Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

mercoledì 29 marzo 2017

"Un omaggio al Sacerdozio di Cristo"Omelia di S.E.Mons.Marcel Lefebvre

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«Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi» Gv 15,20 «Quando soffrirete, quando avrete dei dubbi, quando avrete delle esitazioni, quando avrete delle prove, guardate Nostro Signore Gesù Cristo. Guardatelo nella Sua Passione, guardate la Sua Croce. Anche Lui ha sofferto: ha sopportato che tutti gli Apostoli se ne andassero; ha sopportato coraggiosamente l’abbandono totale [...]. Siamo dei discepoli di un Maestro che ha sofferto ed è morto sulla croce» 
(Mons. Lefebvre, Santità e Sacerdozio, p. 311).

Nel nome del Padre, del Figlio e La crociata dello Spirito Santo. Così sia.

Fratelli carissimi, permettetemi, prima di iniziare le poche parole che vorrei rivolgervi nell’occasione di questa bella cerimonia, di ringraziare quanti hanno contribuito alla sua magnifica riuscita. Personalmente, in occasione del mio Giubileo sacerdotale, avevo pensato di fare una riunione attorno all’altare di Ecône in modo discreto e privato, ma il clero di Saint Nicolas-du-Chardonnet e i cari sacerdoti che mi circondano hanno tanto insistito affinché permettessi a tutti coloro che lo desiderassero di unirsi al mio ringraziamento e alla mia preghiera, che non ho potuto rifiutare [...]. Ed eccoci riuniti in occasione di questo Giubileo sacerdotale.

Ed allora, come definire questa riunione, questa manifestazione, questa cerimonia? Un omaggio, un omaggio alla vostra fede nel sacerdozio cattolico e nella santa Messa cattolica. Penso realmente che è per questo che siete venuti, per manifestare il vostro attaccamento alla Chiesa cattolica e al più bel tesoro, al dono più sublime che Dio ha fatto agli uomini: il sacerdozio, ed il sacerdozio per il sacricio di Nostro Signore continuato sugli altari. Ecco perché siete venuti ed ecco perché siamo oggi circondati da un così gran numero di sacerdoti, venuti anche loro da ogni luogo, e che sarebbero stati molto più numerosi se non fosse domenica; infatti è loro dovere assicurare la santa Messa ai fedeli, ma il loro cuore è unito a noi, come ci hanno assicurato. Uno sguardo allʼindietro Vorrei tratteggiare, se permettete, qualche episodio di cui sono stato testimone durante la mia esistenza, durante questo mezzo secolo, per ben mostrare l’importanza che la Messa della Chiesa cattolica ha nella nostra vita, nella vita di un sacerdote, in quella di un Vescovo e della Chiesa. Giovane seminarista a Santa Chiara, al Seminario francese di Roma, c’insegnavano l’amore per le cerimonie liturgiche. Ebbi, allora, il privilegio d’essere cerimoniere, (quello che chiamiamo il “primo cerimoniere”) preceduto, d’altra parte, in questa carica da mons. Lebrun, già Vescovo di Autun, e da mons. Ancel, tuttora Ausiliare di Lione. Ero, dunque, primo cerimoniere sotto la direzione del caro e reverendo padre Haegy, conosciuto per la sua competenza liturgica. Amavamo preparare l’altare e le cerimonie e, la vigilia dello svolgimento di un’importante cerimonia, era per noi una grande festa. Abbiamo così imparato, ancora giovane seminarista, ad amare l’altare . 

Ordinato sacerdote nella cappella del Sacro Cuore di via Royale a Lille, il 21 settembre 1929 da mons. Liénart, partivo due anni dopo in missione per raggiungere mio fratello, che era già nel Gabon, e là incominciai ad imparare ciò che era la Messa. Certamente conoscevo, per gli studi fatti, questo grande mistero della nostra fede, ma non ne avevo compreso tutto il valore, l’efficacia e la profondità. Ciò lo vissi giorno per giorno, anno per anno, in Africa e particolarmente nel Gabon dove trascorsi tredici anni della mia vita missionaria, prima nel seminario, poi nella savana, in mezzo agli africani, tra gli indigeni. E là ho visto, sì ho visto ciò che poteva la grazia della santa Messa nelle anime sante di certi nostri catechisti. Quelle anime pagane, trasformate dalla grazia del battesimo, dall’assistenza alla Messa e dalla santa Eucaristia, comprendevano il mistero del Sacrificio della Croce e s’univano a Nostro Signore Gesù Cristo; nella sofferenza della Sua Croce, offrivano i loro sacrifici e i loro patimenti con Nostro Signore Gesù Cristo, vivendo cristianamente [...]. Ho potuto vedere villaggi di pagani divenuti cristiani trasformarsi non solo spiritualmente e sovrannaturalmente, ma anche fisicamente, socialmente, economicamente, politicamente; trasformarsi perché quelle persone, da pagane che erano, diventavano coscienti della necessità di compiere il loro dovere malgrado le prove ed i sacrici, di mantenere i loro impegni e particolarmente gli obblighi del matrimonio. Allora il villaggio si trasformava poco alla volta sotto l’influenza della grazia e del santo Sacrificio della Messa; e tutti quei villaggi volevano avere la propria cappella e la visita del Padre. La visita del missionario! Come era attesa con impazienza per poter assistere alla santa Messa, potersi confessare e comunicare. Delle anime si consacravano a Dio; dei religiosi, delle religiose, dei sacerdoti si offrivano e si consacravano a Lui. Ecco i frutti della santa Messa. Il mistero della Croce Perché tutto questo? Bisogna, in fondo, che studiamo un po’ i motivi profondi di questa trasformazione: è il Sacrificio. La nozione di sacrificio è una nozione profondamente cristiana e profondamente cattolica. La nostra vita non può fare a meno del sacrificio da quando Nostro Signore Gesù Cristo, Dio stesso, ha voluto prendere un corpo come il nostro e dirci: “Seguitemi. Prendete la vostra croce e seguitemi se volete essere salvati”, e ci ha dato l’esempio della sua morte in croce ed ha sparso il suo sangue. Oseremmo noi, sue povere creature, peccatori che siamo, non seguire Nostro Signore sulla via del suo sacricio e della sua croce? Questo è tutto il mistero della civiltà cristiana, della civiltà cattolica: la comprensione del sacrificio nella propria vita, nella vita quotidiana, e l’intelligenza della sofferenza cristiana; non considerare più la sofferenza come un male, come un dolore insopportabile, ma condividere le proprie pene e malattie con le sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo, guardando la Croce, assistendo alla santa Messa che è la continuazione della Passione di Nostro Signore sul Calvario. Comprendere la sofferenza: allora la sofferenza diventa una gioia, diventa un tesoro perché questa sofferenze unite a quelle di Nostro Signore, unite a quelle di tutti i martiri, di tutti i santi, di tutti i cattolici, di tutti i fedeli che soffrono nel mondo, unite alla Croce di Nostro Signore diventano un tesoro inesprimibile, un tesoro ineffabile, diventano d’una efficacia straordinaria per la conversione delle anime, per la salvezza della nostra anima. Tante anime sante, cristiane, hanno anche desiderato soffrire, hanno desiderato la sofferenza per unirsi ancora di più alla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Questa è la civiltà cristiana. Beati coloro che soffrono per la santità, beati i poveri, beati i miti, beati i misericordiosi, beati i pacifici, questo è l’insegnamento della Croce, questo ci insegna Nostro Signore Gesù Cristo dalla sua Croce. La civiltà cristiana, penetrata in questi paesi ancora recentemente pagani, li ha trasformati, li ha spinti a volersi dare governanti cattolici. L’ho constatato io stesso conoscendo alcuni dirigenti di questi paesi cattolici. Il popolo cattolico desiderava avere capi cattolici afnché sottomettessero anche il loro governo e tutte le leggi del paese a quello di Nostro Signore Gesù Cristo, al Decalogo [...]. Se diamo ora uno sguardo alla storia, ciò che vi ho detto si svolse già nei primi secoli dopo Costantino, nei nostri stessi paesi. Noi ci siamo convertiti, i nostri antenati e i capi delle nazioni si sono convertiti offrendo, per secoli interi, i loro paesi a Nostro Signore Gesù Cristo e, sottomettendoli alla croce di Gesù, hanno voluto che Maria ne fosse la Regina [...]. Il dramma del Concilio Vaticano II Un altro fatto da evocare dopo questi squarci sulla civiltà cristiana, sia in Africa che nella nostra storia [...] è il considerevole avvenimento, svoltosi recentemente nella Chiesa, ch’è il Vaticano II. Dobbiamo constatare che i nemici della Chiesa sanno, forse meglio di noi, quanto vale una Messa cattolica. In merito è stato scritto un poema in cui si prestano a Satana delle parole che manifestano come tremi ogni volta che una Messa, una vera Messa cat- tolica, viene celebrata, perché questa gli ricorda la Croce, ed egli sa bene di essere stato vinto per suo mezzo. Così i nemici della Chiesa, quanti fanno messe sacrileghe nelle sètte ben note, e i comunisti stessi, conoscono bene il valore di una Messa e il valore di una Messa cattolica [...]. La Messa cattolica s’oppone al programma dei partiti, che è un pro- gramma satanico: ecco le ragioni profonde di ciò che è la Messa, il sacrificio. Ora, lo sapete bene, abbiamo tutti delle prove, delle dificoltà nella vita, nella nostra esistenza ed abbiamo bisogno di sapere perché soffriamo, perché queste prove, perché questi dolori, queste tribolazioni: perché questi cattolici, queste persone stese sui giacigli? Gli ospedali pieni di ammalati, perché? Perché? Il cristiano risponde: per unire le mie sofferenze a quelle di Nostro Signore Gesù Cristo sul santo altare e così partecipare all’opera di redenzione di Nostro Signore, meritare per me e per le anime la salvezza del Cielo. Quando i nemici della Chiesa si sono infiltrati nel Concilio, il primo obiettivo è stato di demolire e distruggere, nella misura del possibile, la Messa. Potete leggere i libri del cattolico inglese Michel Davies, che ha scritto opere molto belle per dimostrare come la riforma liturgica del Vaticano II assomiglia esattamente a quella che s’è prodotta ai tempi di Cranmer, n dalla nascita del Protestantesimo inglese: esattamente. Se si legge la storia della trasformazione liturgica, operata anche da Lutero, ci si accorge che è stato seguito lentamente, ma esattamente, lo stesso procedimento, seppure sotto apparenze ancora buone ed esteriormente cattoliche. Hanno tolto proprio dalla Messa ciò che fa il suo carattere sacrificale, il suo carattere di redenzione dal peccato mediante il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, la vittima che è Nostro Signore Gesù Cristo. Hanno fatto della Messa una semplice assemblea tra le tante, presieduta dal sacerdote. Non è questa la Messa. Perciò non è sorprendente che la Croce non trionfi più, perché il sacrificio non trionfa più e gli uomini non hanno altri pensieri che accrescere il loro tenore di vita, cercare denaro, ricchezze, piaceri, comodità e agevolazioni terrene, e perdono così il senso del sacrificio.Cosa dobbiamo fare? Miei cari fratelli, sì, approfondiamo questo grande mistero della Messa. Ebbene! Penso di poter affermare che dobbiamo fare una crociata basata sul santo Sacrificio della Messa, sul Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo; fondata su questa roccia invincibile e su questa sorgente inesauribile di grazie che è il santo Sacrificio della Messa. È quanto vediamo ogni giorno. Voi siete presenti perché amate il santo Sacrificio della Messa. Questi giovani chierici del seminario di Ecône, degli Stati Uniti, della Germania, perché sono venuti? Vengono nei nostri seminari per la santa Messa, per la santa Messa di sempre che è la fonte delle grazie, la fonte dello Spirito Santo e della civiltà cristiana. È questo che fa un sacerdote. Dobbiamo fare una crociata, una crociata fondata, precisamente, su queste nozioni di sempre, di sacricio, per restaurare la cristianità; rifare una cristianità come la Chiesa la desidera, come l’ha sempre fatta con gli stessi princìpi, lo stesso sacrificio della Messa, gli stessi sacramenti, lo stesso catechismo, la stessa Bibbia. Dobbiamo ricreare questa cristianità. Siete voi, miei fratelli carissimi, che siete il sale della terra, voi che siete la luce del mondo, voi ai quali Nostro Signore Gesù Cristo si rivolge dicendovi: “Non perdete il frutto del mio sangue, non abbandonate il mio Calvario, non abbandonate il mio Sacrificio” [...]. Non lasciamoci allettare da tutte le idee mondane, da tutte le correnti del mondo che trascinano verso il peccato e l’inferno. Se vogliamo andare in Cielo, dobbiamo seguire Nostro Signore Gesù Cristo, portare la nostra croce e seguire Nostro Signore Gesù Cristo; imitarlo nella sua Croce, nella sua sofferenza, nel suo sacrificio. Allora domando ai giovani, presenti in questa sala, di farsi spiegare dai sacerdoti queste cose così belle, così grandi, in modo che scelgano nella loro vocazione, qualunque sia: di sacerdoti, di religiosi o religiose, di sposi… Sposati con il sacramento del matrimonio e dunque nella Croce e nel Sangue di Gesù Cristo, sposati nella grazia di Nostro Signore Gesù Cristo, affinché comprendano la grandezza del matrimonio e vi si preparino degnamente con la purezza, la castità, la preghiera e la riflessione. Non si lascino imbrigliare da tutte le passioni che agitano il mondo. Crociata di giovani che devono ricercare il vero ideale. Crociata, anche, di famiglie cristiane. Famiglie cristiane qui riunite, consacratevi al Cuore di Gesù, al Cuore Eucaristico di Gesù, al Cuore Immacolato di Maria. Pregate in famiglia. Oh! so che molti di voi lo fanno, ma che ve ne siano sempre di più che lo facciano con fervore. Che veramente Nostro Signore regni nelle vostre case. Allontanate, ve ne supplico, tutto ciò che impedisce ai bambini di nascere nel vostro focolare. Non c’è dono più bello che il Buon Dio possa farvi che avere tanti gli. Abbiate famiglie numerose; la famiglia numerosa è gloria della Chiesa cattolica: lo è stata in Canada, in Olanda, in Svizzera, in Francia, ovunque le famiglie numerose sono state la gioia e la prosperità della Chiesa. I vostri figli sono altrettanti eletti per il Cielo. Allora non limitate, ve ne supplico, i doni di Dio; non ascoltate gli slogans abominevoli che distruggono la famiglia e l’unione familiare, e che provocano il divorzio. Vi auguro, in questi tempi così tormentati, in questa atmosfera così deleteria delle città in cui viviamo, di ritornare alla campagna quando è possibile. La terra è sana, la terra insegna a conoscere Dio, la terra avvicina a Dio, equilibra i temperamenti e i caratteri, incoraggia i giovani al lavoro. E se è necessario, ebbene! Insegnerete voi stessi ai vostri figli. Se le scuole li corrompono, cosa farete? Li affiderete ai corruttori? A quelli che insegnano abominevoli pratiche sessuali nelle scuole? Scuole cattoliche di religiosi e di suore dove si insegna il peccato, né più né meno. Nella pratica si insegnano queste cose ai ragazzi, si corrompono dalla loro più tenera età. E voi lo sopportate? È impossibile. Meglio che i vostri figli siano poveri; meglio che i vostri figli siano allontanati da tutta la scienza apparente che il mondo possiede, ma che siano dei bravi ragazzi, ragazzi cristiani e cattolici, ragazzi che amano la loro santa religione, che amano pregare e lavorare, che amano la natura fatta dal Buon Dio. Infine, crociata dei capi di famiglia. Voi che siete capi di famiglia, avete una grande responsabilità nel vostro paese. Non avete in diritto di lasciarlo invadere dal socialismo e dal comunismo. Non ne avete in diritto, o non siete più cattolici [...]. Allora, sì, noi vogliamo questa politica, vogliamo che Nostro Signore Gesù Cristo regni. L’avete appena cantato, “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat”. Sono parole? Soltanto delle parole, dei canti? No, bisogna che sia una realtà. Padri di famiglia, siete voi i responsabili di ciò, per i vostri figli, per le generazioni future [...]. E voi, cari sacerdoti che m’ascoltate, stringetevi in una profonda unione sacerdotale per diffondere e animare questa crociata affinché Gesù regni, Nostro Signore regni. E perciò dovete essere santi, dovete ricercare la santità, mostrare la santità, la Grazia che opera nelle vostre anime e nei vostri cuori, questa Grazia che ricevete mediante il sacramento dell’Eucaristia e la santa Messa che offrite. Voi soli potete offrirla! Il mio testamento Termino, fratelli carissimi, con ciò che chiamerei un po’ il mio testamento. Testamento è una parola grande, perché vorrei che questo sia l’eco del testamento di Nostro Signore: “novi et aeterni testamenti”. È il sacerdote che recita queste parole alla consacrazione del Prezio- sissimo Sangue: “Hic est calix sanguinis mei, novi et aeterni testamenti”. L’eredità che Gesù Cristo ci ha dato è il suo Sacrificio, il suo Sangue, la sua Croce. E ciò è il fermento di tutta la civiltà cristiana e di quanto ci deve condurre al Cielo. Anch’io vi dico: per la gloria della santissima Trinità, per l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la devozione alla Santissima Vergine Maria, per l’amore alla Chiesa, per l’amore del Papa, per l’amore dei vescovi, dei sacerdoti, di tutti i fedeli, per la salvezza del mondo, per la salvezza delle anime, custodite questo testamento di Nostro Signore Gesù Cristo! Custodite il Sacricio di Nostro Signore Gesù Cristo! Mantenete la Messa di sempre! E vedrete la civiltà cristiana rifiorire, civiltà che non è per questo mondo, ma civiltà che conduce alla città cattolica, e questa città cattolica è la città cattolica del Cielo che prepara. Non è fatta per altra cosa, la città cattolica di quaggiù, non è fatta per altra cosa che per la città cattolica del Cielo. Allora, custodendo il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo e il suo Sacrificio, conservando questa Messa, Messa che ci è stata lasciata dai nostri predecessori, Messa tramandataci dagli Apostoli ad oggi – e tra qualche istante pronuncerò queste parole sul calice della mia Ordinazione: come volete che pronunci sul calice della mia Ordinazione altre parole che quelle pronunciate cinquant’anni fa sullo stesso calice? È impossibile, non posso cambiarle – allora continueremo a dire le parole della consacrazione come i nostri predecessori ce l’hanno insegnato, come i Papi, i vescovi ed i sacerdoti che sono stati nostri educatori lo hanno fatto, affiché nostro Signore regni e le anime siano salvate per l’intercessione della nostra Buona Madre del Cielo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

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