Carissimi amici e lettori,
Se parliamo della crisi della Chiesa cattolica, l’America latina merita una riflessione particolare. Nonostante papa Francesco sia nato in Argentina, molti cattolici, nell’America latina, si sono allontanati dalla vera fede cattolica,per abbracciare l'eresia protestante. Il Brasile, che è il primo paese al mondo con il più alto numero di cattolici, si prevede che entro il 2022-23 perderà questo primato. Il numero di aderenti alla setta protestante in Brasile in circa 50 anni è cresciuto da 6,8 milioni a 46,7 milioni e tra il 2022-23, secondo delle stime effettuate diventerà la prima religione del Paese. In altri Paesi dell’America Latina, la religione Cattolica è già minoranza.
Sono le parole di Rodrigo Guerra Lòpez, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina.
I motivi del calo dei Cattolici sono molteplici tra cui rientra sicuramente il tasso di natalità che, nei paesi a religione Cattolica, è crollato, ma sopratutto dopo la riforma conciliare voluta dal Vaticano II.
”Si allontanano dalla fede perché non trovano più Cristo nella Chiesa cattolica e non fanno più chiesa con un’esperienza affettiva e comunitaria che cambi la propria vita”.
Da decenni oramai le Chiese sono sempre più vuote.I credenti, quindi, sono scesi di circa 860 milioni in proporzione al numero degli abitanti di oggi. Ma quanti di questi cattolici si professano praticanti? Una sempre più esigua minoranza.
In Italia, centro del Cattolicesimo, si è fatta sempre più forte la scollatura tra la realtà sociale ed il modello proposto dalla Chiesa cattolica: l’aborto, i contraccettivi, la violenza sessuale, il divorzio, negli anni si cono succeduti gli scontri col mondo laico. Ed a nulla è servito il Concilio Vaticano II, quell'arrendersi della Chiesa al potere laico del mondo che voleva i papi e vescovi a mezzo-servizio. La Chiesa per la sua struttura radicata nel territorio, è stata vissuta dallo Stato come buon mezzo sociale per affrontare i vari problemi di droga, emigrazione, emarginazione. Lo Stato si è scrollato di dosso molti di tali problemi sociali e, demandandoli alla Chiesa, ha reso quest’ultima sempre più debole spiritualmente, strutturalmente ed economicamente. Ciò, di fatto, ha costruito uno Stato nella Chiesa, determinando da un lato la fuga dei fedeli dalla Chiesa cattolica, dall’altro un intollerabile potere sulla gerarchia ecclesiastica.Pertanto lo stato finanzia economicamente la Chiesa italiana che, in cambio delle elargizioni che riceve ha accettato una progressiva secolarizzazione fino a diventare una qualsiasi agenzia filantropica.
In questi giorni su il quotidiano la nuova bussola e apparso un'articolo di Luisella Scrosati, dal titolo: "Delusi da Roma, ma seguire i lefebvriani non è la soluzione"
E chi lo dice il nuovo magistero? I nuovi alti prelati? che benedicono nozze Gay e quant'altro? O la Signora Luisella?
Vorrei solo ricordare per amore di verità che l'atto di Monsignor Lefebvre nel 1988 – come tutta la storia della Fraternità San Pio X – è un atto di fedeltà alla Chiesa; è un atto di fedeltà al Papa, alla gerarchia, alle anime. Indipendentemente da ciò che le autorità romane ne possono dire o non dire, pensare o non pensare.
DEI 4 VESCOVI CONSACRATI DALL'ARCIVESCOVO LEFEBVRE "
Vorrei solo ricordare per amore di verità che l'atto di Monsignor Lefebvre nel 1988 – come tutta la storia della Fraternità San Pio X – è un atto di fedeltà alla Chiesa; è un atto di fedeltà al Papa, alla gerarchia, alle anime. Indipendentemente da ciò che le autorità romane ne possono dire o non dire, pensare o non pensare.
La fuga dei fedeli dalle Parrocchie, non è colpa dei Lefebvriani, come vengono chiamati in modo dispregiativo, che non fanno altro che proseguire nella fedeltà alla chiesa cattolica al magistero e ai XX secoli di fedeltà al Vangelo , ma è colpa delle nuove idee che si annidano nella Chiesa, un pensiero avvelenato che ha corrotto le menti e i cuori di vescovi e buoni sacerdoti.
Vorrei ricordare alla Signora Luisella, che il 1 settembre 2015, in una lettera indirizzata dal ‘Presidente del Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione’ Mons. Rino Fisichella, dichiarava: "Il sovrano Pontefice , ha dichiarato che, durante l’Anno Santo della Misericordia, a partire quindi dall’8 dicembre,nel 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, i sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X, per sua disposizione, avranno i poteri per confessare tutti i fedeli che ricorreranno al loro ministero, in modo tale che le assoluzioni sacramentali da loro impartite saranno valide e lecite".
Inoltre, il 17 marzo 2015, il governo argentino ha riconosciuto la Fraternità Sacerdotale degli Apostoli di Gesù e di Maria (vero nome della Fraternità San Pio X) come persona morale in quanto associazione di diritto diocesano, godendo dei privilegi che lo stato accorda agli enti riconosciuti dalla Chiesa cattolica, e questo in seguito a una espressa richiesta dell’arcivescovo di Buenos Aires, successore di Bergoglio, cardinale Mario Aurelio Poli, il quale ha dichiarato al governo argentino, il 23 febbraio, che la Società fondata da Mons. Lefebvre è stata eretta nella sua diocesi come società di diritto diocesano a norma del canone 298 del (nuovo) codice di diritto canonico (associazione di fedeli) in attesa di essere riconosciuta come Società di vita apostolica.
Pertanto, non trovo per nulla onesto e neppure caritatevole intimorire i fedeli insinuando nelle loro menti e coscienze il dubbio che essi possano essere scismatici o non cattolici. Chi desiderasse assistere alla Santa Messa celebrata dignitosamente dai sacerdoti della FSSPX, si senta libero di partecipare, esso non costituisce nessun peccato ne atto di scisma. Ricordo infine la lettera apostolica del 10 Marzo 2009 del Santo Padre Benedetto XVI di venerata memoria:
" LETTERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICAPertanto, non trovo per nulla onesto e neppure caritatevole intimorire i fedeli insinuando nelle loro menti e coscienze il dubbio che essi possano essere scismatici o non cattolici. Chi desiderasse assistere alla Santa Messa celebrata dignitosamente dai sacerdoti della FSSPX, si senta libero di partecipare, esso non costituisce nessun peccato ne atto di scisma. Ricordo infine la lettera apostolica del 10 Marzo 2009 del Santo Padre Benedetto XVI di venerata memoria:
DEI 4 VESCOVI CONSACRATI DALL'ARCIVESCOVO LEFEBVRE "
In questi anni le Congregazioni commissariate o sciolte senza giusta causa sono sempre più numerose e il carico di lavoro è sempre più imponente. Come abbiamo più volte evidenziato, però, questo pontificato è, e sarà ricordato per questo, quello che più ha calpestato il diritto e i diritti dei singoli.
Papa Francesco si è mosso sempre affermando di essere il Pontefice e, come tale, ha sempre agito. Spesso, però, ha dimenticato che lo stesso Pietro ha un Capo e quei limiti sono stabiliti dal diritto divino e naturale. In merito alle realtà monastiche,e congregazioni religiose fiorenti, Bergoglio ha sempre dimostrato di non essere capace di comprendere la peculiarità di questa vita, non ne comprende il significato spirituale e, tanto meno, quello giuridico.Se nei secoli le realtà monastiche hanno goduto di uno speciale posizionamento giuridico, in questi ultimi dieci anni tutto sta venendo meno. In diverse occasioni abbiamo ribadito che l’unico modo per salvarsi, al momento, è quello di costituire delle associazioni civili ed intestare tutti i beni a quelle. In questo modo il Pontefice argentino e la Santa Sede non potranno agire da tiranni.
Del resto, se nel mondo le realtà commissariate stanno diventando più numerose di quelle non commissariate, allo stesso tempo nel Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica continuano a governare dei soggetti che non godono di una buona fama.
“Le realtà che sono da commissariare vengono lasciate libere, quelle che godono di ottima salute e di fede retta, invece, vengono commissariate”, afferma un officiale del Dicastero. Questo, infatti, è ciò che è avvenuto in questi anni. Non sono valse a nulla le proteste di numerosi altri Dicasteri che chiedevano il cambio dei vertici a Piazza Pio XII.
La situazione nelle diocesi è veramente penosa, vi posso dire è disastrosa, le Conferenze episcopali (e prima ancora al papa Francesco) non interessa il calo delle vocazioni, e tanto meno dei fedeli,(a loro interessa solo 8X1000) e così per i decessi dei sacerdoti con il conseguente vuoto di pastori nelle parrocchie, perché l’attuale filosofia, o meglio ideologia, prevede di lasciare le parrocchie ai laici. Così viene risposto, progettano di mettere famiglie o singoli laici nelle parrocchie, di fatto nel ruolo che fu un tempo dei parroci.Questi “pastori” non hanno a cuore una pastorale vocazionale e una preghiera per le vocazioni, ma il valorizzare, come dicono loro, il sacerdozio battesimale, e con l'avvento del sinodo e della sinodalità ne vedremo di belle. Nella Lettera pastorale diffusa nei giorni scorsi, dedicata al «futuro delle Chiese di Torino e Susa», le due diocesi che guida,la riorganizzazione annunciata dall’arcivescovo Repole. Una scuola per formare quanti saranno guide nelle comunità. I ministeri laicali “a tempo” per favorire il ricambio.
Carissimi amici,in Francia sono ormai alla seconda generazione degli esperimenti ecclesiali bislacchi. Lì sono anni che i laici celebrano i funerali, al punto che talora, nel caso ci sia un prete a disposizione (magari parente del defunto) ne impediscono la celebrazione.
Ora, però, anche questi laici stanno invecchiando e morendo e non c’è più nessuno che li sostituisca.
Succede quindi che gli addetti alle pompe funebri, generalmente musulmani, mettano un cd registrato con le preghiere del caso.
Come disse il santo Curato d’Ars: “Lasciate una parrocchia per vent’anni senza sacerdote: vi si adoreranno le bestie”.E questo sta già accadendo nel totale silenzio della parte sana del collegio dei vescovi che per viltà tacciono. Di certo non è colpa dei Sacerdoti Tradizionalisti,se i fedeli sono fuggiti dalle parrocchie e neppure della FSSPX, e di tutti quei religiosi che patiscono a causa di questa gerarchia.
Papa Francesco si è mosso sempre affermando di essere il Pontefice e, come tale, ha sempre agito. Spesso, però, ha dimenticato che lo stesso Pietro ha un Capo e quei limiti sono stabiliti dal diritto divino e naturale. In merito alle realtà monastiche,e congregazioni religiose fiorenti, Bergoglio ha sempre dimostrato di non essere capace di comprendere la peculiarità di questa vita, non ne comprende il significato spirituale e, tanto meno, quello giuridico.Se nei secoli le realtà monastiche hanno goduto di uno speciale posizionamento giuridico, in questi ultimi dieci anni tutto sta venendo meno. In diverse occasioni abbiamo ribadito che l’unico modo per salvarsi, al momento, è quello di costituire delle associazioni civili ed intestare tutti i beni a quelle. In questo modo il Pontefice argentino e la Santa Sede non potranno agire da tiranni.
Del resto, se nel mondo le realtà commissariate stanno diventando più numerose di quelle non commissariate, allo stesso tempo nel Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica continuano a governare dei soggetti che non godono di una buona fama.
“Le realtà che sono da commissariare vengono lasciate libere, quelle che godono di ottima salute e di fede retta, invece, vengono commissariate”, afferma un officiale del Dicastero. Questo, infatti, è ciò che è avvenuto in questi anni. Non sono valse a nulla le proteste di numerosi altri Dicasteri che chiedevano il cambio dei vertici a Piazza Pio XII.
La situazione nelle diocesi è veramente penosa, vi posso dire è disastrosa, le Conferenze episcopali (e prima ancora al papa Francesco) non interessa il calo delle vocazioni, e tanto meno dei fedeli,(a loro interessa solo 8X1000) e così per i decessi dei sacerdoti con il conseguente vuoto di pastori nelle parrocchie, perché l’attuale filosofia, o meglio ideologia, prevede di lasciare le parrocchie ai laici. Così viene risposto, progettano di mettere famiglie o singoli laici nelle parrocchie, di fatto nel ruolo che fu un tempo dei parroci.Questi “pastori” non hanno a cuore una pastorale vocazionale e una preghiera per le vocazioni, ma il valorizzare, come dicono loro, il sacerdozio battesimale, e con l'avvento del sinodo e della sinodalità ne vedremo di belle. Nella Lettera pastorale diffusa nei giorni scorsi, dedicata al «futuro delle Chiese di Torino e Susa», le due diocesi che guida,la riorganizzazione annunciata dall’arcivescovo Repole. Una scuola per formare quanti saranno guide nelle comunità. I ministeri laicali “a tempo” per favorire il ricambio.
Carissimi amici,in Francia sono ormai alla seconda generazione degli esperimenti ecclesiali bislacchi. Lì sono anni che i laici celebrano i funerali, al punto che talora, nel caso ci sia un prete a disposizione (magari parente del defunto) ne impediscono la celebrazione.
Ora, però, anche questi laici stanno invecchiando e morendo e non c’è più nessuno che li sostituisca.
Succede quindi che gli addetti alle pompe funebri, generalmente musulmani, mettano un cd registrato con le preghiere del caso.
Come disse il santo Curato d’Ars: “Lasciate una parrocchia per vent’anni senza sacerdote: vi si adoreranno le bestie”.E questo sta già accadendo nel totale silenzio della parte sana del collegio dei vescovi che per viltà tacciono. Di certo non è colpa dei Sacerdoti Tradizionalisti,se i fedeli sono fuggiti dalle parrocchie e neppure della FSSPX, e di tutti quei religiosi che patiscono a causa di questa gerarchia.
Un martirio bianco da essi sofferto, senza precedenti, questi buoni sacerdoti, che sono perseguitati dalle autorità romane, per difendere la fede che essi vivono e trasmettono coraggiosamente tramite una vita sacerdotale ben vissuta per Cristo, e per la Chiesa.
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