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sabato 18 luglio 2015

They Sang All the Way to the Guillotine


On January 26, 1957, the Teatro alla Scala in Milan was the site of a new opera by noted French Catholic composer François Poulenc. Le Dialogue des Carmélites (The Dialogue of the Carmelites) was based in part on a screenplay written by the Catholic writer Georges Bernanos and inspired by Gertrud von le Fort’s German novella, Die Letzte am Schafott (" The Last on the Scaffold"). The new work presented a seemingly odd choice for its subject—the execution of sixteen French Carmelite nuns from Compiègne during the darkest days of the French Revolution.

The opera was recognized immediately as one of the greatest of the twentieth century and opened to rave reviews both in Italy and France. At the heart of Poulenc’s opera is the harrowing approach of death for the nuns in the Carmelite cloister of Compiègne and the way that each of them makes her own spiritual journey to martyrdom, despite the chances to surrender her faith and so live. The opera ends, like the lives of the nuns, upon the scaffold in Paris, with the nuns singing a hymn. One by one their voices are silenced, but the power of their message sings on into eternity.

Poulenc’s effort remains a powerful and frequently performed work of classical opera. Its very success reminds us that the deaths of some French nuns during French Revolution have not been forgotten, and the examples of faith in the face of repression and anti-Catholic persecutions are eternal ones.

mercoledì 15 luglio 2015

Maria Santissima del Monte Carmelo


Devozione alla Madonna del Carmine


Che cosa significa - che cosa comporta

La devozione a Maria nel Carmelo - legata alla storia e ai valori spirituale dell'Ordine dei "frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo" (Carmelitani) - è espressa mediante lo "Scapolare del Carmine" - o "abitino" (indicato anche con altri nomi secondo i diversi luoghi) - ed è una delle devozioni più amate tra il popolo di Dio.


La grande diffusione sembra doversi ricondurre alla tradizione di una visione della Madonna, documentata almeno alla fine del secolo XIV. È una devozione antica, che, tuttavia, conserva tutta la sua validità, se compresa e vissuta nei suoi valori autentici.


Lo Scapolare del Carmine

La decisione di consacrarsi a Maria deriva da una scelta della volontà, mossa dalla fede e dall'amore. È quindi un atto intimo, personale, che impegna le facoltà dell'anima. Può tuttaviamanifestarsi esternamente per mezzo di un rito o di segni, che cadono sotto l'esperienza dei sensi e possono essere percepiti dagli altri.

L'uso di espressioni sensibili è pienamente conforme alla natura dell'uomo, che solo attraverso i sensi comunica con il mondo esterno. Viviamo in un mondo fatto di realtà materiali piene si simbolismo: la luce, il fuoco, l'acqua..

Nella vita di ogni giorno, esistono anche esperienze di relazioni tra gli esseri umani, che esprimono e simboleggiano cose più profonde, come il condividere il pasto (segno di amicizia), partecipare ad una manifestazione di massa (segno di solidarietà), celebrare insieme un anniversario nazionale (simbolo di identità). Gesù è il grande dono e il segno dell'amore del Padre. Egli stabilì la Chiesa come segno e strumento del suo amore. Nella vita cristiana ci sono anche dei segni. Gesù li utilizzò: il pane, il vino, l'acqua... per farci comprendere realtà superiori che non vediamo e non tocchiamo.Nella celebrazione della Santa Messa e dei sacramenti (battesimo, confermazione, riconciliazione, matrimonio, ordine , unzione degli infermi) i simboli (acqua, olio, imposizione delle mani, anelli...) esprimono il loro significato e ci introducono in una comunicazione con Dio, presente attraverso loro.

Oltre ai segni liturgici, esistono nella Chiesa altri segni, legati ad un avvenimento, ad una tradizione, ad una persona. Uno di essi è lo Scapolare del Carmine.

La consacrazione alla Madonna, mediante lo Scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo generoso di imitarla.

Esso è un richiamo a penetrare il mistero della sua vita interiore, del suo servizio amoroso e della sua unione ontinua con Cristo Gesù.

La vera imitazione della Madonna investe tutta la vita, le disposizioni interiori e le relazioni con gli altri, portandoci a fare ogni cosa come Lei l'avrebbe compiuta.

Rettamente intesa, tale consacrazione, non porta né ad una devozione "intimistica", che pretende farsi "bella" agli occhi di Dio trascurando i fratelli, dimenticandosi che "ci si salva insieme"; né può dar adito all'accusa di "mettere in second'ordine Gesù Cristo". 
Che cosa sta più a cuore, infatti, a Maria se non che nei nostri cuori regni suo Figlio? Ben conscia di tale verità, la Chiesa stessa continua a proporci l'imitazione di Maria, proclamata la "prima cristiana", l'ideale di ogni uomo che voglia vivere nel modo più pieno il rapporto di amicizia e di amore con Dio. 
"Maria è riconosciuta eccellentissimo modello della Chiesa, nell'ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo, cioè di quella disposizione interiore, con cui la Chiesa, sposa amatissima, strettamente associata al suo Signore, lo invoca, e per mezzo di Lui, rende culto all'eterno Padre" 

La consacrazione alla Madonna richiede anche di operare in suo onore.

Come figli affezionati, i suoi fedeli cercano di farla conoscere ed amare anche dagli altri, e cooperano, con i mezzi suggeriti dalle circostanze, alla diffusione del suo culto. 
È quindi una devozione da viversi in profondità; una devozione che si inserisce nel tessuto della vita cristiana, come motivo di speranza e come stimolo ad una maggior fedeltà nel servizio di Dio e della Chiesa.

Colui che riveste lo Scapolare si impegnerà nell' ossequio di Cristo e di Maria, come è inteso e vissuto secondo il carisma dell'Ordine carmelitano.

I membri della Famiglia carmelitana vivono tale loro impegno in diversi modi: nell'intimità de loro rapporto con Dio, nella vita fraterna, nell'apostolato, nella vita sociale. Tale "ossequio" si concretizzerà nel * vivere da "fratelli" o "sorelle" di Maria in comunione con il Carmelo. Ciò comporta un' impegno per approfondirne lo spirito, viverne gli ideali e la storia, pregare e collaborare con esso, perché nella fedeltà al proprio carisma e alla propria vocazione, esso rifletta nel mondo Maria che dona a tutti Gesù.

E infine un vera devozione non può che dare a Maria sempre più spazio nella propria vita,

- cercando di vivere nel proprio ambiente la fedeltà al Signore con lo spirito della Madonna:

- imitando la "Vergine orante" che "custodiva la parola di Dio nel suo cuore" (cf Lc 2, \9.51), e dedicando qualche tempo all'incontro con Dio nella preghiera, partecipando con fede al culto della Chiesa, specialmente nell'Eucaristia, recitando ogni giorno qualche Ora Liturgica o alcuni salmi o il santo rosario. Fare in modo che, nell'attenzione alla presenza del Dio vivo, ogni aspetto della vita diventi una preghiera, pur nella realtà degli impegni e del lavoro.

Lo Scapolare è segno dell'amore di Maria, specchio della bontà e della misericordia della SS.ma Trinità. L'impegno di vita è risposta a quell'amore, ed è frutto delle ricchezze ed energie spirituali riversate nel cuore dei devoti.



La Novena

Una Novena di preghiera e d'intercessione è un'antica tradizione della Chiesa. Si ispira alla preghiera fatta con un cuore solo dagli apostoli, riuniti attorno a Maria nel Cenacolo, durante i nove giorni che separano l'Ascensione del Signore dalla discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste (At 2,1-4).

Ogni Novena persegue un fine spirituale o materiale. Nessun aspetto della nostra vita è indifferente, e meno ancora straniero, al Padre Nostro che è nei Cieli. Egli ci accorda ogni grazia, ogni dono che favorisce la nostra crescita spirituale, a condizione che noi glielo chiediamo: «Chiedete e vi sarà dato» (Mt 7,7).

Il nostro Padre celeste ama ricolmare i suoi figli di cose buone. Esaudisce le nostre preghiere a suo tempo, il che, naturalmente, non corrisponde sempre alle nostre attese. A modo suo non lascia alcuna preghiera inascoltata: anche se le risposte non sono le nostre, possiamo essere certi che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (cfr. Rm 8,28). Una novena produce buoni frutti quando è fatta con fervore e nel totale abbandono alla volontà di Dio.
PREGHIERA PER LA NOVENA

O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto, Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

1. O Vergine Maria, che in mille modi dimostri la tua missione di mediatrice di ogni grazia, e che nel Santo Scapolare Ti compiaci di manifestare ai tuoi devoti una speciale protezione materna: fà che portando questo segno di predilezione ci dimostriamo veri tuoi figli.

Ave Maria...

2. O Regina del Carmelo, che nel santo Scapolare col segno di protezione ci dai un richiamo alla modestia, alla mortificazione, alla preghiera, alla consacrazione al tuo Cuore Immacolato: fà che sappiamo comprendere questo linguaggio, così da essere di esempio ai nostri fratelli e sperimentare il tuo potente patrocinio.

Ave Maria...

3. O Madre del Carmelo, che a quanti portano con fiducia il Santo Scapolare hai promesso aiuto nei pericoli, salvezza dall'inferno e una sollecita liberazione dal purgatorio: fà che anche noi siamo tra coloro che meritano tali favori e grazie, così da venire a lodarTi e ringraziarTi in Cielo.

Ave Maria...

O Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo, unita mirabilmente al mistero della Redenzione, Tu hai accolto e custodito nel cuore la Parola di Dio e hai perseverato con gli Apostoli in preghiera nell'attesa dello Spirito Santo.

In Te, come in una perfetta immagine, noi vediamo realizzato quello che desideriamo e speriamo di essere nella Chiesa.

Vergine Maria, mistica stella del Monte Carmelo, illuminaci e guidaci sulla via della perfetta carità; attiraci nella contemplazione del volto del Signore.

Veglia con amore su noi tuoi figli rivestiti del tuo Santo Scapolare, segno della tua protezione e risplendi sul nostro cammino, perché giungiamo alla vetta del monte che è Cristo Gesù, tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

sabato 11 luglio 2015

Santa Faustina: sono 11 i peccati mortali.Io che ho visto l’inferno vi dico state lontani da loro


Santa Faustina è l’apostola della divina misericordia e potrebbe sembrare strano che proprio attraverso lei Gesù Cristo abbia deciso di darci la più esaustiva catechesi del secolo scorso sull’Inferno.

Queste sono le parole che la Santa mistica scrisse nel proprio diario:


“Oggi, guidata da un angelo, sono stata negli abissi infernali. E’ un luogo di grandi torture e lo spazio che occupa è vastissimo”.

“Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie”.

11 PECCATI MORTALI:

Ogni spirito dannato subisce tormenti eterni a seconda del peccato in cui si decise di perseverare in vita: è la cosiddetta pena del senso. Ci sono gradi di sofferenza diversi a seconda dell’intensità del peccato, ma tutti gli spiriti dannati soffrono. I peccati intellettivi sono più gravi di quelli carnali, quindi vengono puniti con più gravità. I demoni non potevano peccare per debolezza carnale, come noi uomini, per questo i loro peccati sono gravissimi, eppure ci sono uomini dannati che soffrono più di alcuni demoni, perché l’intensità del loro peccato in vita superò addirittura quello di taluni spiriti angelici. Tra i peccati, ce ne sono quattro particolarmente gravi, sono i cosiddetti peccati che invocano la vendetta divina: l’omicidio volontario, le perversioni sessuali che confondono la società (sodomia e pedofilia), l’oppressione dei poveri, il defraudamento della giusta mercede a chi lavora. Questi peccati gravissimi più di tutti “accendono l’ira di Dio”, perché egli ha cura di ogni suo figlio, soprattutto dei più piccoli, dei più poveri, dei più deboli. Ci sono anche altri sette peccati, particolarmente gravi anche perché mortali per l’anima, e sono i sette peccati contro lo Spirito Santo: la disperazione della salvezza, la presunzione di salvarsi senza merito (questo peccato è molto diffuso tra i protestanti che credono di salvarsi “per sola fede”), impugnare la verità conosciuta, l’invidia della grazia altrui, l’ostinazione nei peccati, l’impenitenza finale. Gli esorcismi sono la prova che gli spiriti dannati convivono eternamente con il proprio peccato. I demoni, infatti, si differenziano proprio a seconda del loro “peccato”: ci sono demoni dell’ira e quindi si manifestano con rabbia e furore; demoni della disperazione e quindi si mostrano sempre tristi e senza speranza, demoni dell’invidia e quindi più degli altri odiano tutto ciò che li circonda, inclusi gli altri demoni. Poi ci sono i peccati dettati dalla debolezza carnale e dalle passioni. Essi sono di intensità minore, perché dettati dalla debolezza della carne, ma possono essere egualmente gravi e quindi mortali per l’anima, perché comunque deformano lo spirito e allontanano dalla grazia. Sono proprio questi i peccati che più trascinano le anime all’Inferno, come ha detto la Beata Vergine Maria ai tre veggenti di Fatima. “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione, lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26,41).

venerdì 10 luglio 2015

VE LO AVEVO DETTO!


di Daniele Casi

“Se l’attuale Pontefice continuerà nel modo in cui ha iniziato, dividerà la chiesa. Sta esplodendo tutto, la gente dirà che è impossibile che lui sia il Papa, e lo rifiuterà”. Era il 12 ottobre 2013 ed a dichiararlo, nel corso di una conferenza[1] a Kansas City (USA), era mons. Bernard Fellay. La luna di miele fra il mondo cattolico ed il papa argentino era però, in quel momento, un quotidiano idillio; un peana galattico; un infinito crescendo di consenso globale.

Ricordate le cronache dei vaticanisti di corte? Parlavano di chiese tornate a riempirsi, di code ai confessionali, di torme di divorziati coinvolti in nuove relazioni concubine che quasi “bussavano” alle porte dei Tabernacoli per ricevere la Santa Comunione… Le parole del Superiore Generale della FSSPX suonarono, perciò, fastidiose come non mai; per giunta, questo guastafeste “scomunicato”, osava dichiarare addirittura che: “la situazione della Chiesa è un vero e proprio disastro. E il Papa attuale la sta rendendo 10.000 volte peggiore”. Il solito Tornielli, che non perde mai l’occasione di stigmatizzare tutto ciò che giunge da Ecône e dintorni, parlò di: “un attacco frontale e durissimo contro Papa Francesco”[2].

Il tempo, si sa, è galantuomo e così, nel corso dei quasi due anni trascorsi da allora, non si contano davvero più gli episodi, le iniziative assunte, i gesti e le immagini che hanno dato sostanza a quel giudizio affatto miope e fazioso. Forse, però, mai come in questi ultimissimi giorni, è stata forte la percezione che, davvero, stia esplodendo tutto. A trasmetterne la sensazione sono stati i fatti e gli antefatti ruotati attorno alla pubblicazione della nuova Enciclica, alla manifestazione di Roma in difesa della famiglia tradizionale ed alla visita papale a Torino conclusasi da poche ore. Chi segue passo passo la vita della Chiesa è già ben informato sull’incredibile e ‘misericordiosa’ cacciata del miglior vaticanista italiano[3] dalla Sala Stampa della Santa Sede; dei contenuti, a dir poco “innovativi”, rispetto agli standard del magistero pontificio, riversati in ‘Laudato Sì’; infine della visita a Torino di Francesco con il corollario ecumenico fatto d’immancabili abbracci, baci di bibbie protestanti ed inusitate richieste di scuse agli orgogliosi eredi di quegli eretici che, per tacer del resto, tentarono varie volte di assassinare San Giovanni Bosco.

Si potrebbe obiettare: quid novi? Apparentemente nulla: siamo di fronte al consueto spettacolo del circo conciliare che va in scena da cinquant’anni giusti giusti. Anzi, a dirla tutta ci fu chi seppe far di meglio, ad esempio baciando il Corano o inscenando una solenne azione liturgica giubilare nella Basilica Vaticana per chiedere perdono a tutti, tranne che a Dio Onnipotente, dei peccati della Chiesa. A guardar bene, però, qualcosa di nuovo c’è. Si comincia ad avvertire il disagio e l’insofferenza. Trapela sempre più di frequente, non sulla bocca dei commentatori più o meno di sistema, ma su quella dei semplici fedeli; di quelli che, fino ad oggi, hanno taciuto, hanno giustificato, hanno cercato di vedere il bicchiere (di Mate) mezzo pieno e che, adesso, hanno fatto indigestione.

Riporto ad esempio, il commento pubblicato sulla sua pagina Facebook da un mio ‘contatto’, fortemente scosso dalle immagini vedute nel Tempio Valdese di Torino: “Piango per quelle Sorelle e per quei Fratelli che piangono quasi ogni giorno perché la nostra Fede e la gloriosa Storia della Chiesa vengono irrise e grossolanamente affidate al pubblico dileggio. Era tutto scritto ma non immaginavo che sarebbe avvenuto così rapidamente”. Altre lacrime, di gioia e di tristezza, potrebbero essere versate attorno alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli” di sabato scorso a Roma. Gioia per un popolo numeroso che si è mosso per una causa sacrosanta; infinita, invece, la tristezza per la contrarietà all’evento, esplicita o sussurrata, di troppi suoi vescovi[4] (e vertici di movimenti ecclesiali) che, giustamente, sono stati disobbediti certificando, tuttavia, non solo il drammatico scollamento fra pastori e gregge su questioni di capitale importanza, ma la ormai quasi assoluta subalternità della gerarchia all’agenda mondialista.

Da tempo gira su internet un simpatico ma simbolicamente significativo ‘meme’: mons. Lefebvre vi compare in una foto ufficiale con sovrascritto: “Ve lo avevo detto!”. Sì, il Fondatore della Fraternità San Pio X, più di quarant’anni fa, all’inizio della ‘Nuova Pentecoste’ aveva previsto, con sapienza e saggezza, tutto questo; così come ha fatto, il suo successore, all’inizio della ‘Chiesa di Francesco’. Motus in fine velocior[5] è una massima utilizzata tante volte[6] in questi ultimi anni. Vale perciò la pena di chiederselo davvero: quanto tempo rimane, ancora, prima dell’esplosione?

giovedì 9 luglio 2015

La scomparsa del marchese Luigi Coda Nunziante

I funerali del marchese Luigi Coda Nunziante si svolgeranno venerdì 10 luglio 2015 alle 10.30 nella Chiesa dei Santi Michele e Gaetano a Firenze, secondo il Rito romano antico. Preghiamo Dio Onnipotente perchè doni al suo servo fedele il riposo e il premio dei giusti
marchese Luigi Coda Nunziante


La sera di martedì 7 luglio nella sua villa di Colognole, presso Firenze è venuto a mancare il marchese Luigi Coda Nunziante di San Ferdinando, presidente dell’Associazione Famiglia Domani e protagonista instancabile di tante battaglie in difesa della famiglia e dei valori tradizionali. 
Il marchese Luigi Coda Nunziante era nato a Napoli il 20 settembre 1930 da un’illustre famiglia che contava, tra i suoi antenati, quel Vito Nunziante, che, con il cardinal Ruffo, aveva capeggiato l’insorgenza antigiacobina del 1799. Un’altra figura preminente era stato il marchese Ferdinando Nunziante, deputato per quattro legislature e poi senatore del Regno, distintosi per le sue opere benefiche nel Mezzogiorno, e soprattutto per il suo aiuto prestato agli orfani del Terremoto di Messina.

Dopo aver frequentato l’Accademia di Livorno, Luigi Coda Nunziante era entrato come ufficiale nella Marina militare italiana, raggiungendo il grado di capitano di fregata e svolgendo importanti missioni come pilota militare sulle portaerei. Dimessosi dal servizio permanente effettivo, si era dedicato con slancio a servire il Paese nella vita pubblica. Dopo una breve esperienza politica nelle fila del Movimento Sociale italiano, aveva compreso la necessità di una ricostruzione culturale e morale della società al di fuori dei partiti politici.

Aveva partecipato attivamente a tutte le iniziative del Centro Culturale e poi della Fondazione Lepanto e nel 1987 aveva fondato e diretto l’Associazione Famiglia Domani, distintasi per le sue campagne pubbliche in difesa dei valori familiari. Insieme alla principessa Elvina Pallavicini costituì nel 1997 la associazione Noblesse et Tradition, che raccoglieva qualificati esponenti dell’aristocrazia internazionale. Il suo ultimo intervento pubblico avvenne il 9 marzo di quest’anno a Palazzo Pallavicini per ricordare i dieci anni di scomparsa della principessa romana. In quest’occasione rievocò l’immagine, utilizzata dal cardinale Stickler, dei “Triari”, i soldati più esperti, più agguerriti, più coraggiosi che l’esercito romano schierava nell’ultima fila di battaglia. Quando erano sconvolte la prima, la seconda fila, la terza, risuonava il grido «res ad triarios venit».

Era l’ultima possibilità. E più di una volta, anzi si può dire quasi sempre, i Triari riuscivano a travolgere gli attaccanti e a rivoluzionare completamente le sorti della battaglia. I Triari moderni oggi sono le élites tradizionali e le élites spirituali analoghe moderne. E il marchese Coda Nunziante faceva sua la preghiera all’Onnipotente del cardinale Stickler affinché «attraverso e con l’intercessione della Madonna di Lepanto e di Vienna, questi triarii nuovi, rinnovati, accresciuti attraverso le nobiltà spirituali moderne, possano veramente rovesciare le sorti di questa lotta, di questa sconfitta che ci minaccia tutti e che possano veramente portare a nuove conquiste, a nuovi trionfi dei nuovi e antichi valori umani e cristiani».

Luigi Coda Nunziante apparteneva a questa élite. Fu un cattolico esemplare e un perfetto gentiluomo formato ai sentimenti dell’onore e all’attaccamento ai valori patriottici e religiosi che seppe trasmettere ai suoi familiari. Era sposato con la contessa Gabriella Spalletti Trivelli da cui ha avuto cinque figli e quindici nipoti.

La Fondazione Lepanto e la redazione di Corrispondenza Romana sono vicine con l’affetto e con la preghiera a tutta la famiglia e in particolare a Virginia Coda Nunziante, animatrice infaticabile della Marcia per la Vita e di tante altre iniziative. I funerali del marchese Coda Nunziante si svolgeranno venerdì 10 luglio 2015 alle 10.30 nella Chiesa dei Santi Michele e Gaetano a Firenze, secondo il Rito romano antico, a cui egli era sempre rimasto fedele.

http://www.corrispondenzaromana.it/la-scomparsa-del-marchese-luigi-coda-nunziante/

IO STO CON DANILO


di Andrea Giacobazzi

Mi trovo a scrivere per una notizia che probabilmente molti di voi già conoscono. Danilo Quinto ha visto sparire la sua principale fonte di reddito per la fedeltà a ciò in cui crede, per aver scritto alcuni articoli apparsi su Radio Spada e per aver pubblicato (sempre con le Edizioni Radio Spada) il libro “Ancilla Hominis“, in cui le opinioni sull’operato di Francesco sono apparse ad alcuni troppo dure. [Per leggere qualche dettaglio in più sulla vicenda, leggere l’articolo: Danilo Quinto licenziato per le sue opinioni e per il libro pubblicato con noi]

Non entrerò nel merito degli scritti di Danilo, non mi interessa. Per certo posso affermare che era un ben pagato dirigente del Partito Radicale, con ampie possibilità di essere candidato ed eletto al Parlamento.

Ha lasciato tutto per convertirsi al Cattolicesimo: ha lasciato l’incarico di tesoriere, ha lasciato la possibilità di diventare “onorevole”, ha lasciato la carriera e i soldi sicuri per mettersi in cammino su una strada dura e pericolosa. L’ha fatto, certo che le stesse mani che lo applaudivano, lo avrebbero prontamente schiaffeggiato. Si è riempito di debiti per tenere testa alla situazione ma è andato avanti.

Giunto con genuinità nella Chiesa, ne ha visto presto l’immane crisi, e con la stessa fermezza con cui si è dissociato dai suoi precedenti “colleghi” radicali, si è opposto agli atteggiamenti contrari alla Fede propri di larghissima parte della gerarchia e dello stesso Francesco. La scure di alcuni zelanti avrebbe dovuto presto fargli visita. Ora è senza reddito, senza proprietà di beni immobili, senza auto ma con una famiglia intorno. Una famiglia che quotidianamente implica delle spese.

Ciò che mi permetto di chiedere con queste poche righe è di entrare tutti in questa famiglia dando il nostro contributo, per permettere a Danilo di resistere, in attesa di un nuovo lavoro. In coscienza, non possiamo fare altrimenti. In una recente chiacchierata mi ha detto: “Ho tentato di tutto in questi dieci anni di conversione per sopravvivere insieme alla mia famiglia e non ho rimpianto nulla di quello che ho lasciato: la sicurezza economica, la prospettiva di una carriera politica. Mi sono abbandonato alla volontà di Dio. Non posso mollare”.

Neanche noi possiamo mollarlo.

Che fare, quindi? Inviare i nostri contributi al suo IBAN (che è in calce a questo testo) e comprare – operazione simbolicamente non secondaria – il suo libro “Ancilla Hominis”, magari facendo acquisti “militanti” di molte copie, da regalare a nostra volta per far conoscere la sua storia.

Non aggiungo altro, il tempo delle parole è finito.

*** *** ***

Banca UNICREDIT,

Intestatario: PASQUALE QUINTO (è il nome sui documenti)

Codice IBAN: IT 66 Y 02008 04020 000101365598.

Causale: Donazione – Campagna #IOSTOCONDANILO

mercoledì 1 luglio 2015

Preziosissimo Sangue di Gesù, coronamento del mese del Sacro Cuore.




Proprio all'inizio del mese di Luglio, dedicato a celebrare le glorie e i benefici del Preziosissimo Sangue di Gesù, la Chiesa ci ha fatto celebrare fino a qualche tempo fa, in onore di questo Sangue, una festa solenne, quasi a coronamento del mese del Sacro Cuore.

L'origine di questa festa non è antica: risale a Pio IX, il cui pontificato fu una delle epoche più gloriose per lo sviluppo di questa devozione. Già si celebrava in qualche luogo una festa del Preziosissimo Sangue nel venerdì della quarta settimana di Quaresima, ma fu Pio IX a voler istituire una festa universale alla prima domenica di luglio, come un monumento alle vicissitudini della S. Sede e come un "Te Deum" perpetuo di ringraziamento per l'ottenuta liberazione dall'esilio di Gaeta.
La festa fu poi fissata da S. Pio X al primo luglio.

II significato di questa solennità che si celebrava è del tutto affine a quello del Sacro Cuore, con cui aveva in comune il Vangelo della Messa. 
C'è un'intima relazione tra il Cuore e il Sangue, non solo perché dal Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, sgorgò acqua e Sangue, ma anche perché il primo calice nel quale quel Sangue Divino fu consacrato e vivificato, fu proprio il Cuore dei Verbo incarnato. 
La Santa Messa esalta l'efficacia redentrice del Preziosissimo Sangue e ci invita a dissetarci alle fonti divine delle Piaghe di Gesù, affinché il suo Sangue sia pegno per noi di vita eterna.