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domenica 17 marzo 2024

Prima settimana di Passione Domenica




S. Alfonso Maria de Liguori Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo per ciascun giorno della settimana

MEDITAZIONE PER LA DOMENICA.

Dell'amore di Gesù in patire per noi. I. Il tempo1 dopo la venuta di Gesù Cristo non è più tempo di timore, ma tempo d'amore, come predisse il profeta: Tempus tuum, tempus amantium (Ezech. XVI, 8),2 poiché si è veduto un Dio morire per noi: Christus dilexit nos, et tradidit semet ipsum pro nobis (Eph. V, 2). Nell'antica legge, prima che il Verbo s'incarnasse, potea l'uomo dubitare se Dio l'amasse con tenero amore, ma dopo averlo veduto morire dissanguato3 e vilipeso su d'un patibolo infame, non possiamo più dubitare ch'egli ci ami con tutta la tenerezza. E chi mai potrà arrivare a comprendere qual eccesso d'amore sia stato mai questo del Figlio di Dio, di voler egli pagar la pena de' peccati nostri? Eppure ciò è di fede: Vere languores nostros ipse tulit et dolores nostros ipse portavit (Is. LIII, 4).4 Tutta e stata opera del grande amore che ci porta: Dilexit nos, et lavit nos in sanguine suo (Apoc. I, 5).5 Per lavarci dalle sozzure delle nostre colpe volle egli essere svenato, e col suo sangue farci un bagno di salute. Oh misericordia infinita! Oh bontà infinità! Oh amore infinito di Dio! Ah mio Redentore, troppo mi avete obbligato ad amarvi: troppo vi sarei ingrato, se non vi amassi con tutto il cuore. Gesù mio, io vi ho disprezzato. perché son vivuto scordato del vostro amore: ma voi non vi siete scordato di me. Io vi ho voltato le spalle, e voi mi siete venuto appresso; io v'ho offeso e voi mi avete invitato al perdono e mi avete perdonato; io v'ho tornato ad offendervi, e voi siete tornato a perdonarmi. Deh Signore, per quell'affetto con cui mi amaste sulla croce, legatemi ora a voi colle catene del vostro santo amore: ma legatemi tanto ch'io non abbia più a vedermi separato da voi. V'amo, o sommo bene, e voglio sempre amarvi.6 II. Quello che più deve infiammarci ad amar Gesù Cristo non è tanto la morte, i dolori e le ignominie sofferte per noi, quanto il fine ch'egli ha avuto in patir tante pelle per noi, cioè per dimostrarci il suo amore e per guadagnarsi i nostri cuori: In hoc cognovimus caritatem Dei, quoniam ille animam suam pro nobis posuit (I Io. III, 16). Non era già necessario per salvarci che Gesù patisse tanto e morisse per noi; bastava che spargesse una sola goccia di sangue, una lagrima per la nostra salute; questa goccia o lagrima di un uomo Dio era bastante a salvar mille mondi; ma egli ha voluto spargere tutto il sangue, ha voluto lasciar la vita in un mare di dolori e di disprezzi per farc'intendere l'amore grande che ha per noi e per obbligarci ad amarlo: Caritas... Christi urget nos, dice S. Paolo (II Cor. V, 14); non dice la Passione, la morte, ma l'amore di Gesù Cristo ci sforza ad amarlo. E chi eravamo noi, o Signore, che a tanto caro prezzo abbiate voluto acquistarvi il nostro amore? Pro omnibus mortuus est Christus, ut et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est (Ibid. 15). Voi dunque. Gesù mio, siete morto per noi, affinché tutti vivessimo solo a voi ed al vostro amore. Ma povero mio Signore, permettetemi che cosi vi chiami, voi siete così amabile, voi avete tanto patito per esser amato dagli uomini; ma quanti sono poi quelli che v'amano? Vedo quasi tutti applicati ad amare chi le ricchezze, chi gli onori, chi li piaceri, chi li parenti, chi gli amici, chi anche le bestie; ma quanti son coloro che amano veramente voi, amabile infinito? Oh Dio son troppo pochi! Ma tra questi pochi voglio essere anch'io, che un tempo pure vi ho offeso con amare il fango; ma ora io vi amo sopra ogni bene. Oh Gesù mio, le pene che avete sofferte per me troppo mi obbligano ad amarvi; ma quello che più mi stringe e m'innamora di voi è l'intendere l'amore che mi avete dimostrato con tanto patire per essere amato da me. Amato mio Signore, voi per amore vi siete dato tutto a me, io per amore mi do tutto a voi. Voi per amor mio siete morto, io per amor vostro voglio morire, quando e come vi piace. Accettatemi ad amarvi e aiutatemi colla vostra grazia.7 III. Non v'è mezzo che possa maggiormente accenderci del divino amore, quanto il considerar la Passione di Gesù Cristo. Dice S. Bonaventura che le piaghe di Gesù Cristo, per esser piaghe d'amore, son dardi che feriscono i cuori più duri, e fiamme che accendono le anime più gelate: O vulnera corda saxa vulnerantia et mentes congelatas inflammantia!8 Un'anima che crede e pensa alla Passione del Signore, è impossibile che l'offenda e che non l'ami, anzi non impazzisca d'amore, vedendo un Dio quasi impazzito per amor nostro: Vidimus Sapientiam amoris nimietate infatuatam (S. Laur. Iustin.).9 Quindi dice l'Apostolo che i Gentili, in sentir predicare la Passione di Gesù crocifisso, la credevano una pazzia: Praedicamus Christum crucifixum, Iudaeis quidem scandalum, Gentibus autem stultitiam (I Cor. I, 23). E com'è possibile, essi diceano, che un Dio onnipotente e felicissimo qual è, abbia voluto morire per le sue creature? Ah Dio innamorato degli uomini, e com'è possibile, diciamo noi che ci crediamo, che una tanta bontà ed un tanto amore resti dagli uomini così mal corrisposto? Suol dirsi che amor con amor si paga: ma il vostro amore con quale amore potrà mai pagarsi? bisognerebbe che un altro Dio morisse per voi per compensare l'amore che ci avete portato in morire per noi. O croce, o piaghe, o morte di Gesù, voi troppo mi stringete ad amarlo. O Dio eterno, o amabile infinito, io v'amo e voglio vivere solo per voi, solo per darvi gusto. Ditemi quel che da me volete, ché io tutto lo voglio fare. Maria speranza mia, pregate Gesù per me.                      

1 In diverse edizioni antiche, i tre punti di ogni meditazione cominciano sempre con le parole Considera, come... 2 Et ecce tempus tuum, tempus amantium. Ezech. XVI, 8. 3 L' edizione di Napoli. 1843 (Gabinetto Letterario), e alcuni altri libretti di Massime eterne, senza data, ma molto probabilmente della seconda metà del '700 hanno lacerato. 4 Alcune edizioni postume, Monza (Corbetta), 1832, Venezia (Antonelli), 1836, Torino (Marietti), 1845, hanno aggiunto: Vulneratus est propter iniquitates nostras, attritus est propter scelera nostra. Is. LIII, 5. 5 Dilexit nos, et lavit nos a peccatis nostris in sanguine suo. Apoc. I, 5. 6 Alcune edizioni antiche, senza data, hanno aggiunto: e sempre vi amerò: altre postume (Corbetta, Antonelli, Marietti): in avvenire. 7 Le edizioni postume sono variamente discordanti riguardo a quest' ultimo periodo. 8 Stimulus amoris, pars 1, cap. 1. Inter Opera S. Bonaventurae, VII, Lugduni, 1668, pag. 194. - Vedi Appendice, 2, 5°. 9 «Adeamus... ad diversorium humanitatis eius (nempe ad specum Bethleemiticum).... Ibi namque agnoscemus exinanitam maiestatem, Verbum abbreviatum, solem carnis nube obtectum, et sapientiam amoris nimietate infatuatam.» S. LAURENTIUS IUSTINIANUS, Sermo in festo Nativitatis Domini. Opera, Lugduni, 1628, pag. 394, col. 2.

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