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martedì 18 febbraio 2014

A tutti viene data una Chiesa tranne per chi rimane cattolico



In molte città esistono chiese consacrate cattoliche concesse a eretici e scismatici. Ultimo, in ordine temporale, che dobbiamo denunciare, anche per sensibilizzare l’opinione pubblica, avviene a Teramo nella chiesa di San Luca, Patrono dei Pittori, edificata nel XIV secolo e ci viene raccontata da un testimone diretto:

“Passo ogni giorno lì davanti e un giovedì pomeriggio sentii cantare dentro la chiesetta….mi avvicino e vedo la coppa di sabbia con le candeline, il pope girato verso l’altare e donne di nazionalità rumena dirmi che era una celebrazione “bizantina”.

Ho avuto dubbi se fossero uniati e/o cattolici di rito orientale ma prima su internet (dove si fa menzione però soltanto alla località Scerne di Pineto) e poi entrando il giorno successivo nella chiesetta, ho letto il manifestino (foto a lato) dove si desume che sono “ortodossi”. Nel senso di scismatici ortodossi rumeni. E’ una chiesetta quasi sempre aperta ma senza celebrazioni, utilizzata per fare il presepe, un’annessione della chiesa di Sant’Antonio che stà a ridosso. Il problema è sempre lo stesso: “vescovi” che lasciano usare chiese consacrate come strumenti di ecumenisimo, alla faccia di San Giosafat che fu martirizzato proprio dagli scismatici…”Vi propongo un'altro esempio di sano ecumenismo come viene chiamato oggi giorno:
* CHIESA DEL MEGALOMARTIRE SAN GIORGIO A ROMA:


Gli esordi risalgono al maggio 1990 quando lo ieromonaco Barnaba El Soryani iniziò a celebrare a Roma. Egli continuò fino al giugno 1995 quando, ordinato vescovo, fu coadiuvato dallo ieromonaco Danyal El Soryani che, giunto dall'Egitto, servì a Roma dal luglio 1995 al luglio 1997. Poi fu la volta dello ieromonaco arciprete Theofilos El Soryani. Giunto a Roma nel marzo 1997, fu ordinato da mons. Barnaba vicario generale e, ancora oggi, continua a servire in questa chiesa. In seguito giunse a servire in questa chiesa Antonio Gimmy che mons. Barnaba chiese a S.S. Shenuda III di poter ordinare sacerdote per Roma. L'ordinazione ebbe luogo il 3 marzo 1998 e il rev. Antonio gimmy servì nella chiesa di San Giorgio a Roma fino al 2003. Dal 2005 al 2007, con l'aumento del numero dei fedeli, fu designato lo ieromonaco Danyal El Bakhoumy ad assistere lo ieromonaco Theofilos El Soryani nelle sue mansioni. A partire dal 2007 e fino ad oggi, a coadiuvare il rev. Theofilos è il rev. Giovanni Sobhi.

Questa chiesa fu ospitata dal maggio 1990 all'agosto del 1994 nella chiesa cattolica di San Callisto, al centro di Roma. Dall'agosto 1994, con l'aiuto dell'ufficio pontificio per l'unità delle chiese, fu data in locazione alla comunità copta romana la chiesa di San Paolo a Largo Argentina (citata negli Atti degli Apostoli nell'ultimo capitolo) dove l'Apostolo Paolo visse due anni. Ciò durò fino al 1997 quando fu chiusa a causa dei danni provocati da un terremoto che ne causò l'inagibilità.

In seguito ci si accordò per una grande sala per 600 persone all'interno della chiesa salesiana di San Giovanni, al Tuscolano. L'attività parrocchiale in questa chiesa durò fino al maggio 1999. Nello stesso mese mons. Barnaba riuscì ad ottenere dal comune di Roma uno spazio da poter gestire autonomamente per la costruzione di una chiesa secondo i criteri stabiliti dalla tradizione copta. Fu allora concesso un ampio garage abbandonato di circa 1100 m2, in zona Via Tiburtina, che fu consegnato a mons. Barnaba il quale lo riorganizzò di modo che convenisse alle esigenze proprie di una chiesa. E' stata, inoltre, dipinta appositamente una iconostasi con icone di tradizione copta dipinte dalle monache di San Damiana. Nella chiesa sono presenti tre altari consacrati a San Giorgio, San Mina e Abu Sefen. E' stata inaugurata nell'agosto 1999 ed è ancora attiva. La chiesa serve circa 450 famiglie e 300 ragazzi.- See more at: http://www.coptiortodossiroma.it/coptiitalia/roma.html#sthash.1uAcWMcO.dpuf
Questa è ancora più Bella il Papa Giovanni Paolo II anno 2003 dona agli Ortodossi Bulgari che non sono in comunione con la Sede Apostolica sempre in virtù del dialogo e dell'ecumenismo la bellissima Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio  a Fontana di Trevi vi propongo il discorso del defunto Pontefice alla delegazione Bulgara.
  DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II



                          ALLA CHIESA ORTODOSSA DI BULGARIA


                              Lunedì 26 maggio 2003


Signor Cardinale,
Venerati Metropoliti e Vescovi,
Carissimi tutti nel Signore!


1. «Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal nostro Signore Gesù Cristo» (Ef 1,2).


Con sentimenti di gioia vi rivolgo il saluto tanto spesso ripetuto dall'Apostolo Paolo, evocando davanti a voi il nome di Dio, Padre della gloria, che illumina gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale "speranza" egli ci ha chiamati in Cristo e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua "forza" (cfr Ef 1, 17 -19).


Ringrazio il Metropolita Kalinik per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome dell’intera Delegazione. Saluto il Card. Walter Kasper e i Vescovi cattolici che lo accompagnano.


Il nostro incontro, oggi, ci chiama realmente alla speranza. Avvertiamo, con animo riconoscente l’efficace forza di Colui, che tutto può malgrado gli ostacoli umani al libero effondersi della sua grazia. Sentiamo crescere il desiderio di una più profonda comunione tra noi, e intravediamo, con maggiore chiarezza, la strada da percorrere.


La speranza è tanto più fondata perché non ci incontriamo per la prima volta, ma piuttosto ci ritroviamo, ad un anno di distanza dalla mia visita a Sofia. Il 24 maggio dello scorso anno, nel Palazzo Patriarcale, ebbi la gioia di intrattenermi per la prima volta, con Sua Beatitudine Maxim. Fu un incontro fraterno che portava in sé la forza di suscitarne altri. Si sono come abbreviate le distanze, si conosce meglio il fratello. Si crea il contesto giusto entro il quale cresce la fiducia reciproca, condizione previa verso l'intesa, la convivenza pacifica, e la comunione.


2. Non potrò mai dimenticare il mio viaggio nella vostra Terra! Vi prego di trasmettere a Sua Beatitudine Maxim il mio commosso ricordo che si alimenta nella preghiera; vi chiedo di rinnovarGli l’espressione della mia vicinanza spirituale nell’anelito che si concretizzi quanto prima la piena unità dei cristiani cattolici e ortodossi. Unisco inoltre l’augurio più sincero, a qualche giorno di distanza dalle solenni celebrazioni che hanno commemorato a Sofia il cinquantesimo anniversario del ristabilimento del Patriarcato.


Denso di responsabilità è, in questo inizio del nuovo millennio, il compito di Sua Beatitudine Maxim, della Chiesa ortodossa di Bulgaria e del suo Santo Sinodo. Mentre anche la Bulgaria si apre al nuovo, protesa verso un’Europa allargata, occorre ravvivare quel ricco patrimonio di fede e di cultura che la Chiesa e la nazione bulgara condividono, e che costituisce il miracolo dell' opera di evangelizzazione compiuta dai due Santi Fratelli di Tessalonica, Cirillo e Metodio, il cui retaggio, dopo undici secoli di cristianesimo tra gli Slavi, è e resta per loro più profondo e più forte di ogni divisione (cfr. Epistola Enciclica Slavorum Apostoli, 25).


3. Nel riproporre con un linguaggio più fruibile alle nuove generazioni il contributo di Cirillo e Metodio, tramite unificante di popoli tra loro diversi, la Chiesa ortodossa di Bulgaria, può, a sua volta, rinnovare, con forza e per diretta esperienza, l'intuizione evangelica dei Santi Fratelli secondo cui le diverse condizioni di vita delle singole Chiese cristiane non possono mai giustificare dissonanze, discordie, lacerazioni nella professione dell'unica fede e nella pratica della carità (cfribid., 11). Prossimo ormai alla morte, qui a Roma, Cirillo, come leggiamo nella sua Vita, si rivolgeva al Signore con queste parole: «Fa’ di loro, o Signore, un popolo eletto, unanime nella vera fede e nell'autentica dottrina; fa crescere la tua Chiesa, e raduna tutti i suoi membri nell'unità».


Questo messaggio di fede, così radicato nella vostra cultura e nel vostro essere Chiesa, è e resta il traguardo a cui tendere affinché l’Oriente e l’Occidente cristiani possano pienamente ricongiungersi e far meglio risplendere insieme il pleroma della cattolicità della Chiesa.


Carissimi Fratelli! La vostra delegazione è qui a Roma per più di un motivo. Anzitutto la data della visita coincide con la ricorrenza della festa dei Santi Cirillo e Metodio secondo il Calendario vigente in Bulgaria. Intendete inoltre ricordare il primo anniversario del mio viaggio a Sofia e dell’incontro indimenticabile con Sua Beatitudine Maxim. Grazie per questo segno di sollecitudine e di fraterno apprezzamento!


4. Siete venuti a Roma anche per una circostanza molto lieta: l'inaugurazione dell'uso liturgico della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Fontana di Trevi. L’incontro di preghiera svoltosi sabato scorso, 24 maggio, ha acquistato un carattere solenne per la presenza di tanti eminenti membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Bulgaria, di S.M. Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha, Primo Ministro del Governo bulgaro e di vari rappresentanti della Santa Sede e del Vicariato di Roma con a capo il mio rappresentante, il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. So che la Comunità e il suo Rettore pro tempore, sono stati accolti fraternamente nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, resa anche idonea al servizio liturgico e pastorale per i bulgari ortodossi residenti a Roma. Si tratta di un significativo esempio di condivisione ecclesiale qui a Roma, che tanto mi sta a cuore.


5. Se in effetti vogliamo progredire sul cammino della rinnovata comunione, dobbiamo seguire le orme dei Santi Cirillo e Metodio, che furono capaci di guadagnarsi il riconoscimento e la fiducia di Pontefici Romani, di Patriarchi di Costantinopoli, di Imperatori bizantini e di diversi Principi dei nuovi popoli slavi (Epistola Enciclica Slavorum Apostoli, 7). Ciò sta ad indicare che la diversità non sempre genera frizioni.


Un’esperienza di condivisione fraterna improntata a rispetto reciproco delle nostre legittime diversità, può essere di incoraggiamento a conoscerci meglio e a collaborare anche in altri contesti e circostanze, ogni volta che se ne presenterà l'occasione. Che ciò sia di buon auspicio per il futuro delle nostre relazioni! Ne ringrazio il Signore e gli chiedo di benedire i nostri passi sulla strada intrapresa.


Grazie di cuore per la vostra visita. Vi prego di assicurare Sua Beatitudine Maxim del mio costante ricordo al Signore. Iddio benedica  tutti voi e l’amato popolo di Bulgaria



SUA SANTITA’ GIOVANNI PAOLO II, prossimo Santo, concesse, già da un ventennio, la Basilica di San Teodoro al Palatino al Patriarcato Ecumenico Ortodosso, onde favorire l’integrazione religiosa e la vita spirituale degli ortodossi residenti in Roma e in Italia; in massima parte immigrati, provenienti dall’Europa Orientale. La Comunità Ortodossa persegue con i suoi Dignitari l’Ecumenismo e l’Unità dei Cristiani, in grande armonia e fratellanza con il Pontificato Romano. L’Ecc.mo Archimandrita Symeon KATSINAS è stato di recente ricevuto in udienza privata da SUA SANTITA’ PAPA FRANCESCO, a conferma del processo ecumenico, che vuole la completa armonia delle chiese d’Occidente e d’Oriente. La Celebrazione assume in Roma nella storica basilica paleocristiana uno speciale significato di fratellanza e Unità nel nome di N.S. Gesù Cristo. Ut Unum sint !








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