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mercoledì 2 settembre 2015

LA GIUSTIFICAZIONE

4 56) Che cosa è la giustificazione? La giustificazione dell’uomo, che ha origine dalla chiamata alla fede, sotto lo stimolo e con l’aiuto della grazia proveniente di Gesù Cristo, è il passaggio dallo stato di figliuolo dell’ira in cui l’uomo si trova per il peccato, allo stato di figliuolo di Dio, per la divina adozione. Essa non è solo remissione dei peccati, ma santificazione e rinnovazione dell’uomo interiore con l’infusione della grazia, e per la libera accettazione di essa. [Dio] ci ha liberati dal potere delle tenebre, e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati (Coloss, 1. 13). Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, …perchè ricevessimo l’adozione a figli (Gal. 4. 4-5). – Non avete ricevuto uno spirito da schiavi … ma lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abba! Padre!” (Rom. 8. 15) - Egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo (Tit. 3. 5). - Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove (II Cor. 5, 17). – Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura (Gal. 6. 15). 57) Che cosa s’intende per fede? Molti sono i significati che ha questa parola «fede» nella Scrittura e nel linguaggio comune. 1) Alcune volte significa coscienza e in questo senso S. Paolo dice: Tutto quello che non viene dalla fede è peccato (Rom. 14. 23); 2) Altre volte significa fedeltà, e così sogliamo dire che bisogna mantener fede alla parola data; 3) Altre volte significa veracità o sincerità, e di un uomo falso diciamo che non è degno di fede; 4) Spesso pure nella Scrittura significa fiducia. 5) Nel suo primo significato la fede è un assenso intellettuale a una determinata verità, non perchè si veda in se stesa, ma sull’autorità di chi lo attesta. 6) Di qui deriva che si chiami fede la stessa verità creduta, ossia l’oggetto della fede. E così S. Paolo dice: Fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede (Eb. 11. 1). La fede perciò viene dall’udito (Rom. 10.17). La fiducia di 4 In data 31 ottobre 1999 il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e la Federazione Luterana Mondiale hanno sottoscritto ad Augusta una 


“Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione”. Il valore di tale Dichiarazione è stato successivamente chiarito da una “Risposta Ufficiale della Chiesa Cattolica” alla Dichiarazione stessa. Tale risposta, nel ribadire che la Dichiarazione del 1999 rappresenta un progresso notevole nella mutua comprensione e nell'avvicinamento delle parti in dialogo, e che numerosi sono i punti di convergenza fra la posizione cattolica e quella luterana su una questione così controversa, ribadisce che non si può ancora parlare di un consenso tale che elimini ogni differenza fra i cattolici e i luterani nella comprensione della giustificazione. Pertanto, il revisore ritiene di conservare nella sua interezza il capitolo come redatto dal P. Genovesi, in quanto non superato dal dibattito teologico in corso. cui si parla nelle Scritture presuppone la fede, assenso intellettuale alla verità rivelata. 58) Che cosa s’intende per grazia? La parola «grazia» ha quattro significati: 1) Significa una buona qualità che si trova in qualcuno, che lo rende amabile, e così di un caro fanciullo diciamo che è grazioso; 2) Altre volte significa l’amore, e così di un suddito amato dal principe sogliamo dire che è nelle sue grazie; 3) spesso significa il frutto dell’amore, e chi ha avuto un beneficio dalla persona amata suole esclamare: Ho avuto questa grazia. 4) Infine significa la gratitudine, e a chi ci ha beneficato diciamo: Grazie! Riguardo al cristiano, la grazia è il frutto dell’amore di Dio che può essere un aiuto passeggero (grazia attuale) o un dono permanente (grazia abituale). Per la grazia abituale diviene consorte della divina natura, partecipe della vita stessa di Dio e figlio di Dio. Si tratta di un dono inerente all’anima, che la deifica. Essa trascende le esigenze di qualsiasi creatura esistente e possibile, e non può avere altra origine se non dalla infinita carità di Dio: E se lo è per grazia, non lo è per le opere, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia (Rom. 11. 6). 59) Che cosa s’intende per buone opere? Per «buone opere» si può intendere: 1) le opere naturali di infedeli o di peccatori; 2) le opere della legge Mosaica; 3) le opere compiute dall’uomo giustificato, ossia in grazia di Dio. Solo in questo terzo significato le opere hanno direttamente un valore per la vita eterna. Le opere dei peccatori possono essere salutari, ma non meritorie del premio eterno. 60) Che cosa s’intende quando si dice che la nostra giustificazione è gratuita? Si dice che siamo giustificati gratis, perchè nulla di ciò che precede la giustificazione, sia la fede, sia le opere naturali, meritano la grazia della giustificazione. 61) Come deve intendersi ciò che dice S. Paolo: Sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge, ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo (Gal. 2. 16)? E altrove: Non riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge? (Rom. 3. 28). S. Paolo vuol dire che non siamo giustificati per le opere della legge Mosaica, che è rimasta abrogata per il fatto stesso che si è compiuta in Gesù Cristo; ma per la fede in Gesù Cristo avviata dall’amore: In Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità (Gal. 5. 6.) 62) Non basta la sola fede per salvarci?La fede è necessaria per salvarci, perché è il principio, la radice e il fondamento della nostra giustificazione. Senza la fede non si può piacere a Dio (Eb. 11. 16). Chi non avrà creduto sarà condannato (Mc. 16. 16). Ma per conseguire la vita eterna occorrono pure le opere della vita morale: la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta (Giac. 2. 17); se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti (Matt. 19. 17). 63) Le buone opere non dovranno dirsi il frutto della fede? Le buone opere, ossia quelle meritorie della vita eterna, non sono il frutto della sola fede; ma sono frutto della grazia e della buona volontà insieme. Le opere dei peccatori, che non abbiano perduto la fede, possono essere salutari, ma non hanno nessun valore per la vita eterna: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Matt. 7. 21). 64) Se la vita eterna ci è data a titolo di eredità, perché siamo figli di Dio, che necessità c’è delle buone opere? Ai bambini che muoiono col solo battesimo la vita eterna è data a solo titolo di eredità; ma per gli adulti deve essere anche conquista, e sarà data pure a titolo di giustizia: Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno (II. Tim. 4. 7-8). 65) Che proporzione ci può essere tra le nostre opere e la vita eterna? Nessuna proporzione, se le buone opere fossero il frutto della sola volontà umana; ma se si considerano come frutto della grazia e della volontà, la proporzione c’è, perchè divino è il principio da cui promanano (la facoltà umana informata da un abito divino); e divino il termine a cui tendono (la vita eterna). [Siamo] coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rom. 8. 17).I SACRAMENTI 66) Che cosa sono i sacramenti? I sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia invisibile di Dio, istituiti permanentemente da Gesù Cristo per la nostra santificazione. 67) Non si potrebbe dire che i sacramenti sono semplicemente segni eccitativi della fede? No, perché ciò è contro la S. Scrittura e la tradizione cristiana, che attribuiscono allo stesso rito l’effetto soprannaturale. E’ il pio lavacro unito alla parola della fede che ci rende salvi (Tit. 3. 5); è l’imposizione delle mani che ci dà lo Spirito Santo (Att. 8.17); è la manducazione del Pane Vivo che ci fa vivere in Gesù Cristo (Giov. 6. 57), ecc. 68) Come può un elemento materiale produrre un effetto spirituale? I sacramenti non sono cause principali della grazia, ma strumentali, e come la penna usata dallo scrittore esprime il pensiero spirituale di questo, così il sacramento, per la virtù di Gesù Cristo causa la nostra santificazione. 69) Quanti sono i sacramenti? I sacramenti, secondo le testimonianze di tutta la tradizione cristiana, convalidata dalla S. Scrittura, sono sette: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine e Matrimonio. IL BATTESIMO 70) Che cosa è il battesimo? Il battesimo è il primo dei sacramenti e la porta degli altri. Per esso si entra nella Chiesa, si nasce alla vita soprannaturale e si diventa figli di Dio. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo (Gal. 3. 26-27). 71) E’ necessario il battesimo anche ai bambini? Il Battesimo è necessario anche ai bambini, perchè tutti si nasce col peccato originale. Gesù Cristo disse universalmente: Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio (Giov. 3. 5); e nessuna differenza fa tra adulti e infanti. Tutta l’antichità cristiana attesta questa pratica. S. Agostino dice: “Perciò ci si affretta a battezzare i bambini, perchè senza dubbio si crede che non possono altrimenti essere vivificati in Cristo” (Ep. 166).72) Perchè Gesù Cristo si fece battezzare da grande? Il battesimo amministrato dal Battista era un battesimo di penitenza, ed aveva efficacia unicamente dalla fede di chi lo riceveva. Contraddistinto da questo fu il battesimo che istituì Gesù Cristo, che è efficace di per se stesso per i meriti del. suo sangue: (Diceva il Battista): Colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo (Giov. 1. 33). Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me… vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Matt. 3. 11). Gesù volle essere battezzato per rendere santificatrici le acque e per accreditare la missione del Battista. Successivamente istituì il suo battesimo (Giov. 3. 22, 26).73) Il battesimo, per essere valido, deve esser fatto necessariamente per immersione? Il battesimo, quando concorrono gli altri requisiti, è sempre valido, sia che sia fatto per immersione, sia per infusione5, sia per aspersione6. In nessun luogo della Scrittura si prescrive che deve essere fatto per immersione. Il battesimo per immersione esprime più sensibilmente il simbolismo della morte e risurrezione di Gesù Cristo (Rom. 6. 4-5; Coloss. 2. 12); ma questo stesso simbolismo si salva pure col battesimo per infusione e per aspersione, perché anche così una parte del corpo viene coperta dall’acqua, come Cristo fu coperto dalla terra nella sua sepoltura (S. Tommaso, Summa Teologica, III. Q. 66 a.7 ad 2). Quello che è indispensabile nel battesimo è che sia un’abluzione o lavanda. Nel rito ambrosiano il battesimo è per immersione; nel rito romano per infusione. Al battesimo per infusione i Padri della Chiesa applicano questo testo della Scrittura: Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli (Ezech. 36. 25). E’ molto più verisimile che i tremila battezzati il giorno della Pentecoste, dopo il discorso di S. Pietro, fossero battezzati per infusione. Similmente è molto più probabile che S. Paolo battezzasse per infusione a Filippi il carceriere con tutta la famiglia (Att. 16. 33), come pure i dodici discepoli di Giovanni Battista (Att. 19. 5). CRESIMA 74) Dove si parla nella S. Scrittura della Cresima? Vi si allude spesso implicitamente nel Vangelo quando si accenna alla venuta dello Spirito Santo (Giov. 7. 39; 14. 16; 16. 7, ecc.), che discese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste (Att. 2); che viene comunicato invisibilmente a tutti i cristiani per mezzo della Cresima. Di questo rito si parla negli Atti degli Apostoli: (Pietro e Giovanni) imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo (8. 17). Non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue e a profetare (Att. 19. 6). 75) Donde viene la parola Cresima? Cresima deriva dalla voce greca crisma, che vuol dire unzione. A questo sacramento allude S. Giovanni, secondo la testimonianza di alcuni Padri, quando dice: Voi avete ricevuto l’Unzione (crisma) dal Santo, e tutti avete la conoscenza … l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca. …la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce (I Giov. 2. 20, 27). 76) Se l'imposizione delle mani fosse la nostra cresima, anche adesso i cresimati dovrebbero parlare nuove lingue e profetare. Certo anche adesso il sacramento della cresima conferisce lo Spirito Santo coi suoi doni, che perfezionano l’anima. Se mancano universalmente quei segni esteriori di profezie, di parlar nuove lingue ecc., ciò avviene, dice S. Agostino, perchè quei carismi erano necessari ai primordi della Chiesa (L. II. c. Don., c. 16). I miracoli sono necessari per gli infedeli (I Cor. 14. 22). Del resto, neppure allora questi segni erano manifesti universalmente in tutti; e nella Chiesa di Dio anche al presente permangono questi segni, come appare dalle vite di alcuni Santi.

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