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venerdì 14 settembre 2018

Di null’altro mai ci glorieremo se non della croce di Cristo, nostro Signore”(Gal. 6, 14).

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Fermiamoci un istante a considerare í dolori di Gesù sulla Croce, e per amor suo abbracciamo volentieri la nostra croce. 

Vorremmo volentieri fare a meno della croce. A nessuno piace soffrire, eppure nel vangelo Gesù ci invita a prendere la nostra croce per seguirlo. Non ci promette scorciatoie fatte di benessere o tranquillità. Ci promette che non saremo soli, che lui è con noi. Ci promette che non ci lascerà appesi alla croce, lui risorge per noi. Ci promette che la nostra croce non è inutile se portata con amore.“Portare la propria croce significa portare l'amore nella vita, fino ad esserne crocifissi” (Curtaz). Lasciarsi crocifiggere per amore! Fa paura, ma è bello!Il crocifisso che accoglie la sua croce trasforma la propria sofferenza in dono gratuito per gli altri, non si tira indietro quando si tratta di soffrire per gli altri! Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato: Gesù è morto sulla croce per noi, per insegnarci ad amare, a perdonare, a donare.

Ci sono tanti crocifissi nella nostra esistenza. Ci sono i crocifissi delle guerre, come quelli sgozzati in questi ultimi anni in medio oriente in Siria in Iraq per mano dei fondamentalisti islamici: pochi ce li mostrano come trofeo e minaccia di terrore, ma molti di più spariscono in silenzio e muoiono a causa della loro fede. Ci sono i crocifissi della società che schiaccia i più deboli.Si scartano i bambini e i giovani che spesso nelle famiglie di oggi diventano un giocattolo. Quante persone avanzano il diritto al figlio ad ogni costo, come se fosse possibile avere il diritto di possedere un’altra persona, trasformando i figli da dono in diritto. Poi, per lo stesso diritto fondato su una pseudo libertà, molti bambini diventano vittime di pseudo-famiglie dello stesso sesso, di separazioni selvagge e troppo facili di coppie che si qualificano di moderne. Quanti bambini crocifissi dall’egoismo dei genitori nei nostri giorni.

Si scartano gli anziani, perché con l’età gli anziani iniziano a non capire più niente, magari puzzano un po’, sono solo un costo, e la loro dignità è ridotta a quello che sono capaci di fare. Quanti anziani crocifissi dall’abbandono dei loro figli! Sono crocifissi della società i poveri, i nuovi poveri delle nostre città che non arrivano alla fine del mese e vivono nell’affanno quotidiano. 

E li crocifiggiamo noi ogni volta che dimentichiamo l’obbligo della solidarietà! Prendere la propria croce in una società di crocifissi significa spendersi per amore loro, in sentieri che creano scomodità, dolore, e lotta contro chi schiaccia! Prendo la mia croce in un mondo di crocifissi quando non ho più paura , per loro, di farmi crocifiggere. È quello che ha fatto Gesù per noi: eravamo crocifissi dal peccato, e per noi si è fatto crocifiggere alla croce! Come cristiani dobbiamo imitare Gesù!

L’esaltazione della croce non è l’esaltazione del dolore, ma l’esaltazione di questo meccanismo voluto da Cristo: là dove c’è odio semina amore; là dove c’è ingiustizia semina giustizia; là dove c’è da denunciare in nome del bene e in nome di Dio non avere paura di essere crocifisso. L’esaltazione della croce è l’esaltazione del donarsi per gli altri totalmente. Di fronte a questo c’è un rischio: lo scoraggiamento. E’ quello che è successo al popolo di Israele nel deserto che protesta contro Dio. Il male sembra troppo, e viene da chiedersi: ma chi me lo fa fare!E’ la tentazione di vedere il male che ci paralizza al venerdì santo, senza via d’uscita. L’esaltazione della croce non è fare un doppione del venerdì santo. La croce che sant’Elena ha trovato è un legno benedetto dal sangue di Cristo, si, ma un legno benedetto dal sangue di Cristo vicino ad una tomba vuota, perché Cristo è risorto! L’esaltazione della Croce non è un focalizzarsi sulla sofferenza di Gesù o vedere la nostra vita come solo una lunga croce. Oggi siamo chiamati a vedere la donazione totale di Gesù non fine a se stessa, ma come un atto d’amore per noi che non ha limiti. La Croce è un segno di amore grande che dobbiamo imitare! Mi piace pensare alla festa di oggi come al giorno in cui il cristiano, ai piedi della croce, chiede a Dio il dono della speranza di vivere la propria vita, magari accompagnata da tante prove, non come un venerdì santo perenne, ma come un cammino che passa anche per il venerdì santo, ma che non si ferma lì. Il cristiano ai piedi della croce deve chiedere a Dio il dono della speranza che ebbe Maria ai piedi della croce, ossia che il dolore e la morte non avranno mai l’ultima parola. Chiediamo davanti al crocifisso il dono della speranza! Guardiamo la croce di Gesù e chiediamo di donare totalmente la nostra vita in difesa del bene che viene da Dio e il dono della speranza che di fronte al dilagare di tanto male ci rassicura che sarà il bene di Cristo a vincere.

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Promesse di Nostro Signore a coloro che venerano il Santo Crocifisso

Il Signore nel 1960 avrebbe fatto queste promesse ad una sua umile serva:

1) Quelli che espongono il Crocifisso nelle loro case o posti di lavoro e lo decorano con fiori, raccoglieranno molte benedizioni e ricco frutto nel loro lavoro e nelle loro iniziative, insieme ad un immediato aiuto e conforto nei loro problemi e sofferenze. 

2) Coloro i quali guardano al Crocifisso anche soltanto pochi minuti, quando saranno tentati o sono nella battaglia e nello sforzo, soprattutto quando saranno tentati dalla collera, padroneggeranno subito se stessi, la tentazione e il peccato. 

3) Quelli che mediteranno ogni giorno, per 15 minuti, sulla Mia Agonia sulla Croce, sosteranno di sicuro le loro sofferenze e i loro fastidi, prima con pazienza più tardi con gioia. 


4) Quelli che molto spesso meditano sulle Mie ferite sulla Croce, con profondo dolore per i loro peccati e le loro colpe, acquisteranno presto un profondo odio al peccato. 

5) Coloro i quali spesso e almeno due volte al giorno offriranno al Padre celeste le mie tre ore di Agonia sulla Croce per tutte le negligenze, le indifferenze e le mancanze nel seguire le buone ispirazioni ne abbrevieranno la punizione o ne saranno completamente risparmiati. 

6) Quelli che volentieri recitano giornalmente il Rosario delle Sante Piaghe, con devozione e grande fiducia mentre meditano sulla Mia Agonia sulla Croce, otterranno la grazia di adempiere bene i loro doveri e con il loro esempio indurranno gli altri a fare altrettanto. 

7) Coloro i quali ispireranno ad altri ad onorare il Crocifisso, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe e che inoltre faranno conoscere il Mio Rosario delle S. Piaghe otterranno presto risposta a tutte le loro preghiere. 

8) Coloro i quali fanno la Via Crucis giornalmente per un certo periodo di tempo e la offrono per la conversione dei peccatori possono salvare un’intera Parrocchia. 

9) Coloro i quali per 3 volte consecutive (non nello stesso giorno) visitano un immagine di Me Crocifisso, la onorano e offrono al Padre Celeste la Mia Agonia e Morte, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe per i loro peccati avranno una bella morte e moriranno senza agonia e paura. 

10) Quelli che ogni venerdì, alle tre del pomeriggio, meditano sulla Mia Passione e Morte per 15 minuti, offrendole insieme al Mio Preziosissimo Sangue e alle Mie S. Piaghe per se stessi e per i morenti della settimana, otterranno un alto livello di amore e di perfezione e possono star sicuri che il diavolo non potrà causare loro ulteriori

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