Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 17 aprile 2014

Meditare sulla dolorosa Passione di Cristo


I santi meditavano spesso sulla dolorosa Passione di Cristo, era la loro meditazione preferita (tutto l'anno, non solo durante la Settimana Santa), poiché meditando sulle atroci sofferenze patite da Gesù per la nostra salvezza eterna, si infiammavano di amore per il Redentore Divino. Che ci stiamo a fare su questa terra se non amiamo Dio? Il nostro scopo è appunto quello di conoscere, amare e servire il Signore, per salvarci l'anima e andare in Cielo ad amare la Santissima Trinità in eterno.


Le anime devote si commuovono nel meditare sull'agonia di Gesù nell'orto del Getsemani, sul tradimento di Giuda e l'arresto del Redentore, sulla flagellazione, gli sputi dei soldati, la coronazione di spine, la condanna a morte di Gesù, la salita al Calvario, la crocifissione, il pianto della Madonna e la morte di Cristo in croce.


Frutti che si ricavano meditando la Passione di Cristo
L'amante delle anime, il nostro amantissimo Redentore dichiarò che non ebbe altro fine nel venire sulla terra a farsi uomo, che di accendere fuoco di santo amore nei cuori degli uomini. Ed oh! che belle fiamme di carità ha egli acceso in tante anime specialmente con le pene che scelse di patire nella sua morte, per dimostrarci l'amore immenso che per noi conserva. Oh! quanti cuori felici nelle piaghe di Gesù, come accese fornaci d'amore, si sono talmente infiammati ad amarlo, che non hanno rifiutato di consacrargli i beni, la vita e tutto se stessi, superando con gran coraggio tutte le difficoltà che ostacolavano l'osservanza della divina legge per amore di quel Signore che essendo Dio, volle tanto soffrire per loro amore. Perciò l'innamorato S. Agostino, rivolto al crocifisso, così dolcemente pregava: «Scrivi, o mio amantissimo Salvatore, sopra il mio cuore le tue piaghe, affinché in quelle io legga il tuo dolore ed il tuo amore. Sì, perché avendo avanti agli occhi miei il gran dolore che voi, mio Dio, soffriste per me, io soffrirò con pace tutte le pene che patirò; e vedendo il vostro amore che mi avete dichiarato sulla croce, io non amerò, né potrò amare altri che voi». E da chi mai i Santi hanno preso animo e fortezza a sopportare le persecuzioni, i tormenti e le morti, se non dalle pene di Gesù crocifisso? Chi poi potrà non amare Gesù, vedendolo morire fra tanti dolori e disprezzi, al fine di ottenere il nostro amore? Un devoto solitario pregava Dio di insegnargli che cosa potesse fare per amarlo perfettamente. Gli rivelò il Signore, che per giungere al suo perfetto amore non vi fosse esercizio più atto, che meditare spesso la sua Passione. Diceva S. Agostino che vale più una sola lacrima sparsa meditando sulla Passione di Cristo, che un pellegrinaggio sino a Gerusalemme ed un anno di digiuno a pane ed acqua. Sì, il nostro amante Salvatore ha patito tanto affinché vi pensassimo, poiché pensandovi non è possibile non infiammarsi del divino amore. Gesù da pochi è amato, perché pochi sono quelli che considerano le pene che ha patito per noi; ma chi le considera spesso, non può vivere senza Gesù. Si sentirà talmente stringere dal suo amore che non gli sarà possibile resistere a non amare un Dio così innamorato che tanto ha patito per farsi amare. S. Francesco piangeva nel meditare le sofferenze di Gesù Cristo. Una volta mentre lacrimava gli venne chiesto che problema avesse, egli rispose che piangeva per i dolori e gli affronti dati al Signore e si dispiaceva nel vedere gli uomini ingrati che non l'amano e non lo pensano. Se mediteremo spesso la crocifissione di Gesù, resteremo ammaestrati a temere il peccato ed infiammati ad amare un Dio così amante, vedendo in quelle piaghe la malizia del peccato che ha ridotto un Dio a soffrire una morte così amara per soddisfare alla divina giustizia e l'amore che ci ha palesato il Salvatore nel voler tanto patire per farci capire quanto egli ci amava. Preghiamo Maria affinché ci ottenga dal suo divin Figliuolo la grazia di entrare anche noi in quelle fornaci d'amore, per ardere di quelle felici fiamme che rendono le anime sante in terra e beate in cielo. Così sia.

Passione di Cristo
Dobbiamo meditare spesso la Passione di Gesù, poiché il nostro amabile Redentore desidera sommamente che noi pensiamo alle atroci sofferenze della sua Passione causata dai nostri innumerevoli peccati. È di fede che i nostri peccati hanno crocifisso il Salvatore. La Sacra Scrittura afferma che le nostre iniquità lo hanno ricoperto di piaghe. Il Salvatore per nostro amore volle espiare al posto nostro la pena meritata dalle nostre colpe. Per gratitudine, cosa dovremmo dare ad un Dio così innamorato di noi? Dio vuole solamente che noi pensiamo qualche volta all'amore che egli ha avuto per noi fino a patire quei tormenti pur di salvarci. Gesù Cristo è morto in croce per noi, ma solo pochi uomini pensano alla sua Passione. Si pensa alle vanità e ai piaceri mondani, ma non si pensa alle sofferenze e all'amore di Gesù per noi. Che ingiustizia! Che ingratitudine! Il ricordo della Passione del Redentore è utilissimo perché ci rende vittoriosi sulle tentazioni. Chi amerà i piaceri illeciti, pensando a Cristo inchiodato sulla Croce? Se mediteremo attentamente il corpo di Gesù ricoperto di piaghe, avremo in orrore i piaceri peccaminosi e condurremo una vita più fedele al Vangelo.

Amare l'Addolorata
Sant'Alfonso Maria de Liguori, nel suo capolavoro intitolato “Le Glorie di Maria”, afferma che sono grandi le grazie che Gesù ha promesso ai devoti della Madonna Addolorata. Infatti, venne rivelato a Santa Elisabetta che San Giovanni Evangelista, dopo che la Beata Vergine fu assunta in cielo, desiderava ardentemente rivederla. Dio gli concesse questa grazia, e così a questo grande Apostolo apparve la sua cara Madre Celeste insieme al Redentore Divino. La Madonna domandò a Gesù qualche grazia speciale per i devoti dei dolori che soffrì nel vedere l'atroce Passione di suo Figlio, e Gesù promise per essi quattro grazie principali: 1. Chi invoca la Madonna per i suoi dolori, prima della morte meriterà far vera penitenza di tutti i suoi peccati. 2. Egli custodirà questi devoti nelle tribolazioni in cui si trovano, specialmente nell'ora della morte. 3. Imprimerà in loro la memoria della sua Passione, e poi in cielo li premierà. 4. Egli porrà tali devoti nelle mani di Maria affinché ella ne disponga a suo piacere e ottenga loro tutte le grazie che desidera.

Pertanto è vivamente raccomandabile accendersi nella devozione alla Madonna Addolorata e diffonderla il più possibile.

Amare Gesù
[ Brano tratto dalla lettera circolare dell'8 dicembre 1882 della Beata Maria Deluil-Martiny, zelantissima Fondatrice delle “Figlie del Cuore di Gesù”]

La Servianne, 8 Dicembre 1882


Carissime Figlie in Cristo,
siamo giunte al primo giubileo della Fondazione del nostro piccolo Istituto! […] I vostri cuori traboccano di gioia e di riconoscenza; che potrei aggiungere ai vostri sentimenti e alla vostra religiosa commozione? Lasciatemi almeno lanciarvi il grido che errompe dal profondo della mia anima: Amore, amore!


Amore a Dio che ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio per salvarlo! Amore all'Agnello che ci ha lavati nel suo Sangue adorabile e si è immolato per redimerci! Amore a Gesù Ostia che da dieci anni si degna di rimanere esposto sui modesti altari dei nostri monasteri! Amore al Cuore divino che ha conquistato i nostri cuori! Sorelle e Figlie carissime, vorrei comunicarvi la celeste Passione di Gesù Cristo. Egli è venuto a portare il fuoco dell'Amore sulla terra; che posso desiderare se non che esso infiammi le vostre anime? Vorrei vedervi divorate da questo amore; ma non di un amore di desideri e di sentimenti infecondi, bensì di un amore in opere e verità che va fino all'estrema dedizione e si lascia portare dall'Amato fino all'estrema immolazione. Per aggiungere fiamme al vostro fuoco di amore vi ricordo e vi metto al vivo come è odiato in questo tempo infelice Colui che amiamo; quanto è disprezzato Colui che adoriamo; quanto è oltraggiato Colui che serviamo in ginocchio.
L'Amore non è conosciuto, l'Amore non è amato, Sorelle mie! Quando ho visto l'odio del mondo per Dio che è Amore; il disprezzo e gli oltraggi del mondo per Colui che è Padrone di ogni potere in cielo e in terra; quando ho visto l'Armata di Satana devastare il campo delle anime per le quali il mio Salvatore ha versato il Suo Sangue, «il mio cuore si è liquefatto come cera nel mio petto», e per mezzo dell'amore che desidera fare di più di quanto è in suo potere e crede che tutto gli sia possibile, ho osato chiedere al Divino Amore di formarsi una piccola falange di Vergini che siano i Serafini della terra, anime pronte alla sofferenza ardenti nella dedizione e che nulla, all'infuori dell'obbedienza guidata dalla prudenza che spetta all'Autorità, possa arrestare sulla via del sacrificio; anime completamente abbandonate alla sua azione divina, nelle quali si compiano interamente i suoi disegni di misericordia; anime eucaristiche riparatrici e apostoliche; anime ostie unite a Lui, trasformate in Lui, offerte e sacrificate da Lui; che non vivono più, ma nelle quali Egli viva, la cui vita sia nascosta con Lui in Dio; ostie vive nelle quali Egli completi, in un certo modo, la sua Passione, e di cui Egli disponga secondo il suo beneplacito per la sua gloria. Sorelle, è un sogno il mio? A voi la risposta, a voi il provare a Gesù con lo slancio e la generosità dei vostri cuori, che Egli non vi ha chiamate invano nel suo santuario e attorno al suo altare!

Cristo Merita di essere amato da noi

Gesù Cristo è morto per noi uomini. Che potente motivo per obbligarci ad amarlo! Quanto più si pensa a quanto è grande Dio, e a quella misera creatura che è l'uomo, tanto più è mirabile il pensiero di un Dio morto per l'uomo. E chi è mai questo Dio? E chi son mai questi uomini? Iddio è un essere infinitamente grande, santo e onnipotente. L' uomo è una creatura piccola, misera e debole. E che significa Dio morire per l'uomo? Significa che questa grandezza, questa onnipotenza, questa sovrana padronanza sacrifica la sua vita di infinito prezzo e valore per una creatura così miserevole. Anima mia, non puoi non rimanere attonita per questo! L'uomo è fatto per sacrificarsi a Dio. In questo sacrificio consiste la gloria e la felicità dell'uomo. Ma che quel meraviglioso Iddio si sacrifichi per l'uomo, questa, o anima mia, è una stupenda meraviglia della sua bontà e del suo amore. Iddio desidera tanto il cuor dell'uomo e i suoi più teneri affetti, che per ottenerli non crede mai di dar troppo, benché dia tutto. Tu sei quell'uomo, per cui Iddio fa tanto, sino a sacrificare sé medesimo. Ricuserai tu, o anima mia, di dare il tuo cuore a Dio che lo compra a sì caro prezzo? Tu, o anima mia, che hai un cuore sì tenero per le creature, non ti sentirai commuovere ad amare il tuo Dio che è morto per te? Proponi dunque di farlo, affermando spesso che l'ami sopra ogni bene, che gli sei sommamente obbligata per l'amor suo e che tu vuoi servirlo per amore.

Cristo è morto per salvarci


Cristo è morto in croce per espiare i nostri peccati.

Un Dio morto per gli uomini! Questo pensiero è stato sempre il trattenimento più dolce e più ordinario delle anime sante, e il motivo più forte per amarlo. Il pensiero che il Figlio di Dio è morto in croce per espiare le colpe commesse dal genere umano, è stato sempre la meraviglia e lo stupore degli angeli in cielo. Un Dio morto per gli uomini; questo sarà sempre un grande argomento di confusione e di disperazione ai dannati dell'inferno. Un Dio è morto per me, dirà eternamente il dannato negli abissi: e ciononostante io ardo e mi dispero tra queste fiamme. Al certo non posso dubitare della bontà di Dio per me, e di quella volontà sua sincera che egli ebbe di salvarmi, avendolo veduto morto per me. Dunque se son dannato, contro chi debbo infuriarmi se non contro me medesimo? È vero che è cosa aspra il pensare ad una eternità di pene: ma chiunque penetrerà bene queste poche parole, Iddio morto per l'uomo, non avrà difficoltà a persuadersi questa seconda verità, che l'uomo ingrato e ribelle al suo Dio, venga giustamente punito dallo stesso Dio con una eternità di pene. Quell'uomo che rifiutò d'ardere con fiamme d'amore verso Iddio morto per lui, un tal uomo merita bene di bruciare negli eterni ardori che la giustizia di Dio ha preparato nell'inferno agli ingrati. Con quali di queste due fiamme vuoi che arda il tuo spirito? Nelle fiamme infernali nell'altra vita in pena di non aver amato Dio, oppure nelle fiamme della sua santa carità in questo mondo? Tocca a te lo scegliere e l'adoperarti per concepire nel tuo spirito un vero amore di Dio. Ci riuscirai, se penserai spesso quanto abbia Iddio amato te, se riguarderai spesso l'immagine di Dio crocifisso, con dire tra te stesso: Ecco un Dio su questa croce per amar mio e per mio bene.

Passione di Gesù Cristo

Considera che Iddio è morto per gli uomini suoi nemici ingrati e perfidi. Questo pensiero è un motivo d'amore meraviglioso. Gesù Cristo assicura, che non può darsi dimostrazione d'amore più grande quanto quella di morire per l'amico. Ma il suo amore s'avanza più oltre, perché muore per i suoi nemici medesimi, per nemici vili, insolenti e temerari, che non si curano di lui, né ad altro pensano che ad oltraggiarlo con enormi ingratitudini e pungenti offese. Io sono stato uno di quelli, per i quali Gesù e morto; e dopo averlo visto morto per me, non ho cessato di offenderlo e di disprezzare la sua amabile carità. Egli sapeva prima di morire che dava la vita per me suo nemico; ciononostante amò di darla, e a suo tempo non mancò di farmene godere il frutto, chiamandomi a penitenza, infondendomi il dolore delle mie colpe, applicandomi i frutti copiosi della sua Passione nella grazia, amicizia e figliolanza sua, tante volte restituitami, quante volte l'ho voluta perdere col peccato. Non c'era bisogno che morisse per noi. Poteva riscattarci e redimerci con una goccia sola del suo sangue o con una sola lacrima. Invece ha voluto dare la vita per palesarci l'eccesso dell'amor suo, che va a quest'estremo di dare tutto col mezzo di una morte la più infame e la più crudele per noi suoi nemici ingrati e abominevoli. Svegliamoci una volta per corrispondere a tanta dimostrazione di amore. Risolviamoci una volta di staccare coraggiosamente il nostro amore dalle cose terrene, dalle vanità, dall'ambizione, dalle amicizie, dal nostro corpo, per donare a Dio il maggior amore che possiamo.

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