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lunedì 13 dicembre 2021

I Martiri gloria della Chiesa di Cristo



La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso .
La chiesa di oggi respinge fortemente tutte le prassi dommatiche del culto, ma predica l’ideale supremo della tolleranza,
della pluralità delle religioni tutto quello che i cristiani e la Chiesa dei primi secoli hanno sempre rigettato e respinto, giungendo fino al martirio come potete vedere leggendo  la breve vita di Santa Lucia. La testimonianza dei martiri di ieri e di oggi è per noi lo sprone a continuare a camminare nella luce del Signore e nella fedeltà alla nostra vocazione battesimale e sacerdotale. Con il relativismo religioso galoppante di oggi giorno, si cerca di soffocare il grido che proclama con le labbra che Gesù Cristo è l’unico Signore e Salvatore della storia.

Breve vita di Santa Lucia
Narra la storia di  Lucia una giovane cristiana aristocratica del III secolo di Siracusa, orfana di padre dall’età di cinque anni e promessa in sposa a un pagano. La madre di Lucia era gravemente malata e aveva speso ingenti somme di denaro per curarsi, ma nulla sembrava aiutarla. Allora Lucia e la madre si recarono in pellegrinaggio al sepolcro di sant’Agata, patrona di Catania, per pregarla per una guarigione.

Il 5 febbraio, giorno di Sant’Agata, la martire catanese giunse in sogno a Lucia che le diceva: “Lucia sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.

Così la madre guarì e Lucia per ringraziare Sant’Agata, disse alla madre, durante il viaggio di ritorno a Siracusa, che si sarebbe consacrata a Cristo. Avrebbe inoltre donato i suoi averi e le sue ricchezze ai poveri.

Per i successivi tre anni, Lucia visse sempre al servizio dei più umili, degli infermi, dei bisognosi e delle vedove di Siracusa. Costatando che la futura moglie aveva perso tutte le sue ricchezze e tutta la sua dote, e vedendosi rifiutato, il promesso sposo decise di denunciarla alle autorità romane perché era cristiana. Era il periodo delle persecuzioni di Diocleziano contro i cristiani.
Al processo che sostenne dinanzi al prefetto Pascasio, Lucia rifiutò l’ordine di sacrificare agli dei pagani, dando prova della sua fede irremovibile e la fierezza nel proclamarsi cristiana. Minacciata allora di essere condotta in un postribolo, Lucia rispose: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente“.
Le risposte di Lucia e la sua fermezza mettevano in difficoltà il magistrato, che ordinò alla fine di portarla di forza al postribolo. Improvvisamente però il corpo di Lucia diventa pesante, per cui neanche 10 uomini riuscirono a sollevarla, tanto meno la forza dei buoi. Lucia venne a quel punto accusata di stregoneria: venne cosparsa di olio, posta sulla legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono mai. Allora venne messa in ginocchia e uccisa per decapitazione. Morì il 13 dicembre solo dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleaziano. Come la Vergine martire siracusana che testimoniò la fede in Cristo anche noi facciamo lo stesso.  

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