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giovedì 6 febbraio 2014

Il Santo Sacrificio della Messa

Ecco un immagine del Papa  Giovanni Paolo II, anno 1967 che celebra il Santo Sacrificio della messa di sempre, nella sua Diocesi di Cracovia, quando era ancora cardinale; questa foto è stata scattata nella Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo, a Cracovia (Polonia)
Giovanni Paolo II



Il Santo sacrificio della Messa è l'atto di pietà per eccellenza, il sacrificio unico e supremo di fronte al quale gli altri sono nulla.Se i miei doveri di stato me lo permettono, non mi accontenterò della Messa domenicale: procurerò all'anima mia anche durante la settimana questa grazia di partecipare al Divino  Sacrificio, che è quello stesso del Calvario. La messa è il Calvario (Concilio di Trento).
Non basta solo assistere alla Messa, bisogna anche comprenderla e viverla.



COMPRENDERLA

Sul Calvario vi era: il sacrificio esteriore cruento che non si rinnova alla Messa:
il sacrificio interiore di Gesù che si offriva per noi a Dio Padre, sacrificio che si rinnova realmente sull'altare Vi era pure: il sacrificio di Maria, la Vergine corredentrice  che si univa strettamente al sacrificio del suo divin Figlio ai piedi della Croce.Maria rappresenta ciascuno di noi dobbiamo dunque a suo esempio comprendere la nostra messa per viverla.
VIVERLA
Noi non viviamo la Messa perchè non la comprendiamo: noi non facciamo come la Vergine Santa, il cui sacrificio era strettamente unito a quello del Cristo. Accanto al Sacrificio di Gesù, deve esserci il mio, cioè la offerta della mia vita: lavoro,  preghiere, gioie, pene, apostolato... Non devo assistere passivamente, come testimonio più o meno indifferente, più o meno commosso, ma prendere realmente parte al dramma che si svolge. La Messa non è dunque soltanto una mezz'ora consacrata a Dio, essa deve penetrare tutta la nostra vita, suscitare in noi delle offerte, dei sacrifici, influire sulla nostra condotta imponendoci dei doveri, interdicendoci nelle mancanze. E' il simbolo meraviglioso della piccola goccia d'acqua che il Sacerdote aggiunge al vino nel calice. Questa goccia d'acqua è la nostra offerta . la nostra giornata, la nostra intera vita che, secondo  l'espressione del  cardinale Mercier, entra in quell'istante a far parte di quella corrente di vita della SS. Trinità. La cosa migliore è unirsi strettamente alla  preghiera del  sacerdote. La Chiesa  con le sue ammirabili preghiere liturgiche, ci invita a partecipare in pieno, come il celebrante al dramma del calvario  che si perpetua su tutti gli altari del mondo. Ricordarci sovente i quattro fini della Messa. Ogni cristiano deve adorare Dio, ringraziarlo, domandargli perdono, sollecitare le sue grazie.
ADORARE
Ne sono incapace, ma Dio Padre non può chiedermi delle adorazioni più perfette di quelle che gli rende il Suo Figliuolo immolato sull'altare. Farò dunque mie le sue adorazioni.
RINGRAZIARE
Noi dobbiamo ringraziare.E' quello che fa Nostro Signore all'altare in nome nostro. Il sacerdote dice particolarmente al Prefazio: Gratias agamus .
DOMANDARE PERDONO
Noi lo dobbiamo per noi, per i peccati del mondo. Ebbene, Gesù è la grande Vittima che si offre per questo: Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi .
CHIEDERE GRAZIE
Il Santo Sacrificio ne  è il mezzo per eccellenza perché è Gesù che prega per noi e perché noi domandiamo per Lui, con Lui, e in Lui, come dice il sacerdote: per ipsum, et cum  ipso et in ipso. Così farò della mia Messa il vero centro della mia devozione, vi assisterò come Maria; ne vivrò come Lei, con Lei, e le chiederò di applicarmene i frutti soprannaturali.

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