasciare immediatamente il mio appartamento, negandomi anche la possibilità di risiedere nella Casa San Benedetto predisposta da Benedetto XVI per i Nunzi in pensione. La giustificazione datami fu che c’era bisogno di quell’appartamento per i capi Dicastero; da quel che so, esso è rimasto sfitto almeno per i successivi sette anni e forse lo è ancora oggi. Questa fu chiaramente un’azione vendicativa, perché Bergoglio voleva togliersi di torno chi sapeva troppe cose e che, non essendo né ricattabile né corruttibile, non era dunque manovrabile. Bergoglio sapeva anche che non mi sarei lasciato trarre in inganno dalle sue menzogne, visto che ne ero ampiamente al corrente.
L’importante, comunque, era allontanarmi dal Vaticano, e questo avvenne. Con gli occhi di oggi, tuttavia, ringrazio la Provvidenza di questa cacciata: rimanendo dentro le Mura vaticane non penso avrei potuto godere della necessaria libertà di esprimermi e di denunciare Bergoglio e i suoi complici.
3. Recentemente il tribunale di Enna ha condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per tentata violenza sessuale aggravata ai danni di un minorenne il sacerdote don Rugolo, arrestato a Ferrara nell’Aprile 2021. Dalle indagini sono emerse inquietanti coperture: come si concilia questo atteggiamento con la “tolleranza zero” per i casi di abusi sessuali del clero affermata da papa Francesco?
Nel 2019 Bergoglio ha promulgato il Motu proprio Vos estis lux mundi, emendato poi nel 2023, in cui stabilisce che un Vescovo che insabbia un caso di molestie sessuali di un proprio sacerdote deve essere rimosso e processato. Questo documento doveva, nelle intenzioni di Bergoglio, accreditare la narrazione della “tolleranza zero”. La sequenza di scandali venuti alla luce anche di recente dimostrano che si tratta in realtà di una mera operazione di facciata, che ha anche come effetto immediato l’avocazione a Roma delle cause di questo tipo, consentendone il controllo e – appunto – l’insabbiamento.
Dinanzi alle circostanziate denunce del giovane Antonio Messina per fatti commessi tra il 2009 e il 2013 a Piazza Armerina da don Giuseppe Rugolo, ai tempi ancora seminarista, la Curia e i Dicasteri romani interpellati dalla vittima e dai suoi genitori nel 2016 non hanno adottato alcun provvedimento. Il Vescovo Rosario Gisana si è anzi mosso per insabbiare il caso e ha offerto 25mila euro alla vittima per mettere tutto a tacere. In un’intercettazione resa pubblica, il vescovo Gisana ha ammesso: «Il problema è anche mio perché io ho insabbiato questa storia… eh vabbè, pazienza, vedremo come poterne uscire». Don Vincenzo Murgano, il sacerdote che aveva suggerito ad Antonio Messina di dimenticare la violenza, è dal 2019 responsabile del servizio per la tutela dei minori della diocesi di Piazza Armerina.
Trasferito a Ferrara nel 2019 “per curarsi”, don Rugolo viene destinato dall’Arcivescovo mons. Giancarlo Perego alla cura pastorale dei fedeli, esponendo così i giovani al rischio che il sacerdote reiterasse i propri crimini. Perego, informato di «un procedimento a carico di don Giuseppe per un episodio precedente la sua ordinazione», ha dichiarato che «[Gisana] mi mostrò che tale vicenda era già stata valutata dalla Congregazione della dottrina della fede, e che non costituiva assolutamente una limitazione alla sua presenza da noi». Le responsabilità di Perego sono dunque le stesse di Gisana, dal momento che non poteva non essere al corrente delle motivazioni del trasferimento del sacerdote siciliano nella sua diocesi. Eppure nell’estate 2020, Perego consente a don Rugolo, nella parrocchia di Vigarano Mainarda, di organizzare addirittura un campo per adolescenti. Dagli atti processuali risulta che tra il Marzo 2020 e il Gennaio 2021 don Rugolo accedeva a siti pornografici con la chiave di ricerca “teen” a qualsiasi ora, con una media di almeno 60 al giorno, mentre si incontrava con giovani del luogo e ospitava in un hotel di Ravenna un suo ex allievo di Enna.
Lo scorso dicembre 2023, quando don Rugolo e altri complici venivano rinviati a giudizio nel corso del processo penale istruito dal Tribunale di Enna, Jorge Mario Bergoglio ha pubblicamente espresso il proprio apprezzamento per l’opera di mons. Gisana: «Bravo, questo vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo vescovo». Con questo atto pubblico egli ha pesantemente interferito nell’autonomia e nell’indipendenza dei giudici italiani, usando l’autorevolezza e il prestigio del Papato – che Bergoglio usurpa – per coprire vergognosamente la corruzione dei suoi protetti.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede, così solerte comminare scomuniche a chi denuncia il golpe modernista in atto nella Chiesa, ovviamente tace. Il suo Prefetto, Tucho Fernández, è un pornografo autore di osceni pamphlet eretici e erotici – tra cui La pasión mística e Sáname con tu boca – ed è evidente che un simile figuro non abbia alcuna intenzione di fare luce su scandali rispetto ai quali egli stesso e il suo Mandante hanno dimostrato una inquietante contiguità, proteggendone e addirittura promuovendone i colpevoli. Quante probabilità ci sono che mons. Gisana e mons. Perego siano processati da Fernández, quando Bergoglio dovrebbe essere il primo imputato in questa e altre analoghe cause penali? Cane non mangia cane!
La Chiesa Cattolica è nella stessa situazione di molti governi: essa è ostaggio di una cupola eversiva di corrotti e pervertiti, giunti sino ai vertici delle istituzioni e in grado di mettere a tacere tutti gli scandali di cui sono complici. Quando gli orrori specialmente contro i minori commessi da questa organizzazione criminale mondiale verranno alla luce, i responsabili non avranno un luogo in cui nascondersi.
4. Arriviamo allo scisma: come sta vivendo questo momento gravido di tensioni?
In questi giorni, in Gran Bretagna, i cittadini stanno protestando contro il governo, le cui politiche di sostituzione etnica mediante il flusso continuo di immigrati irregolari rendono impossibile la pacifica convivenza e provocano un aumento esponenziale della criminalità. La polizia ha l’ordine di reprimere ogni manifestazione e di proteggere le bande di violenti extra-comunitari per lo più islamici, pronti a instaurare manu militari la Sharia in Inghilterra. In pratica, il governo britannico, per far scomparire gli Inglesi secondo il piano dell’agenda globalista, promuove e finanzia l’immigrazione incontrollata, mentre reprime e vessa di tasse i propri cittadini.
La situazione nella Chiesa è molto simile. Anche a Roma vi è un governo che vuole sostituire la sua Gerarchia e il popolo dei fedeli facendo “sbarcare” – per così dire –in seno alla Chiesa una massa di persone che conduce stili di vita oggettivamente incompatibili con la Fede e la Morale cattolica, ma che la chiesa sinodale di Bergoglio considera come principali interlocutori e accoglie in nome dell’inclusività e del todos todos todos! Chi è ingenuo pensa che la Gerarchia agisca in questo modo per un forse eccessivo zelo di carità e umana pietà per i migranti. Chi osserva la realtà senza il paraocchi capisce che lo scopo ultimo dell’immigrazionismobergogliano è creare divisione nel corpo ecclesiale, sapendo quali sono i risultati anche dal precedente di quel che avviene nella società civile.
Questo progetto di sostituzione etnica (e in questo caso, religiosa) agisce su due fronti: su quello esterno, fa credere che per appartenere alla Chiesa non occorra nemmeno credere nel Figlio di Dio, Nostro Signore Gesù Cristo e che tutte le differenze dottrinali e morali possono essere superate in nome di una impossibile fratellanza (esattamente come i governi globalisti ci fanno credere che sia possibile accogliere orde di islamici in nazioni cristiane senza conseguenze devastanti sul tessuto sociale). L’insistenza di Bergoglio e della quasi totalità dei vescovi sull’accoglienza degli immigrati è parte di questa azione disgregatrice. Sul fronte interno, invece, Bergoglio abusa della forza del Papato (che usurpa) per allontanare dalla Chiesa i Cattolici rimasti fedeli, in modo da eliminare ogni opposizione interna al suo piano eversivo.
Chi denuncia il golpe bergogliano e più in generale il colpo di stato globalista deve essere messo a tacere. La scomunica nei miei confronti, anche se palesemente invalida e nulla, costituisce una forma di repressione del dissenso e dovrebbe servire come deterrente per gli altri. Sono persuaso che avrei mancato gravemente ai miei doveri di Vescovo e di Successore degli Apostoli, se avessi continuato a tacere come purtroppo fanno tutti i miei Confratelli.
5. Il Vaticano afferma che lo scisma si sia consumato perché in alcune Sue dichiarazioni Lei avrebbe negato l’autorità del Papa. Come stanno le cose?
Lo scisma è un peccato contro l’unità della Chiesa. Esso si consuma nel momento in cui un battezzato rifiuta di sottomettersi all’autorità del Romano Pontefice e di rimanere nella comunione di Fede e di Carità della Chiesa Cattolica. Ma cosa succede se al posto del Papa che difende e governa la Chiesa c’è un usurpatore che la demolisce sistematicamente, scelto e nominato con la frode dalla Mafia di San Gallo proprio per questo scopo? La Chiesa Cattolica è occupata da un corpo estraneo che le si sovrappone e la oscura come in un’eclissi: questo corpo estraneo non è la Chiesa, ma l’antichiesa del Falso Profeta, e come tale non è possibile essere in comunione con essa. I Cattolici appartengono alla Chiesa Cattolica, non alla sua contraffazione conciliare e sinodale di cui è capo Bergoglio. È Bergoglio ad essere in stato di scisma con la Chiesa di cui pretende di essere Papa, e in quanto eretico e scismatico costui non ha né può esercitare alcun potere, né richiedere alcuna obbedienza.
Ribadisco comunque che l’uso della magistratura per scopi politici cui assistiamo nella sfera civile, massimamente negli Stati Uniti d’America, è specularmente replicato nella sfera ecclesiastica mediante sanzioni canoniche strumentali e pretestuose. E so per certo che la scomunica contro di me è stata voluta direttamente da Bergoglio, il quale è talmente arrogante e sfrontato nella sua azione da premiare con una carica ecclesiastica il funzionario che ha istruito la causa, nominandolo arcivescovo: siamo ben oltre la simonia.
6. Dove abita? In Svizzera, negli Usa o vicino a Viterbo?
Dopo la mia memoria su McCarrick nell’agosto 2018 un mio contatto dagli Stati Uniti mi avvertì che la mia vita era in pericolo: per questo non risiedo in un luogo fisso. Non voglio fare la fine del Card. Pell, né del mio predecessore a Washington, il Nunzio apostolico Pietro Sambi (che fronteggiò strenuamente McCarrick tanto che si potevano sentire le sue urla per tutta la Nunziatura mentre rimproverava il Cardinale predatore). L’Arcivescovo Sambi morì in circostanze mai chiarite, dopo un banale intervento al John’s Hopkins Hospital di Baltimora (collegato alla Bill&Melinda Gates Fundation e al Wolrd Economic Forum di Davos). McCarrick sparì per un mese in concomitanza con la morte del Nunzio e non presenziò alle sue esequie. Il certificato di morte rilasciato a Mons. Jean-François Lanteaume, Incaricato d’Affari alla Nunziatura, non spiegava le cause del decesso del Nunzio, né a Mons. Sambi venne mai effettuata un’autopsia.
7. Quali sono le Sue considerazioni sull’accusa di aver rifiutato il Concilio Vaticano II?
L’accusa di aver «rifiutato il Concilio Vaticano II» non ha nulla a che vedere con lo scisma, perché casomai tocca questioni di Magistero e non di disciplina canonica. L’accusa è pretestuosa: ci sono cardinali e vescovi che negano verità di Fede solennemente definite, senza che Bergoglio muova un dito, anzi con il suo plauso.
Vorrei porre l’attenzione su un elemento fondamentale e importantissimo. Noi dobbiamo comprendere che “il colpo da maestro di Satana”, nemico giurato della Chiesa, è consistito nell’appropriarsi dell’autorità e nell’abusare del potere ad essa connesso, in modo che la sua azione disgregatrice avesse tutte le apparenze della legalità almeno formale. Il Concilio Vaticano II doveva essere lo strumento giuridico con cui posizionare l’esplosivo alle fondamenta della Chiesa, per poi farlo detonare successivamente. Doveva sembrare un Concilio, doveva dare l’idea di avere la stessa autorità del Concilio di Nicea o di Trento, ma allo stesso tempo non poteva definire come verità da credersi delle eresie che il Magistero aveva già condannato. Ecco allora che quegli errori sono stati insinuati con l’equivoco, con formulazioni volutamente imprecise, che al momento propizio potessero servire come base su cui attuare la rivoluzione. Noi continuiamo a parlare del Concilio, ma dovremmo avere l’onestà di riconoscere che per la “chiesa conciliare” nata con il Vaticano II c’è un solo “concilio”, che sorpassa per autorità e importanza tutti i venti Concili ecumenici della Chiesa Cattolica.
L’anomalia è rappresentata da questo Concilio, perché è stato usato per uno scopo eversivo, sotto le apparenze formali di un atto solenne della Chiesa e con l’autorevolezza (oltre che l’autorità) del Papa e dei Padri conciliari. Lo scopo del Vaticano II era di creare le premesse dottrinali – non necessariamente esplicite ed anzi spesso nascoste in formulazioni equivoche – per rivoluzionare la Chiesa, protestantizzandola e secolarizzandola, in modo da poterla traghettare verso l’unione sincretistica di tutte le religioni. Ed è questo il progetto della Massoneria: la Religione dell’Umanità ecumenica e inclusiva.
Il Concilio Vaticano II si è diffuso nella Chiesa come un cancro. Esso ha impegnato l’intero corpo ecclesiale – in ogni ordine e grado, nelle sue istituzioni e strutture – al sovvertimento della sua divina costituzione. Il nuovo Catechismo, il nuovo Codice di Diritto Canonico, la nuova Messa, i nuovi Sacramenti, l’insegnamento nei Seminari e nelle Università, la predicazione nelle parrocchie, l’azione dell’associazionismo cattolico, la vita religiosa nei Conventi e nei Monasteri: tutto è stato manomesso e rimodellato secondo il paradigma conciliare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Per questo motivo, come l’autorità del Papa non può essere usata per distruggere il Papato, così l’autorità magisteriale di un Concilio non può essere dolosamente usata per distruggere la Chiesa. Esso perde ipso facto la propria autorità, dal momento che ne capovolge la ratio, ossia il fine ultimo. Il mio rifiuto del Concilio è dunque motivato proprio dal fatto che questo Concilio contraddice il Magistero infallibile e tutti i precedenti venti Concili ecumenici.
8. Si dice che Lei voglia realizzare una Chiesa parallela, un po’ come fece monsignor Lefebvre. Che programmi ha per il futuro?
Mons. Lefebvre non ha mai voluto realizzare una chiesa parallela, ma anzi egli ha sempre testimoniato la propria fedeltà all’unica Chiesa di Cristo e al Papato. L’Arcivescovo Lefebvre ha continuato a fare ciò che come Vescovo faceva fino a prima del Concilio: è la “chiesa conciliare” che ha cambiato la dottrina, la morale, la liturgia, la disciplina. Egli ha continuato a ordinare sacerdoti, a dare loro una formazione tradizionale, ad assicurare la celebrazione della Messa apostolica.
Oggi, cinquant’anni dopo, il piano eversivo denunciato da Lefebvre è ancora più evidente e le risposte che erano valide allora oggi richiedono un nuovo approccio. Nonostante fosse evidente che i Papi come Paolo VI o Giovanni Paolo II erano modernisti, era impensabile ipotizzare una loro volontà esplicita di distruggere la Chiesa. Oggi Bergoglio ha dissipato ogni dubbio e si mostra come un inimicusEcclesiæ ferocemente determinato a realizzare il compito assegnatogli e che egli stesso si era prefisso.
Sono persuaso che la mia azione – e quella di ogni pastore che abbia a cuore le anime che gli sono affidate – debba oggi essere più vasta e vada rivolta non solo alle giovani vocazioni, ma anche al “recupero” dei tanti buoni sacerdoti e religiosi – oltre beninteso che dei fedeli laici – che comprendono la gravissima crisi innescata dal Concilio. In tempi di guerra, per così dire, occorre unire e arruolare chiunque sia in grado di combattere, anche se non ha frequentato l’accademia militare. Tutte queste anime che amano il Signore possono essere accompagnate con carità a riabbracciare la Fede Cattolica nella sua integrità e a rifiutare consapevolmente la rivoluzione conciliare e le sue nefaste conseguenze.
Fondare una chiesa parallela è il sogno di tutti gli eresiarchi: un vero Cattolico, a maggior ragione se Vescovo, rimane nell’unica Chiesa e continua a servirla anche se fosse l’unico rimasto a farlo. Io cerco di fare e predicare quello che la Chiesa ha sempre fatto e insegnato, perché questo è ciò che ho giurato solennemente e che il Signore mi comanda. D’altra parte, oggi nessun Cattolico onesto può più negare che la Gerarchia si sia totalmente venduta ai potenti del mondo, e che il suo tradimento sia di scandalo anche a chi non è credente.
9. Quale può essere la risposta davanti a questa rottura?
Stiamo attraversando un periodo di gravissima crisi nella Chiesa e nella società. Le autorità di tutte le istituzioni sono oggi espressione dell’élite globalista e obbediscono a poteri sovranazionali. Assistiamo ad una spaccatura profonda e quasi incolmabile tra chi governa – lo Stato come la Chiesa – e i cittadini o i fedeli. Diciamo che è venuto meno da un lato il patto sociale che sta alla base del riconoscimento dell’autorità dello Stato, e dall’altro il vincolo di obbedienza a Cristo da parte di coloro che nella Chiesa esercitano l’autorità. In pratica, i governanti dello Stato si sono ribellati a Cristo Re e gli esponenti della Gerarchia cattolica si sono ribellati a Cristo Pontefice: la loro autorità è usurpata. Occorre risanare questa ferita restituendo a Cristo la Sua Signoria universale.
10. Papa Francesco in questi anni di tensioni ha mai alzato il telefono per chiamarla, oppure le ha mai mandato lettere o messaggi per interposta persona?
Non ho mai ricevuto comunicazioni private di alcun tipo da Bergoglio (né da alcuna autorità vaticana). In pubblico, il Gesuita Argentino non si è fatto scrupoli ad insultarmi e a calunniarmi. In un’intervista con Valentina Alazraki per l’emittente messicana Televisa (qui), Bergoglio ha pubblicamente mentito, negando il colloquio avuto con me il 23 giugno 2013. È giunto perfino ad affermare in modo ossessivo di non sapere nulla di McCarrick:
«Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea. E quando [Viganò] dice che mi ha parlato quel giorno, che è venuto… e io non mi ricordo se mi ha parlato di questo, se è vero o no. Non ne ho idea! Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto.»
Non posso non menzionare il ricorso di Bergoglio alla calunnia, in un atteggiamento che tradisce un animo vile e disposto a screditare l’onestà dell’interlocutore anziché confutare le sue accuse.
Ciò avvenne dopo la pubblicazione della mia testimonianza di ritorno dal viaggio in Irlanda, quando Bergoglio disse ai giornalisti presenti:
«Leggete voi, attentamente, il comunicato [di Viganò] e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni. È un atto di fiducia: quando sarà passato un po’ di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò. Ma vorrei che la vostra maturità professionale faccia questo lavoro: vi farà bene, davvero. Va bene così».
Un anno dopo, rispondendo alla vaticanista messicana Alazraki, ritornò sull’argomento:
«Questo caso di Viganò, non avevo letto tutta la lettera, l’ho vista un po’ … e già so che cos’è, e ho preso una decisione: confido nell’onestà dei giornalisti. E vi ho detto: “Guardate, qui avete tutto, studiate e traete voi le conclusioni”. E questo avete fatto, perché il lavoro l’avete fatto voi, e in questo caso è stato fantastico. Ho fatto molta attenzione a non dire cose che non erano lì ma poi le ha dette, tre o quattro mesi dopo, un giudice di Milano quando lo ha condannato. […] Ho taciuto, perché avrei dovuto gettare fango. Che siano i giornalisti a scoprirlo. E voi l’avete scoperto, avete trovato tutto quel mondo. È stato un silenzio basato sulla fiducia in voi, giornalisti. Non solo, ma vi ho anche detto: “Tenete, studiatelo, è tutto”. E il risultato è stato buono, meglio che se mi fossi messo a spiegare, a difendermi. Voi giudicate prove alla mano».
Bergoglio cercò di farmi passare per disonesto e ladro, facendo riferimento alle mie dolorose e personali vicende famigliari, che vedevano coinvolto mio fratello sacerdote (colpito da un ictus e manipolato da avvocati spregiudicati), nei cui confronti non ho voluto infierire impugnando un’ingiusta sentenza, preferendo seguire il comando evangelico (Mt 5, 40). Le accuse contro di mefurono ampiamente sconfessate da tutti i miei fratelli e dall’evidenza dei fatti (qui ).
Com’è tipico della natura dei tiranni, Bergoglio nutre nei miei confronti un odio implacabile, non solo per quello che ho rivelato sul suo conto, ma anche e soprattutto per quello che posso ancora rivelare. Con la scomunica egli ha voluto in qualche modo condannarmi a morte, ma la verità non può essere uccisa.
Si è capito che Bergoglio non vuole risolvere la crisi di cui è artefice: vuole renderla irreversibile, perché il suo scopo è di creare divisione: divide et impera.
11. Lei ha accusato Papa Francesco di avere ignorato le voci relative all’omosessualità e agli abusi su minori del cardinale McCarrick, poi condannato per pedofilia, ridotto allo stato laicale ed espulso dal collegio cardinalizio. Il Vaticano si è mosso solo nel 2017 dopo una accusa ritenuta credibile. Perché prima non lo ha fatto? Che prove concrete c’erano?
Come Delegato per le Rappresentanze Pontificie trattai io stesso il caso McCarrick e sin da allora ne chiesi la destituzione dal Cardinalato. I miei diretti Superiori sono responsabili del non aver tenuto nel debito conto il mio giudizio basato su testimonianze incontrovertibili. Ovviamente a qualcuno in Segreteria di Stato l’operato di McCarrick faceva comodo, ad iniziare dalle somme ingentissime raccolte tramite la Papal Fundation che il Cardinale aveva costituito negli Stati Uniti. Ricordo bene un commento che mi fece l’allora mons. Sandri con il quale ho condiviso il medesimo ufficio per undici anni come segretari del Sostituto: «Ma questo McCarrick è sempre qui!» Divenuto poi Sostituto, fu proprio a mons. Sandri che consegnai il mio Appunto su McCarrick, ma l’ambizione e le prospettive di avanzamenti di carriera lo indussero a tacere e insabbiare gli scandali. Il fatto che mi abbia più volte espresso la sua pessima opinione su Bergoglio – «Quell’uomo è un pazzo!» – non gli ha impedito di rendersi comunque suo complice.
Bergoglio deve a McCarrick la sua “elezione”: lo dichiarò lo stesso McCarrick nel corso di una conferenza alla Villanova University dove l’11 Ottobre 2013 affermò d’aver favorito l’elezione di Jorge Mario Bergoglio durante le Congregazioni Generali previe al Conclave tenutesi pochi mesi prima, e di averne parlato con «a very influential Italian gentleman» (qui) che gli avrebbe confidato come nell’arco di un quinquennio il nuovo Papa avrebbe “riformato” – ossia rivoluzionato – la Chiesa.
McCarrick aveva anche forti entrature con esponenti del Partito Democratico e un’assidua frequentazione con la Casa Bianca durante l’Amministrazione Obama-Biden, ma anche con i precedenti Presidenti. McCarrick fu coinvolto, ad esempio, a nome del governo americano nelle trattative con gli Ayatollah iraniani per lo sviluppo delle armi nucleari.
Non basta: McCarrick collaborò strettamente con l’allora Chief of Staff della Casa Bianca, Denis McDonough, nella gestione della Alliance for Prosperity voluta dal presidente Obama, la quale nel solo 2014 – con la parvenza di un’azione umanitaria – favorì la tratta di 65mila bambini non accompagnati, trasferiti negli Stati Uniti attraverso la frontiera del Messico, come ha rivelato lo stenografo della Casa Bianca Mike McCormick.
Infine, Bergoglio si avvalse di McCarrick anche per l’Accordo segreto sino-vaticano, fortissimamente voluto tanto dai Gesuiti quanto dall’establishment democratico.
L’azione eclatante di Bergoglio con la degradazione dal Cardinalato e la dimissione dallo stato clericale sono servite a salvare la “reputazione” di Bergoglio. Ma queste sanzioni non furono decise dopo un giusto processo: ai testimoni non è stata data l’opportunità di fare i nomi dei complici e il giudice non ha potuto imporre alcun risarcimento per le vittime, perché Bergoglio si è arrogato il diritto di definire res judicata la causa, senza divulgare il decreto ufficiale, che pure è un atto pubblico. La misura amministrativa decisa da Bergoglio doveva nascondere la rete di complicità che lo vede coinvolto in prima persona, e così è stato.
Il motivo per cui il Vaticano si è mosso solo nel febbraio del 2019 (ossia sei mesi dopo la pubblicazione del mio Memoriale) è che lo scandalo non era più gestibile, nonostante i crimini di McCarrick fossero noti da decenni. Il paradosso si è avuto con la pubblicazione il 10 novembre 2020 di un corposo Report su McCarrick stilato dall’avvocato Jeffrey Lena e costato milioni alla Santa Sede, nel quale si giunge ad attribuire falsamente a me la responsabilità del mancato tempestivo avviamento di un procedimento canonico contro McCarrick (qui).
12. Come Vescovo e pastore di anime, vuole lasciare un messaggio ai nostri lettori?
La Sacra Scrittura ci mette in guardia sul regno dell’Anticristo che negli ultimi tempi verrà instaurato in tutto il mondo e sul ruolo del Falso Profeta nel manipolare le masse. È difficile non vedere la preparazione di tutto questo nell’ideologia globalista che incarna il progetto sinarchico della Massoneria e nel totale asservimento ad esso dei vertici della chiesa bergogliana. E qui non stiamo parlando di questioni astruse, ma dei fondamenti stessi della Fede cattolica: l’unicità della Chiesa come strumento di salvezza, la sua missione per la conversione delle anime a Dio, la necessità di restaurare la Regalità sociale di Cristo come unico presidio contro ogni tirannide, temporale e spirituale.
Prima della seconda venuta di Nostro Signore la Chiesa, che è il Suo Corpo Mistico, deve attraversare la sua Passio in una feroce persecuzione: ce lo dice chiaramente la Sacra Scrittura, in particolare il libro dell’Apocalisse di San Giovanni. Questo ci deve far comprendere l’importanza di rendere testimonianza a Cristo e di denunciare i falsi profeti che cercano di persuaderci a scendere a patti con il mondo.