Altare presso il quale apparve la Vergine Maria ad Alfonso Ratisbonne |
l 20 gennaio di ogni anno, presso la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte a Roma (nelle vicinanza di Piazza di Spagna), si fa memoria dell’unica apparizione certificata della Vergine Maria nella città eterna. Nel 1842 una donna bellissima, riconosciuta come la Vergine della Medaglia Miracolosa, apparve sull’altare di San Michele all’ebreo, Alphonse Marie Ratisbonne che in seguito testimoniò l’accaduto con queste parole:
“La Vergine non pronunciava alcuna parola, ma compresi perfettamente… provavo un cambiamento così totale che credevo di essere un altro, la gioia più ardente scoppiò nel profondo dell’anima; non potei parlare… non saprei render conto delle verità di cui avevo acquisito la fede e la conoscenza. Tutto quello che posso dire è che il velo cadde dai miei occhi; non un solo velo, ma tutta la moltitudine di veli che mi aveva circondato, scomparve… uscivo da un abisso di tenebre, vedevo nel fondo dell’abisso le estreme miserie da cui ero stato tratto a opera di una misericordia infinita… tanti uomini scendono tranquillamente in questo abisso con gli occhi chiusi dall’orgoglio e dall’indifferenza… mi si chiede come ho appreso queste verità, poiché è certo che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una sola pagina della Bibbia: tutto quello che so è che, entrando in chiesa, ignoravo tutto, e uscendone, vedevo tutto chiaro… non avevo alcuna conoscenza letterale ma interpretavo il senso e lo spirito dei dogmi, tutto avveniva dentro di me, e queste impressioni, mille volte più rapide del pensiero, non avevano solamente commosso l’animo, ma l’avevano diretto verso una nuova vita… i pregiudizi contro il Cristianesimo non esistevano più, l’amore del mio Dio aveva preso il posto di qualsiasi altro amore.”
A seguito di questo incontro sconvolgente Ratisbonne decise di convertirsi al cattolicesimo e di farsi battezzare, poi divenne sacerdote e partì per la Palestina per convertire gli ebrei e i musulmani, spirò santamente il 16 maggio del 1884.
RACCONTO DELL’APPARIZIONE
1 Teodoro ed Alfonso si ritrovarono ancora insieme il giorno dopo per una passeggiata. La conversazione rivelò che il Ratisbonne era sempre uguale a se stesso, nemico accanito ed ostinato della religione cattolica, della quale derideva ogni dogma ed ogni pratica. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio Alfonso non riposò. Ogni tanto si svegliava di soprassalto e vedeva dinanzi a sé una croce nera senza il Cristo. La mattina seguente, 20 gennaio, il Ratisbonne, entrato nel caffè “Greco” di piazza di Spagna per dare un’occhiata ai giornali, vi trova due amici con i quali si intrattiene in conversazioni mondane. Uscendo dal caffè si incontra con la carrozza del barone de Bussière, che lo invita ad una passeggiata. Era una giornata magnifica e l’ebreo accetta. Teodoro, facendolo salire sulla vettura, lo prega di attenderlo davanti alla vicina chiesa di S.Andrea delle Fratte, restando sulla carrozza; avrebbe fatto una brevissima commissione a quei frati Minimi e sarebbe subito tornato da lui. Alfonso preferisce scendere per scoprire qualche monumento artistico della chiesa. Vi si facevano i preparativi di un funerale; l’ebreo domanda il nome del defunto. Teodoro risponde: “è un mio caro amico, il conte di Laferronay; la sua morte improvvisa mi addolora tanto. Mi attenda due minuti e torno subito”. Così dicendo, infila la porta interna del convento, mentre l’ebreo si mette a girare per la chiesa deserta e priva di interesse. Un cane nero saltava a sbalzi intorno a lui. Improvvisamente tutto scompare allo sguardo del Ratisbonne: scompare il cane, scompare la chiesa… Vide solo una grande luce sull’altare della cappella di S.Michele. Senza saperselo spiegare, si trovò davanti a quell’altare, ed in mezzo a quella luce, ancora più splendente di essa, vide la S.Vergine nell’atteggiamento col quale è raffigurata sulla Medaglia Miracolosa che portava al collo. Una forza irresistibile lo attirò verso quell’altare.
2 Ecco il racconto che lo stesso Ratisbonne ha fatto dell’apparizione: “Mentre camminavo per la chiesa ed ero giunto incontro ai preparativi del funerale, d’improvviso mi sentii preso da un certo turbamento e vidi come un velo innanzi a me; mi sembrava la chiesa tutta oscura, eccettuata una cappella, quasi che tutta la luce della medesima chiesa si fosse concentrata in quella. Levai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa la SS.Vergine Maria simile, nell’atto e nella struttura, all’immagine che si vede sulla Medaglia Miracolosa dell’Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza alla quale non potevo resistere mi spinse verso di Lei, che parve mi dicesse: “Basta così”. Non lo disse, ma lo capii. A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; procurai, quindi, varie volte di levare gli occhi verso la SS.Vergine, ma la riverenza, lo splendore me li faceva abbassare; ciò che, però, non mi impediva l’evidenza di quell’apparizione. Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della SS. Vergine, quantunque Ella non mi dicesse parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione cattolica, in una parola: capii tutto”. Quando il de Bussière dal convento rientrò in chiesa non vide subito l’amico; poi lo scorge inginocchiato davanti alla cappella di S. Michele. Si avvicina, lo scuote due o tre volte prima che si accorga della sua presenza. Finalmente egli volge verso di lui il suo volto inondato di lacrime, giunge le mani, si fa aiutare ad alzarsi e ad uscire di chiesa . Teodoro lo tempesta di domande, ma la profonda commozione che lo dominava non gli consentiva di rispondere. Tira fuori la Medaglia Miracolosa che il de Bussière gli aveva dato, la copre di baci e di lacrime esclamando: “Era Lei, proprio Lei!”. Risalgono la carrozza e Alfonso chiede di essere condotto da un confessore. La carrozza sosta davanti alla chiesa del “Gesù” e Teodoro lo presenta al gesuita P. di Villefort, che lo incoraggia a parlare. Allora egli stringe nella mano la sua medaglia, la bacia e la mostra al padre esclamando: “l’ho vista, l’ho vista”. E scoppia ancora in pianto.
SUPPLICA
O Vergine Santissima del Miracolo, Madre e Regina di misericordia, prostrati dinanzi alla tua immagine, noi ci affidiamo totalmente alla tua amorosa e potente tutela. Conserva viva e pura in noi quella luce che il tuo Figlio divino fece risplendere sopra la terra; quella luce che è la sorgente della vita morale, la luce della fede. Tu, che ti degnasti miracolosamente apparire, per illuminare con questa luce di fede lo spirito dell’ebreo Ratisbonne, rinnova questo prodigio per tanti infelici nostri fratelli che vivono nella miscredenza o nell’indifferenza. Illuminaci, o Maria, coi tuoi splendori; che ci rendano credibili i giudizi divini e ci facciano vivere costantemente da figli della luce. Ave Maria
O Santa Madre di Dio, le tue mani benedette, che versarono tanta copia di grazie nell’animo fortunato dell’ebreo, sono pure il tramite prezioso per il quale si diffonde su di noi la grazia, che ridesta nei nostri cuori, inariditi dalla colpa, la speranza della visione divina. A te, dunque, noi ricorriamo in tutte le necessità: da te ci aspettiamo di ottenere dal Signore il perdono di tutte le nostre colpe, l ‘aiuto necessario a sorreggere le nostre debolezze, per non ritornare più sulle vie del peccato. Per tua intercessione, o Madre divina, si mutò il cuore indurito del Ratisbonne; rinnova anche il nostro, e fà che non abbia altri palpiti, che per la virtù, altre aspirazioni che per il cielo! Ave Maria
O Madre di amore e Regina amabilissima, fosti tu che ottenesti i raggi della grazia alla mente del Ratisbonne, ed accendesti nel suo animo smarrito nella colpa, la fiamma di quell’amore celeste, che tanto lo elevò e lo nobilitò: tu pure purifica e infiamma di amore celeste i nostri cuori. Sì, o Maria, l’amore tuo e del tuo Figlio splenda sempre nei nostri costumi, suoni sulle nostre labbra, e ci renda degni del tuo sguardo e del tuo sorriso materno. Questo amore, o Benedetta, ci affratelli tutti in Gesù Cristo, unifichi le nostre menti e i nostri cuori, ci renda tutti fecondamente operosi per l’eterna salvezza, ci conduca a godere con te le gioie del Paradiso. Ave Maria
Preghiera di S.Bernardo: Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo, che alcuno ricorrendo alla tua protezione, implorando il tuo aiuto e chiedendo il tuo patrocinio, sia rimasto abbandonato. Animato da una tale confidenza, a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini, a te vengo e con le lacrime agli occhi, reo di mille peccati, mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie voci, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen.
Nessun commento:
Posta un commento